Padre Jozo Zovko o.f.m.

 

 

Chi è Padre Jozo?

 

E' un francescano croato appartenente all'Ordine dei frati minori, profondamente legato all'evento di Medjugorje. E' nato a Uzarici, un paesino dell'Erzegovina, il giorno 19 marzo 1941 festività di S. Giuseppe, da una famiglia contadina composta da dieci figli. Fabijana, sua sorella, è suora francescana mentre due fratelli sono morti in tenera età, uno annegato nel piccolo fiume che attraversa il paesino.

 

Padre Jozo ha effettuato gli studi prima a Sarajevo e successivamente a Ljubijana e a Graz in Austria. I voti religiosi li ha emessi nel 1962 nel monastero francescano di Siroki Brijeg in Erzegovina, dove attualmente risiede. E' stato ordinato sacerdote il 6 agosto 1967.

E' un uomo attivo, energico, intraprendente e allo stesso tempo profondamente spirituale e mistico. Ammira San Francesco ed è forse perché lo ama tanto che desidera anche lui unire l'ardore serafico ad una sviscerata dolcezza che si diffonde nella sua parola e in tutti i suoi gesti?

Lo hanno chiamato "Il parroco più famoso del mondo" perché era parroco a Medjugorje quando hanno avuto inizio le apparizioni e si assunse il difficile compito di indirizzare la fede dei fedeli verso la vita sacramentale e spiegare il senso religioso e cristiano più profondo dei Messaggi della Santa Vergine.

E' stato definito "Il Nuovo Mosè" per il suo carisma di intercessione.

La sua preghiera nasce da una profondissima fede che non vacilla. Lui non parla molto. Quando qualcuno gli espone un problema o gli mostra le sue lacrime, egli chiude gli occhi all'istante e si raccoglie nella preghiera, impone le mani, benedice... e fugge via.

 

Un aneddoto, fra i molti che potremmo raccontare, dimostra quanto stiamo dicendo.

Una religiosa francescana in Erzegovina mi disse: "Io non potevo digiunare. Non ne ero capace. Ogni volta che ascoltavo i Messaggi, mi proponevo di cominciare il digiuno però, entrando in refettorio, tutti i miei buoni propositi fallivano miseramente. Un giorno, dissi a Padre Jozo: Padre, non riesco a digiunare. Immediatamente, mi impose le mani e incominciò a pregare.

Da quel giorno, ho digiunato regolarmente con gioia grande. Il Padre Jozo non mi disse niente. Io ho capito che digiunare è un dono!

 

Padre Jozo non è mediocre ne pronuncia parole inutili. Lui è molto più attento alla mozione dello Spirito che al rumore delle parole. E' cosciente che l'aiuto ci viene dal Signore e al Signore eleva naturalmente la sua preghiera.

Ricordo come, in una occasione, dopo aver pregato per una persona, essa voleva dirgli qualcosa di più riguardo alla sua inquietudine. Fra Jozo la guardò stupito: "Ma, se abbiamo già pregato! Devi stare in pace".

Per lui è ovvio che, dopo aver presentato la nostra preghiera al Signore, qualsiasi sorte di inquietudine deve essere cancellata.

Gli è stata confermata la missione di "Protettore" che il suo stesso nome significa. Nato il giorno di San Giuseppe, il Santo protettore per eccellenza, la prima parola che gli venne detta come conferma degli eventi di Medjugorje fu: "Proteggi i ragazzi".

Qualche istante dopo, i veggenti correndo verso di lui lo abbracciarono supplicando: "Padre, proteggici".

Più tardi, nel 1992, durante la visita al Papa Giovanni Paolo II, mentre gli stringeva fortemente la mano il Santo Padre gli disse: "Proteggi Medjugorje".

Lo stesso Padre Jozo ha detto a Madrid: Io ora sento questa voce: "Proteggi le famiglie". E la vive come una missione che noi vediamo vincolata al suo nome. E mai chiuderà le braccia a tutti quelli che lo cercano e che accoglie a braccia aperte.

