PARTE PRIMA - LA PROFESSIONE DELLA FEDE
SEZIONE SECONDA - LA PROFESSIONE DELLA
FEDE CRISTIANA
CAPITOLO TERZO - CREDO NELLO SPIRITO
SANTO
683
"Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello
Spirito Santo" ( 1Cor 12,3 ). "Dio ha mandato nei nostri cuori lo
Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!" ( Gal 4,6 ). Questa
conoscenza di fede è possibile solo nello Spirito Santo. Per essere in contatto
con Cristo, bisogna dapprima essere stati toccati dallo Spirito Santo. E' lui
che ci precede e suscita in noi la fede. In forza del nostro Battesimo, primo
sacramento della fede, la Vita, che ha la sua sorgente nel Padre e ci è offerta
nel Figlio, ci viene comunicata intimamente e personalmente dallo Spirito Santo
nella Chiesa:
Il
Battesimo ci accorda la grazia della nuova nascita in Dio Padre per mezzo del
Figlio suo nello Spirito Santo. Infatti coloro che hanno lo Spirito di Dio sono
condotti al Verbo, ossia al Figlio; ma il Figlio li presenta al Padre, e il
Padre procura loro l'incorruttibilità. Dunque, senza lo Spirito, non è
possibile vedere il Figlio di Dio, e, senza il Figlio, nessuno può avvicinarsi
al Padre, perché la conoscenza del Padre è il Figlio, e la conoscenza del
Figlio di Dio avviene per mezzo dello Spirito Santo [Sant'Ireneo di Lione,
Demonstratio apostolica, 7].
684
Lo Spirito Santo con la sua grazia è il primo nel destare la nostra fede e nel
suscitare la vita nuova che consiste nel conoscere il Padre e colui che ha
mandato, Gesù Cristo [Cf Gv 17,3 ]. Tuttavia è l'ultimo nella rivelazione delle
Persone della Santa Trinità. San Gregorio Nazianzeno, "il Teologo",
spiega questa progressione con la pedagogia della "condiscendenza"
divina:
L'Antico
Testamento proclamava chiaramente il Padre, più oscuramente il Figlio. Il Nuovo
ha manifestato il Figlio, ha fatto intravvedere la divinità dello Spirito. Ora
lo Spirito ha diritto di cittadinanza in mezzo a noi e ci accorda una visione
più chiara di se stesso. Infatti non era prudente, quando non si professava
ancora la divinità del Padre, proclamare apertamente il Figlio e, quando non
era ancora ammessa la divinità del Figlio, aggiungere lo Spirito Santo come un
fardello supplementare, per usare un'espressione un po' ardita. . . Solo
attraverso un cammino di avanzamento e di progressso "di gloria in
gloria", la luce della Trinità sfolgorerà in più brillante trasparenza
[San Gregorio Nazianzeno, Orationes theologicae, 5, 26: PG 36, 161C].
685
Credere nello Spirito Santo significa dunque professare che lo Spirito Santo è
una delle Persone della Santa Trinità, consustanziale al Padre e al Figlio,
"con il Padre e il Figlio adorato e glorificato" (Simbolo di
Nicea-Costantinopoli). Per questo motivo si è trattato del mistero divino dello
Spirito Santo nella "teologia" trinitaria. Qui, dunque, si
considererà lo Spirito Santo solo nell' "Economia" divina.
686
Lo Spirito Santo è all'opera con il Padre e il Figlio dall'inizio al compimento
del disegno della nostra salvezza. Tuttavia è solo negli "ultimi
tempi", inaugurati con l'Incarnazione redentrice del Figlio, che egli
viene rivelato e donato, riconosciuto e accolto come Persona. Allora questo
disegno divino, compiuto in Cristo, "Primogenito" e Capo della nuova
creazione, potrà realizzarsi nell'umanità con l'effusione dello Spirito: la
Chiesa, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione
della carne, la vita eterna.
Articolo 8
"CREDO NELLO SPIRITO SANTO"
687
"I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di
Dio" ( 1Cor 2,11 ). Ora, il suo Spirito, che lo rivela, ci fa conoscere
Cristo, suo Verbo, sua Parola vivente, ma non dice se stesso. Colui che
"ha parlato per mezzo dei profeti" ci fa udire la Parola del Padre.
Lui, però, non lo sentiamo. Non lo conosciamo che nel movimento in cui ci
rivela il Verbo e ci dispone ad accoglierlo nella fede. Lo Spirito di Verità
che ci svela Cristo non parla da sé [Cf Gv 16,13 ]. Un tale annientamento,
propriamente divino, spiega il motivo per cui "il mondo non può
ricevere" lo Spirito, "perché non lo vede e non lo conosce",
mentre coloro che credono in Cristo lo conoscono perché "dimora"
presso di loro [Cf Gv 14,17 ].
688
La Chiesa, comunione vivente nella fede degli Apostoli che essa trasmette, è il
luogo della nostra conoscenza dello Spirito Santo:
-
nelle Scritture, che egli ha ispirato;
-
nella Tradizione di cui i Padri della Chiesa sono sono i testimoni sempre
attuali;
-
nel Magistero della Chiesa che egli assiste;
-
nella Liturgia sacramentale, attraverso le sue parole e i suoi simboli, in cui
lo Spirito Santo ci mette in comunione con Cristo;
-
nella preghiera, nella quale intercede per noi;
-
nei carismi e nei ministeri che edificano la Chiesa;
-
nei segni di vita apostolica e missionaria;
-
nella testimonianza dei santi, in cui egli manifesta la sua santità e continua
l'opera della salvezza.
