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Carissimi, abbiamo appena
terminato un cammino di forti esperienze di
Chiesa, quali sono state il Grande Giubileo del
2000, la straordinaria Ostensione della Sindone e,
ultimamente, anche il dono del cardinalato che il
Santo Padre ha voluto fare alla mia persona, e
che io ben volentieri ho dedicato alla nostra
Diocesi e alla nostra Città, perché desidero
che anche questo evento sia visto da me e da voi
come una nuova occasione per dare gloria a Dio,
che sempre ci colma di doni.
Il Santo Padre, alla conclusione del Giubileo, ci
ha donato una preziosa Lettera Apostolica "Novo
Millennio ineunte" (All'inizio del nuovo
millennio), nella quale invita tutte le Chiese
locali a dare continuità spirituale all'Anno
Santo rilanciando un forte impegno di
evangelizzazione Il Papa ci invita a guardare
avanti, a "prendere il largo" (Lc 5, 4)
per tradurre i frutti del Giubileo in rinnovati
propositi di bene ed in concrete linee operative.
È proprio questo ciò che noi ci accingiamo a
fare con il programma del Piano Pastorale
decennale, che avrà nella mia Lettera Pastorale,
di prossima pubblicazione, il suo documento di
base.
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Ora
però desidero raggiungere tutti i fedeli della
nostra Arcidiocesi con questo breve messaggio per
aiutare ciascuna persona e tutte le comunità a
vivere con fervore questo sacro tempo della
Quaresima. E un tempo favorevole ed un'occasione
nuova di grazia che non dobbiamo assolutamente
sprecare. Vi invito pertanto a tenere in evidenza
tre importanti impegni sui quali desidero
richiamare la vostra attenzione. Ê Ritornare a
Dio
Tutti
avvertiamo un'esigenza urgente, nel frastuono e
nella corsa frenetica della vita di ogni giorno,
di riuscire a vedere un centro, una meta, un
ideale, un senso, un punto di partenza e un punto
di arrivo. Questo "centro" per le
nostre persone non può essere altro che Dio,
nostro Padre e nostro Creatore. Ce lo ricorda la
Bibbia: "Ascolta, Israele: il Signore è
il nostro Dio, il .Signore è uno solo. Tu amerai
il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta
l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che
oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore, li
ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai
seduto in casa tua, quando camminerai per via,
quando ti coricherai e quando ti alzerai".
(Dt 6, 4 7).
l Tornare a Dio non
significa pensare a Lui ogni tanto, ricorrere a
Lui soltanto quando siamo nella necessità,
esprimere verso di Lui qualche buon sentimento.
Il testo del profeta Gioele, che ho messo a
titolo di questo messaggio, ci invita a tornare a
Dio "con tutto il cuore" cioè
con tutta la realtà intima e profonda della
nostra vita, che deve appunto essere orientata
sul Signore. Raccomando perciò, in questo tempo
di Quaresima, di dare ogni giorno più spazio all'ascolto
della Parola di Dio, facendola diventare alimento
della nostra meditazione. C'è un doveroso
nutrimento del nostro spirito che non può non
passare attraverso l'ascolto approfondito, calmo
e prolungato della Parola di Dio, con la quale ci
si deve sempre confrontare per verificare i
nostri comportamenti e le nostre scelte.
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l Si deve tornare a Dio
anche con tempi più prolungati di altre forme di
preghiera, se vogliamo che la nostra vita ritrovi
il suo equilibrio e la nostra fede abbia il suo
naturale alimento. Avvertiamo presente e vicino
il Signore se ci colleghiamo con Lui, se lo
richiamiamo alla nostra mente attraverso il
dialogo orante che deve esprimere la lode, l'adorazione,
il ringraziamento, la domanda di perdono e una
sincera richiesta di aiuto. l Un percorso
particolarissimo per il nostro ritorno a Dio sta
nel rivalutare la centralitàdei sacramenti,soprattutto
l'Eucaristia, specialmente quella domenicale, con
la qualela comunità cristiana è convocata per
celebrare la Pasquadel Signore, per vivere la sua
dimensione
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soprannaturale e ritrovare la
gioia di appartenenza alla Chiesa. Inoltre è da
raccomandare il sacramento della Riconciliazione,
al quale in Quaresima ci dobbiamo accostare con
maggiore assiduità, perché questo è un tempo
di penitenza, di conversione dei peccati, di
superamento del male e di ricerca di quella vita
nuova che ci sarà donata, in modo particolare,
nella celebrazione della solennità della Pasqua,
festa centrale di tutto l'anno liturgico. Ë Custodire la
famiglia
Il secondo
impegno sul quale vorrei richiamare l'attenzione
è la famiglia. È importante, ed oggi più
ancora che in passato, riscoprire il valore
fondamentale e centrale che la famiglia deve
rappresentare per tutti.
