PARTE TERZA - LA VITA IN CRISTO
SEZIONE PRIMA - LA VOCAZIONE DELL'UOMO: LA VITA NELLO
SPIRITO
CAPITOLO TERZO - LA SALVEZZA DI DIO: LA LEGGE E LA GRAZIA
Articolo 2
GRAZIA E GIUSTIFICAZIONE
I. La
giustificazione
1987 La grazia
dello Spirito Santo ha il potere di giustificarci, cioè di mondarci dai nostri
peccati e di comunicarci la "giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù
Cristo" ( Rm 3,22 ) e mediante il Battesimo: [Cf Rm 6,3-4 ]
Se siamo morti
con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato
dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto
riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per
il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al
peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù ( Rm 6,8-11 ).
1988 Per mezzo
della potenza dello Spirito Santo, noi prendiamo parte alla Passione di Cristo
morendo al peccato, e alla sua Risurrezione nascendo a una vita nuova; siamo le
membra del suo Corpo che è la Chiesa, [Cf 1Cor 12 ] i tralci innestati sulla
Vite che è lui stesso: [Cf Gv 15,1-4 ]
Per mezzo dello
Spirito, tutti noi siamo detti partecipi di Dio. . . Entriamo a far parte della
natura divina mediante la partecipazione allo Spirito . . . Ecco perché lo Spirito
divinizza coloro nei quali si fa presente [Sant'Atanasio di Alessandria,
Epistulae ad Serapionem, 1, 24: PG 26, 585B].
1989 La prima
opera della grazia dello Spirito Santo è la conversione, che opera la
giustificazione, secondo l'annuncio di Gesù all'inizio del Vangelo:
"Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino" ( Mt 4,17 ). Sotto
la mozione della grazia, l'uomo si volge verso Dio e si allontana dal peccato,
accogliendo così il perdono e la giustizia dall'Alto. "La giustificazione.
. . non è una semplice remissione dei peccati, ma anche santificazione e
rinnovamento dell'uomo interiore" [Concilio di Trento: Denz. -Schönm.,
1528].
1990 La
giustificazione separa l'uomo dal peccato che si oppone all'amore di Dio, e
purifica dal peccato il suo cuore. La giustificazione fa seguito alla
iniziativa della misericordia di Dio che offre il perdono. Riconcilia l'uomo
con Dio. Libera dalla schiavitù del peccato e guarisce.
1991 La
giustificazione è, al tempo stesso, l' accoglienza della giustizia di Dio per
mezzo della fede in Gesù Cristo. Qui la giustizia designa la rettitudine
dell'amore divino. Insieme con la giustificazione, vengono infuse nei nostri
cuori la fede, la speranza e la carità, e ci è accordata l'obbedienza alla
volontà divina.
1992 La giustificazione
ci è stata meritata dalla Passione di Cristo, che si è offerto sulla croce come
ostia vivente, santa e gradita a Dio, e il cui sangue è diventato strumento di
propiziazione per i peccati di tutti gli uomini. La giustificazione è accordata
mediante il Battesimo, sacramento della fede. Essa ci conforma alla giustizia
di Dio, il quale ci rende interiormente giusti con la potenza della sua
misericordia. Ha come fine la gloria di Dio e di Cristo, e il dono della vita
eterna: [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1529]
Ora,
indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio,
testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede
in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione: tutti hanno
peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente
per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo
ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede,
nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza
usata verso i peccati passati, nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta
la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha
fede in Gesù ( Rm 3,21-26 ).
1993 La giustificazione
stabilisce la collaborazione tra la grazia di Dio e la libertà dell'uomo. Dalla
parte dell'uomo essa si esprime nell'assenso della fede alla Parola di Dio che
lo chiama alla conversione, e nella cooperazione della carità alla mozione
dello Spirito Santo, che lo previene e lo custodisce:
Dio tocca il
cuore dell'uomo con l'illuminazione dello Spirito Santo, in modo che né l'uomo
resterà assolutamente inerte subendo quell'ispirazione, che certo può anche
respingere, né senza la grazia divina, con la sua libera volontà, potrà
prepararsi alla giustizia dinanzi a Dio [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm.,
1529].