I.
La missione congiunta del Figlio e dello Spirito
689
Colui che il Padre "ha mandato nei nostri cuori, lo Spirito del suo
Figlio" ( Gal 4,6 ) è realmente Dio. Consustanziale al Padre e al Figlio,
ne è inseparabile, tanto nella vita intima della Trinità quanto nel suo dono
d'amore per il mondo. Ma adorando la Trinità Santa, vivificante, consustanziale
e indivisibile, la fede della Chiesa professa anche la distinzione delle
Persone. Quando il Padre invia il suo Verbo, invia sempre il suo Soffio:
missione congiunta in cui il Figlio e lo Spirito Santo sono distinti ma
inseparabili. Certo, è Cristo che appare, egli, l'Immagine visibile del Dio
invisibile, ma è lo Spirito Santo che lo rivela.
690
Gesù è Cristo, "unto", perché lo Spirito ne è l'Unzione e tutto ciò
che avviene a partire dall'Incarnazione sgorga da questa pienezza [Cf Gv 3,34
]. Infine, quando Cristo è glorificato, [Cf Gv 7,39 ] può, a sua volta, dal
Padre, inviare lo Spirito a coloro che credono in lui: comunica loro la sua
Gloria, [Cf Gv 17,22 ] cioè lo Spirito Santo che lo glorifica [Cf Gv 16,14 ].
La missione congiunta si dispiegherà da allora in poi nei figli adottati dal
Padre nel Corpo del suo Figlio: la missione dello Spirito di adozione sarà di
unirli a Cristo e di farli vivere in lui:
La
nozione di unzione suggerisce. . . che non c'è alcuna distanza tra il Figlio e
lo Spirito. Infatti, come tra la superficie del corpo e l'unzione dell'olio né
la ragione né la sensazione conoscono intermediari, così è immediato il
contatto del Figlio con lo Spirito; di conseguenza colui che sta per entrare in
contatto con il Figlio mediante la fede, deve necessariamente dapprima entrare
in contatto con l'olio. Nessuna parte infatti è priva dello Spirito Santo. Ecco
perché la confessione della Signoria del Figlio avviene nello Spirito Santo per
coloro che la ricevono, dato che lo Spirito Santo viene da ogni parte incontro
a coloro che si approssimano per la fede [San Gregorio di Nissa, De Spiritu
Sancto, 3, 1: PG 45, 1321A-B].
II.
Il nome, gli appellativi e i simboli
dello
Spirito Santo
Il
nome, proprio dello Spirito Santo
691
"Spirito Santo", tale è il nome proprio di colui che noi adoriamo e
glorifichiamo con il Padre e il Figlio. La Chiesa lo ha ricevuto dal Signore e
lo professa nel Battesimo dei suoi nuovi figli [Cf Mt 28,19 ].
Il
termine "Spirito" traduce il termine ebraico "Ruah", che
nel suo senso primario significa soffio, aria, vento. Gesù utilizza proprio
l'immagine sensibile del vento per suggerire a Nicodemo la novità trascendente
di colui che è il Soffio di Dio, lo Spirito divino in persona [Cf Gv 3,5-8 ].
D'altra parte, Spirito e Santo sono attributi divini comuni alle Tre Persone
divine. Ma, congiungendo i due termini, la Scrittura, la Liturgia e il
linguaggio teologico designano la Persona ineffabile dello Spirito Santo, senza
possibilità di equivoci con gli altri usi dei termini "spirito" e
"santo".
Gli
appellativi dello Spirito Santo
692
Gesù, quando annunzia e promette la venuta dello Spirito Santo, lo chiama
"Paraclito", letteralmente: "Colui che è chiamato vicino",
"ad-vocatus" ( Gv 14,16; 692 Gv 14,26; Gv 15,26; Gv 16,7 ).
"Paraclito" viene abitualmente tradotto "Consolatore",
essendo Gesù il primo consolatore [Cf 1Gv 2,1 ]. Il Signore stesso chiama lo
Spirito Santo "Spirito di verità" ( Gv 16,13 ).
693
Oltre al suo nome proprio, che è il più usato negli Atti degli Apostoli e nelle
Lettere, in san Paolo troviamo gli appellativi: lo Spirito della promessa, [Cf
Gal 3,14; Ef 1,13 ] lo Spirito di adozione, [Cf Rm 8,15; Gal 4,6 ] lo
"Spirito di Cristo" ( Rm 8,9 ), "lo Spirito del Signore" (
2Cor 3,17 ), "lo Spirito di Dio" ( Rm 8,9; Rm 8,14; Rm 15,19; 1Cor
6,11; 693 1Cor 7,40 ), e in san Pietro, "lo Spirito della gloria" (
1Pt 4,14 ).
I
simboli dello Spirito Santo
694
L'acqua. Il simbolismo dell'acqua significa l'azione dello Spirito Santo nel
Battesimo, poiché dopo l'invocazione dello Spirito Santo, essa diviene il segno
sacramentale efficace della nuova nascita: come la gestazione della nostra
prima nascita si è operata nell'acqua, allo stesso modo l'acqua battesimale
significa realmente che la nostra nascita alla vita divina ci è donata nello
Spirito Santo. Ma "battezzati in un solo Spirito", noi "ci
siamo" anche "abbeverati a un solo Spirito" ( 1Cor 12,13 ): lo
Spirito, dunque, è anche personalmente l'acqua viva che scaturisce da Cristo
crocifisso come dalla sua sorgente [ Cf Gv 19,34; 1Gv 5,8 ] e che in noi
zampilla per la Vita eterna [Cf Gv 4,10-14; Gv 7,38; 694 Es 17,1-6; Is 55,1; Zc
14,8; 1Cor 10,4; Ap 21,6; 694 Ap 22,17 ].
