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I TRENTANOVE ARTICOLI
La
Chiesa anglicana rappresenta un'istituzione particolare in seno al
protestantesimo, di cui respinge perfino il nome, che tuttavia gli è stato
molto spesso attribuito dai cattolici. Il re Enrico VIII si era mostrato
dapprima molto ostile verso il luteranesimo e aveva ottenuto dalla Santa Sede
il titolo di difensore della fede. Ma,
non avendo potuto ottenere da Roma lo scioglimento del suo matrimonio con
Caterina d'Aragona e il riconoscimento della nuova unione contratta con Anna
Bolena, si proclamò Capo della Chiesa d'Inghilterra. I cattolici limasti
fedeli a Roma furono condannati e decapitati come traditori della Corona,
mentre gli eretici aderenti al luteranesimo venivano bruciati. E' il
cosiddetto scisma anglicano (1534). Questo scisma fece dei martiri tra i
quali i due più famosi sono John Fisher, vescovo di Rochester, e Tommaso
Moro, ex cancelliere del regno. Dopo
la morte di Enrico VIII, successe a lui il figlio Edoardo VI; siccome questi
aveva appena 10 anni, furono nominati successivamente due reggenti, Somerset
e Warwick. Fu in questo tempo che fece una prima apparizione l'eresia
protestante. Il suo paraninfo fu il famigerato Cranmer. Questi era stato
fatto da Enrico VIII arcivescovo di Canterbery, ma aveva conservato sotto il
suo regno un prudente riserbo. Egli fece venire dal continente Martin Bucero,
di Strasburgo; Bernardino Ochino, ex generale dei cappuccini diventato
apostata; Pietro Martire, ex agostiniano di Fiesole; e John Knox, il futuro
" riformatore " della Scozia. Un
vento d'eresia soffiava su tutto il regno. Da Ginevra Calvino inviò subito
lunghe lettere piene di consigli, nelle quali fingeva di trattare il giovane
re come un teologo navigato. Nel 1549, gli inglesi avevano finalmente
imparato ciò che dovevano credere. Cranmer pubblicò infatti una Confessione
di fede in 42 articoli. Improvvisamente,
avvenne un colpo di scena, il giovane re morì. Gli succedette la sorella
Maria Tudor, figlia di primo letto di Enrico VIII. Maria non aveva mai
cessato di essere cattolica. Fece immediatamente uscire di prigione i vescovi
enriciani, che avevano rifiutato di aderire ai 42 articoli di Cranmer.
Quest'ultimo fu. a sua volta arrestato e fini per espiare su un patibolo i
suoi cambiamenti politici e religiosi. Maria, con l'aiuto del cugino, il
cardinal Reginaldo Polo, riconciliò l'Inghilterra con Roma. Si poteva sperare
il ritorno alla tranquillità e alla pace, quando Maria morì senza lasciar
figli il 15 novembre 1558. Aveva sposato, con grave disappunto degli Inglesi,
il re di Spagna Filippo, figlio di Carlo V. La
regina Elisabetta, che succedette n Maria, era la figlia di Enrico VIII e di
Anna Bolena. Era una donna dotata di spirito, di cultura, di volontà e di
autorità, ma sprovvista di ogni senso morale, che univa alla civetteria il
cinismo e la crudeltà. Fu essa a rompere definitivamente i contatti con Roma
e a dare al suo regno il proprio Credo e la propria organizzazione religiosa. A
partire dal 1559 si proclama capo della Chiesa nazionale con l'Atto di
supremazia, e riporta in vigore, con l'Atto di conformità, il Libro della
preghiera comune già pubblicato sotto Edoardo VI. Tutti i vescovi del tempo
della regina Maria furono destituiti. Un calvinista, Matteo Parker, fu
chiamato alla sede primaziale di Cantorbery. Egli fu nel 1559 consacrato
invalidamente - secondo il giudizio di Roma - perché era stata esclusa
espressamente dall'Ordine l'idea di sacrificio, senza la quale non vi è
