Parrocchia S. Cecilia

            Bari

INSIEME

IN  PACE,

PER LA PACE

 

 

INCONTRO DI PREGHIERA – 11 Ottobre 2001

 

In piedi

Canto d’inizio: : “Nulla ti turbi”

 

Riflessione introduttiva

 

L’aspirazione ansiosa dell’ordine e della pace dei popoli è oggi più che mai diffusa; e tanto maggiormente si diffonde, quanto più è doloroso constatare l’insidia palese e nascosta che ne minaccia la consistenza con pericoli di gravità apocalittica ….

La causa della pace non permette ad alcuno di rimanere insensibile. Ma tutti ci dobbiamo impegnare affinché il “dono celeste” che Gesù ha definito suo: “vi do la mia pace”, sia il frutto di una condotta sinceramente cristiana, nello sforzo continuo di rinnovarci, “nei pensieri, negli affetti e nelle parole”(da “SCRITTI E DISCORSI, III” di Papa Giovanni XXIII).

 

Risuonano ancora nelle orecchie queste parole di Papa Giovanni XXIII, maestro di amore e di pace, che dal 1957 sottolineano la dimensione che la parola “pace” deve assumere in ogni istante della la nostra vita. Le abbiamo ripetute insieme in altre occasioni, ma oggi più che mai scuotono nuovamente l’ansia dell’uomo nel vedere che il grande dono della pace è pericolosamente in bilico sull’abisso della guerra e della distruzione. Il cercare di operare per la pace deve coinvolgere, oggi più che mai, ogni attimo della nostra vita, in quanto esseri sociali che convivono e si relazionano con gli altri, continuamente. Siamo invitati a pregare questa sera per una pace che oltre ad essere il nostro stile di figli, di lavoratori, di studenti, di genitori, di fratelli in Cristo, deve diventare la vera anima della storia. Una storia che oggi pericolosamente vive una vigilia di odio e devastazione, miseria e distruzione.

 

Sacerdote: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Tutti: Amen

S: Il Dio della pace sia con tutti voi

Tutti: E con il tuo spirito.

