Il Pane dei Forti << EUCARISTIA >>

 

 

 

L’ EUCARISTIA

GESU’ E’ PRESENTE NELL’EUCARISTIA

PENSIERI EUCARISTICI

IL PANE DELLA VITA

 

MIRACOLI EUCARISTICI

 

 

 

 

Per avere una devozione eucaristica solida e non fondata su sentimentalismi, è necessario sapere con precisione quel che si deve credere sul SS. Sacramento. Quanto più se ne avrà una conoscenza profonda, tanto più sarà apprezzato e vissuto con vero trasporto d'amore.

 

SIGNIFICATO DELLA PAROLA<< EUCARISTIA >>

 

Vuoi dire << rendimento di grazie >>, cioè ringraziamento. Ma nel linguaggio comune della Chiesa indica tanto  Sacrificio della Messa come il Sacramento, che sotto le apparenze del pane e del vino contiene Gesù Cristo, figlio di Dio vivente. La SS. Eucaristia, infatti, è sacrificio e sacramento nello stesso tempo, e si realizza in una sola azione: quando cioè, nella Messa si pronunciano le parole della consacrazione sul pane e sul vino (accedit verbum ad elementum et fit sacramentum). Ha il carattere di sacrificio in quanto Gesù è offerto; ha il carattere di sacramento in quanto è ricevuto come cibo dal singolo fedele.

 

ISTITUZIONE

 

Come di tutti i Sacramenti, anche della SS. Eucaristia è autore Gesù Cristo. L' ha istituita nell'ultima Cena pasquale, alla vigilia della sua morte, lasciando in testamento Se stesso, vivente sotto le apparenze o specie del pane e del vino.

Prima, però, di dare agli uomini questo suo incredibile dono, li ha preparati con una promessa ben chiara, affinché, giunto il momento, l'accettassero senza minimamente dubitare.

 

PROMESSA DELLA SS. EUCARISTIA

 

Ecco come è narrata dal Vangelo di San Giovanni nel capitolo VI. Gesù è a Cafarnao attorniato da una moltitudine di gente che gli è corsa dietro per farlo re, perché aveva mangiato a sazietà il pane miracolosamente moltiplicato nel deserto il giorno avanti. Prendendo lo spunto dal pane materiale, Gesù afferma ripetutamente e con energia: << Io sono il pane di vita>>. E, contrapponendosi alla manna caduta dal cielo per sfamare gli Ebrei in fuga dall'Egitto, prosegue: « I padri vostri mangiarono la manna nel deserto e sono morti. Questo e il pane disceso dal cielo, affinché chi ne mangerà non muoia. Sono io il pane vivo, che son disceso dal cielo. Se uno mangerà di questo pane, vivrà in eterno; e il pane che io darò, è la mia carne per la vita del mondo ».

 

Dinanzi a queste parole così chiare, i giudei si disorientano e questionano tra loro; « Come mai, dicono, può costui darci a mangiare la sua carne? Ciò è impossibile! E una cosa inaudita!». Gesù, che sa queste difficoltà degli ascoltatori, non modera o attenua le sue frasi, anzi, afferma con giuramento: <<. In verità, in verità vi dico: se non mangerete la carne del Figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita in voi.Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno. La mia carne è veramente cibo, il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in lui ». Gesù ha finito di parlare. Ma questa volta non sono gli anonimi giudei a mormorare, a litigare, a non credere alla verità delle sue parole e della sua promessa; sono invece, come annota il Vangelo, i suoi discepoli, quelli da lui scelti e che lo seguivano dovunque andasse, e dicono scandalizzali: « Questo è un discorso duro, intollerabile! Chi lo può ascoltare? ». E poco dopo, attesta San Giovanni presente alla scena, « molti dei discepoli si ritirano indietro e non vanno più con Lui ».Gesù non si scompone affatto per questa defezione dei suoi amici, ne li richiama per correggere le sue parole e trattenerli, ma piuttosto vuol sapere come la pensano i suoi apostoli, i « dodici », e chiede loro: « Volete forse andarvene anche voi? ». Per lutti risponde l'apostolo Pietro pieno di fede; « Signore, da chi andremo noi? Tu solo hai parole di vita eterna. E noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Cristo Figlio di Dio ».

Gli apostoli hanno compreso bene che Gesù ha promesso di dare a mangiare la sua carne e bere il suo sangue, ma non inorridiscono come i giudei, non si scandalizzano come i discepoli: rimangono fiduciosi dietro Gesù, nell'attesa che la promessa si compia.

 

ADEMPIMENTO

 

Gesù è a cena per celebrare la Pasqua con i suoi Apostoli, per mangiare l'agnello, figura della sua immolazione. Sa che « e giunta l'ora di passare da questo mondo al Padre », sa che i suoi nemici hanno congiurato di ucciderlo e che l'apostolo Giuda lo tradirà in quella stessa notte, eppure dice:« Ho bramato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi prima di partire ».

E come un padre che sta per l'ultima volta con i suoi figli che tanto ama, parla con immensa tenerezza e fa comprendere che vuoi compiere qualcosa di grande.

Ed ceco. Gesù « prende il pane e, alzando gli occhi al cielo per ringraziare il Padre, lo benedice.

lo spezza e lo distribuisce, dicendo: « Prendete, mangiate: questo e il mio corpo ». E dopo aver cenato, riempie di vino un bicchiere a calice e dice: « Prendete e bevete: questo è il calice del mio sangue del nuovo ed eterno testamento, che per voi e per tutti sarà sparso in remissione dei peccati. Fate questo nella mia memoria ».

E’  la promessa mantenuta. Gli apostoli, che erano tutt'occhi ed orecchie per vedere e sentire e che certamente ricordavano la moltiplicazione dei pani e la discussione che ne seguì, compresero pienamente, credettero che le parole di Gesù avevano operato il cambiamento, e mangiarono la sua Carne e bevettero il suo Sangue sotto forma di pane e di vino, anche se con la vista, il gusto e il tatto non avevano notato nessuna differenza. Per loro, come per noi, non vi poteva ne vi può essere discussione. Le parole di Gesù son parole di Dio, della stessa efficacia di quelle della creazione: operano quel che significano. Perfino l'eretico Lutero, fiero avversario della Chiesa, e stato costretto a dichiarare contro sua voglia: «II testo e troppo chiaro, il suo significato non si può fraintendere».

