In piedi
Canto d’inizio: : “Nulla ti turbi”
“L’aspirazione
ansiosa dell’ordine e della pace dei popoli è oggi più che mai diffusa; e
tanto maggiormente si diffonde, quanto più è doloroso constatare l’insidia
palese e nascosta che ne minaccia la consistenza con pericoli di gravità
apocalittica ….
La causa della
pace non permette ad alcuno di rimanere insensibile. Ma tutti ci dobbiamo
impegnare affinché il “dono celeste” che Gesù ha definito suo: “vi do la
mia pace”, sia il frutto di una condotta sinceramente cristiana, nello sforzo
continuo di rinnovarci, “nei pensieri, negli affetti e nelle parole”(da
“SCRITTI E DISCORSI, III” di Papa Giovanni XXIII).
Risuonano ancora nelle orecchie queste parole di Papa
Giovanni XXIII, maestro di amore e di pace, che dal 1957 sottolineano la
dimensione che la parola “pace” deve assumere in ogni istante della la
nostra vita. Le abbiamo ripetute insieme in altre occasioni, ma oggi più che
mai scuotono nuovamente l’ansia dell’uomo nel vedere che il grande dono
della pace è pericolosamente in bilico sull’abisso della guerra e della
distruzione. Il cercare di operare per la pace deve coinvolgere, oggi più che
mai, ogni attimo della nostra vita, in quanto esseri sociali che convivono e si
relazionano con gli altri, continuamente. Siamo invitati a pregare questa sera
per una pace che oltre ad essere il nostro stile di figli, di lavoratori, di
studenti, di genitori, di fratelli in Cristo, deve diventare la vera anima della
storia. Una storia che oggi pericolosamente vive una vigilia di odio e
devastazione, miseria e distruzione.
Sacerdote:
Nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo
Tutti:
Amen
S:
Il Dio della pace sia con tutti voi
Tutti:
E con il tuo spirito.
Seduti
1^
Brano
In questi nostri anni, nei quali permangono ancora
gravissime tra gli uomini le afflizioni e le angustie derivanti da guerre ora
imperversanti, ora incombenti, l'intera società umana è giunta ad un momento
sommamente decisivo nel processo della sua maturazione. Mentre a poco a poco
l'umanità va unificandosi e in ogni luogo diventa ormai più consapevole della
propria unità, non potrà tuttavia portare a compimento l'opera che l'attende,
di costruire cioè un mondo più umano per tutti gli uomini e su tutta la terra,
se gli uomini non si volgeranno tutti con animo rinnovato alla vera pace. Per
questo motivo il messaggio evangelico, in armonia con le aspirazioni e gli
ideali più elevati del genere umano, risplende in questi nostri tempi di
rinnovato fulgore quando proclama beati i promotori della pace, «perché
saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). La pace non è la semplice assenza
della guerra, né può ridursi unicamente a rendere stabile l'equilibrio delle
forze avverse; essa non è effetto di una dispotica dominazione, ma viene con
tutta esattezza definita a opera della giustizia. È il frutto dell'ordine
impresso nella società umana dal suo divino Fondatore e che deve essere attuato
dagli uomini che aspirano ardentemente ad una giustizia sempre più perfetta.
Infatti il bene comune del genere umano è regolato, sì, nella sua sostanza,
dalla legge eterna, ma nelle sue esigenze concrete è soggetto a continue
variazioni lungo il corso del tempo; per questo la pace non è mai qualcosa di
raggiunto una volta per tutte, ma è un edificio da costruirsi continuamente.