1994 La
giustificazione è l' opera più eccellente dell'amore di Dio, manifestato in
Cristo Gesù e comunicato tramite lo Spirito Santo. Sant'Agostino ritiene che
"la giustificazione dell'empio è un'opera più grande della creazione del
cielo e della terra", perché "il cielo e la terra passeranno, mentre
la salvezza e la giustificazione degli eletti non passeranno mai" [Sant'Agostino,
In Evangelium Johannis tractatus, 72, 3]. Pensa anche che la giustificazione
dei peccatori supera la stessa creazione degli angeli nella giustizia, perché
manifesta una più grande misericordia.
1995 Lo Spirito
Santo è il maestro interiore. Dando vita all'"uomo interiore" ( Rm
7,22; Ef 3,16 ), la giustificazione implica la santificazione di tutto
l'essere:
Come avete messo
le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità,
così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra
santificazione. . . Ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi
raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la
vita eterna ( Rm 6,19; Rm 6,22 ).
II. La grazia
1996 La nostra
giustificazione viene dalla grazia di Dio. La grazia è il favore, il soccorso
gratuito che Dio ci dà perché rispondiamo al suo invito: diventare figli di
Dio, [Cf Gv 1,12-18 ] figli adottivi, [Cf Rm 8,14-17 ] partecipi della natura
divina, [Cf 2Pt 1,3-4 ] della vita eterna [Cf Gv 17,3 ].
1997 La grazia è
una partecipazione alla vita di Dio; ci introduce nell'intimità della vita
trinitaria. Mediante il Battesimo il cristiano partecipa alla grazia di Cristo,
Capo del suo Corpo. Come "figlio adottivo", egli può ora chiamare Dio
"Padre", in unione con il Figlio unigenito. Riceve la vita dello
Spirito che infonde in lui la carità e forma la Chiesa.
1998 Questa
vocazione alla vita eterna è soprannaturale. Dipende interamente
dall'iniziativa gratuita di Dio, poiché egli solo può rivelarsi e donare se
stesso. Supera le capacità dell'intelligenza e le forze della volontà
dell'uomo, come di ogni creatura [Cf 1Cor 2,7-9 ].
1999 La grazia di
Cristo è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra
anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla. E' la grazia
santificante o deificante, ricevuta nel Battesimo. Essa è in noi la sorgente
dell'opera di santificazione: [Cf Gv 4,14; Gv 7,38-39 ]
Quindi se uno è
in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono
nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé
mediante Cristo. ( 2Cor 5,17-18 )
2000 La grazia
santificante è un dono abituale, una disposizione stabile e soprannaturale che
perfeziona l'anima stessa per renderla capace di vivere con Dio, di agire per
amor suo. Si distingueranno la grazia abituale, disposizione permanente a
vivere e ad agire secondo la chiamata divina, e le grazie attuali che designano
gli interventi divini sia all'inizio della conversione, sia nel corso
dell'opera di santificazione.
2001 La
preparazione dell'uomo ad accogliere la grazia è già un'opera della grazia.
Questa è necessaria per suscitare e sostenere la nostra collaborazione alla
giustificazione mediante la fede, e alla santificazione mediante la carità. Dio
porta a compimento in noi quello che ha incominciato: "Egli infatti
incomincia facendo in modo, con il suo intervento, che noi vogliamo; egli porta
a compimento, cooperando con i moti della nostra volontà già convertita"
[Sant'Agostino, De gratia et libero arbitrio, 17: PL 44, 901].
Operiamo
certamente anche noi, ma operiamo cooperando con Dio che opera prevenendoci con
la sua misericordia. Ci previene però per guarirci e anche ci seguirà perché da
santi diventiamo pure vigorosi, ci previene per chiamarci e ci seguirà per
glorificarci, ci previene perché viviamo piamente e ci seguirà perché viviamo
con lui eternamente, essendo certo che senza di lui non possiamo far nulla
[Id., De natura et gratia, 31: PL 44, 264].
