SALVARE IL CREATO

    
                 di Maurilio Lovatti

                 Il cantiere
- giugno 2003

 

Come qualcuno ricorderà, nel settembre del 2000, ci fu un'alluvione sulla costa Jonica che causò 13 vittime e molti danni. A Roccella, nella notte tra il 9 e il 10 settembre, dall'antico castello posto sopra il paese, si staccò per la furia delle acque un gran masso, destinato a precipitare su un gruppetto di case sottostanti. Ma sulla sua direzione quel masso trovò provvidenzialmente un robusto ulivo che ne deviò il corso, spostandolo su una casetta fatiscente e disabitata, che fu travolta. L'ulivo resistette e protesse così la casa sottostante, abitata da una famiglia.
Alle prime luci dell'alba, gli abitanti della casa si resero conto di quanto era accaduto: l'ulivo era tutto scheggiato e ferito, ma aveva retto l'impatto e salvato la vita di quella gente. Si ricordarono che due anni prima, in un improvviso incendio scoppiato sul pendio del castello, essi erano accorsi per difendere quell'ulivo dalle fiamme. E conclusero stupiti e grati: "due anni fa, noi abbiamo salvato questo ulivo dall'incendio, ora è l'ulivo che ha salvato la vita a tutti noi".
Questo episodio vero può essere preso come emblema per illustrare come la tutela e il rispetto della natura siano un dovere e un vantaggio per ogni uomo.
A parole tutti riconosciamo che l'inquinamento è ormai a livelli incompatibili con una buona qualità della vita e che l'ambiente va difeso con più decisione. Ma noi cristiani dovremmo avere motivazioni molto più forti e consapevoli per adoperarci attivamente nel difendere la natura, che è dono di Dio. Ha scritto Giovanni Paolo II:
"…alla radice dell'insensata distruzione dell'ambiente naturale c'è un errore antropologico, purtroppo diffuso nel nostro tempo. L'uomo, che scopre la sua capacità di trasformare e, in un certo senso, di creare il mondo con il proprio lavoro, dimentica che questo si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio. Egli pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma e una propria destinazione anteriore datale da Dio, che l'uomo può, si, sviluppare, ma non deve tradire. Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell'opera della creazione, l'uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui." (Centesisimus Annus, 1991, n.37).
Di fatto, il degrado ambientale (inquinamento atmosferico, effetto-serra, piogge acide, inquinamento dell'acqua, riduzione delle falde idriche, deforestazione, depauperamento del patrimonio ittico, rischio di estinzione per diverse specie di animali, eccessiva produzione di rifiuti) va di pari passo con l'aumento del divario nello sviluppo delle varie aree del nostro pianeta. Oggi circa il 19 per cento della popolazione mondiale (tra cui noi italiani) consuma il 75 per cento dell'energia disponibile sul pianeta e produce l' 82,7 per cento del Pil mondiale.
Non è facile, è vero, invertire questa tendenza allo sviluppo sempre più diseguale e anzi i Paesi più sviluppati tendono a perpetuare il loro potere sul resto della terra e a difendere i propri privilegi.
Ognuno di noi, se può sentirsi impotente rispetto alle grandi scelte di politica economica mondiale, può invece fare molto per difendere l'ambiente ed evitare sprechi di energia e alimenti, che, di fronte a tanta parte dell'umanità che soffre affamata e priva di beni essenziali, risultano un vero e proprio scandalo per tutti gli uomini, e in particolare per noi cristiani.
I piccoli gesti quotidiani hanno la loro importanza. Ad esempio possiamo:
- evitare di buttare avanzi di cibo tra i rifiuti e cercare di riutilizzarli;
- educare i bambini a finire il cibo nel piatto e a non lasciare avanzi;
- evitare sprechi di luce, acqua e gas in casa;
- attuare la raccolta differenziata dei rifiuti; in particolare non buttare mai il vetro tra gli altri rifiuti (il riciclo del vetro consente notevolissimo risparmio energetico)
- riutilizzare volantini, avvisi, circolari ecc. stampati su una sola facciata, per scrivere sul retro, per disegni dei bambini ecc.
- utilizzare meno l'automobile, andando maggiormente a piedi o in bicicletta, in particolare quando si ha meno fretta, come la domenica (anche per andare a messa o all'oratorio);
- educare i bambini a rispettare l'ambiente, soprattutto con l'esempio.
Penso che sia particolarmente importante l'impegno educativo verso i bambini e i giovani. Affinché l'umanità possa riscoprire la bellezza e il fascino della natura, vero e proprio "giardino" creato da Dio e affidato alla responsabilità dell'uomo, è necessario non solo "vivere" l'amore per la natura, ma trasmetterlo con l'esempio e la parola alle giovani generazioni.