Carmen sulla penitenza di S. Efrem Siro
Tremo
sempre e rabbrividisco quando penso ai miei peccati nascosti,
quando soppeso le mie opere. Questo pauroso ricordo delle mie
colpe e del giorno del giudizio infonde spavento nelle mie
viscere, riempie di angoscia i miei pensieri. Ma è strano come
io sappia tutto ciò, come io riconosca chiaramente quel che mi
può giovare, e mi abbandoni tuttavia a tanto male. Io so quanto
amaramente tutto mi sarà retribuito, e ciò nonostante faccio il
male; conosco le opere buone e compio opere cattive. Leggo i
libri spirituali scritti dallo Spirito Santo, che annunciano bensì
il giudizio e il castigo, ma anche lo splendore delle nozze e il
regno dei cieli. Leggo, ma non pratico; insegno, ma non imparo.
Sono ben versato nei libri sacri e nella loro lettura, ma sono
ben lontano dal mio dovere. Leggo agli altri la Bibbia, ma nulla
entra nel mio orecchio. Ammonisco ed esorto gli ignoranti, ma ciò
che mi giova non lo attuo. Spesso apro il libro, leggo e gemo;
poi lo chiudo e ho già dimenticato tutto ciò che contiene.
Quando la Scrittura è lontana dai miei occhi, anche i suoi
insegnamenti sono lontani dalla mia mente. Che voglio da questo
mondo, in cui sono entrato una volta sola, e da questo corpo
pieno di mali, che mi sollecita alle brame perverse? Le sacre
Scritture mi spaventano con il giudizio e la retribuzione; le
brame perverse invece mi spingono a compiere le opere della carne...
Perciò in te, o Signore, io cerco il mio rifugio da questo mondo
perverso e da questo corpo pieno di mali, causa di ogni peccato.
Per questo io ti grido, come già Paolo apostolo: Quando sarò
liberato da questo corpo di morte? (Rm 7,24).
Mentre il mio intimo si strugge in queste dolorose riflessioni,
sopraggiunge in me un altro stimolo che allontana dal mio cuore
la tristezza. Misteriosamente sorge nel mio senso un pensiero
consolante, che mi consiglia al bene e mi porge la mano alla
speranza. Vedo in spirito la penitenza che mi sta davanti,
incoraggiante, e mi sussurra nelle orecchie una promessa
consolatrice; rincuorandomi mi dice: «Se tu qual peccatore ti
affliggi che il pentimento sia inutile, di che cosa mai ti affliggi,
o peccatore?». «Proprio perché il rincrescimento e le lacrime
mi ardono e torturano senza [MB1] 26/01/99 alcuno, io,
guardando l`immensità dei miei peccati, mi sento precipitare
nella disperazione». «Ascolta, o peccatore, - mi sussurra di
nuovo la penitenza nell`orecchio - voglio impartirti un
insegnamento salutare, voglio darti un consiglio vivificante!
Ascoltami: ti mostrerò come tu possa piangere nel modo retto,
affinché il tuo dolore ti sia utile e le tue lacrime ti giovino.
Non cadere nello scoraggiamento, non abbandonarti alla
disperazione, non perder l`animo contemplando i tuoi debiti e non
dimenticare i tuoi vantaggi. Il Signore è buono e misericordioso,
egli brama di vederti alla sua porta e si rallegra se tu ti
converti, riabbracciandoti con gioia. La tua colpa, tanto grande,
non può essere neppur paragonata alla goccia più piccola della
sua misericordia; egli ti purifica con la sua grazia dai peccati
che ti dominano. Il mare dei tuoi peccati non può soffocare l`alito
più tenue della sua misericordia, anzi, neppure l`ingiustizia di
tutto il mondo può superare il mare della sua grazia.
«Anche se tu incedi oppresso dalla colpa e dai peccati, cessa
ora le tue cattive azioni, avvicinati alla sua porta, ed egli ti
accoglierà. Non pensare di aver commesso troppi delitti, tanto
da non esser più riammesso se ritorni; questo pensiero ti
tratterrebbe dal fare penitenza. Non guardare la quantità
immensa dei tuoi peccati nascosti, perché tu non finisca per
trascurare ciò che ti serve alla vita eterna. Il tuo Signore,
infatti, può renderti puro da ogni colpa, può lavarti da ogni
macchia. Anche se la sozzura delle colpe fosse tanto penetrata in
te come il colore nella lana, egli ti renderà bianco come la
neve, secondo quanto sta scritto nel Profeta (Is 1,18).
