ATANASIO ALESSANDRINO

 

 

VITA DI ATANASIO ALESSANDRINO
Visse nel quarto secolo e difese la maternità divina di Maria.

MARIA AL TEMPIO
Questa tradizione ha un legame con la storia di Samuele?

INCARNATO DALLA VERGINE
Quale legame tra incarnazione e verginità?

UN VERO CORPO
Maria ha realmente generato Gesù Cristo?

MISTERO DELLA INCARNAZIONE
Come accostare il mistero dell’incarnazione del Signore?

 

 

VITA DI ATANASIO ALESSANDRINO

 

Nacque ad Alessandria nel 295 e nel 325 partecipò come diacono e segretario di Alessandro, allora vescovo della sua città natale, al Concilio di Nicea (325), dove si mise in evidenza per i suoi dibattiti con gli ariani. Nel 328 successe ad Alessandro sul seggio vescovile di Alessandria. La sua indomita lotta contro ogni forma di eresia a sostegno della dottrina ortodossa della Chiesa, condotta però sempre con grande spirito di tolleranza e moderazione, hanno fatto sí che egli sia tuttora considerato dalla Chiesa Romana fra i quattro grandi dottori della Chiesa d'Oriente.

L'unità personale tra la natura divina e la natura umana, unità realizzatasi dopo l'Incarnazione, gli fa vedere Maria Madre di Dio (Theotokos). Cosí Atanasio si colloca anche nella disputa mariana che lo vede convinto assertore della triplice maternità di Maria. Maternità reale, perché in lei Cristo ha assunto natura umana; verginale perché ella è divenuta madre senza il concorso del seme virile e solo per inabitazione dello Spirito Santo; infine unica perché perseverò fino alla fine nella verginità, come testimonia il fatto che Gesú sulla croce affidò sua Madre a Giovanni.

inizio pagina

 

MARIA AL TEMPIO

 

Non correva di qua e di là, se non quando bisognava recarsi al tempio, proprio come colei che non disprezzava questo compito gravoso. Vi si recava infatti insieme ai genitori; vi si recava in modo decente, modesta nel volto e compita nello sguardo, cosicché quelli che la vedevano pensassero che essa aveva chi la guidava e fosse cosí di esempio nel fare qualsiasi cosa.

Infatti non volgeva gli occhi di qua e di là, né mai alcuno la udí gridare, anzi i parenti e gli amici della fanciulla l'ammiravano per il suo supplice atteggiamento, poiché essi non ne udivano la voce, ma tuttavia dal continuo muoversi delle labbra, essi congetturavano che ella pregasse, e comprendevano che era manifestazione e riflessione propria di una santa. I genitori, vedendo ciò, ringraziavano il Signore, non solo perché aveva dato loro una figlia, ma soprattutto perché aveva loro donato un simile tesoro. Conosceva bene i suoi doveri: prima, pregava il Signore, poi obbediva ai genitori. Riteneva inoltre una cosa abominevole lamentarsi del padre o della madre. Sotto gli occhi aveva un solo desiderio: essere sottoposta ai genitori piú di una serva. Del resto sarebbe inutile affrontare il discorso di una qualsiasi sua familiarità con un servo di sesso maschile o con un qualsiasi uomo, infatti si teneva lontana da essi al punto da non tollerare neppure la loro voce, e che essi se ne stessero lontani, a meno che non la conoscessero di vista. Tale cosa lo mostra sufficientemente il Vangelo. Quando infatti l'Arcangelo Gabriele fu mandato ad essa (infatti, poiché la persona che visitava era umana, indossò l'aspetto umano): "Ti saluto o Maria, hai trovato grazia, il Signore è con te" (Lc 1, 28). Ma la fanciulla non conoscendo colui che parlava con voce maschile, subito tremò, poiché non aveva dimestichezza con una voce maschile. E Maria, che aveva uno spirito puro decise di fuggire o perfino di morire, fino a che l'angelo che parlava non le tolse la paura con queste parole, manifestando per l'appunto il suo nome: "Non temere, Maria, io sono Gabriele". Allora si acquietò e rispose fiduciosa, sapendo che le parole dette dall'angelo alla vergine rispondevano alla verità. Ed ecco un esempio di verginità: tale infatti era Maria. Qualunque donna desidera essere vergine, pensi a Maria; perché per questa condotta di vita il Verbo la scelse per assumere la nostra carne e divenire uomo per noi. Probabilmente Paolo conobbe la vita di Maria, se è vero che da lei prese il modello per stendere la dottrina della verginità. Vedete perché egli scrisse ai Corinti in questo modo: "Quanto alle vergini non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia" (1 Cor 7, 25). Penso che anche voi avete compreso che ciò fu detto a ragion veduta, soprattutto se ricordate che la verginità sta al di sopra della natura umana e in Maria apparve la sua immagine. Infatti, sotto la legge nessuno era invitato ad esercitarla, affinché non pensassimo che il matrimonio che è giustamente secondo la natura, ostacolasse la legge, né la verginità fu imposta all'uomo affinché chi non fosse vergine non fosse condannato come se avesse trasgredito ad un ordine. In realtà, lo stesso Paolo non conobbe la verginità dalla legge, ma attraverso la condotta di vita propria di Maria ne deduce il pensiero che precedentemente ha esposto.