695
L'unzione. Il simbolismo dell'unzione con l'olio è talmente significativa dello
Spirito Santo da divenirne il sinonimo [Cf 1Gv 2,20; 1Gv 2,27; 2Cor 1,21 ].
Nell'iniziazione cristiana essa è il segno sacramentale della Confermazione,
chiamata giustamente nelle Chiese d'Oriente "Crismazione". Ma per
coglierne tutta la forza, bisogna tornare alla prima unzione compiuta dallo
Spirito Santo: quella di Gesù. Cristo ["Messia", in ebraico]
significa "Unto" dallo Spirito di Dio. Nell'Antica Alleanza ci sono
stati degli "unti" del Signore, [Cf Es 30,22-32 ] primo fra tutti il
re Davide [Cf 1Sam 16,13 ]. Ma Gesù è l'Unto di Dio in una maniera unica:
l'umanità che il Figlio assume è totalmente "unta di Spirito Santo".
Gesù è costituito "Cristo" dallo Spirito Santo [Cf Lc 4,18-19; Is
61,1 ]. La Vergine Maria concepisce Cristo per opera dello Spirito Santo, il
quale, attraverso l'angelo, lo annunzia come Cristo fin dalla nascita [Cf Lc
2,11 ] e spinge Simeone ad andare al Tempio per vedere il Cristo del Signore;
[Cf Lc 2,26-27 ] è lui che ricolma Cristo, [Cf Lc 4,1 ] è sua la forza che esce
da Cristo negli atti di guarigione e di risanamento [Cf Lc 6,19; 695 Lc 8,46 ].
E' lui, infine, che risuscita Cristo dai morti [Cf Rm 1,4; Rm 8,11 ]. Allora,
costituito pienamente "Cristo" nella sua Umanità vittoriosa della
morte, [Cf At 2,36 ] Gesù effonde a profusione lo Spirito Santo, finché "i
santi" costituiranno, nella loro unione all'Umanità del Figlio di Dio,
l'"Uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di
Cristo" ( Ef 4,13 ): "il Cristo totale", secondo l'espressione
di sant'Agostino.
696
Il fuoco. Mentre l'acqua significava la nascita e la fecondità della Vita
donata nello Spirito Santo, il fuoco simbolizza l'energia trasformante degli
atti dello Spirito Santo. Il profeta Elia, che "sorse simile al
fuoco" e la cui "parola bruciava come fiaccola" ( Sir 48,1 ),
con la sua preghiera attira il fuoco del cielo sul sacrificio del monte
Carmelo, [Cf 1Re 18,38-39 ] figura del fuoco dello Spirito Santo che trasforma
ciò che tocca. Giovanni Battista, che cammina innanzi al Signore "con lo
spirito e la forza di Elia" ( Lc 1,17 ) annunzia Cristo come colui che
"battezzerà in Spirito Santo e fuoco" ( Lc 3,16 ), quello Spirito di
cui Gesù dirà: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei
che fosse già acceso!" ( Lc 12,49 ). E' sotto la forma di "lingue
come di fuoco" che lo Spirito Santo si posa sui discepoli il mattino di
Pentecoste e li riempie di sé ( At 2,3-4 ). La tradizione spirituale riterrà il
simbolismo del fuoco come uno dei più espressivi dell'azione dello Spirito
Santo [Cf San Giovanni della Croce, Fiamma viva d'amore]. "Non spegnete lo
Spirito" ( 1Ts 5,19 ).
697
La nube e la luce. Questi due simboli sono inseparabili nelle manifestazioni
dello Spirito Santo. Fin dalle teofanie dell'Antico Testamento, la Nube, ora
oscura, ora luminosa, rivela il Dio vivente e salvatore, velando la
trascendenza della sua Gloria: con Mosè sul monte Sinai, [Cf Es 24,15-18 ]
presso la Tenda del Convegno [Cf Es 33,9-10 ] e durante il cammino nel deserto;
[Cf Es 40,36-38; 697 1Cor 10,1-2 ] con Salomone al momento della dedicazione
del Tempio [Cf 1Re 8,10-12 ]. Ora, queste figure sono portate a compimento da
Cristo nello Spirito Santo. E' questi che scende sulla Vergine Maria e su di
lei stende la "sua ombra", affinché ella concepi sca e dia alla luce
Gesù [Cf Lc 1,35 ]. Sulla montagna della Trasfigurazione è lui che viene nella
nube che avvolge Gesù, Mosè e Elia, Pietro, Giacomo e Giovanni, e "dalla
nube" esce una voce che dice: "Questi è il mio Figlio, l'eletto;
ascoltatelo" ( Lc 9,34-35 ). Infine, è la stessa Nube che sottrae Gesù
allo sguardo dei discepoli il giorno dell'Ascensione [Cf At 1,9 ] e che lo
rivelerà Figlio dell'uomo nella sua gloria il giorno della sua venuta [Cf Lc
21,27 ].
698
Il sigillo è un simbolo vicino a quello dell'Unzione. Infatti su Cristo
"Dio ha messo il suo sigillo" ( Gv 6,27 ), e in lui il Padre segna
anche noi con il suo sigillo [Cf 2Cor 1,22; Ef 1,13; 698 Ef 4,30 ]. Poiché
indica l'effetto indelebile dell'Unzione dello Spirito Santo nei sacramenti del
Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine, l'immagine del sigillo
[sphragis"] è stata utilizzata in certe tradizioni teologiche per
esprimere il "carattere" indelebile impresso da questi tre sacramenti
che non possono essere ripetuti.
