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Città
di Atri |
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è
un cittadina in provincia di Teramo di circa 11.400 abitanti posta
ad un' altitudine di 442 mt. sul livello del mare. La sua storia millenaria,
il suo patrimonio artistico ed architettonico, le sue tradizioni, la sua
felice posizione solo elementi che non possono lasciare indifferenti i
numerosi turisti che la visitano annualmente. |
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La Storia La città affonda le sue radici tra il VII e il V secolo a.C.- Le prime notizie storiche risalgono al 290 a.C. quando Roma vi dedusse una colonia quasi in concomitanza con la vicina Castrum Novum, l'attuale Giulianova. L'importanza delle due colonie portò i Romani alla costruzione della via Cecilia, una derivazione della Salaria, che divenne la strada più sicura di collegamento con Roma.
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Alla fine del III secolo a.C. Roma si trovò ad affrontare Annibale e Hatria fu tra le prime a muovere al fianco delle centurie romane e lo fece con forza e grande coraggio. Anche il altre circostanze gli hatriani diedero prova di fedeltà a Roma, combattendo sempre a fianco dei romani. Hatria cresceva con Roma e nel contempo cresceva la sua aristocrazia: da Hatria, per esempio veniva la famiglia dell'Imperatore Adriano, il pacificatore. Dopo il periodo romano Atri si trovò a vivere un medioevo particolarmente tempestoso. Cominciarono le incursioni dei barbari, conseguendone una grande instabilità. Sotto i longobardi Atri finì al ducato di Spoleto per poi passare, in rapida successione, ai franci e ai normanni. Nei successivi duecento anni vi fu un continuo altalenarsi di vicende che non davano pace al territorio, durante i quali il potere passò dal papato alla famiglia di Svevia e da questa agli angioini. Il 1251 segna l'inizio di una relativa rinascita: il cardinale Capozio, delegato di Papa Innocenzo IV, crea la diocesi di Atri. Nello stesso anno nasce il comune medievale. Ma la svolta storica avvenne dopo circa 150 anni, nel 1395, allorchè Antonio Acquaviva, conte di San Flaviano, acquistò Atri per trentacinquemila ducati. La dinastia degli Acquaviva, con alti e bassi, governò la città e il feudo fino al 1760, anno in cui Atri fu ripresa sotto il regno di Napoli e vi restò fino all'unità d'Italia. |
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