O quante vergini Egli troverà intorno a Maria! Per accogliere e condurle ai piedi del Signore! Quale sarà l'esultanza degli angeli, quando nel corpo delle vergini vedranno l'esempio della sua castità! Ecco, il Signore le offrirà al Padre suo dicendo: "Tutte queste furono e sono come Maria, Madre mia". Egli produsse sulla terra un simile frutto!... Le affidò a Maria, sua Madre!

Paolo dice: "Beata la vergine se rimane cosí, secondo il mio parere" (1 Cor 7, 40). Infatti, essa vive tranquillamente, in modo casto e retto come Maria; né si preoccupa di altre cose, ma solo del Signore e di pregare assiduamente.

La Sacra Scrittura, che ci fa da maestra, e la vita di Maria Madre di Dio sono sufficienti come meta perfetta e norma di vita celeste. Ma a voi giova non poco il fatto che noi tratteggiamo i lineamenti della vita di Maria e quelle immagini che vi sono molto vicine: intendo quelle donne maggiori di età che si trovano nello stato verginale, il cui contatto è oltremodo utile per una buona conversazione.

Io ho udito dalla bocca del nostro Padre Alessandro... "Egli nacque dalla Vergine Maria perché in essa assunse la carne e divenne uomo... avete anche un tipo di vita di Maria che è esempio e aspetto esteriore della vita celeste".

inizio pagina

 

INCARNATO DALLA VERGINE

 

Il Signore venendo sulla terra assunse la carne dalla Vergine e divenne uomo. Allora soltanto, ciò che un tempo era difficile, è riuscito facile: ciò che era impossibile a farsi, è stato possibile; ciò che un tempo non era comune, ora appare comune, ed è utile che si diffonda... Forse, come il corpo del Signore fu posto nel sepolcro isolatamente per dimostrare la risurrezione una volta risorto, così il suo corpo procedette, unico, da Maria, affinché credessimo che l’unico corpo uscito da Maria fosse di Dio. Il Signore, impartendo tali insegnamenti, vuole istruirci sul fatto che Maria restò Vergine fino alla fine. Infatti, quando innalzato sulla croce, alla madre raccomanda Giovanni, dicendo: ""Donna, ecco il tuo figlio!" e al discepolo: "Ecco tua madre!" e da quel momento il discepolo la prese nella sua casa" (Gv 19, 26-27), con queste parole egli afferma che Maria non generò altro figlio oltre il Salvatore. Se infatti avesse avuto un altro figlio, il Salvatore lo avrebbe tenuto presente, senza dover affidare la madre ad altri: tanto meno affinché Maria non divenisse madre degli altri e abbandonasse la casa dei suoi, sapendo che abbandonare marito e figlio è un'azione passibile di pena. Ma poiché la Vergine perseverò dopo la sua nascita, il Signore, per l'eccellente purezza d'animo di Giovanni e per l'intatta verginità di Maria, l'affidò al discepolo come madre, benché non fosse sua madre.

