L'INIZIAZIONE CRISTIANA

    
                 di Francesco Venturi (Franz)

                 Il cantiere
- dicembre 2003

 

Inizia con questo numero un breve viaggio suddiviso in quattro tappe che ci porterà alla scoperta del famigerato PLIC (piano di lavoro per l'iniziazione cristiana) ribattezzato ultimamente ICFR (l'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi).

Gli articoli che appariranno sul Cantiere nei prossimi mesi, vorranno essere una piccola guida, necessariamente non esaustiva del contenuto del documento, al contempo hanno però l'ambizione di rendere più chiare le motivazioni che hanno portato alla stesura di quello che è giusto definire una pietra miliare nella storia della pastorale della nostra diocesi.

Non mi dilungherò in questa prima puntata sui dettagli tecnici del documento, mi preme invece proporvi la presentazione di Mons. Sanguineti che apre l'ICFR è ovviamente più chiara di quanto possa essere io nella descrizione della stessa e spiega in modo perfetto il perché di questa scelta.

"Da diversi anni la nostra Diocesi si sta accorgendo che l'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (dai 6 ai 14 anni), anche se resiste per quanto riguarda la frequenza agli incontri di catechismo e l'accesso quasi generalizzato ai sacramenti della prima Confessione, della prima Comunione e della Cresima, tuttavia, in molti casi, non raggiunge il suo scopo fondamentale, quello di generare cristiani consapevoli e coerenti.
In un primo tempo si è pensato che la causa fosse da ricercare nei catechismi poco adeguati o nel metodo non adatto o nei catechisti non sempre preparati. Oggi dobbiamo ammettere che il problema è molto più ampio ed è essenzialmente legato al fatto che è cambiata la situazione storico-culturale, con le conseguenze che questo ha portato nelle famiglie e nelle nostre comunità parrocchiali anche sul piano religioso.
Un primo gesto di fedeltà alla storia è quello di prendere atto del cambiamento culturale e religioso, di accettarlo e di intraprendere una nuova pastorale più adatta alla situazione. Si tratta di intraprendere con vigore la "nuova evangelizzazione", fortemente ribadita nella Scelta pastorale del 1999-2000, dando il primato a coloro che possono incidere più efficacemente sul tessuto culturale ed etico delle nostre comunità, cioè gli adulti.
Anche il Convegno Ecclesiale del maggio scorso sulla comunicazione della fede, specialmente alle nuove generazioni, ha fatto emergere che determinante per la trasmissione della fede è il modello di comunità cristiana adulta in cui si vive: le nuove generazioni respirano il clima spirituale della comunità e vivono della fede degli adulti.
È però innegabile che è giunto anche il momento di rivedere lo stesso impianto attuale dell'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, poiché nato e pensato in un tempo di "cristianità" che non è più il nostro. Anche la catechesi non può più limitarsi ad approfondire la fede cristiana dei ragazzi, dandola per presupposta, ma deve farsi carico di una specie di primo annuncio, volto a farla nascere o rinascere da capo.
Convinto che non è più possibile continuare la prassi ordinaria di iniziazione cristiana nei termini con i quali è stata ereditata, chiedo, perciò, decisamente a tutta la Diocesi di accogliere con fiducia e di attuare con coraggio questo nuovo modello di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Nonostante l'inevitabile fatica e le molteplici difficoltà, sarà l'occasione per ripensare la nostra pastorale e dare nuovo vigore alle nostre comunità cristiane.
Il Signore benedica i nostri sforzi."