 

E' stato soprannominato "Il servo sofferente di Medjugorje" alludendo alle sue difficoltà e ai suoi dubbi prima di accettare i fatti dal loro inizio ed anche alla sofferenza di essere separato da quel luogo santo, prima attraverso le inferriate di un carcere e poi, una volta acquistata la libertà, per la condizione imposta espressamente dal governo comunista. Infine, fino ad oggi, a causa delle diverse destinazioni assegnategli per servire la sua provincia francescana.

 

E' stato riconosciuto veramente come "L'interprete più fedele dei Messaggi della Madonna". E li trasmette come chi consegna un gioiello. E' cosciente del valore che offre.

Così ha detto a Madrid:"Ho posto nei vostri cuori la parola della Madonna. Era questo il mio scopo e questo il mio debito. Non ti ho affidato queste parole come un peso da portare, ma come un gioiello da custodire. Tu sarai ricco".

 

Si rifà sempre alla Sacra Scrittura e ai veggenti. Vela con il manto della sua profonda umiltà quello che lui stesso ha visto e sentito. Però è facile intuirlo nel momento in cui lo si sente parlare delle sue esperienze mistiche; lo rivela la intensa emozione che manifesta, le lacrime che bagnano i suoi occhi e che indeboliscono la sua voce.

 

Tra tutte le affermazioni ed i titoli che gli sono stati attribuiti, quello che gli si addice di più e che gli conferisce una unzione incomparabile è quello di "Confessore della fede". La spiritualità cristiana, al suo inizio, aveva come massimi ideali la verginità ed il martirio. Quelli che, dopo aver subito delle torture, restavano in vita erano chiamati "confessori". A questi si attribuiva la proclamazione della Parola. Quelli che davano testimonianza di fede nonostante la persecuzione e la tortura, potevano proclamare la Parola con autorità.

 

Padre Jozo venne arrestato il 17 agosto 1981. I motivi? L'odio per la fede cattolica da parte dei comunisti e la gelosia nei suoi confronti diedero vita ad una spietata persecuzione. In un paese a regime comunista, non si poteva restare indifferenti davanti a quella primavera cristiana che germogliava con forza nella parrocchia di Medjugorje e il parroco ne appariva come il principale responsabile. Fra Jozo non accettò mai le pressioni della polizia finalizzate a sopprimere la Santa Messa nella sua parrocchia.

Un giorno, durante la Santa Messa, "i furbi uditori delle sue omelie" -che non erano esattamente degli esperti delle Scritture- cercarono una falsa allusione. Travisarono le parole di Padre Jozo riferite all'Esodo, attribuendogli un significato politico. I quaranta anni di esodo degli Israeliti attraverso il deserto, furono interpretati volutamente e falsamente come i quaranta anni di governo comunista in Jugoslavia. Conseguentemente vi fu la denuncia e Padre Jozo fu giudicato e condannato ingiustamente, come "nemico del popolo", a tre anni e sei mesi di carcere.

Il 22 ottobre del 1981 fu emessa la terribile sentenza.

In carcere, non gli era permesso di celebrare l'Eucaristia ne avere la Bibbia, ne ricevere lettere ne visite. Niente!

La solitudine assoluta in mezzo a delinquenti di ogni tipo!

Trovandosi in quella situazione di isolamento totale, tutti pensarono che fosse scomparso. Si pensò perfino che potesse essere morto. Allora, solo i veggenti poterono avere qualche notizia.

Quando espressero la loro preoccupazione alla Madonna, la Santa Vergine disse loro: "Padre Jozo è vivo e Io ho cura di lui".