La trasformazione del pane e del vino in carne e sangue di Gesù e chiamata «Transustanziazione », termine tecnico per indicare che la sostanza del pane e del vino si e tramutata, cambiata in sostanza del Corpo e del Sangue di Gesù. I sensi non s'accorgono di questa meravigliosa trasformazione. All'apparenza il pane e il vino rimangono come prima. Solo la fede ci dice che sotto le specie del pane e del vino e presente tutt' intero Gesù, vivente con il suo corpo, sangue, anima e divinità, quello stesso nato da Maria vergine ed ora risorto, e alla destra di Dio Padre.

Da quella cena, dunque, gli apostoli e, attraverso loro, la Chiesa hanno avuto il gran dono della SS. Eucaristia, che è sacrificio e sacramento.

 

SACRIFICIO

 

Gesù, nel dichiarare il pane e il vino suo corpo e suo sangue,ha compiuto un sacrificio, e nel dare a mangiare il suo corpo e a bere il suo sangue, l'ha completato con il sacramento. Il sacrificio compiuto da Gesù è tutto nell’ offerta totale di Se stesso, anticipando in figura ciò che sarà fatto domani, nella realtà. Quel suo corpo che domani sarà immolato sulla croce, Egli l'offre oggi misticamente, in modo incruento, ponendosi in stato di vittima, sotto le apparenze di pane, distinto e separato dal sangue, che offre sotto le apparenze di vino. Questa offerta separata del corpo e del sangue, « che sarà sparso per la salvezza e redenzione di molti », è azione sacrificale, è il prezzo del riscatto per i peccati degli uomini, è quella che suggella il patto del “ testamento nuovo ", e cancella il testamento vecchio, che pure si rinnovava col sangue di una vittima.

Questo stesso sacrificio dell'ultima cena, Gesù ha ordinato agli apostoli di rinnovarlo, con le parole: « Fate questo per mio ricordo ». Gli apostoli hanno ripetuto l'azione sacrificale di Gesù, chiamata nei primi tempi « la frazione del pane », e l' hanno trasmessa alla Chiesa, che la ripete consacrando il pane e il vino nella S. Messa. La Messa, quindi, è il vero sacrificio della religione cristiana, com'è anche definito solennemente nel Concilio di Trento. Qui si rinnova e si rioffre lo stesso sacrificio di Gesù quello dell'ultima Cena.

 

La Messa, perciò, non è una raffigurazione o rappresentazione vuota della croce, o sola commemorazione, ma è ripiena della stessa realtà di ciò che rappresenta, vi è la stessa passione e morte del Figlio di Dio. Per questo, ogni volta che si celebra una Messa, si compie tutta l'opera della nostra redenzione.

Nella Messa, attraverso il ministero del sacerdote,è Gesù stesso che si offre vittima al Padre in espiazione dei peccati, che ripresenta al Padre il suo sacrificio della croce; anzi è lo stesso sacrificio, identico nello scopo: glorificare il Padre, riconciliarlo con gli uomini, procurare il perdono dei peccati, la grazia e la vita eterna. Identico nella sostanza, con l'offerta della stessa vittima; diverso solo nella forma: sulla croce vi è spargimento di sangue, nella Messa non v'e spargimento alcuno. Il sangue versato copioso sulla croce, nella Messa è indicato dalla separazione delle specie. che, per questo, diventano «segno sensibile d'un sacrificio invisibile», cioè sono segno esterno del sacrificio intimo di Cristo. Da notarsi, inoltre, che Gesù sì è sacrificato una volta sola sulla croce; nella Messa invece si sacrifica tante volte quante Messe si celebrano, che perciò son tanti sacrifici numericamente distinti. Son ripetute, infatti, le offerte (dove è l'essenza del sacrificio) dell'unico sacrificio, con quell'intensità d'affetto dalla stessa Vittima divina, come la prima volta nella cena e sulla croce.

 

Per questo s'asserisce con piena verità, che la Messa è il dono più grande che possa farsi dall'uomo in onore di Dio: si offre Gesù, il suo sacrificio, i suoi meriti infiniti, la Vittima degna ed altamente da Lui accetta « per la sua eccellenza e riverenza » capace di soddisfare tutti i nostri debiti: debiti di adorazione, di espiazione, di lode, di ringraziamento e di supplica.

Per questo la Messa è il centro di tutto il culto cattolico, il punto d'incontro tra ciclo e terra, e degli uomini tra loro.

Quando si celebra una Messa, è tutta la Chiesa che celebra, che supplica, che si offre, che s'immola con Cristo, capo del Corpo mistico, di tutti i battezzati. E il sacerdote sull'altare parla sempre in nome di tutta la cristianità: « Ti preghiamo, ti supplichiamo; accetta, o Signore, il sacrificio che ti offriamo, ecc. ». Ma quanto più si partecipa attivamente al santo sacrificio (con la presenza, devozione, preghiere, offerta, comunione), tanto più si è sacrificanti e si acquistano diritti di grazie e di ascolto da parte di Dio. Il nostro diritto, però, è sempre il merito di Cristo,che rinnova il suo sacrificio per noi e con noi.

 

SACRAMENTO

 

La SS. Eucaristia e sacrificio e sacramento insieme. Sono inseparabili; non può esistere l'uno senza l'altro.

Come gli antichi sacrifici del popolo ebraico e di quasi tutti i popoli si concludevano con il mangiare parte della vittima offerta, per venire in contatto immediato della divinità ed averne protezione, così il Sacrificio Eucaristico si conclude con il mangiare il pane offerto. Col mangiare tale Pane consacrato, si applica il sacramento eucaristico a noi, si riceve la Comunione. Quest'atto di partecipazione al sacrificio col mangiare la Vittima, si chiama Comunione, perché si compie una comune unione con Cristo, una cosa sola con Lui. Gesù Cristo, nostro Dio, resosi vittima attraverso le specie del pane, viene tutto intero in noi, trasformandoci in Lui. Mentre noi trasformiamo le specie eucaristiche in carne e sangue nostro, Dio ci assorbe, ci trasforma in Lui, facendoci partecipare della sua vita divina, direttamente. Noi mangiamo Dio e da Dio siamo mangiati. Siamo « frumento... pane di Cristo » (S. Ignazio mart.). « Con questo sacramento noi diventiamo partecipi della natura di Dio ed Egli della nostra » (S. Alberto Magno). Con la Comunione « ci impinguiamo di Dio » (S, Tommaso dott.) e « diventiamo come altrettanti dei » (S. Agostino).