Maria perseverò sempre nella sua verginità, come colei che aveva generato il Signore e per questo, fosse di esempio a ciascuno. Pertanto, se qualche donna desidera rimanere vergine e sposa di Cristo, può prendere in considerazione la vita di Maria ed imitarla; infatti la sua perseverante scelta di vita è sufficiente a ben regolare la vita delle vergini. Ordunque la vita di Maria, Madre di Dio, sia per tutti come se fosse un'immagine ben delineata sulla quale ciascuna donna conformerà la propria verginità. È necessario infatti che conosciate voi stesse riflettendovi in lei come in uno specchio, per poi adornarvi di buone qualità. Proprio per questo Maria era una vergine casta, possedeva interiormente nell'animo tutte le qualità e tendeva al meglio in due modi: le piaceva operare rettamente quando adempiva ai suoi doveri ed ancora conservava integro il senso della fede e della castità. Non voleva essere vista dagli uomini, ma pregava Dio affinché lui stesso si ergesse a suo giudice. Non aveva nessuna fretta di lasciare la casa, né d'altronde conosceva luoghi pubblici; ma restava assiduamente in casa, preferendo essere in disparte allo stesso modo che la mosca ama restare attaccata al miele.

Il tempo che le avanzava dalle sue occupazioni lo dedicava al servizio dei poveri. Essa non si curava affatto di affacciarsi alla finestra, ma si preoccupava di essere attenta alle Scritture. Da sola pregava unicamente Dio chiedendo due cose: di non permettere che un pensiero malvagio potesse fissarsi nel suo cuore, né di divenire sfrontata o dura di cuore; riusciva a frenare l'ira e dominava gli impeti del cuore. Non gridava e nel profondo del cuore badava a non infamare alcuno né volentieri si poneva all'ascolto di una qualche critica. Non si rammaricava nel cuore, né il suo animo provava alcun sentimento di invidia. Non si gloriava ma era molto umile. Non aveva un cuore malvagio, né discuteva con le amiche se non soltanto di argomenti riguardanti il modo di condurre bene la propria vita. Costantemente tendeva alla perfezione e progrediva. Quando di buon mattino si levava dal letto, si sforzava di perfezionare le azioni che precedentemente aveva compiuto: si dimenticava dei benefici fatti e degli aiuti che aveva dato: piuttosto si ricordava del Signore, e quindi si sforzava di fare altro bene. Allontanava il cuore dalle opere malvagie di questo mondo, né provava ansia per la morte; invece ogni giorno si lamentava gemendo ché a lei non fosse dischiusa la porta del cielo. Non curava affatto i piaceri del cibo, limitandosi a quella soddisfazione conforme alle norme fisiologiche; infatti non mangiava, né beveva per puro gusto, ma non permetteva che il corpo venisse meno prima del tempo. Non dormiva molto, ma soltanto quel tempo necessario per concedere riposo al corpo. Poi si dedicava ai suoi doveri e alla lettura delle Scritture. Il digiuno le era di conforto, e, non diversamente dalle altre cose, lo era anche un lauto banchetto. Al posto di un pane materiale preferiva arricchirsi con la parola della verità; al posto del vino poneva gli insegnamenti del Salvatore.

inizio pagina

 

UN VERO CORPO

 

I profeti già dal principio predissero il prodigio della Vergine e del figlio che sarebbe nato da lei, dicendo: "Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi" (Mt 1, 23-24).

Chi mai dei giusti e santi profeti e patriarchi citati nelle Sacre Scritture nacque da una sola Vergine? Quale donna poté mai generare senza il concorso dell'uomo? O forse che tutti ebbero il padre quale autore della propria nascita? Chi, dunque, è nato dalla sola Vergine? Al profeta peraltro stette molto a cuore questo suo segno.

