GIUSTINO MARTIRE

 

 

VITA DI GIUSTINO MARTIRE
Vissuto nel 2° secolo, difensore della fede.

 

VERGINE MADRE
Il mistero della verginale maternità di Maria.

 

MARIA E LE PROFEZIE
Le profezie che riguardano Gesù alla luce del mistero di Maria

 

EVA MARIA
Un bel parallelismo antitetico tra Eva e Maria

 

 

 

 

 

VITA DI GIUSTINO MARTIRE

 

Giustino è il maggior difensore della Chiesa del secondo secolo. Nacque in Palestina, nell’antica città di Sichem, da genitori pagani. Assetato di verità, la cercò presso varie scuole del tempo, senza trovarla; finché un giorno, sulla spiaggia di Efeso, incontrò un uomo anziano che gli parlò di Cristo e dei profeti. La sua mente si aprì alla verità: si fece cristiano e apostolo, ponendo al servizio del Vangelo la sua preparazione filosofica.

La dottrina di Giustino si snoda attorno all’economia di Dio: progetto unitario, articolato storicamente nei due Testamenti dell’unica rivelazione, ma compresente a tutta la storia degli uomini. Fulcro e centro della divina economia è il mistero di Cristo, Verbo incarnato e redentore.

Solo in Cristo infatti ha il suo senso compiuto l'Antico Testamento, nel quale sono profeticamente adombrate tutte le tappe del suo evento storico-salvifico, dall'Incarnazione alla Pasqua, al giudizio finale.

In questo contesto dottrinale acquista singolare importanza la dottrina mariana: punto centrale è la figura della "Vergine-Madre".

Tra tutte le profezie, ha il posto d'onore Is 7, 14: la Vergine partoriente.

Per cogliere tuttavia l'ultima motivazione teologica della presenza di una donna-vergine nel progetto di Dio, Giustino enuncia il principio della riconciliazione: per la stessa strada doveva ritornare la vita, per dove era entrata la morte: è il famoso parallelo antitetico Eva-Maria, che appare per la prima volta negli scritti di Giustino, contrapponendo la scena della caduta nel paradiso terrestre a quella dell'annunciazione.

 

VERGINE MADRE

 

Nei libri dei profeti noi trovammo vaticinato il nostro Gesú Cristo: che sarebbe venuto, che sarebbe nato da una vergine, e sarebbe diventato adulto, e avrebbe curato ogni malattia ed ogni infermità e risuscitato i morti, che sarebbe stato odiato e misconosciuto e crocifisso, che sarebbe morto e risuscitato e salito ai cieli...

Isaia, poi, disse cosí: "Spunterà un astro da Giacobbe e un fiore germoglierà dalla radice di Iesse: sul suo braccio confideranno le genti" (cf. Nm 24, 17; Is 11, 1.10). Un astro radioso sorse, e un fiore spuntò dalla radice di Iesse: il Cristo. Egli infatti fu generato per potenza di Dio da una vergine del seme di Giacobbe, padre di Giuda, padre a sua volta dei Giudei: e Iesse fu veramente suo antenato, secondo il vaticinio, figlio di Giacobbe e di Giuda per ordine genealogico...

 

Sentite ancora come fosse profetizzato da Isaia che egli sarebbe nato da una Vergine. Fu detto cosí: "Ecco la vergine avrà in grembo e partorirà un figlio, e lo chiameranno per nome: Dio con noi" (Is 7,14). Quegli eventi infatti che sarebbero sembrati agli uomini incredibili e impossibili, Dio mediante lo Spirito profetico preannunciò che si sarebbero compiuti, affinché, al loro verificarsi, non fossero rifiutati, ma creduti per il fatto che erano stati predetti. La frase: "Ecco la vergine avrà in grembo", significa che la vergine avrebbe concepito senza unione carnale: se infatti si fosse unita con chiunque, non sarebbe stata piú vergine. Ma la virtù di Dio, scendendo sulla Vergine, l'adombrò e la rese incinta, restando vergine. E l'angelo di Dio, inviato in quel tempo a questa Vergine, le recò il lieto annunzio, dicendo: "Ecco, tu concepirai nel grembo da Spirito Santo e partorirai un figlio: Figlio dell'Altissimo sarà chiamato" (Lc 1, 30-32); "gli porrai nome Gesú: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1, 21), come abbiamo appreso da coloro che ci hanno raccontato tutto ciò che riguarda il salvatore nostro Gesú Cristo: ad essi abbiamo creduto, perché anche per mezzo del predetto Isaia lo Spirito profetico aveva annunciato che egli sarebbe nato come abbiamo sopra riferito. "Spirito" dunque e "Virtù" che viene da Dio, non è possibile intendere altra cosa che il Verbo. Egli, venendo sulla Vergine e adombrandola, la rese incinta, non con amplesso, ma con potenza. Il nome ebraico di Gesú in lingua greca significa "salvatore". Per questo l'angelo disse alla Vergine: "E gli porrai nome Gesú: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1, 21).

