C’e’ la notte con le sue ombre gigantesche che, nella svolte imprevedibili delle nostre ore, viene ad assopire la speranza. C’e’ l’oscurità densa e tenace che, senza avvertire, viene come un velo a rannuvolare il cuore. C’è il crepuscolo di Dio che, come una spada tagliente, si abbatte su una fede già ansimante, impegnata ad inerpicarsi sui suoi piccoli Golgotha.
E noi siamo qui, affaticati, logori, feriti, isolati, in questi deserti notturni dove le nostre mani si tendono verso un’alba che tarda a venire.
Chi non ha conosciuto la notte non conosce il giorno . . . Chi non ha conosciuto il dubbio non conosce la fede . . . Anche tu, Gesù ! Anche tu, il Figlio di Dio, sul legno della croce, hai gridato: “Eloi, Eloi . . . Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato . . .” Confessiamolo: la fede nel tuo amore noi non l’abbiamo che ad intermittenza e, sul calendario della nostra vita, troppo spesso non andiamo oltre il venerdì santo!
Il nostro mestiere di credenti è quello di varcare i guadi della notte. Affidare la vita, malgrado il peso dei giorni senza giorno e senza luce, all’istante in cui la speranza viene a rotolare via la pietra dalle tombe delle nostre vite.
C’è l’amore che cerca d’amare e che ricade nei vecchi solchi che non portano da nessuna parte . . . C’è la parola che cerca di dire e di dirsi e che si ritrova chiusa nei suoi mutismi . . . Ci sono i gesti teneri e fraterni, che vorrebbero aprire il cuore all’altro, a chi passa e ripassa accanto a noi, e che svaniscono, invece, in uno sguardo distante . . . Ci sono i sogni, i progetti, le belle utopie, le infinite chiamate dello Spirito che, per un attimo, gonfiano le vele e poi affondano sotto il peso delle abitudini, o restano imbrigliati dalle consuetudini . . .
Pasqua, tempo felice in cui ci è dato di credere che tutto è ancora possibile e che le nostre esistenze, nonostante tutto, possono rimettersi in piedi, scegliere infine la libertà.
Pasqua, tempo felice dove la notte cede il passo alle prime luci di un’alba fragrante come appena uscita dalle mani del Creatore. Pasqua, tempo benedetto dove noi possiamo infine rischiare di diventare ciò che siamo: dei pellegrini, dei nomadi, con gli occhi fissi verso la terra promessa della nostra risurrezione.
Nella notte di Pasqua il soffio potente dello Spirito che ricrea ogni cosa spazza via le ceneri della nostra vita e riattizza la brace della speranza. La Parola torna a dire, la Luce a sfolgorare, l’Amore a far guarire. E Lui, il Signore, è là, vivo.
Buona Pasqua di cuore a tutti!

il tuo parroco, don Arturo

 

 

 

IL PARROCO

RISURREZIONE
di don Arturo Balduzzi