Se Dio inviò suo Figlio nato da donna, la cosa certamente non ci disonora, anzi è per noi piuttosto un fatto di gloria e di grande onore. Infatti divenne uomo affinché ci deificasse in sé; fu fatto da donna e fu generato dalla Vergine, per trasferire in sé l'errante nostra nascita.

I Padri convenuti a Nicea hanno affermato che non il corpo ma lo stesso Figlio è consustanziale al Padre; e sempre in conformità con le Scritture hanno dichiarato che il Figlio è dalla sostanza del Padre, mentre il corpo proviene da Maria. Se infatti il Verbo è consustanziale al corpo, la menzione e il necessario ministero di Maria sono stati superflui, ammettendo che il corpo può essere da sempre prima di Maria, come per l'appunto lo è lo stesso Verbo. Infatti la deità non assume se stessa.

Certamente le cose stanno così!

"Egli si prende cura della stirpe di Abramo - come disse l'Apostolo - perciò dovette rendersi in tutto simile ai fratelli" (Eb 2,17), e prese un corpo simile a noi. Per questo, dunque, fondamentale è la presenza di Maria: affinché Egli assumesse da essa il corpo e, come proprio, lo offrisse per noi. E Isaia profetizzando indicò Maria dicendo: "Ecco la vergine" (Is 7, 14). Gabriele poi, venne inviato ad essa non semplicemente come ad una Vergine, ma ad una vergine promessa sposa di un uomo, affinché menzionando il promesso sposo potesse indicare l'essere veramente umano di Maria. Perciò la Sacra Scrittura ricorda il parto e dice: "Lo avvolse in fasce" (Lc 2, 7), ed erano chiamate beate le mammelle dalle quali Egli prese il latte, e quando il nato aprì il seno, quasi fu offerto un sacrificio. Ma tutte queste cose erano indizi della Vergine che avrebbe partorito. Gabriele con prudenza le dava la buona notizia dicendo non semplicemente: "Colui che nascerà in te", affinché non si credesse che il corpo le fosse indotto dal di fuori; ma dicendole "da te", affinché si credesse che il generato provenisse per natura da lei; d'altronde è la natura stessa a dimostrare chiaramente ciò: è impossibile che una vergine abbia il latte senza partorire, ed è altrettanto impossibile che un corpo sia nutrito col latte e sia avvolto in fasce senza essere stato precedente mente generato in modo naturale.

Se avesse voluto soltanto apparire, certamente avrebbe potuto assumere un corpo piú eccellente, invece prese il nostro, e questo non in modo usuale, ma puro e per nulla contaminato da unione maritale. Lo assunse da una Vergine inviolata, pura, senza che conoscesse uomo. Infatti, essendo egli potente e creatore di tutte le cose egli si edificò nella Vergine un tempio, cioè il suo corpo.

Quando all'inizio venne presso di noi, si formò il corpo da una Vergine, per mostrare a tutti una prova niente affatto piccola della sua divinità: chi era stato capace di formare quel corpo, era l'artefice anche degli altri corpi. Ed infatti, osservando che un corpo esce da una sola Vergine, chi non riflette che colui che appare in esso è artefice signore anche degli altri corpi?

Dunque, quello che per natura uscí da Maria, secondo le Sacre Scritture, era vero corpo del Signore; fu vero in quanto fu lo stesso del nostro. Maria infatti è nostra sorella, perché, tutti siamo nati da Adamo. E che nessuno osi dubitare di questo se solo vorrà ricordare ciò che ha scritto Luca. Dopo la risurrezione di Cristo dai morti, poiché alcuni non credettero di vedere il Signore nel corpo generato da Maria, ma di vedere uno spirito al suo posto. Egli disse "Guardate le mie mani" (Lc 24, 39).

inizio pagina

 

MISTERO DELLA INCARNAZIONE

 

Come pretendono essere chiamati cristiani quelli che dicono che il Verbo è entrato in un uomo santo, come in uno dei profeti, e che non è diventato uomo assumendo il corpo da Maria, ma dicono che altro è il Cristo e altro il Verbo di Dio che era del Padre prima di Maria e prima dei secoli?

