GIOVANNI PAOLO II

 

 

 

VARCARE LA SOGLIA DELLA SPERANZA

 

«Disse l'Angelo a Maria: "Non avere paura".

Lo stesso a Giuseppe: "Non avere paura". Cristo diceva così agli apostoli, in specie a Pietro: "Non abbiate paura!". Sentiva infatti che avevano paura. Ebbero paura quando venne arrestato, ebbero ancora più paura quando, risorto, apparve loro.

Di che cosa non dobbiamo aver paura? Non dobbiamo temere la verità su noi stessi. Pietro ne prese coscienza, un giorno, e disse a Gesù: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". Penso che non sia stato solo Pietro ad aver coscienza di questa verità. La rileva ogni uomo. La rileva ogni Successore di Pietro. Ognuno di noi è grato a Pietro per ciò che disse quel giorno. Cristo gli rispose: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini".

Non aver paura degli uomini! L'uomo è sempre uguale. I sistemi che crea sono imperfetti, e tanto più imperfetti quanto più è sicuro di sé. Da dove trae origine questo? Dal cuore dell'uomo. Il nostro cuore è inquieto. Cristo conosce meglio di tutti la nostra angoscia: "Egli sa quello che c'è in ogni uomo".

Come ha potuto Dio permettere tante guerre, i campi di concentramento, l'olocausto? Il Dio che permette tutto questo è ancora davvero Amore? è giusto nei riguardi della Sua creazione? non carica troppo le spalle dei singoli uomini? non lascia l'uomo solo con questi pesi, condannandolo a una vita senza speranza?

Sul finire del secondo millennio, abbiamo forse più che mai bisogno delle parole del Cristo risorto: "Non abbiate paura!". Ne hanno bisogno i popoli e le nazioni del mondo intero. Occorre che nella loro coscienza riprenda vigore la certezza che esiste Qualcuno che tiene in mano le sorti di questo mondo che passa; Qualcuno che ha le chiavi della morte e degli inferi; Qualcuno che è l'Alfa e l'Omega della storia dell'uomo. E questo Qualcuno è Amore: Amore fatto uomo. Amore crocifisso e risorto. Amore incessantemente presente tra gli uomini.»

 

Giovanni Paolo II

 

 

 

ALZATEVI, ANDIAMO

 

 

«Quando giunse la "sua ora", Gesù disse a coloro che erano con Lui nell'orto del Getsemani, Pietro, Giacomo e Giovanni, i discepoli particolarmente amati: "Alzatevi, andiamo!".

Non era Lui solo a dover "andare" verso l'adempimento della volontà del Padre, ma anch'essi con Lui.

Anche se queste parole significano un tempo di prova, un grande sforzo e una croce dolorosa, non dobbiamo farci prendere dalla paura. Sono parole che portano con sé anche quella gioia e quella pace che sono frutto della fede.

 

 

In un'altra circostanza, agli stessi tre discepoli Gesù precisò l'invito così: "Alzatevi e non temete!". L'amore di Dio non ci carica di pesi che non siamo in grado di portare, ne ci pone esigenze a cui non sia possibile far fronte. Mentre chiede. Egli offre l'aiuto necessario.

Parlo di questo da un luogo in cui mi ha condotto l'amore di Cristo Salvatore, chiedendomi di uscire dalla mia terra per portare frutto altrove con la sua grazia, un frutto destinato a rimanere. Facendo eco alle parole del nostro Maestro e Signore, ripeto perciò anch'io a ciascuno di voi: "Alzatevi, andiamo!". Andiamo fidandoci di Cristo. Sarà Lui ad accompagnarci nel cammino, fino alla meta che Lui solo conosce.»

 

Giovanni Paolo II

 

 

MEMORIA E IDENTITA’

 

«Mi è stato dato di fare esperienza personale delle "ideologie del male". È qualcosa che resta incancellabile nella mia memoria. Prima ci fu il nazismo. Quello che in quegli anni si poté vedere era già cosa terribile. Ma molti aspetti del nazismo, in quella fase, di fatto rimasero nascosti. La reale dimensione del male che imperversava in Europa non fu percepita da tutti, neppure da quelli tra noi che stavano al centro stesso di quel vortice. Vivevamo sprofondati in una grande eruzione di male e soltanto gradualmente cominciammo a renderci conto della sua reale entità.

I responsabili facevano infatti molti sforzi per nascondere i propri misfatti agli occhi del mondo. Sia i nazisti durante la guerra che, più tardi, nell'Est dell'Europa i comunisti, cercavano di occultare all'opinione pubblica ciò che facevano. [...]

Più tardi, ormai a guerra finita, pensavo tra me: il Signore Dio ha concesso al nazismo dodici anni di esistenza e dopo dodici anni quel sistema è crollato. Si vede che quello era il limite imposto dalla Divina Provvidenza a una simile follia. [...]

Se il comunismo è sopravvissuto più a lungo e se ha ancora dinanzi a sé, pensavo allora tra me, una prospettiva di ulteriore sviluppo, deve esserci un senso in tutto questo. [...]

Ciò che veniva fatto di pensare era che quel male fosse in qualche modo necessario al mondo e all'uomo. Succede, infatti, che in certe concrete situazioni dell'esistenza umana il male si riveli in qualche misura utile, in quanto crea occasioni per il bene. Non ha forse Johann Wolfgang von Goethe qualificato il diavolo come "una parte di quella forza, / che vuole sempre il male e opera sempre il bene"?»

 

— GIOVANNI PAOLO II

 

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