Le numerose lettere che arrivarono al Presidente della Jugoslavia, soprattutto dall'Italia, abbreviarono i tempi della condanna a diciotto mesi. Subì maltrattamenti e torture ma Fra Jozo non li nomina mai. Si limita a chiudere gli occhi e a sorridere con tristezza. E' impossibile chiedergli di più! E' quello che San Francesco chiamava: "il segreto del Re". Ciò che accadde appartiene a questo santuario intimo, chiuso con il perdono, che nessuno può profanare.

 

Io viaggio poco.

 

Così ha detto Padre Jozo a Madrid: "Io viaggio poco, raramente. Questa è la prima volta che vengo in Spagna. Non sono venuto per visitare Madrid ne nessun'altra delle bellissime città spagnole, grandi e famose nella storia europea.

Sono venuto unicamente per partecipare a questo incontro con voi. Voglio parlarvi dei Messaggi e dell'insegnamento della Madonna perché è importante per la nostra generazione, è importante per il mondo".

Infatti, sul passaporto di Fra Jozo, nel maggio del 1994, c'erano pochissime pagine timbrate: solo tre o quattro. Nel 1992, durante la guerra, realizzò una missione di pace. Si incontrò con diversi Capi di Stato in tutto il mondo, parlò al Congresso delle Nazioni Unite e alla fine rese conto della sua missione al Generale dell'Ordine francescano e al Santo Padre.

Alla sua modestissima presentazione: "Sono Fra Jozo da Medjugorje", il Santo Padre gli prestò immediatamente attenzione, gli strinse fortemente le mani e benedicendolo gli disse: "So già, so già. Medjugorje, proteggete Medjugorje, sono con voi, vi benedico. Saluta tutti a mio nome. Benedico

tutti. Conosco la vostra sofferenza".Un viaggio in America, in Austria, in Italia e in Spagna. Sì, la Spagna è stata uno di quei pochi paesi fortunati con questa visita che, certamente, è stata una semina che in seguito darà i frutti. E' stata una grazia mariana che cresce come un torrente di pace e di gioia.

Dal 30 aprile all'8 di maggio. Fra Jozo è venuto in Spagna. Gli incontri di preghiera più importanti sono stati celebrati a Madrid e a Barcellona.

Il primo, dal 30 aprile al 2 maggio, ha attirato gente del Rinnovamento Carismatico di tutte le regioni della penisola, riunite dai PP. Domenicani di Alcobendas. E' stato divulgato in sei cassette registrate dai servizi del Rinnovamento.

Il secondo, grande giorno di ritiro aperto a tutto il pubblico, si è tenuto nel salone delle cerimonie "Martin Codolar" dei Salesiani di Barcellona, 1'8 maggio. E' stato divulgato dagli "Amici di Medjugorje" di Jgualada, in due cassette registrate.

E' passato un anno e, vedendo che quella semina cresce in nuovi gruppi di preghiera, offriamo la traduzione adattata in versione scritta, con il consenso di Fra Jozo che porta nel suo cuore un piacevole ricordo della Spagna.

 

Sentire cum Ecclesia.

 

Fra Jozo espone i temi fondamentali della vita cristiana: il pane della Parola e dell'Eucaristia, la Preghiera, il Digiuno e la Croce come il vero passaggio dalla morte alla vita nella riconciliazione che porta al sacramento della Penitenza e alla gioia della dimensione salvifica e salva la nostra vita unita a quella di Cristo. E tutto con Maria, la Madre del Signore.

Tutto questo è presentato con una struttura caratteristica che si colora attraverso i temi d'attualità all'interno della Chiesa.

L'anno 1994 è segnato dal tema della famiglia.

"Fratelli e sorelle, ha detto in un'altra occasione, la Madonna non viene a correggere nulla dell'insegnamento di Gesù, della Scrittura, ne a cambiare la tradizione della Chiesa.

Non parla male dei sacerdoti, non parla male di nessuno, nemmeno dei peccatori. Non ci sta insegnando niente che già non conosciamo. Lei desidera che approfondiamo la fede. Ci prende per mano, ci circonda con il Suo braccio e ci unisce nuovamente alla Chiesa. Cerca di incontrare ognuno di noi ovunque siamo" (P.Jozo omelia del 25.6.94 a Medjugorje).

