LANCIANO:

 Il Miracolo Eucaristico

 

 

LANCIANO: Chiesa di San Francesco - Santuario del Miracolo Eucaristico

Il Miracolo EucaristicoDa oltre dodici secoli, a Lanciano, e' conservato il primo e piu' importante Miracolo Eucaristico della Chiesa Cattolica.

Tale prodigio avvenne verso la meta' del secolo VIII d.C., nella chiesa di San Legonziano, per il dubbio di un monaco basiliano sulla presenza reale di Gesu' nell'Eucarestia.

 

Durante la celebrazione della Santa Messa, fatta la doppia consacrazione, l'ostia divento' Carne viva e il vino si muto' in Sangue vivo, raggrumandosi in cinque globuli irregolari e diversi per forma e grandezza.

L'Ostia-Carne, come oggi si osserva molto bene, ha la grandezza dell'ostia grande attualmente in uso nella Chiesa latina, e' leggermente bruna e diventa tutta rosea se osservata in trasparenza.

Il Sangue e' coagulato, di colore terreo, tendente al giallo-ocra.

La Carne dal 1713 e' conservata in un artistico Ostensorio d'argento, finemente cesellato, di scuola napoletana. Il Sangue e' contenuto in una ricca e antica ampolla di cristallo di Rocca.

Il Santuario e' attualmente gestito dai Frati Conventuali Minori della Chiesa di San Francesco.

 

LANCIANO: L'altare che custodisce il Miracolo Eucaristico

La notizia del Miracolo, che stando alla tradizione è più antico di quello analogo di Bolsena in seguito al quale, nel 1264 la Chiesa istituì la solennità religiosa del Corpus Domini, ebbe subito una vasta diffusione, tanto che la piccola chiesa altomedioevale, di cui recenti restauri hanno riportato alla luce qualche traccia e una cisterna in calcestruzzo, divenne subito un possedimento prezioso che dai Basiliani passò nelle mani dei Benedettini di San Giovanni in Venere. 

 

Da questi il complesso, nel 1252, fu ceduto ai Frati Conventuali Minori, i quali nel 1258 innalzarono, in stile romanico-borgognone, sulla preesistente chiesetta un nuovo tempio dedicato a San Francesco d’Assisi, loro serafico Patriarca.
Le Reliquie, racchiuse in una teca di avorio ed argento, furono riposte in un tabernacolo, a lato destro dell’altare maggiore. Nel secolo decimosesto, nel timore di scorrerie turche, furono murate in una piccola cappella oscura di cui resta un’alta e stretta monofora gotica. Nel 1636 furono custodite in una grata cubica in ferro battuto, opera dell’artigianato locale, chiusa a sua volta da due porticine di legno fissate con quattro chiavi diverse, nella cappella Valsecca, dove i religiosi celebravano quotidianamente la Santa Messa. 
In seguito, il Sangue miracoloso venne custodito in un grazioso calice o ampolla di cristallo e nel 1713 l’Ostia miracolosa fu racchiusa entro la raggiera di un artistico ostensorio d’argento, opera di artisti napoletani. Nel 1902, costruito il monumento di marmo al centro del presbiterio, le Reliquie furono poste entro il tabernacolo sopra un altare appositamente costruito in marmi preziosi. L’interno della chiesa, verso la metà del Settecento, è stato trasformato in barocco. La decorazione, con stucchi e affreschi nell’abside, è stata rivisitata negli anni 1956/58 da parte del noto pittore francescano padre Giovanni Lerario.

 

Il Miracolo Eucaristico

Le Reliquie, oggi come oggi, consistono in cinque gocce di sangue coagulato e in una sottile membrana di carne circolare. Le prime erano vino diventato Sangue, l’altra era l’Ostia magna, trasformata in carne. Il materiale miracoloso, nel corso dei secoli è stato sottoposto a ricorrenti ricognizioni ecclesiastiche e nel 1971 e 1981 è stato sottoposto a rigoroso esame clinico nel laboratorio dell’ospedale di Arezzo da parte del prof. Odoardo Linoli.

L’esame istologico, documentato da una serie di fotografie al microscopio, ha permesso di accertare che il Sangue e la Carne del Miracolo di Lanciano appartengono alla specie umana, hanno il gruppo sanguigno AB e non sono mai stati trattati per la conservazione. Il tessuto della Carne appartiene al cuore, di cui sono presenti gli elementi costitutivi quali il miocardio, l’endocardio, il nervovago e parte del ventricolo sinistro.

Il Miracolo Eucaristico: il Sangue

Una parte importante delle testimonianze storiche è costituita dalle relazioni degli arcivescovi alla Santa Sede. La Chiesa ufficiale ha sempre dimostrato un atteggiamento di rispettosa attenzione verso la Trasmutazione eucaristica di Lanciano, sia disponendo una serie di solenni ricognizioni delle reliquie, sia concedendo all’altare del Miracolo privilegi e particolari indulgenze, riassunte in quella plenaria in perpetuo (data da Leone XIII nel 1887) da lucrare nei sette giorni che precedono l’ultima domenica di ottobre, data della annuale solenne festa liturgica. 
Il pellegrinaggio alle Sante Reliquie di Lanciano costituisce per i devoti che vi si recano un momento di intensa emozione religiosa e di profonda riflessione sul mistero della Fede e della Eucaristia, condiviso nel 1974 da Giovanni Paolo II, allora cardinale di Cracovia, che volle visitare la chiesa e pregare di fronte all’altare del Miracolo. L’evento è ricordato nel registro delle presenze da questa frase, che l’illustre visitatore vi appose di suo pugno, “Fac nos Tibi semper magis credere, in Te spem abere, Te diligere” nel quale è espressa l’esortazione a credere, ad amare e a sperare nella Eucaristia. L’attenzione che i Padri francescani pongono costantemente all’ambito liturgico e devozionale, senza trascurare quello documentario, ha permesso di allestire nei locali annessi al Santuario un museo storico sul Miracolo Eucaristico con l’esposizione di carteggi, ricerche, ex voto ed attestazioni di fedeli che nei secoli hanno espresso la loro devozione alle Sacre Reliquie.
Per una esatta informazione sulla dimensione che Lanciano attribuisce al Miracolo eucaristico occorre aggiungere che la storia della città vanta un secondo prodigio in questo ambito. Le cronache, infatti, narrano che nel 1273 padre Agostino de Merulis fu testimone, nella chiesa di Sant’Agostino, di un evento miracoloso analogo a quello avvenuto nell’VIII secolo.

 

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