 

L'aveva già detto esplicitamente Gesù: « Come il Padre vivente mi ha mandato ed io vivo della vita del Padre, cosi chi mangia me, vivrà per me ». Cioè della stessa vita mia, che poi è vita del Padre, vita di Dio. Questa vita intima con Dio, frutto della Comunione, è sempre un dono che riceviamo dal sacrificio della Messa. E se riceveremo Gesù durante la S. Messa, ci uniremo più strettamente al sacrificio, istituito in modo conviviale nella Cena.

 

EFFETTI DELLA COMUNIONE

 

Basta accennarli. Si comprendono facilmente. E’ un sacramento istituito nel pane e, ricevendolo, si mangia come il pane. Gli effetti più immediati e comprensibili saranno quelli che derivano dal mangiare il pane.

Il pane nutre, fortifica,dà vita.

II Pane eucaristico nutre l'anima di tutte le virtù. Dio vi porta la santità, la purezza, l'amore ed ogni cosa bella e nobile. « L'amore di Dio non e ozioso. Quando è presente, opera cose grandiose » (S. Gregorio Magno). Fortifica nelle lotte contro le tentazioni. Si ha nel cuore Gesù, potenza e terrore dei demoni, e con Gesù tutto il Paradiso. Dà vita; è un effetto esplicitamente dichiarato da Gesù: « Io sono il pane di vita. Chi  lo mangerà, vivrà m eterno. Questo pane è la mia carne, che io darò per la salute del mondo ». Per questo la Comunione preserva dai peccati mortali, purifica dai veniali e dalle pene per essi contratte, e aumenta la grazia santificante.

Dà la risurrezione gloriosa. Ne è la caparra. L' ha detto Gesù: « Chi mangerà la mia carne e berrà il mio sangue, avrà la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno ». I dottori della Chiesa asseriscono che il Pane eucaristico mette anche nel corpo del fedele il germe dell'immortalità, che svilupperà e fiorirà a suo tempo per opera di Cristo.

Unisce gli uomini tra loro. E un banchetto d'amore, è come una testa di famiglia dove tutti sono invitati a formare una sola comunità, come fratelli e sorelle, come membri di un sol corpo. La Mensa riunisce i commensali e un sol cibo li rinsalda tra loro. E quello che diceva S. Paolo e che annunciava come una cosa nota: « Noi tutti formiamo un sol corpo, perché partecipiamo di un sol pane ». Quest'unico pane è Gesù, che riunendoci nel suo corpo, ci lega tra noi. Egli è il capo, noi le membra di questo corpo, uniti e cementati tra noi per mezzo del Pane. Per questo non si può ricevere la Comunione con l'odio nel cuore contro i fratelli. E’ un controsenso. Si va a ricevere il vincolo di unità, di amore, di pace con il nemico in vista, con la vendetta e la guerra.

 

DISPOSIZIONI

 

Se nella Comunione si riceve il corpo, sangue, anima e divinità di Gesù; se si partecipa al sacrificio della croce, che è redenzione e di pace, di riconciliazione e di amicizia con Dio, non ci si può presentare con il peccato nell'anima. E’ evidente. Si rinnoverebbe il peccato di Giuda. Con un atto di amicizia, com' era il suo bacio, e come è attualmente la Comunione, si ripeterebbe il suo tradimento. E orribile e mostruoso ricoprire il santissimo Corpo di Cristo con un'anima macchiata di peccato, unire Cristo con il demonio, la luce con le tenebre, la vita con la morte: ci « si renderebbe rei del corpo e del Sangue del Signore », come dice esplicitamente l'apostolo San Paolo.

L'Eucaristia è un cibo dei vivi; chi è morto non può mangiare. Il peccato grave è la morte dell'anima, con l'anima morta non si può mangiare la Vita. Prima di accostarsi, quindi, alla Comunione, esaminarsi se si è in regola con la propria coscienza. La frequente confessione delle colpe veniali è un mezzo utilissimo per una degna e fruttuosa ricezione della SS. Eucaristia. Per questo la chiesa la promuove in tutte le anime che vogliono spiritualmente progredire. Non farebbe bene un'anima che sotto pretesto di non avere peccati gravi, si accostasse all'Eucaristia frequentemente senza ricevere mai o raramente il sacramento della penitenza.

Ma quando si è sicuri di non aver peccati mortali o ci si è confessati bene e si ha retta intenzione, si faccia la S. Comunione: si berrà la vita come dal costato di Cristo (S. Giovanni Crisostomo) e si farà contento il Cuore di Dio. Gesù vuole esser mangiato: « Prendete! Mangiate! ». E’ il suo comando. Chi non mangia « non avrà la vita in se », e non sarà da Gesù « risuscitato nell'ultimo giorno ».

 

GESU’ ABITA NEI TABERNACOLI

 

E’ di fede. Gesù rimane intero, vivo, vero e reale, com'e nel cielo, nel Pane consacrato fino a che rimangono intatte le specie. Egli e tutto in tutto il Pane o l'Ostia consacrata, e tutto in ogni parte di essa, come lo è tutto in tutto il Vino consacrato e tutto in ogni minima parte di esso. Gesù è prigioniero della sua parola.

La Chiesa, fin dai tempi più antichi, ha conservato il Pane o le Ostie consacrate, per la necessità degli infermi, dei carcerati e per tutti coloro che erano assenti al sacrificio della Messa.

Ora, in tutte le chiese vi è un altare e un tabernacolo, vicino al quale arde una lampada. La fiammella indica che Gesù e presente sacramentalmente. Diventato Pane, e nella pisside dorata per esser pronto a tutte le richieste dei suoi figli, per esser vicino alle loro case, per esser loro concittadino e affezionato amico.

E’ un dovere del cristiano visitare Gesù nel S. Tabernacolo, riverirlo, amarlo, adorarlo e consolarlo anche per coloro che non l'amano e lo disprezzano. Egli in quel luogo cosi piccolo, umile, a volte disadorno, è il Re dell'universo, il Creatore del mondo, il Redentore, Cristo vivente come lo è in cielo. Con Gesù Cristo, figlio di Dio e di Maria e seconda Persona della SS. Trinità, vi è il Padre, vi è lo Spirito Santo. E si può immaginare, con gli occhi della fede, che intorno a Dio personalmente presente nei tabernacoli, vi siano Angeli e Santi in estasi di amore e di adorazione. A questi dobbiamo unirci per un dovere di amore e di gratitudine.

