Sacrestia
Le armoniose
linee architettoniche della sacrestia fanno sfondo ad alcune opere di notevole
valore artistico.
Sulla
porta d’ingresso della sacrestia vi è una lapide in pietra con lo stemma della
Prepositura Curata affiancato dalla frase biblica “Fundamenta eius in Montibus
Sanctis” per ricordare il legame con l’Abbazia del Monte Sacro sul Gargano, da
cui la Chiesa dipendeva alle origini.
In alto interessante
PREDELLA particolarmente lunga (m. 3,10 e alta 40 cm.), restaurata nel 1970,
tipica di un polittico del XV sec., rappresentante Cristo e gli Apostoli,
dipinta a tempera su tondo oro. Alcuni studiosi ritenevano provenisse dalla SS.
Trinità del Gargano, ma il fatto che S. Giacomo è ritratto come primo apostolo
a sinistra potrebbe far ipotizzare la commissione per la chiesa di Barletta.
L'opera è attribuita a Tuccio d'Andria, il pittore che ha realizzato le due
grandi tavole, il "Redentore benedicente" e "La Vergine”
(notizie 1487) per la cappella di S. Riccardo nella Cattedrale di Andria,
commissionate da Francesco Il Del Balzo, duca d'Andria. Di Tuccio d'Andria,
che ha operato a Savona, si conserva un trittico presso la Pinacoteca di Bari.
La "predella" o "gradino" è la parte
inferiore delle pale d'altare, separata da una speciale cornice e divisa in
tanti quadretti, che si dicono "formelle" e anche
"pannelli", ciascuno dei quali ha la sua figura o la sua storia.
Secondo il Santeramo, ogni apostolo annunzia il proprio articolo del Credo e
ogni articolo indica il nome dell’apostolo nel modo come segue: (Auber "Il
simbolismo religioso").
1.
"Credo
in Dio Padre" è di S. Pietro a destra del Cristo con le tradizionali
chiavi (VI posto)
2.
"Ed
in Gesù Cristo suo figliuolo": S. Andrea con la croce decussata (IX posto)
3.
"Il
quale fu concepito di Spirito Santo": S. Giacomo maggiore (I posto)
4.
"Patì
sotto Ponzio Pilato": San Giovanni a sinistra di Cristo (VIII)
5.
"Discese
agl’Inferi” S. Tommaso (II)
6.
"Ascese
al cielo": S. Giacomo minore (XI)
7.
"Di
là ha da venire a giudicare": S. Filippo (X)
8.
"Credo
nello Spirito Santo": S. Bartolomeo (VI)
9.
"La
Comunione dei Santi": S. Mattia (IV)
10.
"La
remissione dei peccati": S. Simone (XII)
11.
“La
risurrezione della carne”: S. Giuda (XIII)
12.
"La
vita eterna": S. Paolo con la spada (V).
Entrando
nella sacrestia sulla sinistra, ritratto del "Rev. Rettore don Giovanni Francesco
Frari - nato in Venezia e morto in Barletta alli 19 marzo 1802" e sepolto
alle spalle dell'altare maggiore, lì dove erano gli stalli del coro dei
canonici.
I fedeli si recavano in preghiera presso la sua tomba, perché era tenuto in
concetto di santità.
Accanto, interessante tela del 1853 raffigurante
mons. Giuseppe De Bianchi Dottula, Arcivescovo di Trani, il quale, per sminuire
il potere assunto dai canonici di Santa Maria, diede lustro al Capitolo di S.
Giacomo, che, grato, lo ricordò in questo dipinto.
In sacrestia si conserva anche la
raffigurazione della “Madonna con Bambino” e del
“Redentore”, tavola processionale a tempera del XIV sec. (86 x 61 cm),
lievemente cuspidata e chiaramente tagliata inferiormente. Infatti il Seccia,
noto storico barlettano, nel 1842 cita l’altezza del dipinto intero: 142 cm.
Su un lato della tavola il Redentore è
raffigurato con labaro e,
nonostante le piaghe alle mani e nel costato, appare risorto e glorioso. Il
Cristo ha un “chitone” chiaro e un avvolgente “himation” rosso e all’interno
blu scuro.
Sull’altro lato della tavola, l’iconografia della
Vergine è quella Hodeghitria che sorregge il Bambino con il braccio destro e
presenta con la mano sinistra il Figlio. Il Bambino benedice alla latina con la
mano destra e nell’altra stringe un rotolo chiuso. Una banda dorata a losanghe
orla il “mophorion” blu scuro. Le aureole a rilievo di pastiglia in gesso con
foglie lanceolate sono simili a quelle della “Madonna con Bambino” in San
Ruggero a Barletta e a quelle della tavola di S. Nicola il Pellegrino di Trani.
Sulla destra è collocato un dipinto della fine del
‘600, di ottima fattura, rappresentante l’Ultima Cena mentre Gesù che da’ il
suo Corpo a San Pietro.