2002 La libera
iniziativa di Dio richiede la libera risposta dell'uomo; infatti Dio ha creato
l'uomo a propria immagine, dandogli, con la libertà, il potere di conoscerlo e
di amarlo. L'anima può entrare solo liberamente nella comunione dell'amore. Dio
tocca immediatamente e muove direttamente il cuore dell'uomo. Egli ha posto
nell'uomo un'aspirazione alla verità e al bene che soltanto lui può soddisfare.
Le promesse della "vita eterna" rispondono, al di là di ogni
speranza, a tale aspirazione:
Il riposo che
prendesti al settimo giorno, dopo aver compiuto le tue opere molto buone. . .,
è una predizione che ci fa l'oracolo del tuo Libro: noi pure, compiute le
nostre opere buone assai, certamente per tuo dono, nel sabato della vita eterna
riposeremo in Te [Id., Confessiones, 13, 36, 51].
2003 La grazia è
innanzitutto e principalmente il dono dello Spirito che ci giustifica e ci
santifica. Ma la grazia comprende anche i doni che lo Spirito ci concede per
associarci alla sua opera, per renderci capaci di cooperare alla salvezza degli
altri e alla crescita del Corpo di Cristo, la Chiesa. Sono le grazie
sacramentali, doni propri ai diversi sacramenti. Sono inoltre le grazie
speciali chiamate anche " carismi " con il termine greco usato da san
Paolo, che significa favore, dono gratuito, beneficio [Cf Conc. Ecum. Vat. II,
Lumen gentium, 12]. Qualunque sia la loro natura a volte straordinaria, come il
dono dei miracoli o delle lingue, i carismi sono ordinati alla grazia
santificante e hanno come fine il bene comune della Chiesa. Sono al servizio
della carità che edifica la Chiesa [Cf 1Cor 12 ].
2004 Tra le
grazie speciali, è opportuno ricordare le grazie di stato che accompagnano
l'esercizio delle responsabilità della vita cristiana e dei ministeri in seno
alla Chiesa:
Abbiamo pertanto
doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della
profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda
al ministero; chi l'insegnamento all'insegnamento; chi l'esortazione
all'esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con
diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia ( Rm 12,6-8 ).
2005 Appartenendo
all'ordine soprannaturale, la grazia sfugge alla nostra esperienza e solo con
la fede può essere conosciuta. Pertanto non possiamo basarci sui nostri
sentimenti o sulle nostre opere per dedurne che siamo giustificati e salvati
[Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1533-1534]. Tuttavia, secondo la parola
del Signore: "Dai loro frutti li potrete riconoscere" ( Mt 7,20 ), la
considerazione dei benefici di Dio nella nostra vita e nella vita dei santi, ci
offre una garanzia che la grazia sta operando in noi e ci sprona ad una fede sempre
più grande e ad un atteggiamento di povertà fiduciosa.
Si trova una
delle più belle dimostrazioni di tale disposizione d'animo nella risposta di
santa Giovanna d'Arco ad una domanda subdola dei suoi giudici ecclesiastici:
"Interrogata se sappia d'essere nella grazia di Dio, risponde: "Se
non vi sono, Dio mi vuole mettere; se vi sono, Dio mi vuole custodire in
essa"" [Santa Giovanna d'Arco, in Actes du procès].
III. Il merito
Nella festosa
assemblea dei santi risplende la tua gloria, e il loro trionfo celebra i doni
della tua misericordia [Messale Romano, Prefazio dei santi I, che cita
Sant'Agostino il "dottore della grazia", cf Enarratio in Psalmos,
102, 7].
2006 Il termine
"merito" indica, in generale, la retribuzione dovuta da una comunità
o da una società per l'azione di uno dei suoi membri riconosciuta come buona o
cattiva, meritevole di ricompensa o di punizione. Il merito è relativo alla
virtù della giustizia in conformità al principio dell'eguaglianza che ne è la
norma.
2007 Nei
confronti di Dio, in senso strettamente giuridico, non c'è merito da parte
dell'uomo. Tra lui e noi la disuguaglianza è smisurata, poiché noi abbiamo
ricevuto tutto da lui, nostro Creatore.