sacerdozio valido. E siccome egli consacrò in seguito tutti gli altri vescovi
secondo il medesimo Ordinale invalido e senza avere egli stesso il potere di
consacrare, le Ordinazioni anglicane furono da quel momento invalide. Dopo
accurate ricerche che si esigevano dalle rispettabili convinzioni di certi
anglicani, il papa Leone XIII dovrà infatti dichiarare tali Ordinazioni senza
alcun valore, con la Bolla Apostolicae curae del 13 settembre 1896. Quanto
alla Confessione di fede, furono ripresi i 42 articoli di Edoardo VI, ma
furono ridotti a trentanove nel 1563, ed essi sono rimasti come la Carta
della Chiesa anglicana ufficiale. Tra questi 39 articoli, ve ne sono alcuni
ortodossi riguardo a Dio, alla Trinità, all'Incarnazione, alla morte e
resurrezione di Cristo, alla divinità dello Spirito Santo, al carattere
obbligatorio del Decalogo, ai Simboli di Nicea e di sant'Atanasio. Ma ve ne
sono altri in cui si riscontrano le eresie di Lutero e di Calvino. L'articolo
VI afferma che " la Scrittura contiene tutte le cose necessarie alla
salvezza ", omettendo così la tradizione, la quale non è altro che il
magistero della Chiesa assistita dallo Spirito Santo. L'articolo VI definisce
il peccato originale " una corruzione della natura umana... che rimane
anche in coloro che vengono rigenerati dal battesimo ". Confonde quindi
il peccato con la concupiscenza che ne è la conseguenza, e riduce l'efficacia
del battesimo. L'articolo XI insegna " la giustificazione mediante la
fede senza le opere ", il che è chiaramente eretico. L'articolo XIX
afferma che " la Chiesa di Roma ha spesso errato nella fede". E
l'articolo XXII pretende di dare degli esempi di tali errori: la credenza nel
purgatorio, la pratica delle indulgenze, il culto delle immagini, delle
reliquie e dei santi. L'articolo XXV riconosce solo due sacramenti invece di
sette, il battesimo e la cena. E nella cena, la Chiesa anglicana ammette,
sulle orme di Calvino, solo una presenza spirituale di Cristo, al momento
della comunione. L'articolo XXXI sopprime la messa come sacrificio della
Nuova Legge, e l'articolo XXXII abolisce il celibato ecclesiastico. Aggiungiamo
che questi articoli sono stati e sono tuttora interpretati dagli anglicani in
sensi molto diversi, sicché la Chiesa anglicana comprende alcuni gruppi le
cui idee teologiche variano dal più completo radicalismo a una posizione
molto vicina al cattolicesimo romano. Si
distinguono infatti la Chiesa Alta, che si trova ai confini immediati della
fede cattolica; la Chiesa Larga, che attribuisce solo poca importanza ai
dogmi e li interpreta nel senso più liberale possibile; e la Chiesa Bassa che
è molto vicina al calvinismo e molto ostile a Roma. IL PULLULARE DELLE SETTE
Queste
divergenze di vedute fra anglicani ci portano alla constatazione di un fatto
molto più grave: il pullulare delle sette, che è il fatto dominante della
storia del protestantesimo sotto le sue varie forme. Un po' dovunque,
infatti, in virtù del principio del ricorso alla Bibbia, sorsero, accanto
alle Chiese ufficiali, garantite - e come si diceva -."stabilite",
sette più o meno virulente, il cui carattere comune era il non-conformismo.
Il biblicismo ha sempre agito come una forza centrifuga, come un fermento di
disunione e di divisione all'infinito. Questo rilievo non è stato fatto
soltanto da tutti i grandi controversisti cattolici, e in particolare da
Bossuet nella sua celebre Histoire des Variations des Eglises protestantes,
(Storia delle variazioni delle Chiese protestanti), un capolavoro da tutti
ammirato e che data dal 1688, ma è stato fatto anche da autori protestanti.
