ESTATE GIOVANI

 

 

Una Straordinaria avventura a Santiago de Compostela

Domenica 18 agosto 2002 . Ore 3:34

Forse sul Bollettino dovrebbero trovare posto solo le proposte e non i resoconti. Infatti alla proposta è possibile aderire e vivere insieme l'esperienza, mentre i resoconti per essere efficaci dovrebbero trasmettere le emozioni provate durante l' esperienza, ma questa volta tutti noi concordiamo che non è possibile! Non ci resta che descrivere poveramente alcuni episodi di questa straordinaria avventura: il nostro pellegrinaggio a piedi sul Camino de Santiago. 

1° giorno: incontriamo Filix. Filix è un giovane tedesco e ha iniziato il suo pellegrinaggio da Roncisvalle. Cammina con fatica: un pellegrino lo ha aiutato a bucare una vescica, ma ha provocato un' infezione! Filix non parla molto, accetta qualcosa da mangiare e poi continua il suo Cammino. Ci ha regalato il primo spunto per comprendere il modo di intendere il Camino: la solitudine. Può essere interiore ed esteriore e consiste nel saper stare bene con se stessi, in armonia con i propri pensieri e senza legami con le cose del mondo che non siano la natura o il tuo corpo. 

2° giorno: incontriamo il Nonno. E' un uomo sulla sessantina, chiacchierone e ottimo camminatore. Ci offre il secondo spunto per capire il Camino: la condivisione di ciò che si è e di ciò che si ha (squisite le castagne dolci a Calvor), senza limitazioni causate da età, lingua o stanchezza. E' l'atteggiamento di apertura proprio di chi sa di essere pellegrino ovunque sulla terra!
3° giorno: incontriamo Antonio da Madrid. E' giovane, robusto e sportivo (conosce la maglia del Brescia e tifa Real Madrid!), ottimo camminatore solitario, che ogni due anni dedica le sue ferie al Camino de Santiago. Ecco il terzo spunto per capire come può essere vissuto il Camino: come viaggio continuo in cui ogni giorno, ogni mese e ogni anno è una partenza nuova. E' costante il desiderio della meta, ma ponendola sempre un passo più in là della distanza da percorrere oggi e senza negarsi l' aspettativa della gioia finale (arrivare, dopo Santiago a Finisterre e gettare gli scarponi nell' oceano!).  

4° giorno: continuiamo a camminare con tanti pellegrini senza nome, ma con i quali si condivide tutto: dalla fatica.. .alla carta igienica! Quarto spunto per il cammino: i compagni di viaggio che sono con noi non sono lì per caso, come noi non siamo lì per caso per loro. Il pellegrino è aperto all'incontro con l'altro perché lo riconosce uguale a sé, camminatore e uomo come lui; per questo non è indispensabile conoscere il nome di chi cammina con noi! Siamo tutti una cosa sola, una sola famiglia!

5° giorno: incontriamo il sole, la polvere, la pioggia e il vento. Quinto spunto: il pellegrino capisce che non può rimanere integro nella sua persona. Si deve mischiare con gli elementi della natura, perché deve capire che è parte della natura come una foglia, un insetto, un animale! E non c'è niente che lo separi dalla natura, né comodità né mezzi di trasporto che azzerano spazio e tempo. E' lui, con le sue forze e con il suo essere a sincronizzarsi con il tempo atmosferico, con la luce e la tenebra.  

 

6° giorno: sperimentiamo l'accoglienza. Il pellegrino non può vivere senza aiuto. Mai quanto chi è pellegrino sa apprezzare il dono di essere accolti. Un ostello ben curato, un bar famigliare, il saluto e il sorriso degli abitanti possono in un attimo cancellare il dolore per una vescica o la fatica durata ore! Sono questi i piccoli gesti che non possono essere ricompensati, vanno semplicemente accolti come un dono, possiamo se mai ricambiarli ad altri fratelli pellegrini.  

8° giorno: proseguiamo insieme noi sei "companeros"...compagni che non si sono scelti, ma che si sono fidati l'uno dell'altro.. .compagni da sostenere e da cui farsi aiutare, da confortare o spalle su cui piangere... con cui gioire e festeggiare e con cui faticare… con cui conversare e con cui stare in silenzio per ore. Sono nati così legami più forti di patti, ma legami elastici che non costringono se non per dare la forza di mettere un nuovo passo davanti all'altro quando non ce la fai più. I legami nati nella fatica e nella sofferenza raramente saranno scalfiti.

9° giorno: arriviamo a pochi passi dalla meta: il monte de Gozo (monte della gioia!). Incontriamo la "civiltà" e scopriamo che il mondo cosiddetto "evoluto" non ha capito proprio nulla del cammino! Siamo accolti non come persone, ma come consumatori (avete presente Gardaland alle 8 di mattina?!?); al posto dell'ostello c'è un centro turistico freddo anche a mezzogiorno, con ristoranti, una piscina, negozi con souvenir, massaggiatori a pagamento il tutto con sottofondo di un'orribile musichetta... ma nemmeno una cappella con Gesù Eucaristia! E' difficile per un pellegrino credere di far parte di quel mondo, ma il pellegrino è nel mondo! Ma anche in questo ritorno al "terribile quotidiano" il Signore ci ha regalato un pezzetto di splendido Paradiso: il tramonto sulla città di Santiago! E' bastato questo spettacolo inaspettato e gradito per ricreare la magia dei giorni del cammino. 

10° giorno: finalmente eccoci giunti alla Meta! Sono le 8 di mattina, muoviamo gli ultimi passi in piazza senza voltarci ancora verso la cattedrale... eccola! E qui, di fronte alla sua grandezza, ogni pellegrino si chiede "Per chi ho camminato io?" ma una risposta sola non c'è, ognuno deve guardare dentro il proprio cuore per trovarla. E man mano la piazza si riempie di turisti rumorosi e distratti; l'anima si intiepidisce e la gioia si ritira in fondo al cuore... ma eccola che riemerge all'incontro con l'amico Antonio e col Nonno!

E ora che abbiamo cercato di rendervi partecipi del nostro cammino...

 

FATEVI I "PELLEGRINAGGI" VOSTRI!!!

 

Roberto, Chiara M., Chiara B., Ornella, Marta, Monica