PARIGI:

MIRACOLO DI LES BILLETES

 

 

"La storia del prodigio eucaristico di Billettes è ben nota. La domenica di Pasqua, 2 aprile 1290, un israelita chiamato Jonathas, si procura un'ostia che una parrocchiana di Saint-Merry -attanagliata dalla miseria- gli porta dopo la sua comunione del mattino, pattuendo la restituzione di un pegno.

Venuto in possesso del Corpo sacro del Salvatore, Jonathas sfogò contro di lui la sua rabbia. A colpi di coltello lacerò il pane consacrato. Il sangue scorre. Egli ricomincia ancora.

Un fiotto rosso inonda il cofano nel quale è posta l'ostia. Gettata nel fuoco, l'ostia si innalza al di sopra del braciere. Gettata in acqua bollente, essa insanguina la marmitta. Poi si libera in aria, prende l'aspetto di un crocifisso. Infine, da sola, si depone nella scodella di una parrocchiana di Saint-Jean en Grève che la porta dal suo curato. Durante i secoli, essa rimane in un piccolo reliquiario che orna l'ostensorio di Saint-Jean. Solo durante la Rivoluzione si perdono le sue tracce.

"Questo è il racconto, mille volte ripetuto, che i parigini si son tramandati di generazione in generazione. Che cosa c'è di vero in questa storia meravigliosa? Si è tentati di non vedervi che il prodotto della immaginazione antisemitica del Medioevo. Tuttavia i documenti contemporanei del fatto sono unanimi nel narrarlo. Giovanni Villani, nel VII libro della sua illustre "Storia di Firenze" ne parla al capitolo 136.

È localizzato nel tempo (2 aprile 1290), nello spazio (Rue des Billettes), in una casa che diventerà cappella dal 1295 e lo è anche oggi.

Sembrava difficile negare che un avvenimento straordinario, considerato miracolo, sia accaduto a Parigi, in casa dell'israelita Jonathas, durante l'episcopato di Simone-Matifas. Perché, allora, non si è conservata la versione tradizionale del "Miracolo di Billettes" che sembra veramente avere una certa consistenza storica? Purtroppo, non possiamo adorare il SS. Sacramento nell'antica chiesa costruita sul luogo del prodigio e affidata alle Carmelitane di Rennes dal secolo XVII, perché i nostri fratelli separati luterani che la detengono oggi, non conservano la "santa Riserva". Ma i tabernacoli non mancano nelle vicinanze. E la lampada rossa che brilla a Saint-Jean-Saint-François e ai "Blancs-Manteaux" ci ricorda ancora più il trionfo, arrossato di sangue, dell'ostia del 1290 sulle sevizie di Jonathas, l'invincibilità e la perennità della presenza reale in questo sacramento"

 

Altri argomenti a favore dell'autenticità dell'avvenimento.

 

Al testo così preciso di Mons. Rupp, aggiungiamo qualche altra prova storica data dal libro della sig.ra Moreau-Rendu, intitolato: "A Parigi, via dei Giardini" apparso presso Alsatia, con prefazione di Mons. Touzé, che fu vescovo ausiliare di Parigi. L'autrice, dopo una minuziosa ricerca di documenti, tutti sottoposti a un rigoroso esame, concluse con sicurezza per l'autenticità dei fatti.

Due documenti contemporanei attestano questi avvenimenti. Anzitutto una relazione del miracolo. L'originale è certamente scomparso al tempo della Rivoluzione, ma nel 1604, il consigliere di Stato, Girolamo Séguier, fabbriciere d'onore a Saint-Jean-en-Grève ne aveva pubblicato il testo. In seguito, un documento conservato negli Archivi nazionali e proveniente dal libro del coro di Saint-Jean-en-Grève: le nove lezioni del mattutino dell"'Office de la Réparation" che si celebrava in questa chiesa, con l'approvazione del vescovo di Parigi, la domenica detta di "Quasimodo".

Altri fatti sono ugualmente significativi: la confisca della casa di Jonathas, chiamata "La Casa dei Miracoli', da parte del re Filippo il Bello che registra un atto di vendita datato il 1291: la trasformazione di questa casa in oratorio dopo una bolla che era stata ottenuta da Bonifacio VIII: la denominazione di "Rue du Dieu bouilli" (= Via del Dio bollito) data dal popolo di Parigi alla strada dei "Jardins": la celebrazione nella cappella des Billettes dell'Ufficio della Riparazione le seconde domeniche dell'Avvento e della Quaresima e la domenica "Quasimodo"; il coltello di cui Jonathas si era servito per trapassare l'ostia e la scodella nella quale si era finalmente posata; infine il trasporto dell'ostia ferita alla processione del Corpus Domini a Saint-Jean-en-Grève, e alle processioni ordinate in casi di pubblica calamità; come pure a quella del 15 maggio 1446, per implorare la pace, in cui parteciparono quasi 10.000 persone.

Bisogna anche menzionare la testimonianza apportata dall'arte. Anzitutto da parte della letteratura, per esempio, un "Mistero dell'Ostia Santa" del secolo XV che comprende un prologo e quattro atti in versi. Poi dalla pittura: miniatura di un cartolario del secolo XVI conservato negli Archivi nazionali che rappresenta la scena del sacrilegio; un'altra miniatura della stessa epoca conservata nella Biblioteca nazionale che riproduce il medesimo soggetto; infine dalle vetrate, per esempio a Saint-Etienne-du-Mont, a Saint-Nicolas de Troyes.

In presenza di tanti documenti e testimonianze, sembra dunque molto imprudente negare il fatto del prodigio. Gli ebrei perciò non sono messi in causa ma solamente il rigattiere Jonathas: del resto, si dice che alla vista del miracolo, la sua donna e i suoi figli e altri suoi correligionari, chiesero il battesimo: perché Dio non compie mai per niente i suoi prodigi ma li fa sempre servire per la salvezza degli smarriti e dei peccatori.

 

 

 

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