Uno scrittore americano del nostro tempo ha potuto affermare: "La
tendenza alla scissione, caratteristica di tutto il protestantesimo, è
veramente eccessiva negli Stati Uniti ". L'Annuario delle Chiese
americane per il 1954 enumera non meno di 86 diverse denominazioni. Ma fra
queste denominazioni ve ne sono alcune suddivise in numerose sette, cosicché
si possono calcolare a circa 263 le sette protestanti attualmente esistenti
negli Stati Uniti, dove sono rappresentate tutte le denominazioni europee,
con un'intensa fioritura successiva. Ecco una lista sommaria, che darà
un'idea di questa moltiplicazione dei gruppi religiosi indipendenti ^gli uni
dagli altri: Chiese
Battiste d'America; 17.470.111 seguaci ripartiti in 29 sette; Chiese
Metodiste: 11.664.978, in 21 sette; Chiese Luterane: 6.313.892, in 19 sette;
Chiese Presbiteriane (calviniste): 3.535.171, in 10 sette; Chiesa Episcopale
Protestante: 2.482.887, in una so- la setta; Discepoli di Cristo: 1.815.627,
in una sola setta; Chiese Evangeliche; 1.618.339, in 5 sette; Chiese di
Cristo: 1.500.000 in 2 sette; Mormoni o Santi degli ultimi giorni: 1.210.336,
in 6 sette; Chiesa della Scienza dell'Unità di Cristo: 1.112.123, in una sola
setta. Oltre
queste Chiese che superano il milione di seguaci, spesso suddivise in sette
più o meno numerose, vi è ancora tutta una serie di raggruppamenti che
contano solo alcune migliaia di membri, ma che molto spesso compensano il
numero ridotto con la virulenza della propaganda. Questa
proliferazione è anche mia caratteristica dell'epoca attuale. Tutti sono
d'accordo clic la teologia della maggior parte di tali sette è piena di idee
assurde e di speranze stravaganti, ma che nello stesso tempo questo pullulare
deve essere considerato come un sintomo rivelatore. Esso è indice di un mondo
sconvolto, inquieto, che cerca dovunque qualche bagliore di luce, che produce
nuovi messianismi e racchiude angosce e anticipazioni illuministiche. IL PROTESTANTESIMO
IN ITALIA
Salvo
alcuni episodi sporadici e senza seguito, l'Italia fu risparmiata dal
contagio al tempo della Riforma. Solo le valli piemontesi mantennero il loro
contingente di Valdesi la cui dottrina, come si e visto, fu largamente
influenzata dal calvinismo. Ma i protestanti vivono con l'occhio rivolto
all'Italia e a Roma ed hanno sempre cercato il mezzo più adatto per penetrare
nel cuore stesso del cattolicesimo. Negli ultimi tempi si nota un vero
risveglio di questo sogno ambizioso. Ruggero Bonghi aveva potuto parlare ai
suoi tempi dei protestanti in Italia come di una " minoranza
trascurabile " e questa definizione si poteva ritenere valida fino alla
fine dell'ultimo conflitto mondiale. Oggi non è certo più accettabile. La
penetrazione - o il " pericolo protestante ", come qualcuno ha
voluto definirlo - è un dato di fatto di una notevole consistenza. Anche i
vecchi nuclei in " ristagno " si sono messi in agitazione. Si
tratta ancora di una " minoranza ", ma minoranza attivissima, ben
organizzata, che dispone di notevoli mezzi economici, con una attività
capillare intensa che interessa pressoché tutte le diocesi d'Italia. Ovunque
la propaganda è in fase espansiva, favorita forse inconsciamente da un certo
disinteresse in campo cattolico. Siamo
in grado di fornire alcuni dati statistici riguardanti la posizione dei
Movimenti protestanti in Italia alla fine del dicembre 1955. Esistono
anzitutto in Italia tre organismi a carattere nazionale e interconfessionale: 1.