Poiché inoltre la volontà umana è labile e ferita per di più dal peccato,
l'acquisto della pace esige da ognuno il costante dominio delle passioni e la
vigilanza della legittima autorità. Tuttavia questo non basta. Tale pace non si
può ottenere sulla terra se non è tutelato il bene delle persone e se gli
uomini non possono scambiarsi con fiducia e liberamente le ricchezze del loro
animo e del loro ingegno. La ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli
altri popoli e la loro dignità, e l'assidua pratica della fratellanza umana
sono assolutamente necessarie per la costruzione della pace. In tal modo la pace
è frutto anche dell'amore, il quale va oltre quanto può apportare la semplice
giustizia. Sebbene le recenti guerre abbiano portato al nostro mondo gravissimi
danni sia materiali che morali, ancora ogni giorno in qualche punto della terra
la guerra continua a produrre le sue devastazioni. Anzi dal momento che in essa
si fa uso di armi scientifiche di ogni genere, la sua atrocità minaccia di
condurre i combattenti ad una barbarie di gran lunga superiore a quella dei
tempi passati. La complessità inoltre delle odierne situazioni e la intricata
rete delle relazioni internazionali fanno sì che vengano portate in lungo, con
nuovi metodi insidiosi e sovversivi, guerre più o meno larvate. In molti casi
il ricorso ai sistemi del terrorismo è considerato anch'esso una nuova forma di
guerra. Il progresso delle armi scientifiche ha enormemente accresciuto l'orrore
e l'atrocità della guerra. Le azioni militari, infatti, se condotte con questi
mezzi, possono produrre distruzioni immani e indiscriminate, che superano
pertanto di gran lunga i limiti di una legittima difesa. Anzi, se mezzi di tal
genere, quali ormai si trovano negli arsenali delle grandi potenze, venissero
pienamente utilizzati, si avrebbe la reciproca e pressoché totale distruzione
delle parti contendenti, senza considerare le molte devastazioni che ne
deriverebbero nel resto del mondo e gli effetti letali che sono la conseguenza
dell'uso di queste armi. Tutte queste cose ci obbligano a considerare
l'argomento della guerra con mentalità completamente nuova. Sappiano gli uomini
di questa età che dovranno rendere severo conto dei loro atti di guerra, perché
il corso dei tempi futuri dipenderà in gran parte dalle loro decisioni di oggi.
È chiaro pertanto che dobbiamo con ogni impegno sforzarci per preparare quel
tempo nel quale, mediante l'accordo delle nazioni, si potrà interdire del tutto
qualsiasi ricorso alla guerra. La pace deve sgorgare spontanea dalla mutua
fiducia delle nazioni, piuttosto che essere imposta ai popoli dal terrore delle
armi. …Va piuttosto incoraggiata la buona volontà di tanti che pur gravati
dalle ingenti preoccupazioni del loro altissimo ufficio, mossi dalla gravissima
responsabilità da cui si sentono vincolati, si danno da fare in ogni modo per
eliminare la guerra, di cui hanno orrore pur non potendo prescindere dalla
complessa realtà delle situazioni. Bisogna rivolgere incessanti preghiere a Dio
affinché dia loro la forza di intraprendere con perseveranza e condurre a
termine con coraggio quest'opera del più grande amore per gli uomini, per mezzo
della quale si costruisce virilmente l'edificio della pace. È inutile infatti
che essi si adoperino con tenacia a costruire la pace, finché sentimenti di
ostilità, di disprezzo e di diffidenza, odi razziali e ostinate ideologie
dividono gli uomini, ponendoli gli uni contro gli altri. Di qui la estrema,
urgente necessità di una rinnovata educazione degli animi e di un nuovo
orientamento nell'opinione pubblica. Coloro che si dedicano a un'opera di
educazione, specie della gioventù, e coloro che contribuiscono alla formazione
della pubblica opinione, considerino loro dovere gravissimo inculcare negli
animi di tutti sentimenti nuovi, ispiratori di pace. E ciascuno di noi deve
adoperarsi per mutare il suo cuore, aprendo gli occhi sul mondo intero e su
tutte quelle cose che gli uomini possono compiere insieme per condurre l'umanità
verso un migliore destino.
(Gaudium et
Spes, 77-82)
-
Quanto
collaboro per l’affermazione dell’ordine e della giustizia negli ambienti in
cui vivo? (Famiglia, Condominio, Strada, Parrocchia, Scuola, Lavoro, Strada,
ecc.)
-
Sono
convinto dei principi di condivisione, morale e materiale, con i miei fratelli?
-
Lavoro
continuamente e assiduamente per l’affermazione di questi concetti di
giustizia e condivisione?
-
Rispetto
tutti, a prescindere da ogni motivo di diversità da me?
-
Considero
gli altri, sempre, miei compagni di viaggio, cui tendere la mano sia per dare
che per ricevere sostegno?