699
La mano. Imponendo le mani Gesù guarisce i malati [Cf Mc 6,5; Mc 8,23 ] e
benedice i bambini [Cf Mc 10,16 ]. Nel suo Nome, gli Apostoli compiranno gli
stessi gesti [Cf Mc 16,18; At 5,12; At 14,3 ]. Ancor di più, è mediante
l'imposizione delle mani da parte degli Apostoli che viene donato lo Spirito
Santo [Cf At 8,17-19; At 13,3; At 19,6 ]. La Lettera agli Ebrei mette
l'imposizione delle mani tra gli "articoli fondamentali" del suo
insegnamento [Cf Eb 6,2 ]. La Chiesa ha conservato questo segno dell'effusione
onnipotente dello Spirito Santo nelle epiclesi sacramentali.
700
Il dito. "Con il dito di Dio" Gesù scaccia "i demoni" ( Lc
11,20 ). Se la Legge di Dio è stata scritta su tavole di pietra "dal dito
di Dio" ( Es 31,18 ), "la lettera di Cristo", affidata alle cure
degli Apostoli, è "scritta con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole
di pietra, ma sulle tavole di carne dei. . . cuori" ( 2Cor 3,3 ). L'inno
"Veni, Creator Spiritus" invoca lo Spirito Santo come "digitus
paternae dexterae dito della destra del Padre".
701
La colomba. Alla fine del diluvio (il cui simbolismo riguarda il Battesimo), la
colomba fatta uscire da Noè torna, portando nel becco un freschissimo
ramoscello d'ulivo, segno che la terra è di nuovo abitabile [Cf Gen 8,8-12 ].
Quando Cristo risale dall'acqua del suo battesimo, lo Spirito Santo, sotto
forma di colomba, scende su di lui e in lui rimane [Cf Mt 3,16 par]. Lo Spirito
scende e prende dimora nel cuore purificato dei battezzati. In alcune chiese,
la santa Riserva eucaristica è conservata in una custodia metallica a forma di
colomba (il columbarium) appeso al di sopra dell'altare. Il simbolo della
colomba per indicare lo Spirito Santo è tradizionale nell'iconografia
cristiana.
III.
Lo Spirito e la Parola di Dio
nel
tempo delle promesse
702
Dalle origini fino alla "pienezza del tempo" ( Gal 4,4 ), la missione
congiunta del Verbo e dello Spirito del Padre rimane nascosta, ma è all'opera.
Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, e l'uno e l'altro, pur non
essendo ancora pienamente rivelati, vi sono già promessi, affinché siano attesi
e accolti al momento della loro manifestazione. Per questo, quando la Chiesa
legge l'Antico Testamento, [Cf 2Cor 3,14 ] vi cerca [Cf Gv 5,39; Gv 5,46 ] ciò
che lo Spirito, "che ha parlato per mezzo dei profeti", vuole dirci di
Cristo.
Con
il termine "profeti", la fede della Chiesa intende in questo caso
tutti coloro che furono ispirati dallo Spirito Santo nel vivo annuncio e nella
redazione dei Libri Sacri, sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento. La
tradizione giudaica distingue la Legge [i primi cinque libri o Pentateuco], i
Profeti [corrispondenti ai nostri libri detti storici e profetici] e gli
Scritti [soprattutto sapienziali, in particolare i Salmi] [Cf Lc 24,44 ].
Nella
creazione
703
La Parola di Dio e il suo Soffio sono all'origine dell'essere e della vita di
ogni creatura: [Cf Sal 33,6; Sal 104,30; Gen 1,2; Gen 2,7; Qo 3,20-21; 703 Ez
37,10 ]
E'
proprio dello Spirito Santo governare, santificare e animare la creazione,
perché egli è Dio consustanziale al Padre e al Figlio. . . Egli ha potere sulla
vita, perché, essendo Dio, custodisce la creazione nel Padre per mezzo del
Figlio [Liturgia bizantina, Tropario del mattino delle domeniche del secondo
modo].
704
"Quanto all'uomo, Dio l'ha plasmato con le sue proprie mani [cioè il
Figlio e lo Spirito Santo]. . . e sulla carne plasmata disegnò la sua propria
forma, in modo che anche ciò che era visibile portasse la forma divina
[Sant'Ireneo di Lione, Demonstratio apostolica, 11].
Lo
Spirito della promessa
705
Sfigurato dal peccato e dalla morte, l'uomo rimane "a immagine di
Dio", a immagine del Figlio, ma è privo "della Gloria di Dio" (
Rm 3,23 ), della "somiglianza". La Promessa fatta ad Abramo inaugura
l'Economia della salvezza, al termine della quale il Figlio stesso assumerà
"l'immagine" [Cf Gv 1,14; 705 Fil 2,7 ] e la restaurerà nella
"somiglianza" con il Padre, ridonandole la Gloria, lo Spirito
"che dà la vita".
