SIMONE (lo zelota)

GR ed EB. SHIMON

 

 

 

 

 Le quattro volte in cui il Nuovo Testamen­to parla di Simone, discepolo di Gesù, uno dei Dodici, lo identifica come zelota: «Simone soprannominato zelota» (Le 6,15); «Simone lo zelota» (At 1,13); e «Simone il cana­neo» (Mt 10,4; Me 3,18). Il termine "cana­neo" non significa che Simone fosse cananeo o che provenisse dalla città di Cana; piuttosto, è una traslitterazione greca del termine aramaico qan'an, che significa "uno zelota".

 

 

Gli studiosi non concordano nel ritenere se il termine sia semplicemente una descrizione del fervore religioso di Simone o se indichi la sua appartenenza a un gruppo rivoluzionario contrario all'occupazione romana della Pale­stina, un gruppo deciso a combattere gli stra­nieri e coloro che li appoggiavano con la vio­lenza. Discutono anche sulla natura e le date di tale movimento o addirittura sull'esistenza di un simile partito. Alcuni anni prima del mi­nistero di Gesù, nel 6 d.C, un gruppo guidato da Giuda il galileo resistette invano all'annes­sione della Giudea come provincia romana. Forse fu allora che nacque il movimento degli zeloti, sebbene la tradizione dello zelo religioso possa esser fatta risalire almeno al nipote di Aronne, Finees.

I rapporti tra Giudei e Romani erano un ar­gomento scottante sia per i seguaci di Gesù sia per i suoi oppositori. Tuttavia il suo ministero era così vasto, il suo pensiero così aperto da in­cludere tra i suoi apostoli due persone prove­nienti da opposti fronti politici: Simone, forse tra i fautori della resistenza armata contro gli stranieri, e Matteo, l'esattore delle tasse al ser­vizio dei padroni della Giudea. Purtroppo gli scritti neotestamentari non offrono maggiori informazioni su questi due uomini, né su come fosse cambiato il loro atteggiamento dopo es­sere diventati discepoli di Gesù.

 

Torna a: I DODICI