Dimostrate allora le cose in questo modo, è del tutto inutile accennare ad altro e continuare ad affaticarsi sulla questione del corpo nel quale vi era il Verbo, come non consustanziale alla divinità, ma veramente generato da Maria... Poiché la questione posta è significativamente risolta in questo modo, a buon diritto si autoaccuseranno tutti coloro che hanno creduto che esistesse prima di Maria la carne da lei assunta e che prima di Maria il Verbo avesse avuto un'anima umana... Inoltre arrossiranno molto quelli che hanno pensato che, se si dice che il corpo viene da Maria, al posto delle tre Persone ce ne possano essere quattro. Se infatti - affermano - noi diciamo che il corpo è consustanziale al Verbo, la Trinità resta Trinità, poiché in tal caso il Verbo non induce in essa nulla di estraneo. Se invece diciamo che il corpo umano è generato da Maria essendo il corpo estraneo secondo la sostanza ed essendovi in esso il Verbo, è necessario che quattro persone subentrino alle tre per l'aggiunta del corpo.

Parlando in questo modo, non s'accorgono di combattere con se stessi. Infatti, pur negando essi che il corpo derivi da Maria, e affermando che il corpo è consustanziale al Verbo, ciononostante (e quantunque lo dissimulino, non si creda che non lo pensino) seguendo il loro pensiero si dimostrerà che essi parlano di quattro persone... Se essi, poiché nelle Scritture vi è e si dice che il corpo del Salvatore proviene da Maria ed è un corpo umano, ritengono che si parli di quattro persone, quasi un'aggiunta per così dire, prodotta dal corpo, allora sono completamente fuori strada in quanto adeguano la cosa fatta al fattore e pensano che la divinità possa ammettere un'aggiunta. Ignorano che il Verbo divenne carne non per aggiunta, ma affinché la carne risorgesse; né il Verbo uscí da Maria perché fosse piú eccellente, ma per redimere il genere umano... Pertanto la Trinità, anche se il Verbo assume il corpo da Maria, resta sempre Trinità, senza ammettere né aggiunta né diminuzione...

Per lo stesso motivo, del resto, taceranno anche quelli che talora hanno detto che colui che provenne da Maria non è né il Cristo, né il Signore, né Dio. Se infatti Dio non era nel corpo, in che modo dunque, uscito da Maria, poté essere chiamato "Emmanuele, che significa: Dio con noi" (Mt 1, 23)?

Affinché nessuno pensi alla venuta del Verbo come ad una apparenza, il salmista indica che diverrà uomo e che è lui quello per il quale tutto è stato fatto, quando appunto nel Salmo 86 dice: "Si dirà di Sion: l'uno e l'altro è nato in essa e l'Altissimo la tiene salda" (Sal 86, 5). Dire questo è come dire: "E il Verbo era Dio (Gv 1, 1); tutto è stato fatto per mezzo di lui (Gv 1, 3); e il Verbo si fece carne (Gv 1,14)". Perciò, sapendo chi sarebbe nato dalla vergine non tacque ciò, ma subito nel Salmo 44 ne diede un indizio: "Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore" (Sal 44,11-12). E ancora una volta questo parlare è simile a quello di Gabriele: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1, 28). Infatti dopo aver detto che lui era il Cristo, subito mostrò anche l'umana generazione proveniente dalla Vergine con queste parole: "Ascolta, figlia". Ecco, mentre Gabriele chiama Maria per nome, essendo egli diverso per nascita, invece Davide a buon diritto la chiama figlia, essendo essa proveniente dalla sua stirpe.

inizio pagina

 

torna a: I Padri della Chiesa e la Vergine