706
Contro ogni speranza umana, Dio promette ad Abramo una discendenza, come frutto
della fede e della potenza dello Spirito Santo [Cf Gen 18,1-15; 706 Lc 1,26-38;
Lc 1,54-55; Gv 1,12-13; Rm 4,16-21 ]. In essa saranno benedetti tutti i popoli
della terra [Cf Gen 12,3 ]. Questa discendenza sarà Cristo, [Cf Gal 3,16 ] nel
quale l'effusione dello Spirito Santo riunirà "insieme i figli di Dio che
erano dispersi" ( Gv 11,52 ). Impegnandosi con giuramento, [Cf Lc 1,73 ]
Dio si impegna già al dono del suo Figlio Prediletto [Cf Gen 22,17-19; Rm 8,32;
706 Gv 3,16 ] e al dono "dello Spirito Santo che era stato promesso. . .
in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato" (
Ef 1,13-14 ) [Cf Gal 3,14 ].
Nelle
Teofanie e nella Legge
707
Le Teofanie [manifestazioni di Dio] illuminano il cammino della Promessa, dai Patriarchi
a Mosè e da Giosuè fino alle visioni che inaugurano la missione dei grandi
profeti. La tradizione cristiana ha sempre riconosciuto che in queste Teofanie
si lasciava vedere e udire il Verbo di Dio, ad un tempo rivelato e
"adombrato" nella nube dello Spirito Santo.
708
Questa pedagogia di Dio appare specialmente nel dono della Legge [Cf Es 19-20;
Dt 1-5; Dt 6-11; 708 Dt 29-30 ], la quale è stata donata come un
"pedagogo" per condurre il Popolo a Cristo ( Gal 3,24 ). Tuttavia, la
sua impotenza a salvare l'uomo, privo della "somiglianza" divina, e
l'accresciuta conoscenza del peccato che da essa deriva [Cf Rm 3,20 ] suscitano
il desiderio dello Spirito Santo. I gemiti dei Salmi lo testimoniano.
Nel
Regno e nell'esilio
709
La Legge, segno della Promessa e dell'Alleanza, avrebbe dovuto reggere il cuore
e le istituzioni del Popolo nato dalla fede di Abramo. "Se vorrete
ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, sarete per me un regno di
sacerdoti e una nazione santa" ( Es 19,5-6 ) [Cf 1Pt 2,9 ]. Ma, dopo
Davide, Israele cede alla tentazione di divenire un regno come le altre
nazioni. Ora il Regno, oggetto della promessa fatta a Davide, [Cf 2Sam 7; Sal
89; Lc 1,32-33 ] sarà l'opera dello Spirito Santo e apparterrà ai poveri
secondo lo Spirito.
710
La dimenticanza della Legge e l'infedeltà all'Alleanza conducono alla morte: è
l'esilio, apparente smentita delle promesse, di fatto misteriosa fedeltà del
Dio salvatore e inizio della restaurazione promessa, ma secondo lo Spirito. Era
necessario che il Popolo di Dio subisse questa purificazione; [Cf Lc 24,26 ]
l'esilio immette già l'ombra della croce nel disegno di Dio, e il
"resto" dei poveri che ritorna dall'esilio è una delle figure più
trasparenti della Chiesa.
L'attesa
del Messia e del suo Spirito
711
"Ecco, faccio una cosa nuova" ( Is 43,19 ). Cominciano a delinearsi
due linee profetiche, fondate l'una sull'attesa del Messia, l'altra
sull'annunzio di uno Spirito nuovo; esse convergono sul piccolo
"resto", il popolo dei poveri, [Cf Sof 2,3 ] che attende nella
speranza il "conforto d'Israele" e la "redenzione di
Gerusalemme" ( Lc 2,25; Lc 2,38 ).
Si
è visto precedentemente come Gesù compia le profezie che lo riguardano. Qui ci
si limita a quelle in cui è più evidente la relazione fra il Messia e il suo
Spirito.
712
I tratti del volto del Messia atteso cominciano a emergere nel Libro
dell'Emmanuele [Cf Is 6-12; 712 "Quando Isaia vide la Gloria" di
Cristo: Gv 12,41 ], in particolare in Is 11,1-2 :
Un
germoglio spunterà dal tronco di Jesse,
un
virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su
di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del
Signore.
713
I tratti del Messia sono rivelati soprattutto nei canti del Servo [ Is 42,1-9;
cf Mt 12,18-21; 713 Gv 1,32-34, poi Is 49,1-6; cf Mt 3,17; Lc 2,32 , infine Is
50,4-10 e Is 52,13-53,12 ]. Questi canti annunziano il significato della
Passione di Gesù, e indicano così in quale modo egli avrebbe effuso lo Spirito
Santo per vivificare la moltitudine: non dall'esterno, ma assumendo la nostra
"condizione di servi" [Cf Fil 2,7 ]. Prendendo su di sé la nostra
morte, può comunicarci il suo Spirito di vita.
714
Per questo Cristo inaugura l'annunzio della Buona Novella facendo suo questo
testo di Isaia ( Lc 4,18-19 ): [Cf Is 61,1-2 ]
Lo
Spirito del Signore Dio è su di me,
perché
il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi
ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri,
a
fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a
proclamare la libertà degli schiavi,
la
scarcerazione dei prigionieri,
a
promulgare l'anno di misericordia del Signore.
715
I testi profetici concernenti direttamente l'invio dello Spirito Santo sono
oracoli in cui Dio parla al cuore del suo Popolo nel linguaggio della Promessa,
con gli accenti dell'amore e della fedeltà [Cf Ez 11,19; Ez 36,25-28; Ez
37,1-14; 715 Ger 31,31-34; e Gl 3,1-5, di cui san Pietro proclamerà il
compimento il mattino di Pentecoste: cf At 2,17-21 ]. Secondo queste promesse,
negli "ultimi tempi", lo Spirito del Signore rinnoverà il cuore degli
uomini scrivendo in essi una Legge nuova; radunerà e riconcilierà i popoli
dispersi e divisi; trasformerà la primitiva creazione e Dio vi abiterà con gli
uomini nella pace.