2008 Il merito
dell'uomo presso Dio nella vita cristiana deriva dal fatto che Dio ha liberamente
disposto di associare l'uomo all'opera della sua grazia. L'azione paterna di
Dio precede con la sua ispirazione, mentre il libero agire dell'uomo viene dopo
nella sua collaborazione, così che i meriti delle opere buone devono essere
attribuiti innanzitutto alla grazia di Dio, poi al fedele. Il merito dell'uomo
torna, peraltro, anch'esso a Dio, dal momento che le sue buone azioni hanno la
loro origine, in Cristo, dalle ispirazioni e dagli aiuti dello Spirito Santo.
2009 L'adozione
filiale, rendendoci partecipi per grazia della natura divina, può conferirci,
in conseguenza della giustizia gratuita di Dio, un vero merito. E' questo un
diritto derivante dalla grazia, il pieno diritto dell'amore, che ci fa
"coeredi" di Cristo e degni di conseguire l'"eredità promessa
della vita eterna" [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1546]. I meriti
delle nostre opere buone sono doni della bontà divina [Cf ibid., 1548].
"Prima veniva elargita la grazia, ora viene reso il dovuto. . . sono
proprio doni suoi i tuoi meriti" [Sant'Agostino, Sermones, 298, 4-5: PL
38, 1367].
2010 Poiché
nell'ordine della grazia l'iniziativa appartiene a Dio, nessuno può meritare la
grazia prima, quella che sta all'origine della conversione, del perdono e della
giustificazione. Sotto la mozione dello Spirito Santo e della carità, possiamo
in seguito meritare per noi stessi e per gli altri le grazie utili per la
nostra santificazione, per l'aumento della grazia e della carità, come pure per
il conseguimento della vita eterna. Gli stessi beni temporali, quali la salute
e l'amicizia, possono essere meritati seguendo la sapienza di Dio. Tutte queste
grazie e questi beni sono oggetto della preghiera cristiana. Essa provvede al
nostro bisogno della grazia per le azioni meritorie.
2011 La carità di
Cristo è in noi la sorgente di tutti i nostri meriti davanti a Dio. La grazia,
unendoci a Cristo con un amore attivo, assicura il carattere soprannaturale dei
nostri atti e, di conseguenza, il loro merito davanti a Dio e davanti agli
uomini. I santi hanno sempre avuto una viva consapevolezza che i loro meriti
erano pura grazia.
Dopo l'esilio
della terra, spero di gioire fruitivamente di Te nella Patria; ma non voglio
accumulare meriti per il Cielo: voglio spendermi per il tuo solo Amore. . .
Alla sera di questa vita comparirò davanti a Te con le mani vuote; infatti non
ti chiedo, o Signore, di tener conto delle mie opere. Tutte le nostre giustizie
non sono senza macchie ai tuoi occhi. Voglio perciò rivestirmi della tua
Giustizia e ricevere dal tuo Amore l'eterno possesso di Te stesso. . [Santa
Teresa di Gesù Bambino, Atto di offerta all'Amore misericordioso].
IV. La santità
cristiana
2012
"Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio. . . Poiché
quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere
conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti
fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha
chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche
glorificati" ( Rm 8,28-30 ).
2013 "Tutti
i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita
cristiana e alla perfezione della carità" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 40]. Tutti sono chiamati alla santità: "Siate voi dunque perfetti
come è perfetto il Padre vostro celeste" ( Mt 5,48 ):
Per raggiungere
questa perfezione, i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura del dono
di Cristo, affinché. . . , in tutto obbedienti alla volontà del Padre, con
tutto il loro animo si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del
prossimo. Così la santità del popolo di Dio crescerà apportando frutti
abbondanti, come è splendidamente dimostrato, nella storia della Chiesa, dalla
vita di tanti santi [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 40].
2014 Il progresso
spirituale tende all'unione sempre più intima con Cristo. Questa unione si
chiama "mistica", perché partecipa al mistero di Cristo mediante i
sacramenti - "i santi misteri" - e, in lui, al mistero della
Santissima Trinità. Dio ci chiama tutti a questa intima unione con lui, anche
se soltanto ad alcuni sono concesse grazie speciali o segni straordinari di
questa vita mistica, allo scopo di rendere manifesto il dono gratuito fatto a
tutti.
