I Luoghi della Fede a Calenzano

 

 

 

CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

A CAPALLE

Mosaico di particolare interesse che rappresenta la Madonna col Bambino in atto di donare grazia. Il mosaico riproduce in forma ridotta una parte dell’originale realizzato presso l’omonima chiesa di S. Giovanni Rotondo.

Lavoro eseguito dalla Mosaici M. Mellini nel 1968

 

 

 

NUOVA CHIESA DIS. MARIA MADRE DI DIO”

Posa della prima pietra – 13 aprile 2014

 

PIEVE SAN DONATO A CALENZANO

 

PIEVE SAN NICCOLO’ A CALENZANO

 

PIEVE SANTA MARIA A CARRAIA

 

PIEVE SAN SEVERO A LEGRI

 

CHIESA SANTA LUCIA A SETTIMELLO

 

CHIESA SAN RUFIGNANO A SOMMAIA

 

CHIESA SANTA MARIA DELLE GRAZIE A CAPALLE

 

CHIESA SANTA MARIA A TRAVALLE

 

La funzione storica delle pievi

 

 

 

 

PIEVE SAN DONATO

 

 

Edificata in cima al Colle di San Donato lungo il percorso di una delle vie romane che univano Firenze a Bologna.

La Pieve di San Donato, detta "Sancti Donati siti Marinae" o tra le due Marine, è anteriore all'anno Mille; dedicata al Santo di epoca Longobarda si fa risalire al IX o X secolo. E’ fra le più antiche e importanti chiese del territorio. Il più antico documento che ci rimane è del 1° giugno 1020.

 

 

Era più piccola e più bassa e sembra che solo il campanile nella parte inferiore sia di quel periodo.

La Pieve fu collegiata fino alla metà del XIV secolo, anche se in condizioni precarie; ospitava, cioè, a vita comune i rettori delle chiese dei territorio ad essa soggetto.

La vicinanza al castello di Calenzano e alla strada che si inerpicava verso Combiate(Mugello), determinò tristi avvenimenti anche per la Pieve per le lotte e i saccheggi dei vari "signori" del tempo.

 

 

Verso la metà del 1400, la potente famiglia dei Medici ricevette il patronato dell'ambita Pieve e lo mantenne per un paio di secoli. Sotto di essa, la chiesa subì radicali restauri e trasformazioni.

Nel 1460 il pievano Carlo de' Medici, figlio di Cosimo il Vecchio, ricostruì la chiesa, il chiostro, la canonica e la adiacente villa vecchia, rendendo il complesso simile all'attuale.

Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, fu parroco e curò questa chiesa, prima di diventare papa, nel 1513, col nome di Leone X.

G.Balducci,Miracolo di SanDonato

G. Balducci, Crocifissione

 

Il cardinale Alessandro de' Medici, pievano di San Donato dal 1570, prima di essere Arcivescovo di Firenze e poi eletto papa, nel 1605, col nome di Leone XI, curò il restauro della chiesa con le tre navate, completamente affrescate con figure e storie di San Donato e altri santi, ad opera del pittore Giovanni Balducci, detto Cosci.

Conclusi i lavori, la Chiesa fu consacrata dallo stesso Alessandro il 1 ° gennaio 1598.

Del ciclo pittorico cinquecentesco non rimane oggi traccia.

 

 

Nel Settecento, la famiglia dei Bardi, che aveva il patronato della Pieve, vi fece di nuovo restauri e stravolgimenti: la chiesa fu innalzata e trasformata sia all'interno che all'esterno, la vecchia facciata a pietra fu coperta d'intonaco e stucchi decorativi, assumendo il volto barocco che conserva tuttora.

Ne! 1784, per la soppressione dei beni ecclesiastici del Granduca Pietro Leopoldo di Toscana, la chiesa fu espropriata della grandiosa canonica che vediamo.

Nel 1799 la Pieve di San Donato fu dichiarata Propositura.

 

 

( Fonte:Parroco della chiesa di San Donato a Calenzano)

 

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PIEVE SAN NICCOLO’

 

 

All’interno delle mura di Calenzano è la chiesa dedicata a San Niccolò. Si trova nella parte più elevata del colle, dove era il primitivo cassero dei potenti Conti Guidi di Modigliana, primi signori del castello di Calenzano. La sua ubicazione al margine della zona più elevata del colle, e in prossimità del cassero, lascia presumere che la sua nascita sia legata a quella del castello stesso, del cui primo nucleo fu la chiesa castellana.

