SAN PAOLO

Lettera ai Romani

 

Anno Pastorale 2007-2008

Capitoli 1-8

 

Anno Pastorale2008-2009

Capitoli 9-16

 

 

 

 

La lettera ai Romani è uno dei più importanti libri del Nuovo Testamento, con un'accurata impostazione e densa di contenuto teologico. Evidentemente l'apostolo Paolo pensava spesso a Roma, la grande città del mondo antico, e anche se non aveva mai avuto l'occasione di visitarla come avrebbe desiderato, voleva tuttavia spiegare ai Romani la natura del movimento cristiano. Nel suo scritto traccia un'ampia panoramica della storia e del pensiero dei tempi di Adamo alla fine del mondo. Paolo crede fermamente che Dio ha creato il mondo dei primi esseri umani quali capostipiti di tutta l'umanità, purtroppo non perfetta, bensì soggetta al peccato e alla morte. Il peccato e la morte sono anche la nostra sorte, il che dimostra che siamo veramente figli di tale padre. Il peccato ha trasformato il mondo in un luogo dove è difficile  vivere. Molti sono caduti estremamente in basso, preferendo al culto di Dio l'adorazione di animali, serpenti e altri idoli. Indubbiamente Paolo stava pensando a ciò che aveva constatato in molte città che aveva visitato, dove tali deviazioni erano all'ordine del  giorno. Alcuni non solo avevano stravolto il concetto di culto ma avevano profanato le  relazioni umane cedendo a passioni violente e innominabili nei rapporti reciproci. Paolo vede in ciò essenzialmente un'ingratitudine verso Dio che ci ha creati per la gloria e la virtù. Alla gloria di Dio noi preferiamo il degradante abuso del prossimo e del creato. Non tutti sono caduti in basso, ma tutti siamo peccatori. Paolo sintetizza questo concetto nelle parole "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio". Nonostante la nostra disperata situazione, Dio non ci ha abbandonati. Sono evidenti due concetti. Primo, Dio può essere ancora conosciuto dall'uomo nonostante i suoi peccati; egli non ha sospeso il suo dialogo con noi. Ci sono le prove della presenza di Dio nel creato e c'è la legge scritta nel nostro cuore che ci parla di realtà superiori. Secondo, Dio ha fatto per noi ciò che sembrerebbe impossibile, ci ha messo a disposizione la salvezza in Cristo. Gesù è morto per noi, che non lo meritavamo, per poterci ricondurre a Dio, il tutto senza compromessi da parte di Dio. Per poter beneficiare di questa salvezza che ci viene offerta, noi non dobbiamo fare altro che accettarla. Paolo quindi afferma che il Vangelo è la potenza di Dio che opera la salvezza di chiunque crede in lui. A chi crede in ciò che Dio ha fatto in Cristo, "la sua fede gli viene accreditata come giustizia". Se confessiamo che Gesù è il nostro Signore e crediamo che Dio lo ha risuscitato dai morti, saremo salvi. Paolo è fermamente convinto di ciò poiché prima, quando era un Giudeo praticante, aveva cercato la salvezza senza peraltro riuscire a ottenerla. Martin Lutero, molti secoli dopo, sperimentò la stessa cosa, quando cercava di guadagnarsi la salvezza seguendo una regola monastica. Le regole siano esse ebraiche, pagane o cristiane, non possono salvare: Dio solo salva. A queste riflessioni Paolo fa seguire un'ampia discussione sui benefici della vita cristiana e sul modo di viverla. Primo, Dio non cessa mai di amarci. Niente di ciò che esiste in tutto il creato può separarci dal suo creatore e amministratore. Secondo, Dio è in grado di operare per il nostro bene in tutte le cose. Non è possibile spiegare esattamente in che modo lo faccia, ma  poiché egli è Dio, lo può fare e noi ci rendiamo conto di ciò che fa quando siamo disposti a fidarci di lui. Segue anche un'ampia discussione sul modo di vivere in pratica la nostra fede cristiana. Una parte importante della lettera ai Romani è riservata al rapporto esistente tra Israele e la Chiesa. Paolo cerca di dimostrare che Dio è sempre stato operante nella storia in generale, ma in particolare in quella di Israele. A chi chiede perché Dio abbia voluto scegliersi un popolo particolare Paolo risponde che questo è un problema solo in apparenza. In realtà, solo i credenti tra il popolo ebraico erano il vero Israele e i credenti in Gesù ora sono un'estensione dell'Israele spirituale. Ma ciò non significa che Israele come nazione sia stato irrimediabilmente scartato. In qualche modo misterioso, quando tutti i popoli avranno aderito alla fede,alla fine anche Israele sarà salvo. La lettera ai Romani è nel contempo un trattato teologico e una guida pratica per i credenti. Approfondire i suoi segreti significa imparare l'essenza del vivere cristiano.

 

Il Pensiero possente di San Paolo

 

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