Gesù è nel Tabernacolo anche per accogliere le domande delle anime, per ascoltare i loro desideri per confortarle nelle pene della vita. Anche ora dice agli uomini, come un tempo al popolo di Palestina: « O voi tutti che siete affaticati e stanchi, venite a me; io vi consolerò, vi ristorerò! ».

Per la molteplicità dei misteri che racchiude, l'Eucaristia è il compendio della fede, il centro della pietà cristiana, il sole della Chiesa Cattolica e la sua stella polare, verso la quale orienta tutta l'attività.

Perfino tutti i Sacramenti istituiti da Gesù sono indirizzati ad illustrare la SS. Eucaristia, che anche attraverso i suoi numerosi nomi riflette la varietà dei suoi aspetti. Viene chiamata, secondo i casi: Corpo di Cristo, Corpo del Signore, il Venerabile, il SS. Sacramento, Sacramento dell'altare, Mensa divina, Viatico, Comunione, Sacrificio della Messa o dell'altare, ed anche semplicemente: il Santissimo.

 

Sia gloria,onore e riparazione

A Te, Gesù Sacramentato!

 

 

GESÙ È PRESENTE

NELL’EUCARISTIA

 

(Gv 6,41-58)

Molto belle le parole del poeta romagnolo Giovanni Pascoli: "Vorrei credere anch’io nella rivelazione di Cristo Dio, come ci credeva Francesco d’Assisi; e per il dono divino di tanto credere, sarei ben contento di soffrire nel corpo. Fortunati e felici quelli che hanno la fede! Essi vivono in continua compagnia e quasi in familiarità con Cristo, con Maria! Si può vivere meglio di così? Si sentono certissimi di un domani di felicità eterna. Tanto che dopo una vita di probità, con un poco di tribolazioni ben sofferte, e divenute quasi leggere per virtù della fede stessa, che è per loro il morire? Una vera gioia" .

Ebbene, credere in Cristo Dio e nella sua Rivelazione vuol dire, soprattutto, credere nell’Eucaristia, perché Gesù è presente nel Sacramento dell’altare e perché l’Eucaristia è il cuore di tutta la Rivelazione, come afferma Pio XII: "è la somma e il centro della vita cristiana".

Perciò sono quanto mai vere e profonde le parole che ripeteva S. Francesco d’Assisi e che ha lasciato scritte nel suo Testamento spirituale: "Nient’altro vedo corporalmente in questo mondo dello stesso altissimo Figlio di Dio se non il suo santissimo Corpo e Sangue... E questi santissimi misteri al di sopra di tutte le cose voglio che siano onorati".

Pensiero sublime accolto dal Vaticano II che proclama l’Eucaristia: "Vertice" di tutta la liturgia e di tutto il cristianesimo e "prima fonte" di tutte le grazie e le benedizioni del Signore.

Significativo quanto avviene nei Santuari Mariani: sembra che la Madonna ivi abbia fatto sentire la sua presenza soprattutto per procurare i più grandi trionfi a Gesù Sacramentato: infatti a Pompei, a Lourdes, a Fatima, a Guadalupe, a Medjugorje, a Jasna Gora (Polonia) e negli altri Santuari si incontra la più alta partecipazione alla S. Messa, alla Comunione, alle processioni eucaristiche.

L’EUCARISTIA, come dice S. Bonaventura, è un mistero difficile, sicuro, dolce:

 

 

1. MISTERO DIFFICILISSIMO: tra i misteri della fede è il più difficile a credere, perciò sommamente meritorio. Qui tutto è nascosto, è celata anche l’umanità di Gesù. Tuttavia ce lo ha insegnato Gesù con parole molto chiare. Perciò, o si accetta la presenza reale di Gesù nell’ostia e nel vino consacrati o si rifiuta Cristo Dio che è verità infinita. Del resto ci sono altri misteri difficili (per esempio, la Trinità), ma che accettiamo perché Gesù ce li ha rivelati.

Pascal afferma: "Come abòmino queste sciocchezze di non credere all’Eucaristia, ecc.! Se il Vangelo è vero, se Gesù è Dio, che difficoltà vi è qui?"

2. VERITÀ SICURISSIMA: a) Le parole di Gesù nella promessa dell’Eucaristia sono di una chiarezza solare: nessuna dottrina nella Bibbia è presentata con tanta preoccupazione di non lasciare dubbi. Gesù prepara psicologicamente i suoi seguaci alla grande promessa con il miracolo della moltiplicazione dei pani e poi con un riferimento alla manna che i loro padri mangiarono, dicendo: "Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal Cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" . La folla non approva, critica, protesta. Ma Gesù non rettifica, non corregge nulla di ciò che ha detto, anzi conferma con parole ancor più chiare: "In verità, in verità vi dico: Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita" . E continua a ripetere per ben quattro volte la frase: mangiare la mia carne e bere il mio sangue. I discepoli lo abbandonano.

Ma Gesù è disposto a rinunciare perfino agli apostoli pur di mantenere la promessa; infatti dice loro "Forse anche voi volete andarvene?" Fortunatamente S. Pietro, a nome degli apostoli, fa un esplicito atto di fede: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" .

b) Le parole di Gesù nell’istituzione dell’Eucaristia: Gesù attende un anno per realizzare la sua promessa, e sceglie il tempo più indicato: la sera che precede il giorno della sua morte in croce, nel cenacolo; è circondato dagli apostoli; è l’ora della Pasqua ebraica, è il momento in cui rivela che uno dei suoi lo tradirà; è l’ora degli addii e del suo testamento. Ed ecco che adempie alla lettera le parole della promessa. "Mentre erano a cena – dice il Vangelo – Gesù prese il pane, lo benedì, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: Bevetene tutti, poiché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per tutti in remissione dei peccati" .

Cristo Dio non può non dire la verità: perciò, da quell’istante nel cenacolo (e così nei nostri altari dopo la Consacrazione fatta da Gesù nella Messa per mezzo dei Sacerdoti), Gesù, vero Dio e vero uomo, è totalmente presente sotto le apparenze del pane, è totalmente presente sotto le apparenze del vino. Cristo, che è indivisibile, è tutto dove si trova il suo Corpo e tutto dove si trova il suo Sangue.

È possibile che Gesù sia presente tutto in tutte le piccole ostie consacrate e nei loro frammenti? Si, è possibile poiché è presente realmente, ma in maniera particolare che S. Tommaso chiama "a modo della sostanza": ora la sostanza dell’acqua è presente sia in tutte le goccioline, come nei fiumi, nei laghi, così Gesù è presente contemporaneamente in tutte le ostie consacrate e nei loro frammenti.