2015 Il cammino
della perfezione passa attraverso la croce. Non c'è santità senza rinuncia e
senza combattimento spirituale [Cf 2Tm 4 ]. Il progresso spirituale comporta
l'ascesi e la mortificazione, che gradatamente conducono a vivere nella pace e
nella gioia delle beatitudini:
Colui che sale
non cessa mai di andare di inizio in inizio; non si è mai finito di
incominciare. Mai colui che sale cessa di desiderare ciò che già conosce [San
Gregorio di Nissa, Homiliae in Canticum, 8: PG 44, 941C].
2016 I figli
della Santa Chiesa nostra madre sperano giustamente la grazia della
perseveranza finale e la ricompensa di Dio loro Padre per le buone opere
compiute con la sua grazia, in comunione con Gesù [ Cf Concilio di Trento:
Denz. -Schönm., 1576]. Osservando la medesima regola di vita, i credenti
condividono "la beata speranza" di coloro che la misericordia divina
riunisce nella "città santa, la nuova Gerusalemme" che scende
"dal cielo, da Dio, come una sposa adorna per il suo Sposo" ( Ap 21,2
).
In sintesi
2017 La grazia
dello Spirito Santo ci conferisce la giustizia di Dio. Unendoci mediante la
fede e il Battesimo alla Passione e alla Risurrezione di Cristo, lo Spirito ci
rende partecipi della sua vita.
2018 La
giustificazione, non diversamente dalla conversione, presenta due aspetti.
Sotto la mozione della grazia, l'uomo si volge verso Dio e si allontana dal
peccato, accogliendo così il perdono e la giustizia dall'Alto.
2019 La
giustificazione comporta la remissione dei peccati, la santificazione e il
rinnovamento dell'uomo interiore.
2020 La
giustificazione ci è stata meritata dalla Passione di Cristo. Ci è accordata
attraverso il Battesimo. Ci conforma alla giustizia di Dio, il quale ci rende
giusti. Ha come fine la gloria di Dio e di Cristo e il dono della vita eterna.
E' l'opera più eccellente della misericordia di Dio.
2021 La grazia è
l'aiuto che Dio ci dà perché rispondiamo alla nostra vocazione di diventare
suoi figli adottivi. Essa ci introduce nell'intimità della vita trinitaria.
2022 L'iniziativa
divina nell'opera della grazia previene, prepara e suscita la libera risposta
dell'uomo. La grazia risponde alle profonde aspirazioni della libertà umana; la
invita a cooperare con essa e la perfeziona.
2023 La grazia
santificante è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa dallo Spirito
Santo nella nostra anima per guarirla dal peccato e santificarla.
2024 La grazia
santificante ci rende "graditi a Dio". I "carismi", grazie
speciali dello Spirito Santo, sono ordinati alla grazia santificante e hanno
come fine il bene comune della Chiesa. Dio agisce anche mediante molteplici
grazie attuali, che si distinguono dalla grazia abituale, permanente in noi.
2025 Non c'è per
noi merito davanti a Dio se non come conseguenza del libero disegno di Dio di
associare l'uomo all'opera della sua grazia. Il merito in primo luogo è da
ascrivere alla grazia di Dio, in secondo luogo alla collaborazione dell'uomo.
Il merito dell'uomo spetta anch'esso a Dio.
2026 La grazia
dello Spirito Santo, in virtù della nostra filiazione adottiva, può conferirci
un vero merito in conseguenza della giustizia gratuita di Dio. La carità è in
noi la principale sorgente del merito davanti a Dio.
2027 Nessuno può
meritare la grazia prima, che sta all'origine della conversione. Sotto la
mozione dello Spirito Santo, possiamo meritare per noi stessi e per gli altri
tutte le grazie utili per giungere alla vita eterna, come pure i beni materiali
necessari.
2028 "Tutti
i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita
cristiana e alla perfezione della carità" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 40]. "La perfezione cristiana non ha che un limite: quello di non
averne alcuno" [San Gregorio di Nissa, De vita Mosis: PG 44, 300D].
2029 "Se
qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi
segua". ( Mt 16,24 )