UN CIPRESSO PER MAESTRO

Storia di Renzo Buricchi tabaccaio in Prato

 

 

Può capitare di mettersi a osservare la natura e, nel vedere i segni d’amore di un cipresso per una cipressina, può succedere chi si aprano gli occhi dell’anima verso una dimensione nuova e infinita.

Questo è avvenuto al protagonista della storia qui raccontata, realmente accaduta nella città di Prato in Toscana.

 

 

Se ben ricordo, non avevo sentito parlare di Renzo Buricchi prima di incontrare Marcello Pierucci, un pratese che vive tra Bologna e la campagna di Empoli. E in ogni modo non avrei preso in considerazione la figura del "tabaccaio di Prato", come poi ho fatto, se non avessi conosciuto la serietà e la fede di Marcello, oltretutto accreditata da una persona di valore come mons. Novello Pederzini.

Quando anni or sono, per questa strada, incontrai la figura singolarissima di Buricchi e mi ritrovai tra le mani lo scritto di Marcello su di lui, ebbi subito il desiderio di veder pubblicate quelle pagine dalle nostre Edizioni della Libreria Cattolica. Questo desiderio nasceva da due convinzioni: quella - accompagnata da una passione (purtroppo, confesso, largamente insoddisfatta) di far conoscere ai pratesi, che non coltivano molto le loro memorie, personaggi e vicende di spicco della loro storia cristiana, e quella dell'apprezzamento di un uomo, di un cristiano, di un pratese tanto interessante quanto pochissimo noto nella sua più profonda identità. Quel desiderio, però, non si realizzò, allora: ero arrivato troppo tardi; Marcello aveva già dato parola alle Edizioni Studio Domenicano di Bologna.

Uscì, così, il volumetto Un cipresso per maestro. E fu un successo. Esaurita l'edizione bolognese, l'autore del libro è venuto a propormi di ristamparlo a Prato, con una serie di integrazioni che in pratica ne fanno un libro nuovo. Ed ecco nelle nostre mani questa storia insolita.

Renzo Buricchi è davvero una figura da scoprire e far conoscere.

Ho usato, un attimo fa, l'aggettivo "singolarissima". Mi pare appropriato. L'aggettivo potrebbe richiamarne un altro, "strana". L'accostamento può andar bene, ma dando a quest'ultima parola un senso tutt'altro che dispregiativo o liquidatorio. "Strano" – Renzo Buricchi - come Ignazio Silone chiamò don Luigi Orione, il grande apostolo della carità, quando, per parlare di lui nel suo libro autobiografico Uscita di sicurezza, intitolò il capitolo dedicategli: "L'incontro con uno strano prete".

Chi leggerà queste pagine - e mi auguro che siano in molti, in molti anzitutto a Prato - si renderà conto che non esagero.

Grazie a Marcello; grazie a Lucia Zanardi e a Claudio Cerretelli, che lo hanno aiutato; grazie anche al giovane pittore Silvio Zannelli; grazie a tutti coloro che hanno contribuito e vorranno contribuire a togliere dall'ombra un personaggio "sui generis" e uno spirito cristiano e originale come Renzo Buricchi.

 

+ Gastone Simoni

 

 

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