Seduti

1^ Brano

In questi nostri anni, nei quali permangono ancora gravissime tra gli uomini le afflizioni e le angustie derivanti da guerre ora imperversanti, ora incombenti, l'intera società umana è giunta ad un momento sommamente decisivo nel processo della sua maturazione. Mentre a poco a poco l'umanità va unificandosi e in ogni luogo diventa ormai più consapevole della propria unità, non potrà tuttavia portare a compimento l'opera che l'attende, di costruire cioè un mondo più umano per tutti gli uomini e su tutta la terra, se gli uomini non si volgeranno tutti con animo rinnovato alla vera pace. Per questo motivo il messaggio evangelico, in armonia con le aspirazioni e gli ideali più elevati del genere umano, risplende in questi nostri tempi di rinnovato fulgore quando proclama beati i promotori della pace, «perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). La pace non è la semplice assenza della guerra, né può ridursi unicamente a rendere stabile l'equilibrio delle forze avverse; essa non è effetto di una dispotica dominazione, ma viene con tutta esattezza definita a opera della giustizia. È il frutto dell'ordine impresso nella società umana dal suo divino Fondatore e che deve essere attuato dagli uomini che aspirano ardentemente ad una giustizia sempre più perfetta. Infatti il bene comune del genere umano è regolato, sì, nella sua sostanza, dalla legge eterna, ma nelle sue esigenze concrete è soggetto a continue variazioni lungo il corso del tempo; per questo la pace non è mai qualcosa di raggiunto una volta per tutte, ma è un edificio da costruirsi continuamente. Poiché inoltre la volontà umana è labile e ferita per di più dal peccato, l'acquisto della pace esige da ognuno il costante dominio delle passioni e la vigilanza della legittima autorità. Tuttavia questo non basta. Tale pace non si può ottenere sulla terra se non è tutelato il bene delle persone e se gli uomini non possono scambiarsi con fiducia e liberamente le ricchezze del loro animo e del loro ingegno. La ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli e la loro dignità, e l'assidua pratica della fratellanza umana sono assolutamente necessarie per la costruzione della pace. In tal modo la pace è frutto anche dell'amore, il quale va oltre quanto può apportare la semplice giustizia. Sebbene le recenti guerre abbiano portato al nostro mondo gravissimi danni sia materiali che morali, ancora ogni giorno in qualche punto della terra la guerra continua a produrre le sue devastazioni. Anzi dal momento che in essa si fa uso di armi scientifiche di ogni genere, la sua atrocità minaccia di condurre i combattenti ad una barbarie di gran lunga superiore a quella dei tempi passati. La complessità inoltre delle odierne situazioni e la intricata rete delle relazioni internazionali fanno sì che vengano portate in lungo, con nuovi metodi insidiosi e sovversivi, guerre più o meno larvate. In molti casi il ricorso ai sistemi del terrorismo è considerato anch'esso una nuova forma di guerra. Il progresso delle armi scientifiche ha enormemente accresciuto l'orrore e l'atrocità della guerra. Le azioni militari, infatti, se condotte con questi mezzi, possono produrre distruzioni immani e indiscriminate, che superano pertanto di gran lunga i limiti di una legittima difesa. Anzi, se mezzi di tal genere, quali ormai si trovano negli arsenali delle grandi potenze, venissero pienamente utilizzati, si avrebbe la reciproca e pressoché totale distruzione delle parti contendenti, senza considerare le molte devastazioni che ne deriverebbero nel resto del mondo e gli effetti letali che sono la conseguenza dell'uso di queste armi. Tutte queste cose ci obbligano a considerare l'argomento della guerra con mentalità completamente nuova. Sappiano gli uomini di questa età che dovranno rendere severo conto dei loro atti di guerra, perché il corso dei tempi futuri dipenderà in gran parte dalle loro decisioni di oggi. È chiaro pertanto che dobbiamo con ogni impegno sforzarci per preparare quel tempo nel quale, mediante l'accordo delle nazioni, si potrà interdire del tutto qualsiasi ricorso alla guerra. La pace deve sgorgare spontanea dalla mutua fiducia delle nazioni, piuttosto che essere imposta ai popoli dal terrore delle armi. …Va piuttosto incoraggiata la buona volontà di tanti che pur gravati dalle ingenti preoccupazioni del loro altissimo ufficio, mossi dalla gravissima responsabilità da cui si sentono vincolati, si danno da fare in ogni modo per eliminare la guerra, di cui hanno orrore pur non potendo prescindere dalla complessa realtà delle situazioni. Bisogna rivolgere incessanti preghiere a Dio affinché dia loro la forza di intraprendere con perseveranza e condurre a termine con coraggio quest'opera del più grande amore per gli uomini, per mezzo della quale si costruisce virilmente l'edificio della pace. È inutile infatti che essi si adoperino con tenacia a costruire la pace, finché sentimenti di ostilità, di disprezzo e di diffidenza, odi razziali e ostinate ideologie dividono gli uomini, ponendoli gli uni contro gli altri. Di qui la estrema, urgente necessità di una rinnovata educazione degli animi e di un nuovo orientamento nell'opinione pubblica. Coloro che si dedicano a un'opera di educazione, specie della gioventù, e coloro che contribuiscono alla formazione della pubblica opinione, considerino loro dovere gravissimo inculcare negli animi di tutti sentimenti nuovi, ispiratori di pace. E ciascuno di noi deve adoperarsi per mutare il suo cuore, aprendo gli occhi sul mondo intero e su tutte quelle cose che gli uomini possono compiere insieme per condurre l'umanità verso un migliore destino.

(Gaudium et Spes, 77-82)

SPUNTO DI MEDITAZIONE

-         Quanto collaboro per l’affermazione dell’ordine e della giustizia negli ambienti in cui vivo? (Famiglia, Condominio, Strada, Parrocchia, Scuola, Lavoro, Strada, ecc.)

-         Sono convinto dei principi di condivisione, morale e materiale, con i miei fratelli?

-         Lavoro continuamente e assiduamente per l’affermazione di questi concetti di giustizia e condivisione?

-         Rispetto tutti, a prescindere da ogni motivo di diversità da me?