S. Paolo esprime la fede degli apostoli e della chiesa primitiva nell’Eucaristia con queste chiare parole: "Il calice della benedizione che noi benediciamo non è forse comunione con il Sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo non è forse comunione con il Corpo di Cristo?" .

"Chiunque in modo indegno mangia il pane e beve il calice del Signore, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore; mangia e beve la sua condanna".

I cristiani dei primi tempi erano soliti portare l’Ostia Santa agli ammalati e carcerati. Fu in questo servizio di fede che il ragazzo S. Tarcisio fu scoperto e ucciso; e sulla sua tomba il Papa S. Damaso fece incidere queste parole: "Egli preferì consegnare la sua anima alla morte piuttosto che consegnare le celesti membra (di Gesù) ai cani".

Tutti i Padri e i Dottori della chiesa proclamano questa medesima fede.

I fratelli Ortodossi, che si sono separati dalla Chiesa Cattolica verso l’anno mille, conservano la stessa nostra fede nell’Eucaristia.

Tutta la cristianità per millequattrocento anni ha conservato questa fede eucaristica. Lutero avrebbe voluto negarla per dare un altro schiaffo al Papa, ma non c’è riuscito e l’ ha difesa contro Zuinglio e altri eretici, dicendo: "le parole di Gesù sono chiare".

Gesù ha confermato la sua presenza nell’Eucaristia mediante clamorosi miracoli dei quali si conservano sicure documentazioni in diverse parti del globo: per esempio a Lanciano, Bolsena, Orvieto, Siena, Ferrara, Torino, Trani, Amsterdam, Parigi, Bruxelles, Daroca (Spagna), Alatri, Cascia, Bagno di Romagna, ecc.

Anche oggi ci sono dei miracoli eucaristici: per esempio a Lourdes, quando viene impartita la benedizione con l’Ostia Santa agli ammalati, ogni anno qualche ammalato grave guarisce all’istante.

Cristo, potenza infinita, che dal niente ha creato ogni cosa e che continuamente trasforma il cibo materiale che mangiamo, nella nostra carne e nel nostro sangue, poteva fare in maniera di diventare presente nell’Eucaristia al posto della sostanza del pane e del vino (transustanziazione). Lo poteva fare. L’ha fatto; ne siamo sicurissimi. Quindi possiamo ripetere con il Manzoni: "Sì, Tu scendi ancor dal Ciel; / sì, Tu vivi ancor fra noi. / Sol appar, non è quel velo. / Tu l’hai detto, il so, / come so che tutto puoi, / che ami ognor i tuoi redenti, / che s’addicono i portenti / a un amor che tutto può".

 

 

3. REALTA’ DOLCISSIMA: Gesù ci ama tanto da stabilire la sua dimora in mezzo a noi: mediante l’eucaristia, abita nelle nostre chiese, vicino alle nostre case, giorno e notte, chiamandoci e aspettandoci per ricolmarci di grazie, di conforto, di favori celesti. Va ripetendo: "Venite a me voi tutti che siete stanchi e affaticati e Io vi ristorerò" . Una lampada piccola, ma che è il faro più potente del mondo, ce lo indica, e con la sua luce tremolante pare ci ripeta le belle parole di Victor Hugò: "Venite a Lui, voi che piangete tanto; / sanno quegli occhi suoi che cos’è il pianto. / Venite a Lui, voi che tanto soffrite: / sa quel suo Cuore tutte le ferite. / Venite a Lui voi che passate in fretta. / Egli mai s’allontana e sempre aspetta".

S. Elisabetta, Regina d’Ungheria, patrona delle francescane secolari, fin dai 4 anni cominciò a fare tante visite ogni giorno a Gesù Sacramento.

Don Bosco raccomandava: "Non omettete mai la visita quotidiana... È un mezzo troppo necessario per vincere il demonio".

S. Francesco di Sales ripeteva: "Centomila volte al giorno noi dovremmo visitare Gesù nel SS. Sacramento".

E S. Alfonso osava ripetere: "Siate certi che di tutti gli istanti della vostra vita, il tempo che passate davanti al Divin Sacramento sarà quello che vi darà più forza durante la vita, più consolazione nell’ora della morte e più gloria per l’eternità.

ESEMPIO. La B. Pierina Morosini (1931–1957), francescana secolare, martire della castità a 26 anni, nasce a Fiobbio di Albino (Bergamo). Fin da bambina è molto devota dell’Eucaristia. A 15 anni è operaia tessile ad Albino, felice di mantenere la sua numerosa famiglia con il suo salario che è l’unico nella casa poiché il padre è inabile al lavoro. A 16 anni, in pellegrinaggio a Roma per la beatificazione di Maria Goretti, esclama: "Che gioia fare la morte di Goretti!".

È sempre al lavoro: nello stabilimento, in casa, in campagna, per l’Azione Cattolica, per le Missioni, per il Seminario, per le Vocazioni, per i malati, per ogni opera di bene, diffondendo ovunque serenità che attinge ogni mattina dalla visita a Gesù Sacramentato e dalla Comunione giornaliera. Prega continuamente: in chiesa, in casa, sul lavoro, per la strada; nei 4 Km. che percorre a piedi per recarsi in fabbrica recita sempre il Rosario. Un giorno torna a casa dallo stabilimento percorrendo il solito sentiero; ma dalla fitta boscaglia un uomo si precipita contro di lei e la tenta al peccato impuro. Ai suoi decisi no, l’aggredisce con ferocia, poi la percuote brutalmente con una pietra. Lei reagisce fieramente, lotta, cade, si rialza e fugge, ma dopo una ventina di metri, precipita a terra sfinita e in stato di irreversibile coma. Muore martire, dopo due giorni, all’ospedale di Bergamo.

Da Gesù che ogni giorno visita nella chiesa e accoglie nella S. Comunione, riceve tanta forza da lasciarsi piuttosto uccidere pur di non commettere peccato. Andava ripetendo queste parole che devono essere pure il nostro programma: "Piuttosto che fare il peccato mi lascio ammazzare. Senza Gesù non posso vivere; quando al mattino mi sono comunicata non ho più paura, mi sento forte".

PROPOSITO. Facciamo ogni giorno una visita a Gesù Sacramentato: attingeremo serenità, forza spirituale, santità, gioia.