Giuseppe poi, che aveva sposato Maria, dapprima voleva scacciare la sua sposa Maria, pensandola gravida per relazione con uomo, cioè per fornicazione; ma ebbe ordine in sogno di non scacciare la sua sposa: infatti l'angelo che gli apparve gli disse che veniva da Spirito Santo quel che portava nel grembo (cf. Mt 1, 20). Preso dunque da timore, non la scacciò, ma - avendo luogo allora il primo censimento nella Giudea sotto Cirenio - da Nazaret, dove abitava, si recò a iscriversi a Betlemme, di dov'era oriundo: infatti discendeva dalla tribú di Giuda, la quale abitava quella regione. Gli fu poi comandato di fuggire in Egitto insieme con Maria e di restarvi col bambino, finché di nuovo fosse loro rivelato di tornare in Giudea. In quell'occasione nacque il bambino in Betlemme: e poiché Giuseppe non aveva in quel paese un posto dove rifugiarsi, si rifugiò in una grotta vicino al villaggio: allora, mentre erano lí, Maria partorì il Cristo e lo pose in una mangiatoia (cf. Lc 2, 1-7): ivi lo trovarono i Magi venuti dall'Arabia...

Erode allora, visto che i Magi dell'Arabia non erano tornati a lui, come sperava che facessero, ma se n'erano andati al proprio paese per un'altra strada, secondo il comando ricevuto, e mentre già s'erano rifugiati in Egitto Giuseppe insieme con Maria e il bambino, secondo ciò che pure a loro era stato rivelato, ignorando quale fosse il fanciullo che i Magi erano venuti ad adorare, comandò che venissero uccisi indistintamente tutti i bambini di Betlemme (cf. Mt 2, 16)...

 

MARIA E LE PROFEZIE

 

Per bocca di Isaia lo Spirito profetico cosí preannunciò: "Il Signore parlò ancora ad Acaz, dicendo: Chiedi per te un segno da parte del Signore tuo Dio, nell'abisso o nelle altezze. E disse Acaz: Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore. E Isaia disse: Ascoltate, dunque, casa di David! Forse è poca cosa per voi muovere guerra agli uomini? e come muovete guerra al Signore? Per questo, il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà in seno e darà alla luce un figlio, e sarà chiamato Emmanuele. Mangerà burro e miele. Prima che egli conosca o scelga il male, sceglierà il bene: perciò, prima che il bambino sappia distinguere il bene o il male, ripudierà il male per scegliere il bene. Perché, prima che il bambino sappia pronunciare papà o mamma, riceverà la potenza di Damasco e le spoglie di Samaria davanti al re degli Assiri..." (Is 7, 10-15).

Cristo come Figlio di Dio esisteva prima della stella del mattino e della luna, e fattosi carne accettò di nascere da questa Vergine della stirpe di Davide, al fine di annientare, per mezzo di questa economia, il serpente malvagio fin dal principio e gli angeli che si fecero a lui simili, e perché sia calpestata la morte e nella seconda venuta di Cristo cessi del tutto in coloro che in lui credono e vivono virtuosamente, né mai piú in seguito esista, quando gli uni, giudicati e condannati, saranno mandati all'eterno supplizio del fuoco, gli altri invece godranno dell'impassibilità, dell'incorruttibilità, dell'immunità dal dolore e dell'immortalità.

Orbene, a tutti è noto che nessuno mai, fra la discendenza di Abramo, nacque o fu detto nato da Vergine, se non questo nostro Cristo.

Il vaticinio: "Ecco, la vergine concepirà nel seno e darà alla luce un figlio", fu preannunziato per lui (il Cristo). Se infatti colui, di cui parlava Isaia, non doveva nascere da vergine, per chi altri mai lo Spirito Santo proclamava: "Ecco, il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la vergine concepirà nel seno e darà alla luce un figlio" (Is 7, 14)? Se infatti anche costui, come tutti gli altri primogeniti, avesse dovuto nascere da congiunzione carnale, per qual motivo Dio stesso diceva di compiere un "segno": il che non è cosa comune a tutti i primogeniti ?

