Chiese della Propositura

 

BANZENA

Dal Dizionario Corografico della Toscana E. Repetti = anno 1845

Nel Val d'Arno Casentinese, Castello con Chiesa Parrocchiale San Donato, nel Piviere, comunità, giu­risdizione civile e circa quattro miglia a greco di Bibbiena, Diocesi e Compartimento di Arezzo. Siede sullo sprone occidentale dell'Appennino di Biforco presso il Bastione ed a cavaliere del torrente Corsalone, che scorre al suo levante, lungo la strada mulattiera che per l'Appennino di Biforco guida a Bagno di Romagna. La Chiesa di Banzena, dedicata ai SS. Michele e Donato, trovasi nominata fra le 18 antiche succursali della Pieve di Bibbiena, in un breve del Pontefice Adriano IV, del 2 maggio 1155 diretto a quel pievano e confermato nel 1207 dal Pontefice Innocenze III. Il Castello di Banzena cogli altri due di Serravalle e di Gello dell'Abate, nel 1314 cadde in potere del Vescovo aretino Guido Tarlati, dal quale l'ereditò il suo fratello Saccone,e poi Marco suo nipote, finché nel 1360 passò sotto il dominio della Repubblica Fiorentina. La Parrocchia di San Donato a Banzena nel 1845 contava 175 abitanti.

 

QUERCETO

Dal Dizionario Corografico della Toscana E. Repetti = anno 1845

Nel Val d'Arno Casentinese, casale perduto situato nel colle della Montanina che fu dei Tarlati e di poco discosto da Monaci di Santa Flora e Lucilia di Arezzo.

È rammentato fin dal 933 in un diploma dei Re Ugo e Lottano, i quali confermarono ai detti Monaci fra le altre cose una corte posta in Querceto donata loro dal marchese Bosone di Toscana.

GIONA

 

Illustrazione critica e descrittiva del Casentine dell'Abate Camaldolese Pietro Porcellotti. Anno 1865

 

Giona Santa Maria Assunta, Cura con 102 individui Piviere di Gello,; patronato regio. Villaggio circa sei miglia a greco di Bibbiena, situato sulla schiena dei monti alla destra del Corsalone e quasi di rimpetto a Gello. Giona non trovasi ricordato nelle antiche carte, forse perché per molti secoli non fu che una boscaglia, porzione di quel foresto di Corezzo, che Ottone I confermò nel 967 a Goffredo del fu lldebrando, come sarà fatta parola in Comunità di Chiusi.

 

P.S.: Nella descrizione della Comunità di Chiusi non si parla affatto di Giona.

GELLO

Dal Dizionario Corografico della Toscana E. Repetti = anno 1845

Nel Val d'Arno Casentinese; Castello con Chiesa Parrocchiale - San Martino a Gello - coll'annesso di San Giovanni a Tremoggiano, nella comunità, giurisdizione civile circa quattro miglia a levante greco di Bibbiena; Diocesi e compartimento di Arezzo. Giace sopra un risalto di poggio posto alla destra del torrente Corsalone e della strada che sale sull' Appennino del Bastione per discendere a Bagno di Romagna.

Si disse Gello dell'Abate per aver appartenuto agli Abati della Superiore Badia Preataglia.

La Parrocchia di San Martino a Gello nel 1845 contava 183 abitanti.

GRESSA

Dal Dizionario Corografico della Toscana E. Repetti = anno 1845

Nel Val d'Arno Casentinese, villaggio con fortilizio e Chiesa Parrocchiale San lacopo, nel Piviere di Partina, comunità, giurisdizione e circa due miglia a settentrione di Bibbiena, Diocesi e Compartimento di Arezzo. Siede la rocca sopra la sommità di uno sperone che scende dall'Appennino di Prataglia alla sinistra dell'Archiano, mentre scorre al suo maestro il fosso di Vico di Gressa, patria del celebre inventore delle note musicali. La Parrocchia San lacopo a Gressa nel 1845 annoverava 192 abitanti.

S. Sebastiano

FONTIBONA

Da Shalom n.18 – Massimo Ceccherini (Governatore della Misericordia di Bibbiena)

Intitolata a S. Sebastiano, Patrono delle Misericordie.

Le poche notizie in nostro possesso ci dicono che la Cappella fu costruita intorno al 1600 circa. La struttura si compone di due ambienti distinti di diversa tipologia: la sacrestia realizzata in epoca più recente, fine ottocento primi novecento e la Cappella. In vari interventi che si sono succeduti nel tempo, le pareti e il soffitto, realizzato a doppia crociera con quattro vele, sono stati adornati con disegni di pregevole fattura ancora oggi visibile nelle volte, mentre nelle pareti sono individuabili solo in piccoli frammenti. Al centro dell'altare troviamo una nicchia di stile rinascimentale con su indicato l'anno di realizzazione 1668 e la scritta D.O.M. DEO OPTIMO MAXIMO (a Dio ottimo massimo) e la dicitura "BENEFATTORI POPOLO DI BIBBIENA" a indicare che questa realizzazione è da attribuire a offerte fatte dal popolo bibbienese.

All'interno della nicchia possiamo ammirare un disegno raffigurante una Madonna che allatta e alla sua sinistra S. Antonio Abate, protettore degli animali e alla sua sinistra, ci sembra di riconoscere, S. Rocco con bastone e cordone da pellegrino protettore degli appestati. Forse è per questo che si pensa che la cappella, o comunque un luogo nelle immediate adiacenze, possa essere stato usato come luogo di ricovero di malati e appestati. La vicinanza al vecchio cimitero di Bibbiena fa pensare che più recentemente possa essere stata usata anche come Cappella mortuaria del cimitero.

E’ possibile visitare la Cappella nelle ore indicate all’ingresso della stessa. Per informazioni rivolgersi alla Confraternita di Misericordia.