 

 

 

PENSIERI EUCARISTICI

 

 

L'Eucaristia è il capolavoro delle opere stupende del Salvatore. E’ la continuazione e il prolungamento dell'Incarnazione. E’ la moltiplicazione della presenza di Gesù in questa terra di esilio. E’ rinnovazione del Sacrificio del Calvario. E’ il mezzo creato dalla sapienza e dall'amore di Dio per unirsi intimamente con ciascuna delle creature redente dal suo Sangue. E’ il simbolo della perfezione cristiana, il pegno della risurrezione e della vita eterna. Per l'Incarnazione Dio si abbassa fino all'uomo, per l'Eucaristia l'uomo si innalza fino a Dio.

S. Alberto

 

 

Il dono davvero accetto a Dio è il nostro amore scambievole, significato dell'Eucaristia ed effetto principale di questo Sacramento.

Se ci amiamo l'un l'altro Iddio riceve davvero la SS.ma Eucaristia da noi come dono gradito dai suoi amici ed essa gli da quella gloria che gli dobbiamo.

L'opera che Cristo compie nel mondo per mezzo della Chiesa e dei sacramenti, è quella di incorporarci e trasformarci in Lui con la carità.

E questo viene compiuto soprattutto con la SS. ma Eucaristia.

 

T. Merton

 

 

L'Eucaristia comincia a Betlemme e nelle braccia di Maria. Maria procurò all'umanità il pane, di cui è famelica, e che solo può nutrirla, Ella ce lo custodirà, questo buon pane! Pecorella divina, s'accinge a nutrire l'Agnello di cui noi mangeremo le carni vivificanti. Lo alimenta col suo latte verginale, lo alleva per il sacrificio, perché già conosce a che cosa è destinato, sa già, e fra pochi giorni lo saprà ancor meglio, che Egli è nato per l'immolazione; Ella accetta questa volontà di Dio a suo riguardo, e porta fra le braccia, e ci prepara la Vittima de! Calvario e dell'Altare.

 

S. Eymard

 

 

Se altro non hai da offrire al Signore, presentagli almeno il dolore e la pena.

A tanti uomini è costata tanta fatica quel pezzo di pane che riposa sulla patena.

Se vuota è la tua mano e arida è la tua bocca, offri il tuo cuore ferito e tutto il tuo pianto.

Perché il vino scorresse nel calice non è stato forse necessario che il grappolo fosse spremuto e il chicco franto?

Se altro non hai in te che il peccato e la malvagità, la stanchezza della vita e tutta l'umana pena, le tue mani innalzino al cielo queste tristi cose perché la Misericordia le ha ricevute come di più nella sua Cena.

E se non hai più neanche la forza dell'offerta e della preghiera, se tutto in te non è che assenza ed abbandono, accetta in silenzio che un altro si carichi di te e ti assuma perché l'offerta e l'offerente siano un sol dono.

 

Daniel Rops

 

La Comunione, come cibo e medicina dell'anima, tende a mantenere e sviluppare la nostra vita di grazia e ad assicurarne la sussistenza e la crescita. Ma la grazia è il germe della gloria. Questa scaturisce da quella come il fiore dal bocciolo. Quanto più o rigoglioso il bocciolo, tanto più è ricco e splendido il fiore. L'essere in Cristo quaggiù è il presupposto dell'essere con Cristo lassù. L'Eucaristia compie nella nostra anima un lavoro costante di trasfigurazione: la prepara progressivamente alla vita eterna.

La gloria dell'anima ridonderà un giorno anche sul corpo e la prepara alla gloria della risurrezione. Tanto più che nella Comunione Sacramentale è proprio il corpo che entra in contatto più stretto con la Carne e con il Sangue del Signore.

 

P. B. Goebel Cap.

 

 

L'Eucaristia è Gesù con noi. Ella rinnova l'Incarnazione e perpetua la vita di Gesù in terra...

L'Eucaristia è Gesù per noi. Ella non soltanto ricorda, ma anche riproduce il sacrificio di Gesù sul Calvario... L'Eucaristia è Gesù a noi. Ella ci da Gesù vivo e vero, in cibo e bevanda, per la perfetta unione.

 

Card. M. Massimi

 

 

Figlia mia, vuoi tu darmi il tuo cuore per farvi riposare il mio amore sofferente, da tutti disprezzato? Io cerco anime che accettino sacrifici per il compimento dei disegni del mio Cuore.

 

N. Signore a S. Margherita M.

 

 

Se sei aggravato dall'iniquità, Gesù in Sacramento è la giustizia; se abbisogni di aiuto, Egli è la forza; se temi la morte, Egli è la vita; se desideri il Cielo, Egli e la via; se vuoi fuggire le tenebre, Egli è la luce; se cerchi il cibo, Egli è l'alimento.

 

S. Ambrogio

 

 

La Comunione Eucaristica ha per oggetto di alimentare l'unione santificante e vivificante dell'anima con Dio, di mantenere e fortificare la vita spirituale e interiore, di impedire che nel viaggio e nel combattimento terreno venga a mancare ai fedeli quella vita che è stata loro comunicata nel battesimo.

 

Pio XII

 

 

Il Verbo Incarnato dimora in Cielo per rendere felici gli Angeli e i Santi, dimora nell'Eucaristia per rendere felici noi.

 

S. Agostino

 

 

Come il fuoco che noi vediamo quaggiù, possiede la doppia facoltà di bruciare e di rischiarare, così  il corpo del Signore, simile a fuoco ardente, se ricevuto con timore e rispetto, consuma i peccati e illumina tutta l'anima.

 

S. Francesco d'Assisi

 

 

 

 

 

Gesù è il grande sconosciuto, il grande dimenticato, il grande abbandonato. Dalla sua prigione grida il suo amore, ma gli uomini non ascoltano la sua voce. Chiama le persone ma queste girano la testa per correre dietro ai loro affari, ai loro piaceri.

Tutti quelli che amano Gesù dovrebbero circondarlo di amore ardente e costante assiduità. Invece gli contano i minuti! Se ne vanno senza avergli detto una parola con il cuore!

Gesù desidera essere visitato. Ha sete di affetto e di tenerezza ed è felice quando si vede amato. La sua prigione è diventata l'incontro di tutte le gioie del ciclo e della terra. Colloqui intimi tra Gesù e le anime. Comunicazione di vita a coloro che si nutrono di Lui.