 

Non possiamo fare a meno di sottolineare l'intenso amore e la fedeltà verso la Chiesa che invade l'anima del frate francescano.

"Sentire cum Ecclesia" è per lui qualcosa di sacro, indeclinabile. L'attenzione fedelissima alle vicende della Chiesa fa sì che le parole del Papa, che a volte possono sembrare inattuabili, arrivino ad essere trasparenti in lui. Per esempio, Fra Jozo invita a fare nella casa un "Altare familiare", un luogo di preghiera e di scuola di vita cristiana. Lo stesso invito si trova anche al numero 33 dell'Enciclica "Redemptoris Mater".

Non è una novità! A volte, molti di noi ricordano il grande e bel Crocifisso su velluto situato nella stanza dei genitori, ricordano l'Ave Maria sempre illuminata che guardava l'entrata della nostra casa. Tutto questo ci era familiare come la preghiera del mattino e della sera. Ma per creare una piccola chiesa domestica, oggi in molte famiglie bisogna prima ritornare bambini.

Anche l'atto di dare l'immaginetta della Madonna, non come un ricordo ma con l'impegno responsabile di accoglierLa nella propria famiglia, è un'applicazione del Vangelo e della parola del Papa: "La dimensione mariana della vita di un discepolo di Cristo si presenta in particolar modo mediante questa consegna filiale verso la Madre di Dio, iniziata con il testamento del Redentore sul Golgota. Consegnandosi a Maria come un figlio, il cristiano, come l'Apostolo Giovanni, accoglie come sua la Madre di Cristo e La introduce completamente nella sua vita interiore, cioè, nel suo io umano e cristiano: "L'accolse in casa sua". Così, il cristiano cerca di entrare nel raggio di azione di quell'amore materno con il quale la Madre del Redentore cura i fratelli di Suo Figlio, alla cui generazione ed educazione partecipa" (Redempions Mater, n.45).

 

Il richiamo all'orazione con il cuore e alla preghiera del Rosario, significa riunirsi in comunione, al di là dello spazio e del tempo, per "perseverare nell'orazione con Maria la Madre di Gesù" (At 1,14) e rispondere al "perché non possiamo vederLa tutti quanti come nostra Madre comune che prega per l'unità della famiglia di Dio e che precede tutti nel lungo seguito dato dai testimoni della fede nell'unico Signore, il Figlio di Dio concepito nel Suo seno verginale per opera dello Spirito Santo?" (Redemptoris Mater, 30).

 

Il perché dei segni.

 

Padre Jozo confessa di sentirsi debitore verso Medjugorje per non aver creduto subito e fa riferimento frequentemente agli eventi iniziali che lui stesso ha vissuto come testimone e responsabile della parrocchia.

Davanti a segni straordinari, noi osiamo dire che "non ne abbiamo bisogno" perché nella Chiesa abbiamo già tutto. Abbiamo la Parola e l'Eucaristia. Cosa potrebbero darci di più dei veggenti? E' ciò che diceva anche Padre Jozo all'inizio delle apparizioni.

Senza dubbio, credo di essere riuscita a comprendere il perché dei segni. Per le ultime generazioni che hanno sofferto il grave deterioramento della famiglia, che non hanno ricevuto né dato amore, né sono state educate nella fede, il nostro linguaggio di fede non trova risonanza. Allora, per tante persone cariche solo di minacce e di burle, c'è bisogno di un lampo che abbatta le porte di Damasco.

Cominciano, così, a cadere le scaglie dagli occhi e si apre il passaggio verso la grazia della fede, dell'orazione, della speranza, dell'esperienza dell'amore più grande.

D'altra parte, all'interno della Chiesa ci sono sempre stati fenomeni mistici. Il mistico rientra nel limite tra il naturale e il soprannaturale.

