Ordinazione di don Marco Cosentino

di don Marco Cosentino

 

 

 

GESU’ CRISTO SACERDOTE
DELLA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA


Carissimi tutti della Comunità di Chiesanuova, della Comunità della Noce, Carissimi genitori.
Sono trascorsi solo pochi mesi dal giorno nel quale sono diventato Diacono grazie al dono dello Spirito Santo, mediante l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo di Brescia Mons. Giulio Sanguineti. Ricordo che ho vissuto con molta trepidazione e nello stesso tempo con tanta gioia questo momento di Grazia. Con i miei altri sette compagni c’eravamo preparati con una settimana di Esercizi Spirituali nei quali c’era stato proposto di meditare sul Rito di Ordinazione e sul significato dei suoi vari momenti. Le riflessioni ci hanno dato l’occasione per riempire di senso anche i più piccoli gesti della liturgia. Ad essere sincero durante l’ordinazione ero sia molto concentrato e sia molto emozionato, ho sentito forte la presenza dello Spirito Santo soprattutto durante l’imposizione delle mani da parte del nostro Vescovo Giulio e nel momento nel quale ho posto le mie mani nelle sue per la promessa di Obbedienza a lui e ai suoi successori. Sono stati momenti molto forti perché ho sentito che lì si giocava tutta la mia risposta di amore al Signore, il desiderio di essere solo Suo, la Grazia di un dono che supera le mie capacità umane. È proprio il dono di Dio che meraviglia a distanza di pochi mesi perché ci si rende conto della propria inadeguatezza, specialmente nel vivere con piena fiducia e libertà gli incarichi affidati, come segno della Benevolenza Divina che ci chiede di camminare per le Sue strade. È talmente grande il dono di Dio, del suo Santo Spirito che da qualche tempo desideravo riceverlo perché ne avvertivo la necessità, il desiderio, nella convinzione che solo se si è “rivestiti dall’alto” possiamo essere cooperatori di Cristo nella costruzione del Regno dei Cieli.

Ora il Signore mi chiama ad essere suo Sacerdote in eterno, ministro delle Cose di Dio, della Chiesa, servo degli uomini, uomo di comunione. Innanzi tutto il sacerdozio mi conforma sacramentalmente a Cristo pastore e guida delle anime, il grande compito affidato ai discepoli diventa anche il mio, l’invito a portare il Vangelo ad ogni persona così come è scritto nel bellissimo Secondo Discorso Lucano ovvero negli Atti degli Apostoli in At 1,8 si dice: “… avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. Il che significa ripercorrere il cammino fatto da Gesù, le tappe della sua vita senza escludere la sofferenza, la solitudine, l’abbandono, riporre i propri piedi su quelli di Gesù per affondare ed affidare tutta la propria vita alla Sua volontà, per diventare solidale con tutti gli uomini e le donne del nostro tempo per portare Gesù agli uomini e gli uomini a Gesù, il cielo in terra e la terra in cielo. È il cammino che nella storia ha sempre fatto la Parola di Dio affidata agli uomini e sulla quale sono nate le prime comunità cristiane.

Mi voglio fare aiutare dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione dei Padri della Chiesa per cogliere meglio ciò che il Signore ha pensato per coloro che sono chiamati da Lui a seguirLo come Presbiteri. Dalla lettera agli Ebrei, piccolo capolavoro di teologia del sacerdozio di Cristo, unico mediatore della Nuova ed Eterna Alleanza, traggo un brano illuminante per cogliere il senso del sacerdozio ministeriale: “Ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anch’egli rivestito di debolezza; proprio a causa di questa anche per se stesso deve offrire sacrifici per i peccati, come lo fa per il popolo. Nessuno può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse: mio figlio sei tu, oggi ti ho generato. Come in un altro passo dice: Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek. Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchìsedek”.