P. Sp. E. M.

 

 

Gesù aveva innanzi agli occhi il mondo intero e tutte le generazioni che dovevano succedersi fino alla fine dei tempi. Per tutti istituì il Sacramento. A tutti offrì la sua Carne santa e il suo Sangue redentore.

Aveva promesso di restare tra gli uomini; che si sarebbe dato in cibo e trovò un modo di presenza e di cibo che permette a tutti di nutrirsi facilmente dì lui.

Ha costellato la terra di Ostie, come il firmamento di stelle. Si è costruito ovunque dei templi e ha innalzato innumerevoli torri quale segno tangibile della sua presenza.

Scelse per tarai mangiare il frumento di cui la terra e prodiga: il nutrimento più umile, più universale

 

P. Sp. E. M.

 

 

Ai nostri giorni, più che mai, son necessari uomini che disarmino, mediante la propria immolazione, la collera di Dio, irritato contro i delitti sempre crescenti delle nazioni: ci vogliono anime che, con le loro suppliche, riaprano i Tesori della grazia, chiusi dall'indifferenza generale; ci vogliono dei veri adoratori, vale a dire, uomini di fuoco e di sacrificio: quando questi saranno numerosi attorno al loro Divin Capo, Dio sarà glorificato. Gesù amato, le società ritorneranno cristiane, conquistate a Gesù Cristo per mezzo dell'apostolato della preghiera eucaristica.

 

S. Eymard

 

 

L'Eucaristia è il miracolo dell'amore. Sotto questo aspetto è senza dubbio il più grande miracolo, perché l'Eucaristia è Gesù donato all'anima.

Ma è anche il miracolo della fede pura, perché all'Eucaristia si crede unicamente perché Lui lo ha detto, si crede esclusivamente sulla sua parola. Perciò con la Comunione possiamo fare il più bell'atto di fede e di amore al Signore. Con la

fede in Gesù Eucaristia, presente realmente in noi, possiamo riparare nel modo migliore alle incredulità degli uomini. E quando la Comunione è fatta con frequenza, rispetto, raccoglimento, purezza, possiamo riparare ogni negligenza, freddezza, ingratitudine e sacrilegio degli uomini verso il suo grande amore.

 

Dionisi S.I.

 

Alla S. Messa riceviamo il Corpo della Vita stessa e beviamo il suo santo Sangue in remissione dei peccati e partecipazione d'immortalità; credendo che uno solo è il Sacerdote e la Vittima: Colui che offre ed è offerto.

 

S. Cirillo d'Alessandria

 

 

S. Cirillo d'Alessandria

Le tue lacrime acquisteranno un valore infinito se versate nel Calice che raccoglie il Sangue di Gesù nella Santa Messa. Pensa che assistendovi con fede e penetrazione puoi offrirti vittima con Gesù sul medesimo altare.

 

Da “ Cuore a Cuore “

 

 

L'Eucaristia consacra la vita umana; essa fa dei vostri corpi dei templi, delle vostre anime dei tabernacoli. Non profanate dunque ciò che Dio ha consacrato: abbiate costumi eucaristici.

 

Monsignor Gay

 

 

Il miglior modo per economizzare il tempo è di spenderne tutte le mattine mezz'ora per ascoltare la Santa Messa.

 

F. Ozanam

 

 

Per quanto puoi, va' ad assistere alla S. Messa; e se le occupazioni non te lo permettono, desidera almeno di assistervi e intanto offri a Dio il Sacrificio di Gesù sulla Croce, perché ti preservi da ogni disgrazia e benedica i lavori della giornata.

 

S. Alfonso de' Liguori

 

 

Ogni volta che tu celebri o ascolti la Messa,ti deve sembrar cosa grande, nuova e gradita, come se Gesù Cristo quel giorno medesimo, sospeso alla Croce, stesse soffrendo e morendo per la salvezza degli uomini.

 

dall'Imitazione di Cristo

 

Ah, facciamo spesso la comunione spirituale, così in punto di morte potremo dire a Gesù: " Gesù mio vi ho accolto tante volte nel mio povero cuore; ora accogliete me con Voi in paradiso “.

 

S. Gabriele dell'Addolorata

 

 

Con l'orazione domandiamo a Dio le grazie; nella S. Messa lo costringiamo a darcele.

 

S. Filippo Neri

 

 

Io sono la piccola goccia d’acqua che è mescolata al vino della Messa. E il vino della Messa diventa il Sangue dell'Uomo-Dio. E l'Uomo-Dio è sostanzialmente unito alla SS.ma Trinità.

La piccola goccia è trascinata nel fiume di vita della Santa Trinità.

 

Card. Mercier

 

 

L'ultimo giorno del mondo si celebrerà ancora la Messa e l'ultima voce che risuonerà sulla terra sarà la voce di quel Cuore che, immolandosi nell'Ostia Santa, dirà al Padre: Invoco, o Padre, per il mondo un'ultima onda di misericordia; invoco per il mondo un'ultima benedizione e il tuo perdono.

 

Mons. Fabozzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL PANE DELLA VITA

 

 

“Chi Vive l'Eucaristia non può dormire sonni tranquilli, perché si rimane invasi dalla passione, perché non ci si rifugia solo in una confortevole convivialità d'amore ma con essa arriviamo ad amare gli antipatici e/o i nemici.”

 

La comunione trasforma l'anima in una pietra viva della città divina e ogni anima in un tempio di Dio.

Edith Stein

 

Il sacrificio Eucaristico è la fonte, il centro e il culmine di tutta la vita cristiana.
Giovanni Paolo II

 

Il frutto fondamentale dell'Eucaristia è la carità, come capacità di dare la vita come l' ha data Gesù. Ma il riferimento a Gesù, colloca la carità entro le coordinate della fede e della speranza: Gesù dona la sua vita in nome e in forza di uno speciale rapporto contemplativo con il Padre.

C .M. Martini

 

È la comunione a infondere la risolutezza e il coraggio, che nessun intervento o scienza dell'uomo può riuscire a ottenere tra noi.
Giovanni XXIII

 

Essere uniti a Gesù attraverso l'Eucaristia mi dà il coraggio di riprovare ad essere migliore dove il giorno prima ho mancato: sia verso gli altri, sia verso me stessa.

Enrica Lombardi

 

È dovere di ogni cristiano mettersi alla scuola dell'Eucaristia perché in essa fruttifica la Parola accolta con fede, fiorisce la preghiera per gli altri nella carità, tutto è ricondotto a diventare lode e ringraziamento, e la comunione con Cristo apre alla comunione con Dio e con i fratelli.