716
Il popolo dei "poveri", [Cf Sof 2,3; Sal 22,27; 716 Sal 34,3; Is
49,13; Is 61,1; ecc] gli umili e i miti, totalmente abbandonati ai disegni
misteriosi del loro Dio, coloro che attendono la giustizia, non degli uomini ma
del Messia, è alla fine la grande opera della missione nascosta dello Spirito
Santo durante il tempo delle promesse per preparare la venuta di Cristo. E' il
loro cuore, purificato e illuminato dallo Spirito, che si esprime nei Salmi. In
questi poveri, lo Spirito prepara al Signore "un popolo ben disposto"
( Lc 1,17 ).
IV.
Lo Spirito di Cristo nella pienezza del tempo
Giovanni,
Precursore, Profeta e Battista
717
"Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni" ( Gv 1,6 ).
Giovanni è "pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre" ( Lc
1,15; Lc 1,41 ) per opera dello stesso Cristo che la Vergine Maria aveva da
poco concepito per opera dello Spirito Santo. La "visitazione" di
Maria ad Elisabetta diventa così visita di Dio al suo popolo [Cf Lc 1,68 ].
718
Giovanni è "quell'Elia che deve venire" ( Mt 17,10-13 ); il fuoco
dello Spirito abita in lui e lo fa "correre avanti" [come
"precursore"] al Signore che viene. In Giovanni il Precursore, lo
Spirito Santo termina di "preparare al Signore un popolo ben
disposto" ( Lc 1,17 ).
719
Giovanni è "più che un profeta" ( Lc 7,26 ). In lui lo Spirito Santo
termina di "parlare per mezzo dei profeti". Giovanni chiude il ciclo
dei profeti inaugurato da Elia [ Mt 11,13-14 ]. Egli annunzia che la
Consolazione di Israele è prossima; è la "voce" del Consolatore che viene
( Gv 1,23 ) [Cf Is 40,1-3 ]. Come farà lo Spirito di verità, egli viene
"come testimone per rendere testimonianza alla Luce" ( Gv 1,7 ) [Cf
Gv 15,26; Gv 5,33 ]. In Giovanni, lo Spirito compie così le indagini dei
profeti e il desiderio degli angeli: [Cf 1Pt 1,10-12 ] "L'uomo sul quale
vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E
io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio. . . Ecco
l'Agnello di Dio" ( Gv 1,33-36 ).
720
Infine, con Giovanni Battista lo Spirito Santo inaugura, prefigurandolo, ciò
che realizzerà con Cristo e in Cristo: ridonare all'uomo "la
somiglianza" divina. Il battesimo di Giovanni era per la conversione,
quello nell'acqua e nello Spirito sarà una nuova nascita [Cf Gv 3,5 ].
"Gioisci,
piena di grazia"
721
Maria, la tutta Santa Madre di Dio, sempre Vergine, è il capolavoro della
missione del Figlio e dello Spirito nella pienezza del tempo. Per la prima
volta nel disegno della salvezza e perché il suo Spirito l'ha preparata, il Padre
trova la Dimora dove il suo Figlio e il suo Spirito possono abitare tra gli
uomini. In questo senso la Tradizione della Chiesa ha spesso letto riferendoli
a Maria i più bei testi sulla Sapienza: [Cf Pr 8,1-9,6 ; Sir 24 ] Maria è
cantata e rappresentata nella Liturgia come "Sede della Sapienza". In
lei cominciano a manifestarsi le "meraviglie di Dio", che lo Spirito
compirà in Cristo e nella Chiesa.
722
Lo Spirito Santo ha preparato Maria con la sua grazia. Era conveniente che
fosse "piena di grazia" la Madre di Colui nel quale "abita
corporalmente tutta la pienezza della Divinità" ( Col 2,9 ). Per pura
grazia ella è stata concepita senza peccato come la creatura più umile e più
capace di accogliere il Dono ineffabile dell'Onnipotente. A giusto titolo l'angelo
Gabriele la saluta come la "Figlia di Sion": "Gioisci" [Cf
Sof 3,14; Zc 2,14 ]. E' il rendimento di grazie di tutto il Popolo di Dio, e
quindi della Chiesa, che Maria eleva al Padre, nello Spirito, nel suo cantico,
[Cf Lc 1,46-55 ] quando ella porta in sé il Figlio eterno.
723
In Maria, lo Spirito Santo realizza il disegno misericordioso del Padre. E' per
opera dello Spirito che la Vergine concepisce e dà alla luce il Figlio di Dio.
La sua verginità diventa fecondità unica in virtù della potenza dello Spirito e
della fede [Cf Lc 1,26-38; Rm 4,18-21; Gal 4,26-28 ].
724
In Maria, lo Spirito Santo manifesta il Figlio del Padre divenuto Figlio della
Vergine. Ella è il roveto ardente della Teofania definitiva: ricolma di Spirito
Santo, mostra il Verbo nell'umiltà della sua carne ed è ai poveri [Cf Lc
1,15-19 ] e alle primizie dei popoli [Cf Mt 2,11 ] che lo fa conoscere.
725
Infine, per mezzo di Maria, lo Spirito Santo comincia a mettere in comunione
con Cristo gli uomini, oggetto dell'amore misericordioso di Dio [Cf Lc 2,14 ].