 

 

La prima menzione documentaria risale al 1260 negli elenchi del Libro di Montaperti. Il popolo di S. Nicholai de Calenzano doveva fornire il pane per l’esercito guelfo. Fu proprio l’appartenenza al partito guelfo che, dopo la disfatta di Montaperti, segnò per il popolo di san Niccolò la sua condanna. Il libro dei danni redatto nel 1269 elenca le massicce distruzioni perpetrate dai Ghibellini ai danni del castello di Calenzano.Nel corso della seconda metà del Trecento la chiesa venne restaurata con il contributo di numerosi lasciti di persone del luogo e, nel 1386 fu riconsacrata da Antonio, Vescovo di Fiesole, come ricorda l’epigrafe murata sul fianco destro.

 

Nell’ambito degli ammodernamenti trecenteschi vennero eseguiti gli affreschi di Jacopo e Nardo di Cione. Nel 1602 il rettore di Calenzano fece imbiancare le pitture trecentesche e fece riaffrescare le pareti della chiesa da un pittore alla moda, Domenico Cresti detto il Passignano con l’approvazione dei patroni, i Ginori.

Nel 1650 il nuovo rettore, padre Regale Pieraccini fece nuovamente imbiancare la canonica e la chiesa cancellando, dopo solo quarant’anni, le pitture del Passignano.

 

Il Pieraccini fa costruire un nuovo altare progettato da Giovanni Caesi, rettore della Chiesa di Santo Stefano in Baroncoli, prete-pittore, autore in quest’ultima veste del quadro posto sull’altare. L’anno successivo, sempre il Caesi è incaricato di eseguire un quadro che rappresenta il miracolo di Sant’Agata, da porsi sull’altare della Santa, costruito al posto di uno antico alla destra dell’altare maggiore.

 

Nel 1654 il Pieraccini face restaurare il campanile rovinato in parte dalle guerre di trecento anni prima. Il rettore lo fa rialzare merlare e intonacare, gli fa mettere in cima e mezzo una croce di ferro e sua banderuola. Un’immagine del campanile dopo il restauro, cuspidato e merlato, è in disegno conservato in canonica.

L’intraprendenza del Pieraccini, che finanziava di tasca propria molti lavori, venne infine premiata. Nel 1655, durante la visita dell’Arcivescovo di Firenze, Francesco Nerli, per porre fine alla lunga lite fra la chiesa del castello e la pieve madre di san Donato, San Niccolò viene innalzata al grado di Prioria.

Al Pieraccini succedettero Priori che si prodigarono per restaurare ed abbellire ulteriormente la chiesa.

In data 14 marzo 1799 San Niccolò a Calenzano fu elevata a Pieve

Oggi, all’interno la situazione è molto cambiata rispetto alla descrizione tardo settecentesca.

Dei sei altari ne sono rimasti solo due. I saggi su gli affreschi hanno portato alla luce smozzicati i resti di Nardo di Cione: un Martirio di San Sebastiano sulla parete di destra , una Natività e Santi nel fondo della chiesa, un’ Annunciazione nella cappella a sinistra dell’altare maggiore.

Iacopo di Cione, Annunciazione

 

Anche il campanile si presenta modificato rispetto a quello degli inizi del settecento.

 

Oratorio della Compagnia del SS. Sacramento.

Passignano, Incoronazione di spine, oratorio della Compagnia del SS. Sacramento

 

Fonte: Calenzano e la Val Marina ( Daniela Lambertini)

 

 

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PIEVE SANTA MARIA A CARRAIA

 

 

La localizzazione della pieve è di particolare interesse: fu fondata infatti nel villaggio di Carraia, in una zona ricca di ricordi romani, nei pressi della Chiusa dove i romani derivavano le acque per l’acquedotto di Firenze.

 

E’ lecito affermare che la Pieve di Santa Maria dovette venire fondata avanti il Mille. Un atto del Novembre 1065 parla di terre affittate dal vescovo fiorentino Ribaldo in località Vico di Giorgio presso Carraia. Nell’Agosto del 1260 la pieve è elencata fra i popoli facenti capo al Sesto fiorentino di Porta Duomo. Michele Cortigiani, patrono e plebano, alla fine del XV secolo commissionò per l’altare maggiore della chiesa una Assunzione della Vergine, che ancora si conserva, dove lui stesso è raffigurato in preghiera all’angolo destro della pala.

