La speranza ebraica

 

 

 

Dopo il rimpatrio da Babilonia il popolo ebraico era vissuto in regime di occupazione straniera per circa 500.  Sotto il dominio greco aveva pagato un tributo ai Tolomei d'Egitto e adottato il greco quale lingua dell'Impero. Nel 198 a.C. Antioco il Grande, sovrano seleucide greco della Siria, sconfisse i Tolomei e conquistò la Palestina, ma fu a sua volta sconfitto dai romani a Magnesia nel 190 a.C.

I romani tassarono duramente i Seleucidi e il loro impero, e questi a loro volta approfittarono di tutte le occasioni per saccheggiare città e templi. Antico Epifane approfittò dell'opposizione degli ebrei fedeli, gli 'hasidim' o 'pii', come pretesto per depredare il tempio di Gerusalemme.

Successivamente costruì un complesso pagano nel cuore della città ed un altare a Zeus nel tempio, su cui fece sacrificare dei maiali (animale proibito dalle leggi alimentari ebraiche).

Quest'ultimo affronto fece scoppiare la rivolta maccabaica. Gli ebrei riuscirono a liberarsi per un certo periodo e a purificare e ridedicare il tempio nel 165 a.C. Il sommo sacerdote Aristobulo, uno degli epigoni della famiglia asmonea che aveva guidato la rivolta, si proclamò re nel 104 a.C., ma poi le rivalità scoppiate fra gli ebrei fornirono ai romani il pretesto per intervenire e giustiziare l'ultimo sommo sacerdoie-re nel 37 a.C.

 

 

La famiglia di Erode.

 

La Giudea venne assoggettata a Roma e posta sotto il governatore della provincia della Siria. Gli ebrei furono però liberi di praticare la loro religione e di avere propri governanti e precisamente — dal 37 al 4 a.C. — un ebreo idumeo di nume Erode. Nonostante i suoi ambiziosi progetti edilizi — tra cui la costruzione di un nuovo tempio in Gerusalemme — Erode il Grande fu odiato dagli ebrei ed è ricordato soprattutto per la sua tirannia.

(Gesù nacque sono il suo regno e per suo ordine fu perpetrato il massacro degli innocenti a Betlemme).

Alla sua morte il regno fu diviso tra i suoi tre figli Archelao ereditò la Giudea e la Samaria, ma fu un sovrano talmente repressivo che nel 6 d.C. i romani lo deposero e nominarono al suo posto un governatore o 'procuratore'. (Dal 26 al 36 d.C. Ponzio Pilato). Erode Antipa governò la Galilea e la Perea, mentre Filippo ebbe l'Iturea, la Traconitide e il territorio a nord-ovest.

 

Fermenti religiosi.

 

Gli ebrei dovettero accettare l'autorità di Roma e della famiglia del re Erode, ma rimasero leali verso i loro sacerdoti. Il sommo sacerdote esercitava un grande potere. Inoltre al tempo di Cristo c'erano anche numerosi partiti o fazioni religiose. Molti sacerdoti e una buona pane del consiglio ebraico (il sinedrio) erano sadducei, un partito molto conservatore in campo religioso e incline al compromesso politico per salvaguardare l'elevata posizione dei propri membri. I farisei erano dei religiosi puritani, attenti a osservare ogni dettaglio della legge e a far emergere la loro superiorità religiosa.

 

L’Herodium, la fortezza del re Erode

 

 

Rivoluzionari.

 

I farisei e i sadducei cercavano di cavarsela alla meno peggio sotto il dominio romano, invece gli zeloti si proponevano di abbatterlo Formavano il partito dei combattenti per la libertà, e almeno uno degli apostoli, Simone il Patriota, era un ex zelota.

 

Il Messia.

 

Alcuni, come gli odiati esattori delle tasse, approfittarono dell'occupazione romana, ma molti altri furono indotti a ravvivare la loro speranza nel Messia, il liberatore che, secondo le promesse dei profeti, Dio avrebbe inviato a liberarli. Essi tendevano a interpretare la promessa in termini politici. Comunque numerosi erano coloro che come Simeone, presente nel tempio quando Gesù vi fu presentato dai genitori, attendevano 'il conforto d'Israele'.

Fu in questo periodo di fermenti, di inquietudini e di aspettative che Gesù venne al mondo.

 

 

 

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