-         Considero gli altri, sempre, miei compagni di viaggio, cui tendere la mano sia per dare che per ricevere sostegno?

-         Prego Dio per gli altri indistintamente, con fede e con umiltà?

-         Nella mia opera di educatore, catechista, testimone di Cristo, sono portatore di questo messaggio di rispetto scambievole?

-         Ho la disponibilità del cuore all’ascolto e all’azione dello Spirito Santo sul mio cuore?

-         Sono convinto veramente che i sinonimi della pace sono la tolleranza, la solidarietà, il rispetto del diritto, la legalità?

 

Momento di riflessione personale silenziosa

 

2^ Brano

Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

 

considerate se questo è un uomo,

che lavora nel fango,

che non conosce pace,

che lotta per mezzo pane,

che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome,

senza più forza di ricordare,

vuoti gli occhi e freddo il grembo,

come una rana d’inverno.

 

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole,

scolpitele nel vostro cuore,

stando in casa, andando per via,

coricandovi, alzandovi:

ripetetele ai vostri figli.

(P.Levi, Se questo è un uomo)

 

SPUNTO DI MEDITAZIONE

Dall’eco del campo di concentramento che proviene attraverso le parole di Levi, ripensiamo alla disumanità della guerra e a quanto essa esploda, nel momento in cui la dignità umana viene calpestata. Quanto queste parole ci provocano, nella nostra coscienza di uomini e di credenti?

 

Canto: “O Signore, fa di me uno strumento”

In piedi

S: Il Signore sia con voi

T: E con il tuo Spirito

S: Dal Vangelo secondo ……(Gv 14,27-31)

T: Lode a te, o Cristo

Seduti

Omelia del sacerdote

 

Momento di riflessione silenziosa

 

In piedi

S: Fratelli e sorelle,

in queste ore drammatiche di violenza e di guerra,

presentiamo la nostra supplica unanime a Dio,

Padre di tutti gli uomini,

e invochiamo con perseveranza e fiducia

il dono della pace.

Preghiamo insieme: Dio della pace, ascoltaci

 

Intenzioni spontanee dei presenti, cui tutti rispondono: Dio della pace, ascoltaci

 

Preghiera comune, recitata a cori alterni, uomini (U) e donne (D):

 

D: Signore, Dio dell’amore, che nel tuo Figlio crocifisso hai abbattuto il muro di separazione che divide i popoli, torna a guardare la nostra umanità inquieta  e divisa, distruggi gli odi, fa cadere le armi dalle mani dei violenti, fa che crollino gli orgogli di razza e di cultura e accendi nei cuori la passione per la pace.

 

U: Signore, Dio della vita, il tuo Figlio Risorto ha detto ai discepoli. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”; manda il tuo Spirito ad illuminare le menti dei responsabili dei popoli, perché ricerchino con tutte le energie soluzioni rispettose della dignità di ogni uomo e donna e la terra diventi una sola famiglia.

 

D: Signore, Padre di ogni speranza, dona a tutti coloro che professano il Vangelo della pace il coraggio di proclamare con voce unanime che la via del dialogo è sempre possibile e la franchezza di condannare la discriminazione etnica ed ogni forma di violenza.

 

U: Signore, Dio compassionevole, ti affidiamo coloro che soffrono a causa delle guerre, anche dimenticate, in varie parti del mondo: tieni accesa nel loro cuore una luce di speranza e a noi di essere strumenti della tua consolazione.

 

D: Signore, Padre di tutti, ti rendiamo grazie perché il tuo Spirito continua a suscitare costruttori di pace: porta a compimento il loro desiderio di sostituire l’odio con l’amore, la diffidenza con la comprensione, l’indifferenza con la solidarietà.

 

Tutti: Ti sia gradito, Signore Dio nostro

           e Dio dei nostri padri,

           Signore della pace, re cui la pace appartiene,

           di porre pace nel tuo popolo.

 

           E la pace si moltiplichi fino a penetrare

           in tutti quelli che vengono al mondo.

 

           E non ci siano più né gelosie, né rivalità,

           né motivi di discordia fra gli uomini,

           ma ci siano solo amore e pace fra tutti.

 

Conclusione e benedizione

 

Canto finale: “Vivere la vita”