E' il credente che vede, che è consapevole e sa esprimere l'esperienza di Dio.

Vi sono dei credenti che hanno una intensa vita spirituale ma non sanno cogliere quello che gli succede interiormente e per questo non possono essere definiti dei mistici.

 

La forza del mistico è nella certezza, la convinzione, il senso del divino che riflette e trasmette. Qualcuno mi diceva recentemente, riferendosi a Padre Jozo: "Lo vedi alzare il Crocifìsso... e ti infonde un senso di adorazione indelebile per la Croce. Lo vedi alzare l'Eucaristia.. .e capisci cosa significa adorare".

Umiltà significa non disprezzare i segni.

Sapienza significa che il cuore arde, per strada, quando incontra dei testimoni dell'opera di Dio.

E non dimentichiamo che come dice Padre Jozo: "Attraverso la benedizione impariamo a mettere la nostra vita nelle mani di Dio".

 

Pace e Bene.

 

Victoria Trivino, Osc.

Lavern 25/3/95

 

 

I LIBRI DI PADRE JOZO

 

Questo libro è uno dei più belli  e preziosi che mi siano venuti alle mani in questi ultimi anni. E’ un volume veramente fantastico e ha un autore eccezionale: Padre Jozo Zovko, parroco a Medjugorje all’inizio delle apparizioni. Le sue parole sono frutto di riflessioni, ma sono “ suggerite” dallo Spirito, sono profetiche. Il suo libro non è l’esercitazione di un letterato in cerca di successo, ma il soffio di un respiro che ha origine nell’Assoluto. Qui non si dispensa l’arguzia, la furbizia, non si mercanteggiano i sentimenti, non si gioca a commuovere la gente per vendere un libro: si dice qualcosa che viene  dall’Infinito.

(dalla prefazione di Renzo Allegri, scrittore e giornalista)

 

 

Il Santuario della Madonna assunta in Cielo di Siroki Brijeg, in Bosnia Erzegovina, è attiguo al monastero dei Frati minori dove, il 7 febbraio 1945, i comunisti uccisero e bruciarono trenta frati unicamente per avere scelto di restare fedeli a Cristo e alla loro vocazione.

Questa Novena è stata scritta per onorare la memoria dei trenta francescani, e per noi perché possiamo usufruire della loro intercessione per le nostre necessità spirituali e materiali.

 

 

In questo libro sono esposti i temi fondamentali della vita cristiana: la Conversione, la Preghiera, la Bibbia, l’Eucaristia, la Croce, la Confessione.

Con il suo inconfondibile stile, padre Jozo parla col cuore al cuore del lettore.

Con la sua parola diretta e semplice, egli ci introduce alla scuola della Regina della Pace.

I messaggi della Madonna a Medugorje sono presentati con meditazioni e riflessioni profonde ma con linguaggio comprensibile a tutti.

Ecco tua Madre: un incontro ravvicinato con la Madre alla Quale possiamo dire: “cara Madre, sono Tuo figlio e Ti amo tanto!”

 

 

Il Rosario

la preghiera semplice

 

Cari figli, vi invito anche oggi alla preghiera.

Figlioli, credete che con la preghiera semplice si possono fare miracoli.

Pregate e credete!

(Madjugorje, 25 ottobre 2002)

 

I proventi di questi libri vanno integralmente ad esclusivo beneficio dei 4.500 orfani di guerra in Bosnia Erzegovina, dei quali si prende cura padre Jozo attraverso le Adozioni a  distanza, l’ Istituto Santa Famiglia, l’Isola di Jaklian.

Per informazioni e per ordinare i libri di Padre Jozo:

GENITURA PER I CARI FIGLI DI CROAZIA E BOSNIA-ERZEGOVINA Associazione ONLUS

Via delle Grazie, 9/a – 54100 MASSA

Tel e Fax 0585-43653

 

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