La famiglia è il luogo più sacro dei sentimenti,
degli affetti, dei valori più grandi delle
persone. È il luogo dell'amore fedele tra gli
sposi, il santuario della vita e dell'educa-
zione dei figli, soprattutto nella fase delicata
della fanciullezza, dell'adolescenza e della
giovinezza. Le cronache di questi giorni ci
richiamano ad un forte esame di coscienza e ad un
ritorno alla convinzione della preziosità della
famiglia. Quando l'ambiente familiare è sereno,
affiatato, equilibrato, allora un rapporto
positivo genitori-figli ed il vincolo affettivo
tra le persone sono valori che rendono bella l'esistenza.
Siamo shoccati da ciò che abbiamo sentito in
questo tempo, ma non perdiamo la speranza perché
comunque il bene è più forte e più diffuso del
male. Vogliamo rilanciare a tutti, anche a chi
vorrebbe emarginare l'idea di famiglia fondata
sul matrimonio, la convinzione che solo una
famiglia radicata su uno stabile impegno d'amore
garantisce una vita armonica e gioiosa delle
persone. Nella famiglia vedo armonizzati tra loro
questi valori importanti. queste perle preziose,
queste realtà fondamentali: l'amore generoso e
fedele degli sposi. che diventa riverbero e segno
del l'amore di Dio per l'umanità, e l'impegno
educativo nei confronti dei figli, che non può
essere relegato all'ultimo posto, ma che va
esercitato con amore paziente e chiarezza di
progettualità da coloro che sanno di avere il
diritto-dovere di dare il loro contributo di
testimonianza positiva per far crescere la
persona nella gioia del vivere. È infine
necessario che la famiglia sia aperta anche a Dio
Padre che la protegge e la guida, sia attenta
alle regole fondamentali di comportamento, che
sono i comandamenti del Signore, e rimanga
sensibile ai valori cristiani, soprattutto l'amore,
la fede, la fiducia nella Provvidenza, la
solidarietà, il pensare agli altri prima che a
se stessi.
Ì Riscoprire la
sobrietà di vita
Il terzo
impegno, sul quale vorrei richiamare l'attenzione
di tutti in questo tempo di Quaresima, è la sobrietà
di vita. La Quaresima è tempo di penitenza,
di autocontrollo di sé, di capacità di
armonizzare, in noi e attorno a noi, l'essere con
l'avere. La persona e importante non per quello
che ha, ma per quello che è! E tutti abbiamo
delle cose, ma guai se l'avere predomina,
schiavizza, oscura l'essere, cioè la dignità
della persona. Ecco allora su questo punto alcune
indicazioni pratiche, molto semplici, che ci
possono aiutare a scelte concrete di penitenza
per "essere" sempre di più,
indipendentemente da ciò che si ha.
l Si cresce nel nostro
"essere": cioè si vale di più, se ciò
che si ha serve a farci crescere dentro, e non a
renderci più egoisti, più avari, più attaccati
a noi stessi, più chiusi agli altri. La
generosità ci fa "essere", ci fa
crescere nel nostro valore individuale.
l Si cresce nel nostro
"essere", cioè si vale di più, se si
condivide con chi non ha o ha meno di noi. "Spezza
il tuo pane con l'affamato" ci dirà
spesso in questi giorni la Parola di Dio. E
questo non basta farlo soltanto nei confronti del
Terzo Mondo, ma bisogna saperlo fare nei nostri
ambienti, nelle nostre famiglie, nelle nostre
comunità, nei nostri quartieri. "Spezzare
il pane con l'affamato" significa anche
saper condividere un po' del nostro tempo, delle
nostre risorse, dei nostri doni, delle nostre
capacità con chi ha meno di noi e che forse
aspetta soltanto un sorriso, un po' di attenzione,
un po' di compagnia, un po' di aiuto.
