E’ tutto un pullulare di gente che si accalca nei negozi per scegliere i
regali più belli, i vestiti più eleganti… E’ tutto un luccichio di vetrine
colorate, mentre nell’aria puoi udire nenie fatte suonare a bella posta dai
commercianti indaffarati e interessati.
A pagamento puoi anche affittare una piccola orchestrina artigianale, capace
i farti rivivere il Natale della tradizione (almeno così recita il manifesto
fatto affliggere dall’assessorato al turismo spettacolo). La televisione non
la finisce più di ricordarti che devi pensare ai regali, perché altrimenti
che natale è ?
Natale di Babbo Natale! Con la finta barba bianca e il sacco zeppo di regali
sulle spalle: omaggio al dio del consumismo più sfrenato. Nel migliore dei
casi, in ossequio a certo rigurgito filantropico, ti possiamo proporre il
natale come festa della pace, purché, per carità!, sia sempre un Natale
rigorosamente “laico”, sottratto alla forza persuasiva dei preti. Sempre in
questa linea di melenso sapore filantropico possiamo anche sbilanciarci fino
a farti un’altra proposta d’occasione, assolutamente da non perdere: il
Natale come festa della famiglia, tra abbuffate gigantesche e patetiche
giocate alla tombola, come tradizione comanda. Al sud regge ancora, al nord
un po’ meno, a fa sempre cassetta…
Ah, scusate! Dimenticavo: qualcuno ricorderà forse che il natale è
cominciato storicamente con la nascita a Betlemme di un certo Gesù. Dicono
che si sia trattato di un pezzo grosso, addirittura il figlio di Dio! A
saperlo sfruttare bene anche da questo fatto c’è da poter fare soldi a
palate. E poi, siamo sinceri, un pizzico di religiosità non guasta mai.
Qualcuno si commuove ancora per queste cose… E allora diamogli dentro col
commercio anche in questo settore. Possiamo proporti presepi di tutte le
fatture, statuine di Gesù Bambino di ogni forma, e poi ancora stelle comete,
muschio, carta argentata e tutti i personaggi della natalità…
In mezzo a questo frastuono, nello squallore di una stalla, sita alla
periferia di un paese, Dio continua ogni anno a nascere, a farsi uomo. Lo
puoi vedere bimbo come tutti gli altri, premurosamente adagiato sulla
mangiatoia. Gli occhi della madre se lo “mangiano vivo”: lo contemplano come
un ineffabile dono del cielo. I pastori accorrono ancora ad adorarlo: gente
semplice, di tutte le razze, che non viene mai a mani vuote, nonostante la
propria povertà. Un marocchino ha portato un po’ della sua paglia, che
costituisce il suo letto e materasso: alimenta così quella su cui giace il
Dio bambino.
Mi scuserai per questi auguri natalizi che odorano tanto di stalla e fieno.
Spero che tu non abbia tanto il naso delicato. Vorrei però farti venire la
voglia di unirti a questi poveri pastori. Così capirai che questo bambino è
destinato a cambiare la storia, a dividere in due parti gli anni, che d’ora
n poi si conteranno prima e dopo di lui.
Egli è l’altissimo, che s’è abbassato per innalzare te alle alte vette del
cielo. Egli è Dio che s’è umanizzato per divinizzarti. Egli è l’onnipotente,
colui che i cieli e la terra non possono contenere nel grembo verginale di
Maria. E’ il ricco che s’è fatto povero per te, per arricchirti mediante la
sua povertà. E’ la luce che ha brillato nel tu mondo per sottrarlo al potere
della tenebre. E’ la misericordia incarnata, che ti redime da ogni peccato.
Il parroco, don
Arturo
IL PARROCO
ARRIVA… BABBO NATALE ! di don Arturo Balduzzi |