 

Giuseppe Piattoli, Visitazione, Oratorio della Compagnia di S. Antonino a Carraia

Pittore della fine del sec.XV, Sant’Antonio Abate in trono

 

 Il suo successore Lorenzo di Carlo della Tosa ricostruì la canonica, sul lato sinistro della chiesa come la vediamo ancora oggi nelle inconfondibili linee cinquecentesche.Molti pievani che si susseguirono fra il XVIII e XX secolo furono vivaci promotori di trasformazioni e restauri.

L’organo ottocentesco, in mancanza di cantoria fu collocato in una stanza attigua; il suono viene diffuso da una finestra aperta appositamente in chiesa.

 

 

Ambito di Lorenzo di Credi, Madonna della Cintola

 

 

Fonte: Calenzano e la Val Marina ( Daniela Lambertini)

 

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PIEVE SAN SEVERO A LEGRI

 

Troviamo la Pieve di san Severo fra le case del piccolo borgo di Legri, a destra della Marinella.

E’ la più antica pieve del territorio arrivata a noi nella sua versione romanica, quasi integra.San Severo era localizzata sulla antica strada che conduceva in Mugello, arrivando da Settimello e Sommaia e risalendo la valle della Marinella.

 

Sappiamo che la chiesa è molto antica, ma è difficile stabilirne la data di fondazione. Un’iscrizione rinvenuta nel 1748 nella cripta, dove si parla del Diacono Raimberto, martire, probabilmente durante le invasioni longobarde, ci permette di datarne l’esistenza di questa alla fine del VI secolo. Le prime notizie risalgono al 983, quando la chiesa è menzionata nel luogo a Ligari come pieve, funzione che ha esercitato per secoli. La titolazione a San severo, particolarmente caro ai bizantini, sembra indicare un’origine ancora più antica.

 

Maestro di Serumido, Gli Arcangeli Michele e Raffaele con Tobiolo, al centro madonna del Rosario

L’edificio ha un impianto a tre navate  originariamente concluse da altrettante absidi ( quella di sinistra è andata distrutta), spartite da due ampia arcate poggianti su pilastri a sezione circolare di altezza ridotta. Al di sotto del presbiterio, ma accessibile dall’esterno, è una piccola cripta. Tra le opere d’arte si ricordano l’affresco della seconda metà del Trecento con San Jacopo di Pietro di Miniato e il Giudizio universale con la Madonna e Santi del XV secolo.

La chiesa subì, come ovvio, vari interventi nel corso della sua storia, uno fra i più importanti va registrato all’inizio del XVI secolo e lo riporta il di arista Luca Landucci il quale ricorda l’incidente occorso il 10 ottobre 1501, quando fu tempo molto brusco d’acqua, di tuoni, e venne molte saette in fra le quali ne venne una in sul campanile della chiesa di Legri, la mattina quando il popolo era in chiesa; e fu in domenica, e il prete apunto parato per andare all’altare, fece cadere una parte del campanile in su la chiesa e morivvi 5 persone, e più di 40 se ne fece gran male. La bella torre campanaria venne ricostruita per circa metà della sua altezza.Sotto il presbiterio della chiesa è la cripta, costituita da tre piccole navate di cinque campate ciascuna.

 

 

cripta

 

Fonte: Calenzano e la Val Marina ( Daniela Lambertini)

 

 

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CHIESA SANTA LUCIA A SETTIMELLO

 

La chiesa del villaggio di Settimello è situata nei pressi dell’antica Strada maestra barberinese, che da Sesto portava in Mugello attraversando la Val di Marina.

 

Fondata in una località dove sicura è la presenza degli Etruschi e dei coloni romani, la chiesa ha origine antiche ma mal documentate.

Documentata dal X secolo ( si trova menzionata l’esistenza nel 930).

Nel 1583 un decreto vescovile elevò Santa Lucia a Settimello a Prioria.

Il titolo dava diritto a precedere tutte le chiese del plebato durante le processioni essendo seconda solo alle Pievi. Fu rimodernata dal Priore Luca Agresti nella seconda metà del Settecento,  con sobrio aspetto barocco ad un’ampia navata con finestrone in facciata e portico scandito da pilastri ed archi, poi nell’Ottocento quando fu riedificato l’elegante campanile (1814) che ancora oggi svetta sul lato destro della chiesa e all’inizio del XX secolo.

 

Ambito di Baccio da Montelupo, Crocifisso

All’interno si conserva una scultura in terracotta policroma raffigurante Santa Lucia di Benedetto Buglioli(1537).

Sull’ altare maggiore è collocato un Crocifisso ligneo  di Baccio di Montelupo   ( inizi XVI sec.). Di particolare interesse la decorazione a grottesche del XVII sec. in alcune stanze della canonica, restaurata alla metà dell’Ottocento.