M. L. Ariosto

 

 

Per questo Corpo eucaristico di Cristo, io non sono più terra e cenere, non sono più prigioniero, ma libero; per questo io spero i cieli, e di possedere i beni che si trovano in essi: la vita immortale.
S. Giovanni Crisostomo

 

Non permettere mai che qualcuno venga a te senza che se ne vada via migliore e più contento. Sii l'espressione della bontà di Dio. Ai bambini, ai poveri, a tutti coloro che soffrono, dà loro non solo le tue cure, ma anche il tuo cuore.

Madre Teresa di Calcutta

 

Il Signore non sta nel tabernacolo per sé, ma per noi, poiché ama stare vicino ai figli degli uomini e inoltre sa che abbiamo bisogno della sua presenza
Edith Stein

 

Innalzo lo sguardo a te; attendo il Pane Vivente che è nel cielo e che discende dal cielo. Dammi eternamente di questo pane. Distruggi questa vita, che ben presto avrà fine, e riempimi di quella vita soprannaturale, che non morirà mai.

J.H. Newman

 

Noi mangiamo il pane consacrato e i nostri corpi diventano sacri;non sono nostri, sono di Cristo, sono pervasi di quella carne che non ha visto la corruzione; diventano immortali.

J.H. Newman

 

Donaci, Signore, l'energia del navigatore instancabile. Vogliamo nutrirci del tuo Pane, vogliamo identificarci con te, quali che siano gli sforzi necessari per farlo.

Giovanni Vannucci

 

Il Signore vi guarda sempre con uno sguardo di amore; vi guarda con occhi di bontà, pieni della tenerezza di un padre;vi segue dappertutto, voi siete la sua continua occupazione.

S.Pier Giuliano Eymard

 

L'Eucaristia è il termine e il coronamento di tutti i sacramenti.
Dionigi Areopagita

 

L'Eucaristia è istituita perché diventiamo fratelli; viene celebrata perché da estranei e indifferenti gli uni gli altri, diventiamo uniti, uguali ed amici; è data perché, da massa apatica e fra sé divisa, se non avversaria, diventiamo un popolo che ha un cuore solo e un'anima sola.
Giovanni Paolo II

 

Il mio cuore ripete senza fine che voglio Te, Te solo!

Tutti i desideri che ogni giorno e notte mi distraggono sono falsi e vani, fin nel profondo dell'anima.

Come la notte cela nelle tenebre la brama che ha della luce, così nel profondo dell'essere mio, un grido risuona: Te, Te solo!

Tagore

 

Una sola comunione ben fatta è capace di farci sentire santi e perfetti.
Francesco di Sales

 

La Santa Eucaristia è Gesù passato, presente e futuro.
Pier Giuliano Eymard

 

O mio Salvatore, tu sarai il mio solo Dio! lo non voglio avere altro Signore all'infuori dite. Spezzerò in frantumi tutti gli idoli che vorranno rivaleggiare con te, nel mio cuore. La mia vita sarà pregarti, offrirmi a te, tenerti dinanzi a me, adorarti nel tuo Santo Sacrificio,
e abbandonarmi a te nella Santa Comunione.

J. H. Newman

 

L' Eucaristia contiene il significato, il dolore e la beatitudine della nostra esistenza.

Karl Rahner

 

L'Eucaristia è quel Figlio di Dio, Gesù, che assunse la natura umana
e la visse in tutte le sue espressioni terrene di gaudio, di dolore, e di
resurrezione.
E' lo stesso Gesù che rivive le medesime situazioni umane nella vita di
ogni uomo. Ecco il significato profondo di ogni vita nascosta con Cristo in Dio, la speranza profonda di risorgere in Lui e per Lui a quella beata felicità che è meta offerta a tutti e desiderio profondo di ogni persona: una felicità per sempre!
Anonimo

Noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie Signore, per il grandissimo dono del tuo Corpo e del tuo Sangue, Tu che sei il Signore e creatore del cielo e della terra e di tutto l'universo, ti doni a noi, poveri peccatori.
Con il tuo dono hai cambiato il mare delle nostre passioni indistinte e dei nostri peccati, che ci hanno sempre travolto, in terra ferma.
Con il tuo dono ci fai passare indenni attraverso tutte le tribolazioni e ci fai passare a piedi il fiume della nostra vita, che sfocerà nel Mare del tuo Amore e nella Gioia senza fine. Amen.

(Cfr. Sal 66 (65), 6).

23/6/2002: XII Dom. TO-A.

 

Signore, benedici il mio cuore, perché sia il tempio vivo del tuo spirito
e sappia dare calore e rifugio, sia ricco di perdono e di comprensione,
e sappia condividere con amore il dolore e la gioia.

Sabine Naegeli


Pane e vino vengono offerti in cibo e bevanda per una comunione di vita che ha nella croce il suo fondamento.
Giuseppe Betori

 

Incontratelo, carissimi, e contemplatelo in modo tutto speciale nell'Eucaristia, celebrata e adorata ogni giorno, come fonte e culmine dell'esistenza e dell'azione apostolica

Giovanni Paolo II

 

Diceva Don Bosco:

volete molte grazie? Visitate Gesù nell'Eucaristia,

volete moltissime grazie? Visitate spesso Gesù nell'Eucaristia.

Ma la grazia importantissima che ottiene chi ne fa l'esperienza, è la trasformazione della mente e del cuore che avverte in se stesso non per volontarismo, ma per la grazia trasformate propria dell'Eucaristia.
Lode a Gesù presente in mezzo a noi!

Anonimo

 

Dio si è fatto uomo, ed ecco Gesù sulla terra.

Ma era nella logica dell'amore che poi trovasse il modo di rimanere nei secoli, ed essere presente ovunque: escogitata dalla sua fantasia divina, inventò l'Eucaristia.

Chiara Lubich

 

Io credo nel sole anche quando non brilla.
Io credo nell'amore anche quando non lo sento.
Io credo in Dio anche quando tace.
Anonimo ebreo

 

Non è stato per caso che il Signore volendosi dare tutto a noi, ha scelto la forma del pasto in famiglia.

Il convito eucaristico diventa così segno espressivo di comunione, di perdono e di amore.

Giovanni Paolo II

 

Gesù è l'amore infinito. Solo Lui ti può riempire la vita.
Solo Lui ti può amare. Fratello mio, vai da Gesù.
Egli ti riempirà l'anima di gioia, d'amore e di una pace immensa.
Madre Teresa di Calcutta.