Il Convento benedettino di S.Flavia ieri....

 

Il monastero benedettino di S.Flavia nasce per un atto di amore di una sposa cristiana verso il suo giovane marito,morto di peste alla tenera età di 23 anni.Sulla collina più alta del piccolo borgo nisseno sorgeva da tempo una chiesa di campagna dedicata a S. Venera,il cui culto era allora assai diffuso in Sicilia .

Siamo nel mese di maggio 1592.Il giovane Francesco Moncada , principe di Caltanissetta , sposo di Maria , muore di peste a Paternò .Il suo corpo venne inumato , accompagnato dal pianto inconsolabile della sposa e di tutta la popolazione nissena , nella Chiesa dei Cappuccini.

La vedova volle che in onore dello sposo,a perenne memoria e a suffragio dell'anima di Francesco , fosse costruito accanto alla Chiesa di S.Venera un monastero col titolo di S.Flavia , sorella del santo.benedettino Placido.

L'atto di fondazione del convento è presso l'Archivio di Stato di Caltanissetta.La bolla pontificia è del 27 agosto 1594 , firmata dal papa Clemente VIII.

Fu il monaco benedettino Cipriano, confessore della principessa ,a suggerirle di fare edificare il monastero benedettino di S.Flavia ,  dove i monaci  nel susseguirsi degli anni continuarono a celebrare una messa quotidiana per l'anima del giovane principe.

Donna Maria rimase chiusa nel palazzo principesco dei Moncada per tre anni e volle portare il lutto fino alla sua morte , avvenuta a Tordilaguna , in Spagna , il 2 dicembre del 1611.

 ....................e oggi

Il convento benedettino fu per quasi tre secoli un punto di riferimento importante per la vita religiosa , culturale e civile della nostra città. Ebbe come abate anche il beato Dusmet. Poi , la sua chiusura il 12 Novembre del 1867 e l'allontanamento dalmonastero dei pochi monaci  rimasti.

Fatta l'unità d'Italia , la Destra Storica esordì nel governo sopprimendo ben 13 964 enti religiosi , i cui beni vennero confiscati e messi in vendita.

Il monastero di S.Flavia fu tra gli enti soppressi , divenendo prima lazzaretto , poi la Caserma Belleno e infine un rifugio per i senza tetto .

Agli inizi degli anni '60 la sua struttura era ormai fatiscente . Il magnifico monumento di un tempo era ridotto a  rudere pericoloso per l'incolumità pubblica e non lasciava alternative alle autorità pubbliche : o il suo abbattimento o il suo recupero , ma senza oneri di spesa per l'erario.

Il parroco di allora mons.Pilato e poi i suoi due successori  - i parroci Giuseppe La Greca e Luciano Castiglione - scelsero la via del recupero accollandosi un debito rilevante .

Poi vennero i finanziamenti dello Stato per il completo restauro del monumento..

Si pensò ad un utilizzo per fini sociali della spaziosa elegante struttura ed il 15 aprile 1978 venne stipulato un atto di concessione tra il Ministero delle Finanze e il parroco pro tempore per adibire a " Centro di istruzione e recupero per giovani " i locali. Il contratto prevedeva il pagamento di un indennizzo quasi simbolico .

La parrocchia , per rispondere alle finalità dell'atto di concessione , non potendo svolgere la sua azione senza personale specializzato , si è servita di associazioni come L'AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici), l'OAMI(Opera Assistenza Ammalati Impediti ) e Casa Famiglia Rosetta , senza fine di lucro , regolarizzando sempre non l'uso dei locali (che è della parrocchia ), ma l'uso dei servizi. Lo stabile ha così accolto persone handicappate , ha aiutato giovani vite distrutte dalla droga o dall'alcool ad uscire dal tunnel della morte , ha favorito la crescita sociale,culturale e religiosa di tanti giovani.  

Oggi l'ex monastero rischia di non potere più svolgere i suoi compiti e di chiudere per la seconda volta .Per  l'uso dei locali  recentemente il Ministero delle Finanze ha chiesto alla parrocchia un indennizzo calcolato in regime di libero mercato e un recupero delle somme relative all'uso pregresso.

Il parroco ha risposto invece che continui ad essere applicato il canone ridotto secondo la legge 390 del 1986,considerando la finalità educativa e sociale cui l'ex monastero è adibito.

Le opere realizzate sono sotto lo sguardo di tutti Davvero la struttura benedettina continua a sanare ferite fisiche e morali e a recuperare famiglie e giovani per l'inserimento nella vita sociale.

La situazione è grave , ma sono stati trovati momenti di incontro che lasciano bene sperare.

La parrocchia non può impegnarsi per una spesa annuale di indennizzo di più milioni.

La risoluzione del problema è...... nelle mani di Dio che si serve dell'intelligenza e del cuore degli uomini.

(Salvatore La Mendola).

Gentilmente concesso da Salvatore La Mendola