-
Prego
Dio per gli altri indistintamente, con fede e con umiltà?
-
Nella
mia opera di educatore, catechista, testimone di Cristo, sono portatore di
questo messaggio di rispetto scambievole?
-
Ho
la disponibilità del cuore all’ascolto e all’azione dello Spirito Santo sul
mio cuore?
-
Sono
convinto veramente che i sinonimi della pace sono la tolleranza, la solidarietà,
il rispetto del diritto, la legalità?
2^
Brano
Voi
che vivete sicuri
nelle
vostre tiepide case,
Voi
che trovate tornando a sera
il
cibo caldo e visi amici:
considerate
se questo è un uomo,
che
lavora nel fango,
che
non conosce pace,
che
lotta per mezzo pane,
che
muore per un sì o per un no.
Considerate
se questa è una donna,
senza
capelli e senza nome,
senza
più forza di ricordare,
vuoti
gli occhi e freddo il grembo,
come
una rana d’inverno.
Meditate
che questo è stato:
vi
comando queste parole,
scolpitele
nel vostro cuore,
stando
in casa, andando per via,
coricandovi,
alzandovi:
ripetetele
ai vostri figli.
(P.Levi,
Se questo è un uomo)
Dall’eco
del campo di concentramento che proviene attraverso le parole di Levi,
ripensiamo alla disumanità della guerra e a quanto essa esploda, nel momento in
cui la dignità umana viene calpestata. Quanto queste parole ci provocano, nella
nostra coscienza di uomini e di credenti?
Canto:
“O Signore, fa di me uno strumento”
S:
Il Signore sia con voi
T:
E con il tuo Spirito
S:
Dal Vangelo secondo ……(Gv 14,27-31)
T:
Lode a te, o Cristo
Omelia
del sacerdote
Momento
di riflessione silenziosa
S:
Fratelli e sorelle,
in queste
ore drammatiche di violenza e di guerra,
presentiamo
la nostra supplica unanime a Dio,
Padre di
tutti gli uomini,
e
invochiamo con perseveranza e fiducia
il
dono della pace.
Preghiamo
insieme: Dio della pace, ascoltaci
Intenzioni spontanee dei presenti, cui tutti
rispondono: Dio della pace, ascoltaci
Preghiera comune, recitata a cori alterni, uomini (U)
e donne (D):
D: Signore, Dio dell’amore, che nel tuo Figlio
crocifisso hai abbattuto il muro di separazione che divide i popoli, torna a
guardare la nostra umanità inquieta e
divisa, distruggi gli odi, fa cadere le armi dalle mani dei violenti, fa che
crollino gli orgogli di razza e di cultura e accendi nei cuori la passione
per la pace.
U: Signore, Dio della vita, il tuo Figlio Risorto ha
detto ai discepoli. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”; manda il tuo
Spirito ad illuminare le menti dei responsabili dei popoli, perché ricerchino
con tutte le energie soluzioni rispettose della dignità di ogni uomo e donna e
la terra diventi una sola famiglia.
D: Signore, Padre di ogni speranza, dona a tutti
coloro che professano il Vangelo della pace il coraggio di proclamare con voce
unanime che la via del dialogo è sempre possibile e la franchezza di condannare
la discriminazione etnica ed ogni forma di violenza.
U: Signore, Dio compassionevole, ti affidiamo coloro
che soffrono a causa delle guerre, anche dimenticate, in varie parti del mondo:
tieni accesa nel loro cuore una luce di speranza e a noi di essere strumenti
della tua consolazione.
D: Signore, Padre di tutti, ti rendiamo grazie perché
il tuo Spirito continua a suscitare costruttori di pace: porta a compimento il
loro desiderio di sostituire l’odio con l’amore, la diffidenza con la
comprensione, l’indifferenza con la solidarietà.
Tutti:
Ti sia gradito, Signore Dio nostro
e Dio dei nostri padri,
Signore
della pace, re cui la pace appartiene,
di
porre pace nel tuo popolo.
E la
pace si moltiplichi fino a penetrare
in
tutti quelli che vengono al mondo.
E non
ci siano più né gelosie, né rivalità,
né
motivi di discordia fra gli uomini,
ma ci
siano solo amore e pace fra tutti.
Conclusione
e benedizione