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l E finalmente si
cresce nel nostro "essere", cioè si
vale di più, se gli impegni e le cose materiali
non ci assorbono tutto il tempo e le energie che
abbiamo a disposizione. Pensiamo a quante cose
nella giornata ci derubano del tempo e della
serenità del nostro mondo interiore, il quale
dovrebbe avere una sua atmosfera armonica,
silenziosa, ricca di buoni pensieri. E allora
provvidenziale che la Quaresima ci richiami al
valore di alcuni "moderni digiuni"
conte quello televisivo, quello di internet, o
quello del divertimento. |
Perché in Quaresima non
abolire per noi, senza imporre nulla agli altri,
certi tempi esagerati dati al divertimento? I
giovani che seguono gli incontri di Lectio
divina sanno di aver ricevuto come proposta
alternativa, per i sabati di Quaresima, la
possibilità dell'adorazione eucaristica notturna.
Perché non mettere in programma questa sosta di
preghiera davanti a Gesù, presente nell'Eucaristia,
al posto del tempo normalmente dedicato al
divertimento nelle discoteche o in altri luoghi
di ritrovo? Io vedo un'urgenza per tutti, ma
specialmente per i giovani, di riappropriarsi di
tempi di riflessione e di silenzio per se stessi
al fine di ritrovare la propria identità e
gestire con più equilibrio il proprio mondo
interiore. L'augurio che faccio a ciascun
membro della nostra Comunità diocesana per
questa Quaresima, la prima dopo il Giubileo del
2000, è questo: ritrova te stesso, la tua
armonia, la tua serenità, la tua gioia. Anche
con il capo cosparso di cenere, il cristiano è
un uomo felice, perché la cenere gli ricorda che
egli è creatura, ma creatura voluta ed amata in
modo personale ed infinito da Dio, gli ricorda
che, pur nelle difficoltà dell'esistenza, egli
può sempre alzare gli occhi verso quel Padre che
sta nei cieli e che, avendoci creati come suoi
figli, ci ama come il valore più prezioso di
tutta la creazione. Non buttiamo via questa
nostra dignità e grandezza, ma portiamo vita
nuova in noi e intorno a noi.
Il Santo
Padre, durante l'omelia tenuta nel recente
Concistoro, nel quale mi ha voluto elevare alla
dignità cardinalizia, ci diceva: "Venerati
fratelli voi siete i primi cardinali creati nel
nuovo millennio. Dopo aver abbondantemente
attinto alle sorgenti della misericordia divina,
durante l'Anno Santo, la mistica nave della
Chiesa si accinge a prendere nuovamente il largo
per portare nel mondo il messaggio della salvezza.
Insieme vogliamo scioglierne le vele al vento
dello Spirito, scrutando i segni dei tempi e
interpretandoli alla luce del Vangelo, per
rispondere ai perenni interrogatici degli uomini
sul senso della vita presente e futura e sulle
loro relazioni reciproche".
Quanto il
Papa ha detto a me, nell'occasione del Concistoro,
io lo dico a tutti voi: "E' tempo di
sciogliere le vele, di prendere nuovamente il
largo per portare al mondo il messaggio della
salvezza. Incominciamo da noi stessi.
Incontriamoci con il nostro Salvatore,
ripercorriamo un cammino di purificazione, di
conversione, così che la Pasqua di Cristo ci
ritrovi rinnovati e capaci di trasmettere a tutti
la gioia e l'entusiasmo di essere cristiani".
La Vergine
Consolata e i nostri meravigliosi Santi torinesi
intercedano per noi e ci accompagnino nel cammino
spirituale di questa Quaresima.
Con una
grande ed affettuosa benedizione per tutti.
Torino, 28 Febbraio 2001
Mercoledì delle Ceneri
D Severino Card. Poletto
Arcivescovo
di Torino
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