Il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche, costituito dalla Chiesa
Valdese, Metodista e dalla Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia
(denominazione nostrana della " Chiesa Battista Americana "). Esso
ha il compito di fungere da collegamento tra le Chiese e Sette protestanti
operanti nella penisola ed il Governo Italiano. Ogni atto pubblico di qualche
importanza - trasmissioni radiofoniche e contratti, ad esempio - viene quindi
compiuto dal consiglio Federale. Esso viene convocato una volta all'anno
nell'Aula Magna della Facoltà Teologica Valdese di Roma. 2.
L'Associazione delle Scuole Domenicali che è uno degli strumenti più validi
del protestantesimo. L'associazione Nazionale è collegata a quella Mondiale,
ma gode di larga autonomia nella scelta dei programmi e dei metodi di
evangelizzazione. Essa accoglie tanto ragazzi, quanto giovani e adulti,
debitamente distribuiti in classi. Indirizzi e informazioni generali vengono
forniti attraverso una visita ufficiale: " La Scuola Domenicale ".
Esistono in Italia 864 scuole, con 1387 monitori (insegnanti qualificati) e
47.382 alunni. 9.721 sono gli abbonati a "La Scuola Domenicale". 3.
Federazione delle Associazioni Giovanili d'Italia: i giovani sono largamente
impegnati nella, propaganda e nelle opere caritative e raccolti in tre tipi
principali di Associazioni collegato dalla Federazione Nazionale. a) Y.M.C.A.
(Young Men Christian Association) e Y.W.C.A. (Young Women Christian
Association). In Italia le due Associazioni hanno assunto il nome di
Associazione Cristiana dei Giovani (ramo maschile) e Associazione Cristiana
delle Giovani (ramo femminile). Esse
svolgono attività religiose, culturali e soprattutto caritative e
filantropiche ed hanno complessivamente 19 sedi con 1488 soci e socie. b)
L'Associazione Mondiale degli Studenti Cristiani che ha lo scopo di
promuovere la vita spirituale degli studenti mediante lo studio della Sacra
Scrittura. Gli iscritti, reclutati spesso tra le file universitarie, sono
857. Organizzano settimane di cultura, campi-ferie, incontri serali con
discussioni su argomento morale-religioso e aiutano gli studenti poveri con
borse di studio, libri e dispense, e) II terzo gruppo, meno numeroso, è
conosciuto sotto il titolo di Associazione " Attività e sforzo cristiano
" e promuove soprattutto la formazione culturale e morale dei giovani
che verranno lanciati nell'apostolato attivo. Accanto
a questi organismi a carattere nazionale, operano movimenti minori, a
carattere prevalentemente culturale. Ricordiamo soltanto l'Istituto Biblico
Bereano che cura i Corsi di Cultura biblica per corrispondenza e la
preparazione di numerosi fogli e opuscoli propagandistici. I quattro Corsi
biblici svolti o iniziati nel 1955 hanno avuto rispettivamente 81.000,
75.ooo, 45.000 e 45.000 iscritti. Le
principali Cinese e Sette operanti in Italia sono: la Chiesa Valdese,
Battista, dei Fratelli di Cristo, del Regno di Dio, di Don Basilio,
Apostolica e neo-apostolici; i Pentecostali, i Testimoni di Geova, gli
Avventisti del settimo giorno, la Missione autonoma di La Spezia; l'Esercito
della Salvezza e altre di minor rilievo. Fra
tutte, la Chiesa Valdese è indubbiamente la meglio organizzata. Essa svolge
una intensa attività culturale mediante scuole di ogni tipo, settimane di
studi, Congressi e Convegni; ma la sua attività è quasi totalmente
circoscritta alle zone tradizionali e non svolge che in misura ridotta
propaganda capillare destinata a far proseliti. Ha in Italia circa settanta
sedi e 15.246 membri. L'Unione
Evangelica Battista d'Italia ha intensificato invece in questo ultimo
decennio il lavoro di evangelizzazione. Ad esempio nel 1955 ben 1.193
cattolici sono passati al Battesimo. Ha un Istituto teologico a Rivoli
(Torino), una Scuola teologica per laici a Centocelle (Roma), un Istituto
Biblico femminile a Montesacro (Roma), una Università Popolare a Trappeto
(Catania), una Scuola elementare a Firenze, 18 biblioteche e 7 Club di
cultura. Nella propaganda adottano uno dei metodi più cari ai protestanti,