 

Nella chiesa è stato collocato l’affresco con la Madonna col Bambino  di Pietro di Miniato (XV sec.), già nel Tabernacolo di Spazzavento.

 

la Madonna col Bambino

 di Pietro di Miniato (XV sec.)

Fonte: Calenzano e la Val Marina ( Daniela Lambertini)

 

 

 

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CHIESA SAN RUFIGNANO A SOMMAIA

 

Documentata dal 1020.

 

Dal XIV sec. fu di patronato dei Da Sommaia, che nella seconda metà del Quattrocento commissionarono radicali restauri alla costruzione e, durante i quali, furono rinvenuti i resti del Santo Vescovo Rufignano, da allora particolarmente venerati in un prezioso reliquario.

 

Estinti i Da Sommaia, dopo il 1768 resse la chiesa l’illuminista Antonio Selvolino, attivo imprenditore del restauro della chiesa, che alleggerì del portico, ornò di statue, stucchi e affreschi affidati a Leonardo Cambi, ben presto scomparsi.

 

Gli interventi novecenteschi hanno dotato la chiesa di una fonte battesimale della Manifattura Ginori di Doccia e di un affresco di Otello Frantoni con il Battesimo di Gesù.

 

 

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La funzione storica delle pievi

 

Alla più antica struttura delle “ villae” romane si sostituisce in epoca altomedievale il sistema delle pievi, sorte lungo importanti vie di comunicazione. Esse, con le proprie sufraganee ed i rispettivi popoli, fungevano da centro religioso, socioeconomico e politico del territorio.

I tre plebati di Calenzano sono : San Donato, San Severo a Legri e Santa Maria a Carraia.

 

Dei tre plebati di Calenzano, quello di San Donato è sempre stato il più vasto ed il più ricco di rendite. La chiesa, fondata tra il IX e X secolo con una dedicazione ad un santo di epoca longobarda, sorge, come tutte le chiese intitolate a questo santo, su una piccola altura e lungo il percorso di una via romana: i patronati erano di importanti famiglie fiorentine, prima fra tute quella dei Medici, che nel Quattrocento restaurano radicalmente l’edificio e fanno erigere la villa annessa. Il piviere di San Donato comprende nel XII secolo undici chiese, fra le quali San Niccolò nel castello di Calenzano ( divenuta pieve solo nel 1799), San Lorenzo a Pizzidimonte (passata nella seconda metà del Quattrocento sotto Prato) e Santa Maria a Querceto ( dal Quattrocento dipendente dalla Pieve di San Martino a Sesto Fiorentino). Le altre suffraganee sono, a Sommaia: San Michele ( sconsacrata), Santo Stefano ( non più officiata ) e San Ruffiniano; a tra valle: Santa Maria e San Bartolomeo (scomparsa); Santa Maria fra le due Marine (sconsacrata) ; Sant’Angelo a Calenzano (trasformata); Santa Maria a Fibbiana (sconsacrata) e Sant’Anna Vecchia in Caldana ( in rovina). Dagli inizi del XX secolo la chiesa di Santa Lucia a Settimello fa parte dell’ampio plebato di San Donato.

 

San Severo a Legri, sorta lungo la più antica via per il Mugello, ha mantenuto all’esterno l’aspetto romanico dell’XI/XII secolo, mentre l’interno ha subito una radicale trasformazione, consistita in una singolare sopraelevazione del pavimento. Dal piviere di San Severo fanno parte San Martino e San Romolo a Leccio (sconsacrata); San Pietro nel Castello di Legri, Santi Fabiano e Sebastiano alla Collina (scomparsa), Santa Maria alla Querciola e San Michele a Cupo                  ( confinante con il piviere di San Giovanni in Petronio nel Mugello; oggi in rovina).

 

La terza Pieve di Calenzano, Santa Maria a Carraia, sorta intorno all’anno 1000, ha avuto anch’essa un ambito patronato, diviso tra illustri casati fiorentini, quali i Cattani, i Della Tosa, i Visdomini, i Cortigiani.

Le sue parrocchie dipendenti sono Santa Margherita a Torri (sconsacrata e inglobata in una villetta); San Lorenzo a Vezzano               (demolita nel Settecento); Santo Stefano a Secciano; San Lorenzo a Lama (in rovina); San Pietro a Casaglia; Santa Lucia a Collina ( sconsacrata) e Sant’Ellero a Combiate ( scomparsa).

 

Fonte: Calenzano, Storia,arte, tradizioni, ambiente alle porte di Firenze

 ( ATC Calenzano)

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