Vita a Brunate nel '400

La vita della Beata Maddalena è legata al luogo in cui esercitò le sue virtù, perfezionò la sua disciplina, soffrì dolorose malattie e spirò in fama di santità. Brunate era descritta come eremo, romitorio, luogo isolato e selvaggio, e tale doveva sembrare il monte di Brunate nel ‘400, con un povero villaggio di montanari che traevano la loro misera esistenza dal bosco e dai brevi spiazzi coltivati. Nella tradizione della Chiesa Comasca Brunate era legato alla memoria del Santo Vescovo Eusebio (morto nel 525) e del suo successore S.Eustichio (morto nel 532) che solevano ritirarsi in preghiera e meditazione su questo monte. La scelta della nobile Albrici, cresciuta nella parrocchia di S.Eusebio, di ritirarsi nel piccolo convento locale, con i disagi e le fatiche che ciò comportava, corrispondeva alla ricerca di una sincera vita di santità. La leggenda racconta che Maddalena, accomiatatasi dai fratelli per seguire la vita religiosa, si fosse incamminata verso il monastero di S.Margherita, illustre per grandezza e storia, fondato dalle sante Liberata e Faustina, protettrici di Como. Sulla strada udì una voce che intimava: "Torna indietro, va piuttosto a Brunate che quel monastero dovrà essere il tuo luogo!". Non vedendo alcuno proseguì nel suo cammino, ma la voce si fece sentire altre due volte. Timorosa che fosse una tentazione del demonio per distoglierla dal suo proposito, stava incerta ed ecco udì suonare la campana di Brunate. La leggenda certamente riporta fatti realmente vissuti dall’Albrici: una prima intenzione di entrare in un convento signorile e poi la scelta più dura.

È documentato da un atto notarile che nel 1420 Maddalena, non ancora monaca, acquistò dai suoi fratelli due case e diciassette terreni a Civiglio: si stava preparando alla scelta di Brunate. La piccola casa presso la chiesa di S.Andrea era stata costruita per la vita religiosa verso il 1350 (come dimostrerebbe il Breve di Papa Nicolò V del 1448 in cui si dice che il monastero esisteva da circa 100 anni), dalle sorelle Elenina e Andreola de’Pedrali con altre due compagne. Qui giunse l’Albrici e, come Superiora, ampliò il monastero fino ad ospitarvi venti suore ed ingrandì la chiesa.

A Brunate era viva la storia o la leggenda di Santa Guglielma, regina perseguitata, protettrice delle giovani madri e dei lattanti. Un miracolo attribuito alla Beata Maddalena che, supplicata da una sposa sterile, con la sua preghiera, intercede per la sua maternità, si collega a quella tradizione. L’affresco quattrocentesco, unico superstite di una serie nella chiesa di Brunate, accomuna nella devozione la Beata in ginocchio davanti a Santa Guglielma.

 

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