quello della catechesi a domicilio e di una abbondante diffusione gratuita o
meno di stampa. Nel 1935 i membri della setta erano soltanto 5.589, nel 1945
erano scesi a 5.485, ma alla fine del 1955 erano saliti a 25.195. La
Chiesa Metodista Episcopale lavora in stretta unione alla Valdese con la
quale sta tentando, da oltre dieci anni, la fusione in un solo organismo. I
metodisti hanno un Istituto Teologico a Portici (Napoli) con pochissimi
alunni e scuole di ogni specie sparse un poco ovunque. La Rivista ufficiale
della Chiesa è " La voce metodista " con periodicità mensile e
8.068 abbonati. I
suoi membri nel 1955 erano 15.246. Tra
le sette, i Pentecostali meritano una menzione a parte, sia per il numero dei
membri, superiore a quello di tutte le altre Chiese o sette, sia per la
virulenza della loro propaganda. Sono diffusi soprattutto nel mezzogiorno
d'Italia dove sono attivissimi nella propaganda a domicilio. La setta ha
avuto un incremento straordinario nel dopoguerra e il numero degli adepti è
salito dai 5.021 del 1931, agli 11.501 del 1945, ai 69.723 del 1955.
Ricordiamo anche i Testimoni di Geova con 21.689 membri gli Avventisti del
settimo giorno con 11.178 membri; la stranissima Chiesa di Don Basilio, setta
protestante sorta a Roma, nel quartiere Trastevere, nel 1943: è una specie di
società segreta ed i dati sono approssimativi, tuttavia si calcola che il
numero degli aderenti raggiunga la cifra assai elevata di 32.430. Le
altre Chiese e sette sono di minor rilievo come numero di aderenti, ma
egualmente attive nella propaganda. Per
quanto la cifra non possa considerarsi esattissimi, il numero complessivo dei
Protestanti in Italia si aggira oggi sui 260.000. Il raffronto con la cifra
del 1945 (90.749) e con quella del 1935 (60.228), potrà convincere della
consistenza e della pericolosità di questo risveglio. DOTTRINE E TENDENZE
Abbiamo
mostrato a sufficienza le dottrine professate dalle grandi Chiese protestanti
" stabilite " : Chiese Luterane, Calviniste, Anglicane. Non
si deve mai dimenticare però che all'interno stesso di queste Chiese non
esiste più un'ortodossia propriamente detta. All'Interno di ciascuna
denominazione, il principio del libero esame funziona, per cosi dire, a pieno
rendimento. Si è detto che nella Chiesa stabilita dell'Inghilterra esistono
tre tendenze e che enormi differenze separano, nella stessa denominazione, la
High-Church dalla Broad-Church e soprattutto dalla Low-Church. La stessa cosa
vale per la Chiesa calvinista di Ginevra. In questa si può distinguere, come
nelle assemblee parlamentari, una destra conservatrice, una sinistra
progressista ed avanzata, e un centro moderato. " Ciascun pastore - specifica
la Costituzione di questa Chiesa (edizione del 1955)
- insegna e predica liberamente il Vangelo, sotto la propria responsabilità:
tale libertà non può essere ristretta né da confessioni di fede né da
formulari liturgici ". Questa
libertà di agire è ancora più visibile nelle sette dissidenti. Ne consegue
che i contatti dottrinali sono talvolta ridotti a ben poca cosa. Tutte le
sette, comunque, credono in un unico Dio. Solo la Christian Science professa
tale credenza in Dio sotto forma di panteismo. La maggior parte dei
protestanti ammette la Trinità. Tuttavia, già dal secolo XVI, sull'esempio
dei protestanti italiani Lelio e Fausto Socino, la setta degli unitariani ha
rigettato questo dogma. Il più insigne fra tali negatori fu senza dubbio lo
scrittore e pensatore americano Emerson (1803-1882). Riguardo
all'Incarnazione, se tutti i protestanti recitano il Credo al pari dei
cattolici, ve ne sono alcuni, specie tra i congregazionalisti - risalenti
anch'essi al secolo XVI - che sono modalisti, cioè attribuiscono
l'Incarnazione a un modo di essere della divinità, senza distinguere la
persona che si è incarnata. A
proposito dei sacramenti, i protestanti ammettono in generale il battesimo e
la cena, ma alcuni continuano a professare la necessità del battesimo per la
salvezza, mentre altri non lo ritengono indispensabile. I battisti, che sono
