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L'AZIONE CATTOLICA NELLA NOSTRA UP I due presidenti parrocchiali dell'AC dell'UP hanno deciso due proposte per ridare vigore e significato all'associarsi in AC:
IL PRIMO INCONTRO: BALDISSERO 15 febbraio PARTE PRIMA:
CENTRALITA’
DELLA PAROLA DI DIO È questa una delle attenzioni, che con
priorità, il nuovo piano pastorale diocesano ci propone: considerale
essenziale la Parola di Dio e metterla al centro della vita familiare,
personal e parrocchiale. DIAMO
FORZA A QUESTA CONVINZIONE La
testimonianza degli agiografi: 1 - Vangelo secondo Luca - cap. 1, 1-4 Poiché molti han posto mano a stendere
un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi
coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della
parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza
fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo,
perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai
ricevuto. 2 - Vangelo secondo Giovanni - cap. 20,
30-31 Molti altri segni fece Gesù in
presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono
stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e
perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. 3
- Genesi - cap. 1, 1-7 In principio Dio creò il cielo e la
terra. Ora la terra era informe e deserta e le
tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona
e separò la luce dalle tenebre e
chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e
fu mattina: primo giorno. Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle
acque per separare le acque dalle acque».
Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento,
dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. 4
- Vangelo
secondo Giovanni - cap. 1, 1-3. 9-10 In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. 5 - Vangelo secondo Giovanni - cap. 4, 46-53 Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato
l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a
Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò
da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ma il
funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino
muoia». Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo
credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio
mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!».
S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri,
un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva
detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia. 6
- Salmo
118 Beato
l'uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore. Beato
chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. Come
potrà un giovane tenere pura la sua via? Custodendo le tue parole. Lampada
per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. PARTE
SECONDA: Costituzione
dogmatica DEI VERBUM sulla
divina Rivelazione PROEMIO 1.
In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il
santo Concilio fa sue queste parole di san Giovanni: « Annunziamo a voi la
vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò a noi: vi annunziamo ciò
che abbiamo veduto e udito, affinché anche voi siate in comunione con noi, e
la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo» (1 v 1,2-3).
Perciò seguendo le orme dei Concili Tridentino e Vaticano I°, intende
proporre la genuina dottrina sulla divina Rivelazione e la sua trasmissione,
affinché per l’annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda,
credendo speri, sperando ami. CAPITOLO 1: LA RIVELAZIONE Natura
e oggetto della Rivelazione 2.
Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare
il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per
mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo
e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa
Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1, 15; 1 Tim 1, 17) nel suo
grande amore parla agli uomini come ad amici ( Es 33,11;
Gv 15, 14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli
e ammetterli alla comunione con sé. Questa economia della Rivelazione
comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute
da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le
realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e
illustrano il mistero in esse contenuto. La profonda verità, poi, che questa
Rivelazione manifesta su Dio e sulla salvezza degli uomini, risplende per noi
in Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la
Rivelazione. Preparazione della
Rivelazione evangelica 3.
Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo (cfr. Gv 1,3),
offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé (ctr. Rm
1,19-20); inoltre, volendo aprire la via di una salvezza superiore, fin dal
principio manifestò se stesso ai progenitori. Dopo la loro caduta, con la
promessa della redenzione, li risollevò alla speranza della salvezza (cfr. Gn
3,15), ed ebbe assidua cura del genere umano, per dare la vita eterna a tutti
coloro i quali cercano la salvezza con la perseveranza nella pratica del bene
(cfr. Rm 2,6-7). A
suo tempo chiamò Abramo, per fare di lui un grande popolo (cfr. Gn 12, 2);
dopo i patriarchi ammaestrò questo popolo per mezzo di Mosè e dei profeti,
affinché lo riconoscessero come il solo Dio vivo e vero, padre provvidente e
giusto giudice, e stesse in attesa del salvatore promesso, preparando
in tal modo lungo i secoli la via dell’Evangelo. Cristo completa la Rivelazione 4.
Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio «
alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,
1-2). Mandò intatti suo Figlio, cioè il Verbo Eterno, che illumina tutti gli
uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cfr.
Gv 1, 1-18). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come « uomo agli
uomini », « parla le parole di Dio » (Gv 3,34) e porta a compimento l'opera
di salvezza affidatagli dal Padre (cfr. Cv 5, 36; 17,4). Perciò egli, vedendo
il quale si vede anche il Padre, (Gv 14, 9), col fatto stesso della sua
presenza e con la manifestazione che fa di se con le parole e con le opere,
con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e risurrezione
di tra i morti, e infine con l’invio dello Spirito di Verità, compie e
completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè
Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e
risuscitarci per la vita eterna. L'economia cristiana dunque, in quanto è
l'Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non
è da aspettarsi alcun'altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione
gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. 1 Tm 6,14 e Tt 2,131). Accogliere
la Rivelazione con fede 5.
A Dio che rivela è dovuta « l'obbedienza della fede » (Rm l6,26; Rm 1,5; 2
Cor 10, 5.6), con la quale l'uomo gli si abbandona tutt'intero e liberamente
prestandogli « il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà » e
assentendo volontariamente alla Rivelazione che egli fa. Perché si possa
prestare questa fede, sono necessari la grazia di Dio che previene e soccorre
e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo
rivolga a Dio, apra gli occhi dello spirito e dia « a tutti dolcezza nel
consentire e nel credere alla veritá » Affinché poi l’intelligenza della
Rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona
continuamente la fede per mezzo dei suoi doni. Le verità rivelate 6. Con la divina Rivelazione Dio volle manifestare e comunicare se stesso e i decreti della sua volontà riguardo alla salvezza degli uomini, « per renderli, cioè partecipi di quei beni divini, che trascendono la comprensione della mente umana ». Il santo Concilio profezza che « Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale, dell'umana ragione a partire dalle cose create » ( Rm 1,20); ma insegna anche che è merito della Rivelazione divina se « tutto ciò che nelle cose divine non è di per se inaccessibile alla umana ragione, può, anche nel presente stato del genere umano, essere da tutti conosciuto facilmente, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore ». NB:
quanto abbiamo fin qui riportata è il testo lasciato in mano ai convenuti, le
spiegazioni che sono state date e le osservazioni emerse, non le abbiamo
trascritte per brevità.
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Aggiornato il: 17 febbraio 2001 |