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BENEDETTO XVI |
Meditazione
sulla solennità dell’
Assunzione della Beata Vergine Maria
Cari fratelli e sorelle,
il nostro consueto appuntamento
settimanale del mercoledì si svolge quest’oggi ancora nel clima della
solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Vorrei pertanto
invitarvi a volgere lo sguardo, ancora una volta, alla nostra Madre
celeste, che ieri la liturgia ci ha fatto contemplare trionfante con
Cristo in Cielo. Questa festa è stata sempre molto sentita dal popolo
cristiano, fin dai primi secoli del cristianesimo; essa, com’è noto,
celebra la glorificazione anche corporale di quella creatura che Dio si è
scelto come Madre e che Gesù sulla Croce ha dato per Madre a tutta
l’umanità. L’Assunzione evoca un mistero che interessa ciascuno di noi
perché, come afferma il Concilio Vaticano II, Maria "brilla quaggiù come
segno di sicura speranza e consolazione per il popolo di Dio che è in
cammino" (Lumen
gentium, 68). Si è però talmente presi dalle vicende di ogni
giorno da dimenticare talora questa consolante realtà spirituale, che
costituisce un’importante verità di fede.
Come far sì allora che questo segno luminoso di speranza sia percepito sempre più dall’odierna società? C’è oggi chi vive come se non dovesse mai morire o come se tutto dovesse finire con la morte; alcuni si comportano ritenendo che l’uomo sia l’unico artefice del proprio destino, come se Dio non esistesse, giungendo qualche volta persino a negare che ci sia spazio per Lui nel nostro mondo. I grandi successi della tecnica e della scienza, che hanno notevolmente migliorato la condizione dell’umanità, lasciano però senza soluzione i quesiti più profondi dell’animo umano. Solo l’apertura al mistero di Dio, che è Amore, può colmare la sete di verità e di felicità del nostro cuore; solo la prospettiva dell’eternità può dare valore autentico agli eventi storici e soprattutto al mistero della fragilità umana, della sofferenza e della morte.
Contemplando Maria nella gloria celeste, comprendiamo che anche per noi la
terra non è la patria definitiva e che, se viviamo rivolti ai beni eterni,
un giorno condivideremo la sua stessa gloria e diventa più bella anche la
terra. Per questo, pur tra le mille difficoltà quotidiane non dobbiamo
perdere la serenità e la pace. Il segno luminoso dell’Assunta in cielo
rifulge ancor più da noi tutti e quando sembrano accumularsi all’orizzonte
ombre tristi di dolore e di violenza. Ne siamo certi: dall’alto Maria
segue i nostri passi con dolce trepidazione, ci rasserena nell’ora del
buio e della tempesta, ci rassicura con la sua mano materna. Sorretti da
questa consapevolezza, proseguiamo fiduciosi nel nostro cammino di impegno
cristiano là dove la Provvidenza ci conduce. Andiamo avanti, sotto la
guida di Maria, nella nostra vita. Grazie.
© Copyright 2006 - Libreria Editrice
Vaticana