Gli umili sono sempre i primi a ricerverlo: i pastori, i magi, Simeone e Anna,
gli sposi di Cana e i primi discepoli.
726
Al termine di questa missione dello Spirito, Maria diventa la
"Donna", nuova Eva, "madre dei viventi", Madre del
"Cristo totale" [Cf Gv 19,25-27 ]. In quanto tale, ella è presente
con i Dodici, "assidui e concordi nella preghiera" ( At 1,14 ),
all'alba degli "ultimi tempi" che lo Spirito inaugura il mattino di
Pentecoste manifestando la Chiesa.
Gesù
Cristo
727
Tutta la missione del Figlio e dello Spirito Santo nella pienezza del tempo è
racchiusa nel fatto che il Figlio è l'Unto dello Spirito del Padre dal momento
dell'Incarnazione: Gesù è Cristo, il Messia.
Tutto
il secondo articolo del Simbolo della fede deve essere letto in questa luce.
L'intera opera di Cristo è missione congiunta del Figlio e dello Spirito Santo.
Qui si menzionerà soltanto ciò che concerne la promessa dello Spirito Santo da
parte di Gesù e il dono dello Spirito da parte del Signore glorificato.
728
Gesù rivela in pienezza lo Spirito Santo solo dopo che è stato egli stesso
glorificato con la sua Morte e Risurrezione. Tuttavia, lo lascia gradualmente
intravvedere anche nel suo insegnamento alle folle, quando rivela che la sua
carne sarà cibo per la vita del mondo [Cf Gv 6,27; Gv 6,51; Gv 6,62-63 ].
Inoltre lo lascia intuire a Nicodemo, [Cf Gv 3,5-8 ] alla Samaritana [Cf Gv
4,10; Gv 4,14; Gv 4,23-24 ] e a coloro che partecipano alla festa delle Capanne
[Cf Gv 7,37-39 ]. Ai suoi discepoli ne parla apertamente a proposito della
preghiera [Cf Lc 11,13 ] e della testimonianza che dovranno dare [Cf Mt
10,19-20 ].
729
Solo quando giunge l'Ora in cui sarà glorificato, Gesù promette la venuta dello
Spirito Santo, poiché la sua Morte e la sua Risurrezione saranno il compimento
della Promessa fatta ai Padri: [Cf Gv 14,16-17; Gv 14,26; Gv 15,26; Gv 16,7-15;
729 Gv 17,26 ] lo Spirito di verità, l'altro Paraclito, sarà donato dal Padre
per la preghiera di Gesù; sarà mandato dal Padre nel nome di Gesù; Gesù lo
invierà quando sarà presso il Padre, perché è uscito dal Padre. Lo Spirito
Santo verrà, noi lo conosceremo, sarà con noi per sempre, dimorerà con noi; ci
insegnerà ogni cosa e ci ricorderà tutto ciò che Cristo ci ha detto e gli
renderà testimonianza; ci condurrà alla verità tutta intera e glorificherà
Cristo; convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.
730
Infine viene l'Ora di Gesù: [Cf Gv 13,1; 730 Gv 17,1 ] Gesù consegna il suo
spirito nelle mani del Padre [Cf Lc 23,46; Gv 19,30 ] nel momento in cui con la
sua morte vince la morte, in modo che, "risuscitato dai morti per mezzo
della gloria del Padre" ( Rm 6,4 ), egli dona subito lo Spirito Santo
"alitando" sui suoi discepoli [Cf Gv 20,22 ]. A partire da questa
Ora, la missione di Cristo e dello Spirito diviene la missione della Chiesa:
"Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" ( Gv 20,21 ) [Cf Mt
28,19; Lc 24,47-48; At 1,8 ].
V.
Lo Spirito e la Chiesa negli ultimi tempi
La
Pentecoste
731
Il giorno di Pentecoste (al termine delle sette settimane pasquali), la Pasqua
di Cristo si compie nell'effusione dello Spirito Santo, che è manifestato,
donato e comunicato come Persona divina: dalla sua pienezza, Cristo, Signore,
effonde a profusione lo Spirito [Cf At 2,33-36 ].
732
In questo giorno è pienamente rivelata la Trinità Santa. Da questo giorno, il
Regno annunziato da Cristo è aperto a coloro che credono in lui: nell'umiltà
della carne e nella fede, essi partecipano già alla comunione della Trinità
Santa. Con la sua venuta, che non ha fine, lo Spirito Santo introduce il mondo
negli "ultimi tempi", il tempo della Chiesa, il Regno già ereditato,
ma non ancora compiuto:
Abbiamo
visto la vera Luce, abbiamo ricevuto lo Spirito celeste, abbiamo trovato la
vera fede: adoriamo la Trinità indivisibile, perché ci ha salvati [Liturgia
bizantina, Tropario dei Vespri di Pentecoste, ripreso nelle Liturgie
eucaristiche dopo la Comunione].
Lo
Spirito Santo - il Dono di Dio
733
"Dio è Amore" ( 1Gv 4,8; 1Gv 4,16 ) e l'Amore è il primo dono, quello
che contiene tutti gli altri. Questo amore, Dio l'ha "riversato nei nostri
cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato" ( Rm 5,5 ).
734
Poiché noi siamo morti, o, almeno, feriti per il peccato, il primo effetto del
dono dell'Amore è la remissione dei nostri peccati. E' "la comunione dello
Spirito Santo" ( 2Cor 13,13 ) che nella Chiesa ridona ai battezzati la
somiglianza divina perduta a causa del peccato.
