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ESTATE GIOVANI |
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Domenica 18 agosto 2002 . Ore 3:34Forse
sul Bollettino dovrebbero trovare posto solo le proposte e non i
resoconti. Infatti alla proposta è possibile aderire e vivere
insieme l'esperienza, mentre i resoconti per essere efficaci
dovrebbero trasmettere le emozioni provate durante l'
esperienza, ma questa volta tutti noi concordiamo che non è
possibile! Non ci resta che descrivere poveramente alcuni
episodi di questa
straordinaria avventura: il nostro pellegrinaggio a piedi sul
Camino de Santiago. 1° giorno: incontriamo Filix. Filix è un giovane tedesco e ha iniziato il suo pellegrinaggio da Roncisvalle. Cammina con fatica: un pellegrino lo ha aiutato a bucare una vescica, ma ha provocato un' infezione! Filix non parla molto, accetta qualcosa da mangiare e poi continua il suo Cammino. Ci ha regalato il primo spunto per comprendere il modo di intendere il Camino: la solitudine. Può essere interiore ed esteriore e consiste nel saper stare bene con se stessi, in armonia con i propri pensieri e senza legami con le cose del mondo che non siano la natura o il tuo corpo.
4° giorno: continuiamo a camminare con tanti pellegrini senza nome, ma con i quali si condivide tutto: dalla fatica.. .alla carta igienica! Quarto spunto per il cammino: i compagni di viaggio che sono con noi non sono lì per caso, come noi non siamo lì per caso per loro. Il pellegrino è aperto all'incontro con l'altro perché lo riconosce uguale a sé, camminatore e uomo come lui; per questo non è indispensabile conoscere il nome di chi cammina con noi! Siamo tutti una cosa sola, una sola famiglia!
8°
giorno:
proseguiamo insieme noi sei "companeros"...compagni
che non si sono scelti, ma che si sono fidati l'uno dell'altro..
.compagni da sostenere e da cui farsi aiutare, da confortare o
spalle su cui piangere... con cui gioire e festeggiare e con cui
faticare… con cui conversare e con cui stare in silenzio per
ore. Sono nati così legami più forti di patti, ma legami
elastici che non costringono se non per dare la forza di mettere
un nuovo passo davanti all'altro quando non ce la fai più. I
legami nati nella fatica e nella sofferenza raramente saranno
scalfiti. 9°
giorno:
arriviamo a pochi passi dalla meta: il monte de Gozo (monte
della gioia!). Incontriamo la "civiltà" e scopriamo
che il mondo cosiddetto "evoluto" non ha capito
proprio nulla del cammino! Siamo accolti non come persone, ma
come consumatori (avete presente Gardaland alle 8 di
mattina?!?); al posto dell'ostello c'è un centro turistico
freddo anche a mezzogiorno, con ristoranti, una piscina, negozi
con souvenir, massaggiatori a pagamento il tutto con sottofondo
di un'orribile musichetta... ma nemmeno una cappella con Gesù
Eucaristia! E' difficile per un pellegrino credere di far parte
di quel mondo, ma il pellegrino è nel mondo! Ma
anche in questo ritorno al "terribile quotidiano" il
Signore ci ha regalato un pezzetto di splendido Paradiso: il
tramonto sulla città di Santiago! E' bastato questo spettacolo
inaspettato e gradito per ricreare la magia dei giorni del
cammino. 10°
giorno:
finalmente eccoci giunti alla Meta! Sono le 8 di mattina,
muoviamo gli ultimi passi in piazza senza voltarci ancora verso
la cattedrale... eccola! E qui, di fronte alla sua grandezza,
ogni pellegrino si chiede "Per chi ho camminato io?"
ma una risposta sola non c'è, ognuno deve guardare dentro il
proprio cuore per trovarla. E man mano la piazza si riempie di
turisti rumorosi e distratti; l'anima si intiepidisce e la gioia
si ritira in fondo al cuore... ma eccola che riemerge
all'incontro con l'amico Antonio e col Nonno! E ora che abbiamo cercato di rendervi partecipi del nostro cammino...
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