Ora con l’aiuto di un grande Padre della Chiesa vorrei presentare un altro elemento essenziale del sacerdozio”. “Pastori siamo, ma prima cristiani”, così scrisse scrive S. Agostino circa l’essere sacerdote, quando si presentò ai fedeli di Ippona disse una frase molto espressiva: “con voi sono cristiano, per voi sono Sacerdote”, penso che questo piccolo slogan possa valere bene anche per un prossimo sacerdote che desidera avere a cuore le anime dei fedeli, che vuole sostenere coloro che si sentono poveri, deboli, sofferenti, malati, infermi, bisognosi. Lasciamo che siano le stesse parole di S. Agostino ad illuminarci: “Ogni nostra speranza é posta in Cristo. E' lui tutta la nostra salvezza e la vera gloria. E' una verità, questa, ovvia e familiare a voi che vi trovate nel gregge di colui che porge ascolto alla voce di Israele e lo pasce. Ora noi che il Signore, per bontà sua e non per nostro merito, ha posto in questo ufficio - di cui dobbiamo rendere conto, e che conto! - dobbiamo distinguere molto bene due cose: la prima cioè che siamo cristiani, la seconda che siamo posti a capo. Il fatto di essere cristiani riguarda noi stessi; l'essere posti a capo invece riguarda voi. Per il fatto di essere cristiani dobbiamo badare alla nostra utilità, in quanto siamo messi a capo dobbiamo preoccuparci della vostra salvezza. Forse molti semplici cristiani giungono a Dio percorrendo una via più facile della nostra e camminando tanto più speditamente, quanto minore é il peso di responsabilità che portano sulle spalle. Noi invece dovremo rendere conto a Dio prima di tutto della nostra vita, come cristiani, ma poi dovremo rispondere in modo particolare dell'esercizio del nostro ministero, come pastori”.

Bene. Il mio cammino in seminario sta per volgere al termine, è solo la fine dell’inizio perché nuovi orizzonti si apriranno a partire da metà luglio: periodo nel quale riceverò dal Vescovo la nomina per una parrocchia della Diocesi che sarà… ciò che il Signore vorrà. Intanto in questi mesi concluderò il mio servizio diaconale alla Parrocchia di Carcina – Pregno. Nei primi giorni di giugno vivrò gli Esercizi Spirituali per la preparazione immediata all’Ordinazione Presbiterale che sarà il 10 giugno alle ore 16.00 in Cattedrale ed alla quale siete, già da ora, tutti invitati così come siete invitati alla Prima S Messa del giorno 11 giugno alle ore 10.00 presso la nostra Parrocchia di Chiesanuova.

Vorrei concludere con la preghiera di preparazione e di affidamento al Signore e alla Vergine Maria che abbiamo composto come futuri novelli sacerdoti. La dedico a tutti e a ciascuno ma in particolare ai miei genitori che in questi anni non hanno mai smesso di accompagnarmi e di sacrificarsi perché il mio cammino potesse giungere alla meta. Ringrazio di cuore i sacerdoti presenti e passati dalla comunità, la comunità delle Suore Dorotee di Cemmo e i numerosi ragazzi, adolescenti, giovani e famiglie che la Provvidenza ha posto sul cammino. A tutti e ciascuno il mio ricordo nella preghiera in particolare ai malati e ai piccoli. Prego il Padrone della messe affinché mandi ancora operai, da Chiesanuova o dalla Noce, nella Sua messe
“O Buon Pastore, sappiamo di essere fragili e di avere “un tesoro in vasi di creta” ma abbiamo fatto esperienza della tua misericordia e del tuo perdono, ci ha protetto Maria Vergine Immacolata. La bella notizia dell’Incarnazione di Gesù ha mosso la Madre di Dio a comunicare alla cugina Elisabetta la novità che sconvolge ogni vita umana, l’attesa del Figlio Gesù, che tanto ha amato, ha spinto Maria ad incontrare la cugina Elisabetta e poi a rimanere con lei per tre mesi. Ti chiediamo, Signore, di poter vivere questo tempo di attesa visitati da Maria, visitati dal tuo Santo Spirito Paraclito affinché ci riempia dei suoi doni, ci conformi e ci renda sempre più somiglianti a Gesù, di poter essere visitati dalla presenza della Divina Trinità. Il tempo che viviamo potrebbe distrarci dallo stare con te con tutto il cuore, custodisci il silenzio, la preghiera, il desiderio di essere tuoi presbiteri nel segno della Speranza, rendici testimoni credibili della tua Resurrezione affinché possiamo donare ad ogni persona la Tua presenza di Amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen”
Dio vi benedica!


Don Marco Cosentino