BOLSENA :

MIRACOLO DEL CORPORALE

 

 

 

Nel 1263 in Bolsena, presso la chiesa collegiata di Santa Cristina, avvenne il cosiddetto “Miracolo del Corporale” . Si narra che in quell’anno un prete boemo, tal Pietro di Praga, in transito nella città mentre era diretto a Roma, celebrasse messa nella cappella di Santa Cristina apprestandosi alla consacrazione eucaristica interiormente turbato e dubbioso circa la verità della “Transustanziazione” ( la trasformazione reale dell’ostia consacrata in corpo e sangue di Cristo).

 All’atto della consacrazione dunque avvenne che il detto sacerdote vide stillare dall’eucaristia delle gocce di sangue che caddero a bagnare il corporale e i sacri lini nonché i marmi del pavimento. Il corporale ed il lino furono portati processionalmente a papa Urbano IV che dimorava in Orvieto. Quest'ultimo dopo aver accertato l'evento miracoloso l'11 agosto 1264 promulgò in data 8 settembre 1264 la Bolla "transiturus" che istituiva la festa del Corpus Domini .
Attualmente nella cappella di Santa Cristina si possono ancora ammirare i marmi tinti di sangue del miracolo eucaristico rievocato anche nella tela del "Miracolo del Corporale" di Francesco Trevisani. Lo stesso pontefice incaricò il sommo San Tommaso d'Aquino di comporre una liturgia eucaristica su tale festività, con proprie letture ed inni liturgici: il che fu compiuto immediatamente dal "dottor angelico".
L’effettiva e generale instaurazione del Corpus Domini però non avvenne in quella data, a causa della morte dello stesso papa. Essa sarà veramente operante nel concilio di Vienne del 1311, sotto il pontificato di Clemente V , con il rinnovo della bolla d’indizione di Urbano IV.

 

 

 

 

Chiesa di santa Cristina

 

Fede religiosa e mito, storia e trasfigurazione leggendaria, dubbio terreno e certezze sovrannaturali si uniscono nelle vicende che hanno com'epicentro la chiesa di S. Cristina, una delle quattro che compongono la cosiddetta collegiata di Bolsena.
Le incredibili torture cui fu sottoposta nel lV secolo la giovanissima santa sono tuttora così vive nei ricordi dei bolsenesi da costituire fulcro di un avvenimento corale, i "Misteri di Santa Cristina", che ogni anno impegnano la comunità locale.
E, quasi questa straordinaria motivazione non bastasse, nella chiesa dedicata alla santa adolescente (morì a soli 12 anni, per non rinnegare la sua fede in Cristo, dopo aver subito persecuzioni indicibili) ebbe luogo uno dei misteri più "classici" del Medioevo.
Nel 1264, un sacerdote boemo, Pietro la Praga, fu al centro del cosiddetto "miracolo di Bolsena".
Scettico sulla reale presenza corporea del Cristo nell'ostia consacrata, celebrava messa nella chiesa di Bolsena.
All'atto di spezzare l'ostia, dalla particola sgorgò del sangue che bagnò il corporale, gli arredi e le lastre del pavimento.
Tre di quelle sacre pietre sono conservate nella chiesa, nella Cappella del Miracolo,sotto una tela del pittore Trevisani (XVII sec.) e possono essere viste su richiesta. L'Altare del Miracolo, protetto da una balaustra cinquecentesca , è conservato nella Grotta di S. Cristina, ricavata dalle catacombe che circondano il sepolcro della santa.
Su di esso poggia la pietra che avrebbe dovuto trascinare nel fondo del lago Cristina, condannata all'annegamento, e che invece si trasformò in una straordinaria zattera, sulla quale la santa lasciò l'impronta dei suoi piccoli piedi affiancati, ancor oggi nettamente incisi sulla roccia.
La chiesa di S. Cristina è dell'Xl sec. (la facciata fu rifatta nel XV): notevoli le ceramiche di scuola robbiana, i dipinti, un Crocifisso ligneo del XV secolo.
Da ricordare infine l'affresco di Raffaello nelle stanze Vaticane, dal titolo La Messa di Bolsena, considerato la più alta espressione del suo periodo artistico più maturo.

 

 

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