735
Egli dona allora la "caparra" o le "primizie" della nostra
eredità; [Cf Rm 8,23; 2Cor 1,21 ] la vita stessa della Trinità Santa che
consiste nell'amare come egli ci ha amati [Cf 1Gv 4,11-12 ]. Questo amore [La
carità di 1Cor 13 ] è il principio della vita nuova in Cristo, resa possibile
dal fatto che abbiamo "forza dallo Spirito Santo" ( At 1,8 ).
736
E' per questa potenza dello Spirito che i figli di Dio possono portare frutto.
Colui che ci ha innestati sulla vera Vite, farà sì che portiamo "il frutto
dello Spirito [che] è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza, dominio di sé" ( Gal 5,22-23 ). "Lo Spirito è la
nostra vita": quanto più rinunciamo a noi stessi, [Cf Mt 16,24-26 ] tanto
più "camminiamo secondo lo Spirito" ( Gal 5,25 ):
Con
lo Spirito Santo, che rende spirituali, c'è la riammissione al Paradiso, il
ritorno alla condizione di figlio, il coraggio di chiamare Dio Padre, il
diventare partecipe della grazia di Cristo, l'essere chiamato figlio della
luce, il condividere la gloria eterna [San Basilio di Cesarea, Liber de Spiritu
Sancto, 15, 36: PG 32, 132].
Lo
Spirito Santo e la Chiesa
737
La missione di Cristo e dello Spirito Santo si compie nella Chiesa, Corpo di
Cristo e tempio dello Spirito Santo. Questa missione congiunta associa ormai i
seguaci di Cristo alla sua comunione con il Padre nello Spirito Santo: lo
Spirito prepara gli uomini, li previene con la sua grazia per attirarli a
Cristo. Manifesta loro il Signore risorto, ricorda loro la sua parola, apre il
loro spirito all'intelligenza della sua Morte e Risurrezione. Rende loro
presente il Mistero di Cristo, soprattutto nell'Eucaristia, al fine di
riconciliarli e di metterli in comunione con Dio perché portino "molto
frutto" ( Gv 15,5; Gv 15,8; 737 Gv 15,16 ).
738
In questo modo la missione della Chiesa non si aggiunge a quella di Cristo e
dello Spirito Santo, ma ne è il sacramento: con tutto il suo essere e in tutte
le sue membra essa è inviata ad annunziare e testimoniare, attualizzare e
diffondere il mistero della comunione della Santa Trinità (sarà questo
l'argomento del prossimo articolo):
Noi
tutti che abbiamo ricevuto l'unico e medesimo spirito, cioè lo Spirito Santo,
siamo uniti tra di noi e con Dio. Infatti, sebbene, presi separatamente, siamo
in molti e in ciascuno di noi Cristo faccia abitare lo Spirito del Padre e suo,
tuttavia unico e indivisibile è lo Spirito. Egli riunisce nell'unità spiriti
che tra loro sono distinti. . . e fa di tutti in se stesso un'unica e medesima
cosa. Come la potenza della santa umanità di Cristo rende concorporei coloro
nei quali si trova, allo stesso modo l'unico e indivisibile Spirito di Dio che
abita in tutti, conduce tutti all'unità spirituale [San Cirillo di Alessandria,
Commentarius in Joannem, 12: PG 74, 560-561].
739
Poiché lo Spirito Santo è l'Unzione di Cristo, è Cristo, Capo del Corpo, a
diffonderlo nelle sue membra per nutrirle, guarirle, organizzarle nelle loro
mutue funzioni, vivificarle, inviarle per la testimonianza, associarle alla sua
offerta al Padre e alla sua intercessione per il mondo intero. E' per mezzo dei
sacramenti della Chiesa che Cristo comunica alle membra del suo Corpo il suo
Spirito Santo e santificatore (questo sarà l'argomento della seconda parte del
Catechismo).
740
Queste "meraviglie di Dio", offerte ai credenti nei sacramenti della
Chiesa, portano i loro frutti nella vita nuova, in Cristo, secondo lo Spirito
(questo sarà l'argomento della terza parte del Catechismo).
741
"Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo
che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede per noi, con
gemiti inesprimibili" ( Rm 8,26 ). Lo Spirito Santo, artefice delle opere
di Dio, è il Maestro della preghiera (questo sarà l'argomento della quarta
parte del Catechismo).
In
sintesi
742
"E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri
cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre" ( Gal 4,6 ).
743
Dall'inizio alla fine dei tempi, quando Dio invia suo Figlio, invia sempre il
suo Spirito: la loro missione è congiunta e inseparabile.
744
Nella pienezza del tempo, lo Spirito Santo porta a compimento in Maria tutte le
preparazioni alla venuta di Cristo nel Popolo di Dio. Mediante l'opera dello
Spirito Santo in lei, il Padre dona al mondo l'Emmanuele,
"Dio-con-noi" ( Mt 1,23 ).
745
Il Figlio di Dio è consacrato Cristo [Messia] attraverso l'Unzione dello
Spirito Santo nell'Incarnazione [Cf Sal 2,6-7 ].
746
Per la sua morte e Risurrezione, Gesù è costituito "Signore e Cristo"
nella gloria ( At 2,36 ). Dalla sua pienezza, egli effonde lo Spirito Santo
sugli Apostoli e sulla Chiesa.
747
Lo Spirito Santo, che Cristo, Capo, diffonde nelle sue membra, edifica, anima e
santifica la Chiesa, sacramento della comunione della Santis sima Trinità e
degli uomini.