una derivazione degli anabattisti, contemporanei di Lutero, rifiutano il
battesimo ai bambini e insegnano che lo si può conferire solo agli adulti. In
generale, i protestanti che hanno conservato il battesimo lo amministrano in
modo corretto e la Chiesa cattolica ne riconosce la validità, per quanto sia
prescritto in molti casi reiterarlo, nei convertiti venuti dal
protestantesimo, sotto condizione. A proposito dell’eucarestia, tutti i
protestanti negano la transustanziazione nel senso cattolico. I luterani e un
buon numero di anglicani ammettono tuttavia la presenza reale. I calvinisti
credono solo alla presenza spirituale, in virtù della fede del comunicante. Circa
la materia del sacramento, alcuni usano al pari di noi pane azzimo, la
maggior parte invece pane ordinario, cioè lievitato. Riguardo al vino, le
diversità di uso sono molto più importanti: alcuni lo adottano come Cristo e
come noi (episcopaliani, luterani e calvinisti); altri lo sostituiscono con
un succo di uva non fermentato (metodisti); altri infine usano soltanto acqua
pura (mormoni ecc.). Se
si considera la disciplina ecclesiastica, tutti i protestanti negano il
potere del papa – ed è uno dei vari punti sul quale tutti siano d’accordo –
ma gli episcopaliani e i luterani professano la legittimità e anzi la
necessità dell’episcopato, mentre i presbiteriani, che sono calvinisti,
affermano che l’episcopato è una invenzione umana, un prodotto non primitivo
della storia cristiana; e i congregazionalisti respingono qualsiasi autorità,
all’infuori della Congregazione o Assemblea dei fedeli. RAZIONALISMO E
ILLUMINISMO
Le
tendenze, presenti in seno al protestantesimo, sia nel corso della storia sia
ai nostri giorni, si possono ricollegare a due poli opposti; da una parte il
razionalismo e dall’altra l’illuminismo. Il razionalismo tende a riportare
tutto al livello della ragione, a interpretare tuta la Scrittura in funzione
delle filosofie umane o dei dati scientifici mutevoli. Così inteso, si può
dire che il razionalismo è stato una delle tentazioni più costanti del
protestantesimo. Teologi di fama come Schleiermacher, Davide Strauss, Alberto
Ritschl, Adolfo Harnak, Alberto Reville e decine di altri che si sono fatti
un nome nel campo dell’esegesi e della storia, furono semplici razionalisti.
Un secolo fa, il protestantesimo era corroso dal razionalismo; la religione
cristiana ridotta a un sentimento o a punti di vista filosofici quasi del
tutto profani. Ancora ai nostri giorni l’esegesi protestante tedesca e
olandese è fortemente intrisa di razionalismo, nel senso che rifugge di
ammettere tutto ciò che supera la ragione, come la profezia propriamente
detta e il miracolo. Al
lato opposto di questo razionalismo estremamente diffuso, il protestantesimo
è stato spesso inquinato, e lo è tuttora, da un coefficiente molto elevato di
illuminismo. Abbiamo
già ricordato il caso dei quaccheri – il cui nome significa tremolanti, a
motivo della loro esaltazione nella pratica della preghiera. Essi furono
fondati, nel secolo XVII, dall’inglese Giorgio Fox (1624-1691), ma il loro
più insigne teologo fu Roberto Barclay (1648-1690). Fox, che era poco colto,
faceva insieme ricorso, senza saperlo, alla ragione e all’ispirazione. “Si
ripete continuamente – ha affermato – Cristo ha detto questo, gli apostoli
hanno detto quello. Ma tu, personalmente, che cosa sai dire? Sei un figlio
della luce. Hai camminato sulla via della luce e ciò che dici viene
immediatamente in te da Dio”. Questa
ispirazione individuale potrà essere tanto una immaginazione personale come
un ragionamento umano. Basta che la si attribuisca a Dio che parla
direttamente all’anima, per prestarvi fede. Altri
– come i mormoni, fondati da un certo Giuseppe Smith (1805-1844) – aggiungono
alla Bibbia quello che essi chiamano il Libro dei Mormoni che sarebbe stato
recato a Smith da due angeli nel 1830. Affermano quindi: ”Crediamo che la
Bibbia è la Parola di Dio, nella misura in cui è stata tradotta
correttamente, e insieme crediamo che è Parola di Dio il Libro dei mormoni”.