Ma il "segno", che davvero è segno e doveva diventare motivo di credibilità per il genere umano, cioè che il primogenito di tutte le creature, incarnandosi da un seno verginale, veramente si sarebbe fatto bambino: questo in diverse maniere Dio lo preannunziò, anticipandolo per mezzo dello Spirito profetico, perché quando si fosse avverato lo si riconoscesse compiuto dalla potenza e dal volere del Creatore dell'universo.

Se dunque sappiamo che in tante forme quel Dio (il Verbo) si manifestò ad Abramo, a Giacobbe e a Mosè, perché dovremmo dubitare e non credere che egli stesso, secondo il disegno del Padre dell'universo, abbia potuto nascere uomo da una Vergine? tanto piú che possediamo molte Scritture, dalle quali si può apertamente comprendere che ciò sia avvenuto per volere del Padre.

Considerate allora come vengano fatte tanto ad Isacco quanto a Giacobbe le stesse promesse. Ad Isacco infatti cosí dice: "Saranno benedette nel tuo seme tutte le nazioni della terra" (Gn 22, 18); e a Giacobbe: "In te e nel tuo seme saranno benedette tutte le tribú della terra" (Gn 28, 14). Questo non lo dice piú né ad Esaú né a Ruben né ad alcun altro, ma solo a coloro dai quali doveva discendere il Cristo secondo l'economia che riguarda la sua nascita dalla Vergine Maria.

Dunque: non Abramo né Isacco né Giacobbe né alcun altro uomo vide mai il Padre, Signore ineffabile di tutte le cose e anche del Cristo, all'infuori del Figlio suo, che secondo il suo volere è pure Dio e Nunzio al servizio dei suoi disegni: Figlio che il Padre volle nascesse uomo dalla Vergine, come un tempo si fece fuoco, per conversare con Mosè dal roveto.

 

Quando infatti Daniele chiama "simile a un figlio d'uomo" colui che riceve il regno eterno, non allude forse a questa medesima cosa (cf. Dn 7, 13)? Infatti, il termine "simile a un figlio d'uomo" lascia intendere che egli è apparso e diventato uomo, ma mostra pure che non lo è da seme umano.

E il vaticinio di Isaia: "La generazione di lui, chi la racconterà?" (Is 53, 8) mostrava che egli ha una discendenza inenarrabile: perché nessuno, che nasca uomo da uomini, ha una discendenza inenarrabile.

E anche Davide proclamò che egli, secondo il disegno del Padre, sarebbe stato generato da un ventre prima del sole e della luna (Sal 109, 3); e mostrò che, essendo Cristo, è Dio forte e adorabile.

 

EVA MARIA

 

Il Cristo, nei suoi discorsi, parlando della sua futura passione, diceva: "È necessario che il Figlio dell'uomo soffra molto, e sia ripudiato dai farisei e dagli scribi, sia crocifisso e il terzo giorno risorga" (cf. Mc 8, 31).

Chiamava dunque se stesso "figlio dell'uomo", sia a motivo della sua generazione dalla Vergine, la quale discendeva, come già ho detto, dalla stirpe di Davide, di Giacobbe, di Isacco e di Abramo, sia perché lo stesso Adamo fu padre anche di coloro che ho enumerati, dai quali trae la sua origine Maria: sappiamo infatti che i genitori delle femmine sono considerati padri dei figli nati alle loro figlie...

 

Trovando dunque scritto nelle memorie degli Apostoli che Egli è Figlio di Dio, Figlio anche noi lo diciamo e confessiamo, perché procede dal Padre, per potenza e volere di lui, prima di tutte le creature. Nei vaticini dei profeti Egli è chiamato, secondo l'uno o l'altro aspetto: Sapienza, Giorno, Oriente, Spada, Pietra, Verga, Giacobbe e Israele; e si è fatto uomo dalla Vergine, affinché per quella via dalla quale ebbe principio la disobbedienza provocata dal serpente, per la stessa via fosse annientata.

Eva infatti, quand'era ancor vergine e incorrotta, concepì la parola del serpente e partorì disobbedienza e morte.

Invece Maria, la Vergine, accolse fede e gioia, quando l'angelo Gabriele le recò il lieto annuncio che lo Spirito del Signore sarebbe venuto su di lei e che la Virtù dell'Altissimo l'avrebbe adombrata, e che per questo motivo il Santo nato da lei sarebbe Figlio di Dio; e rispose: "Mi avvenga secondo la tua parola" (Lc I, 38). Da lei è nato costui, del quale parlano tante Scritture, come abbiamo mostrato: per mezzo di lui Dio annienta tanto il serpente, quanto gli angeli e gli uomini che gli sono somiglianti, e opera la liberazione dalla morte per coloro che si convertono dalle loro opere malvagie e credono in lui.

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