O peccatore, abbandona i tuoi misfatti, pentiti di ciò che hai
perpetrato ed egli, nella sua misericordia, ti riaccoglierà.
Tralascia le tue macchie e vieni da lui, ed egli ti riaccoglierà».
«Sì, - mi dice la penitenza - io lo garantisco. Fa` solo ciò
che dico, o peccatore impuro, e il Signore buono ti accoglierà,
ti riabbraccerà, come faccio io. O peccatore, se tu piangi e ti
rammarichi per i tuoi delitti e poi ricorri fiducioso a lui, egli
perdona le tue colpe e riversa su di te la pienezza della sua
misericordia; egli infatti desidera e brama la tua conversione e
si allieta vedendoti alla sua porta, perché egli per i peccatori
e i cattivi ha sopportato la morte e l`ignominia.
«E` davvero così, come ti dico, o peccatore: amara e dolorosa
è la pena che il delinquente si aspetta. I colpevoli saranno
puniti nel fuoco orrendo, come dice la Scrittura (cf. Mc 9,47),
quando vi sarà il giudizio. Ma sappi anche questo, o peccatore -
mi soggiunge la penitenza - che non è in mio potere aiutare in
un qualsiasi modo i colpevoli nell`aldilà. Chi non mi ascolta
qui e non cerca rifugio sotto le mie ali, io non potrò più
aiutarlo là, nell`altro mondo. Allora non mi sarà più concesso
intercedere per il peccatore che quaggiù non si sarà affrettato
a me per nascondersi sotto le mie ali. Ecco dunque il mio
consiglio o peccatore, per la tua salvezza: vieni da me finché
sei in questo mondo, e per opera mia tu vivrai! Io supplico per
te la sua grazia e il suo perdono e li muovo con le mie lacrime a
far sì che la giustizia si volga in indulgenza. Mi presento alla
grazia per scongiurarla, per supplicarla con le lacrime agli
occhi, che usi misericordia per le tue colpe. Confido in essa: la
grazia ascolterà la mia intercessione per te e si prodigherà, a
pro tuo, a raddolcire la giustizia. Sì, o peccatore, la grazia
stessa ti prenderà, invisibile, per mano e si presenterà
supplice alla giustizia, indirizzandole queste parole: O
giustizia, tremenda più di ogni altra cosa: riguarda questo
peccatore! Certo, ha peccato e si è macchiato, ma ora si è
fatto penitente. Guardalo come trema, teme e si vergogna delle
sue colpe passate, e con quali gemiti ti supplica di indulgergli.
Guarda i suoi sospiri e le sue lacrime, il suo pentimento e il
suo intimo dolore, e rimettigli tutti i trascorsi, perché mai più
ad essi ritornerà. Osserva come per la tristezza del suo cuore
sta quasi per cader nella disperazione! Se non lo si incoraggia,
va perduto. Porgigli dunque la mano e fagli udire la parola del
perdono, affinché si rialzi subito nella speranza di esser
nuovamente accolto, quando tornerà al Signore misericordioso!».
A tutti coloro che come me sono peccatori, ho detto tutto ciò,
per suscitare in loro speranza, consolazione e pentimento. Sia
lodato il Misericordiosissimo, il Benignissimo, che si rallegra
quando ci convertiamo e ci riaccoglie lieto, con amore, senza
esitazione. Sia lodato il Ricco di grazia, le cui porte stanno
spalancate per i buoni e per i cattivi, che non chiude l`accesso
alla grazia ai cattivi che si convertono. Sia lodato, perché dà
a tutti la possibilità di raggiungere il regno: ai giusti con le
loro virtù, ai peccatori con la penitenza. Sia lodato, perché
per i peccatori ha abbandonato se stesso alla morte e all`ignominia,
e ha accettato l`orrenda crocifissione per poter donare loro la
vita. Sia lodato, perché per sua grazia ci ha creati, e poi è
venuto a liberarci con la croce. Verrà di nuovo nel grande
giorno della sua parusia per svegliare noi tutti. E rendici degni,
o benigno, per la tua grazia, che in quel giorno del giudizio
risplenda a noi la tua misericordia, e ci sia concesso, o Dio, di
lodarti, con i tuoi santi per tutta l`eternità!
Efrem Siro, Commento a «Guai a noi, che abbiamo peccato!»,
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