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L'AZIONE CATTOLICA NELLA NOSTRA UP

I due presidenti parrocchiali dell'AC dell'UP hanno deciso due proposte per ridare vigore e significato all'associarsi in AC:

pregare insieme alla Comunità parrocchiale ogni primo giovedì del mese (Baldissero) e ogni primo venerdì (Montaldo); concretamente si tratta di animare l'ora mensile di adorazione. Il primo incontro di preghiera guidato si è tenuto in questo mese e ha avuto come attenzione il tema della "Vita". PROSSIMO INCONTRO: il primo giovedì e venerdì di marzo.

 

 

un incontro di formazione al mese seguendo le indicazioni del piano pastorale diocesano e con lo studio della Costituzione dogmatica del Vat. II° "Dei Verbum". Il primo incontro si è già tenuto e ha avuto come oggetto di riflessione per la prima parte la "centralità della Parola di Dio", nella seconda parte il cap. 1 della Dei Verbum. Di seguito il testo proposto. PROSSIMO INCONTRO (a Montaldo) giovedì 15 marzo.

 

IL PRIMO INCONTRO: BALDISSERO 15 febbraio

PARTE PRIMA: CENTRALITA’ DELLA PAROLA DI DIO

 

È questa una delle attenzioni, che con priorità, il nuovo piano pastorale diocesano ci propone: considerale essenziale la Parola di Dio e metterla al centro della vita familiare, personal e parrocchiale.

 

DIAMO FORZA A QUESTA CONVINZIONE

 

La testimonianza degli agiografi:

1 - Vangelo secondo Luca - cap. 1, 1-4

Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

 

2 - Vangelo secondo Giovanni - cap. 20, 30-31

Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 3 - Genesi - cap. 1, 1-7

In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le  tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e  separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e  fu mattina: primo giorno. Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle  acque». Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento,  dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne.

4 - Vangelo secondo Giovanni - cap. 1, 1-3. 9-10

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.  Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.

5 - Vangelo secondo Giovanni - cap. 4, 46-53

Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia.

6 - Salmo  118

Beato l'uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore.

Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore.

Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Custodendo le tue parole.

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

 PARTE SECONDA: Costituzione dogmatica DEI VERBUM sulla divina Rivelazione

 PROEMIO

 1. In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il santo Concilio fa sue queste parole di san Giovanni: « Annunziamo a voi la vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò a noi: vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito, affinché anche voi siate in comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo» (1 v 1,2-3). Perciò seguendo le orme dei Concili Tridentino e Vaticano I°, intende proporre la genuina dottrina sulla divina Rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l’annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami.

CAPITOLO 1: LA RIVELAZIONE

 Natura e oggetto della Rivelazione

 2. Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1, 15; 1 Tim 1, 17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici ( Es 33,11;  Gv 15, 14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto. La profonda verità, poi, che questa Rivelazione manifesta su Dio e sulla salvezza degli uomini, risplende per noi in Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la Rivelazione.

 Preparazione della Rivelazione evangelica

 3. Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo (cfr. Gv 1,3), offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé (ctr. Rm 1,19-20); inoltre, volendo aprire la via di una salvezza superiore, fin dal principio manifestò se stesso ai progenitori. Dopo la loro caduta, con la promessa della redenzione, li risollevò alla speranza della salvezza (cfr. Gn 3,15), ed ebbe assidua cura del genere umano, per dare la vita eterna a tutti coloro i quali cercano la salvezza con la perseveranza nella pratica del bene (cfr. Rm 2,6-7). A suo tempo chiamò Abramo, per fare di lui un grande popolo (cfr. Gn 12, 2); dopo i patriarchi ammaestrò questo popolo per mezzo di Mosè e dei profeti, affinché lo riconoscessero come il solo Dio vivo e vero, padre provvidente e giusto giudice, e stesse in attesa del salvatore promesso, preparando  in tal modo lungo i secoli la via dell’Evangelo.

Cristo completa la Rivelazione

 4. Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio « alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1, 1-2). Mandò intatti suo Figlio, cioè il Verbo Eterno, che illumina tutti gli uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cfr. Gv 1, 1-18). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come « uomo agli uomini », « parla le parole di Dio » (Gv 3,34) e porta a compimento l'opera di salvezza affidatagli dal Padre (cfr. Cv 5, 36; 17,4). Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre, (Gv 14, 9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di se con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e risurrezione di tra i morti, e infine con l’invio dello Spirito di Verità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna. L'economia cristiana dunque, in quanto è l'Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun'altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. 1 Tm 6,14 e Tt 2,131).

 Accogliere la Rivelazione con fede

 5. A Dio che rivela è dovuta « l'obbedienza della fede » (Rm l6,26; Rm 1,5; 2 Cor 10, 5.6), con la quale l'uomo gli si abbandona tutt'intero e liberamente prestandogli « il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà » e assentendo volontariamente alla Rivelazione che egli fa. Perché si possa prestare questa fede, sono necessari la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi dello spirito e dia « a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla veritá » Affinché poi l’intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni.

Le verità rivelate

6. Con la divina Rivelazione Dio volle manifestare e comunicare se stesso e i decreti della sua volontà riguardo alla salvezza degli uomini, « per renderli, cioè partecipi di quei beni divini, che trascendono la comprensione della mente umana ». Il santo Concilio profezza che « Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale, dell'umana ragione a partire dalle cose create » ( Rm 1,20); ma insegna anche che è merito della Rivelazione divina se « tutto ciò che nelle cose divine non è di per se inaccessibile alla umana ragione, può, anche nel presente stato del genere umano, essere da tutti conosciuto facilmente, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore ».

NB: quanto abbiamo fin qui riportata è il testo lasciato in mano ai convenuti, le spiegazioni che sono state date e le osservazioni emerse, non le abbiamo trascritte per brevità.

 

 
 

 

 

 

 

 

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Aggiornato il: 17 febbraio 2001