Qui la neo-rivelazione prende così largo posto di fronte alla rivelazione
biblica, che si può veramente parlare di un cristianesimo ridotto allo stato
di residuo o di lontano ricordo. L’illuminismo
ha assunto, in seno alle chiese protestanti, varie forme. Una delle più
interessanti fu la pratica generalizzata del Revival o Risveglio. Si tratta
in sostanza di qualcosa di molto cristiano, poiché in sé il Risveglio non è
altro che la conversione. Ma si dà in modo particolare il nome di Revival
alle conversioni di massa. La Chiesa cattolica ne ha conosciute alcune, con
predicatori popolari come Vincenzo Ferreri, Bernardino da Siena, Giovanni da
Capistrano e, più vicino a noi, Padre de Manoir, Francesco Regis, Grignon de
Montfort e Leonardo da Porto Maurizio. IL PIETISMO
Si
devono ricollegare alla “tecnica” del Risveglio due dei più validi movimenti
che abbiano segnato la storia del protestantesimo: il pietismo nel secolo
XVII e il metodismo del secolo XVIII. Ciò che caratterizza movimenti di
questo genere è una reazione, analoga a quella che notiamo ai nostri giorni
sotto l’influsso di un Karl Barth e sotto l’egida di Kierkegaard, ma in
maniera molto più popolare e più poderosa, contro una religione divenuta
troppo formalistica, troppo meccanica e “borghese”. Il pietismo, dietro
l’impulso di Filippo Giacomo Spener (1635-1705), creò dei Collegia pietatis –
donde il suo nome – nei quali ci si radunava per leggere la Bibbia,
sciogliere dei cantici e praticare quello che veniva chiamato il “vero
cristianesimo” in opposizione al cristianesimo banale del volgo. Il
pietismo ebbe il più mordace avversario, nel secolo XVI nel teologo luterano
Valentino Loscher, che gli rivolgeva le seguenti critiche: 1. Indifferentismo
dottrinale, mascherato di pietà; 2. Disprezzo dei sacramenti, con il richiamo
all’ispirazione personale; 3. Mancanza di rispetto per il ministero ridotto a
una specie di schiavismo verso certe forme di pietà; 4. Confusione della fede
con le opere che accompagnano la fede e la giustificazione; 5. Tendenza al
millenarismo; 6. Limitazione dell'efficacia della grazia divina; 7.
Meticolosità nella condanna delle cose indifferenti o adiaphora; 8. Tendenza
al misticismo; 9. Distruzione dei soccorsi religiosi che provengono dalla Chiesa
visibile, delle Confessioni di fede e delle norme liturgiche, per ricorrere a
ispirazioni individuali; 10. Indulgenza verso tutte le sette illuministe, che
il luteranesimo aveva sempre condannato; 11. Preteso “perfettismo” che esige
“l’annientamento totale del vecchio Adamo” e fa consistere la vita cristiana
nell’aumento della fede interiore; 12. “Riformismo” che getta disprezzo sulla
Chiesa comune e intende trovarla solo tra i “rigenerati”; 13. Separatismo
manifesto e importuno. E’
certo che il pietismo aveva una tendenza a disprezzare profondamente il
“volgare gregge” dei cristiani “all’acqua di rose”, solo che in questo gregge
ponevano senz’altro tutti coloro che non professavano il loro strano
illuminismo pietistico. Il pietismo
è rimasto in seno al luteranesimo come una tendenza a carattere puramente
individuale. IL METODISMO
Fra
il pietismo germanico e il metodismo anglicano esiste una parentela
inscindibile. Il metodismo trae origine dai due fratelli John e Charles Wesley.
Il primo (1705-1781) iniziò la sua azione fin dal secondo anno di studi a
Oxford, nel 1729. Raccolse alcuni compagni, per la lettura della Bibbia e per
gli esercizi di pietà, opere di carità e digiuni. Furono detti per scherno
" i bigotti della Bibbia ", o il " sacro Club ", o infine
i metodisti, cioè coloro die praticavano un metodo di santità. I
due Wesley e il loro amico Giorgio Whitefield si gettarono nella
predicazione, dove ottennero presto enormi successi popolari. Furono
combattuti dal clero anglicano e, per forza di cose, costretti a predicare
fuori delle chiese, nelle scuole o all'aria aperta. Ma mentre Whitefield
rimase attaccato alla dottrina calvinista della predestinazione, i Wesley si
distaccarono da lui, e restarono in seno all'anglicanesimo, però sotto forma
di setta particolare. Wliitefield, con l'aiuto di Griffith Jones, Howell
Harris, Daniel Rowland, e sostenuto dalla contessa di Huntington, organizzò
una Chiesa distinta che è diventata la Chiesa presbiteriana del Galles. John
Wesley, da parte sua, privo di ministri anglicani per colpa del clero della
sua Chiesa, cominciò lui stesso ad ordinare e finì - soprattutto nella parte
americana - col rompere ogni rapporto con l'anglicanesimo dal quale era
uscito. Rimase tuttavia fondamentalmente fedele ai Trentanove Articoli della
Chiesa di origine pur riducendoli a 25 nella sua Confessione di fede. I
grandi moti di Risveglio, in seno al pietismo e al metodismo, hanno
certamente determinato un ringiovanimento della fede cristiana e spinto molte
anime alla pietà e alla vita interiore. Ma è parimenti incontestabile che
essi hanno avuto una tendenza a minimizzare l'importanza del dogma, riducendo
cosi la religione in sentimentalismo o in forme naturalistiche che si
risolvevano praticamente in opere di beneficenza e in altre attività
filantropiche. Questa è la caratteristica dominante dell'Esercito della
salvezza, il quale è senza dubbio una notevole opera filantropica, ma è anche
una specie di Revival permanente, ottenuto con metodi più o meno sani. Nelle
sette più virulente che abbiamo segnalate in precedenza - avventisti,
pentecostali, ecc. - si riscontrano tendenze dello stesso genere, e non si
può fare a meno di riaccostarle storicamente sia al montanismo del II secolo,
sia al catarismo del XII, sia al quaccherismo del XVII e al profetismo dei
camiciardi di Francia, sia infine al convulsionismo giansenista del secolo
XVIII attorno alla tomba del diacono Paride. CONCLUSIONE
Avremo
modo di parlare, al termine di questa troppo rapida rassegna delle eresie,
dei tentativi fatti dall'ecumenismo per ristabilire l'unità cristiana così
tristemente infranta dalla rivoluzione protestante. Basti dire qui, a modo di
conclusione, che molti protestanti di talento rifiutano di riconoscere nelle
"sette" un cristianesimo autentico. Per essi tali sette sono vere
"eresie". "Non potete immaginare - diceva recentemente uno dei
dirigenti della Chiesa riformata di Francia - quale servigio la Riforma abbia
reso alla Chiesa cattolica: essa l'ha liberata dalle eresie; e siamo stati
noi a raccogliere l'eredità! " Si
vedrà, nel capitolo seguente, come questo non sia del tutto vero. |