AZIONE CATTOLICA
CHE COS' E’ L’AZIONE CATTOLICA
«… Non è stata e non è l’Azione Cattolica
un effimero entusiasmo, un’impresa di dilettanti: è stata ed è tuttora un dono
vero, un sacrificio serio, un servizio permanente… L’Azione Cattolica ha fatto
del rapporto di collaborazione qualificata con i Pastori della Chiesa la sua
nota distintiva, la sua ragion d’essere. Non vanto, non prestigio, non
vantaggio; ma servizio. Non servitù, ma corresponsabilità. Non clericalismo, ma
apostolato. Non invadenza, ma obbedienza. Non burocrazia, ma carità; carità
vissuta nella forma ecclesiale più alta, più autentica, più disinteressata, più
efficace, e ancora: più meritoria… »
Paolo VI
8 dicembre 1968
Storia dell'Azione Cattolica (Filmato)
L'Azione Cattolica Italiana è una associazione di laici che si impegnano liberamente, in forma comunitaria ed organica ed in diretta collaborazione con la Gerarchia, per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa.
(dallo Statuto dell' A.C.)
L'Azione Cattolica Italiana è una associazione di laici che condividono e collaborano al progetto della Chiesa. Fra i movimenti e le associazioni è la piú numerosa e quella con tradizioni piú antiche e ha contribuito, con la sua presenza diffusa capillarmente nel territorio, a formare laici impegnati alla corresponsabilità ecclesiale. L'associazione ha un carattere prevalentemente formativo e tende alla maturazione di persone adulte nella fede, consapevoli della necessità di testimoniarla con scelte di vita concrete.
(dal sito della diocesi di Messina-Lipari-S.Lucia del Mela)
"Che cosa è l'Azione Cattolica ?
Ne abbiamo parlato molto, ma mi pare che sia soprattutto una realtà dei cristiani che si conoscono, che si vogliono bene, che lavorano assieme nel nome del Signore, che sono amici; e questa rete di uomini e donne che lavorano in tutte le diocesi, e di giovani, e di adulti, e di ragazzi e di fanciulli, che in tutta la Chiesa italiana con concordia, con uno spirito comune, senza troppe ormai strutture organizzative, ma veramente essendo sempre piú un cuor solo e un' anima sola cercano di servire la Chiesa."
(Vittorio Bachelet)
PROGETTO AC
FORMATIVO - APOSTOLICO
L’Azione Cattolica nasce e si sviluppa come consapevole
corresponsabilità nella Chiesa e come impegno missionario: per
questo fa suo il compito di evangelizzazione e di santificazione
e quello di formazione cristiana delle coscienze degli uomini,
perchè lo spirito evangelico viva nel cuore di ciascuno e nelle
varie comunità e nei vari ambienti. Essa intende
l’apostolato come servizio di una carità che partecipa ai
fratelli il dono del vangelo che ha ricevuto e promuove nei suoi
aderenti una coscienza tra fede, carità e vita.
Il carattere essenzialmente religioso ed apostolico dell’Azione Cattolica Italiana la impegna ad una costante attenzione alla realtà quotidiana della società in cui vive ed in particolare al mondo del lavoro e al mondo della cultura; e le richiede lo sforzo di leggervi, con i "segni dei tempi", i bisogni e le speranze religiose, e di aiutare tutti i cristiani a vivere con pienezza accanto ai fratelli la realtà in cui la Provvidenza li ha posti.
(Premessa Statuto ACI)
UNITARIO
L’Azione Cattolica è una Associazione nella quale confluiscono persone di diversa età, professione, cultura, sensibilità apostolica, vocazione personale. Queste diversità ne arricchiscono la vita interna e ne moltiplicano la capacità di presenza capillare nel tessuto umano, a condizione che si compaginino nella comunione, purificandosi ed animandosi di spiritualità evangelica, di mentalità e stile ecclesiale, di volontà sincera e disinteressata e di servizio.
Tale comunione è l’anima del dialogo interno, ricercati per la valorizzazione di tutte le risorse da destinare insieme alla missione della Chiesa ed alla causa umana. E deve qualificare tutta la vita associativa: dall’amicizia leale e fraterna tra le persone alla stima reciproca tra le articolazioni, dalla progettazione delle iniziative agli adempimenti di una democraticità organizzativa, che sia chiaramente ecclesiale
(A. Ballestrero, Lettera all’Assistente Ecclesiastico generale ACI, 1984)
L'AC esiste nella Chiesa italiana da più di un secolo, ma nel corso degli anni, con continuità, gli scopi, la struttura ed i metodi che la caratterizzano hanno seguito la riflessione che andava maturando sul significato e le modalità dell'impegno dei laici nell'apostolato, che crediamo non ancora conclusa.
È stato proprio il Concilio Ecumenico Vaticano II (AA, nº 20) a ridefinire la funzione in ordine alla collaborazione all'apostolato in forma di associazione. In Italia, le indicazioni del magistero hanno portato negli anni seguenti, durante il pontificato di Paolo VI e con l'impegno di laici come Vittorio Bachelet, a riscrivere lo statuto (1969) che ancora oggi è valido.
In breve, l'obiettivo dell'AC è di coniugare una collaborazione fedele e stabile con i ministri della Chiesa, a tutti i livelli, con una legittima libertà di iniziative, di movimenti, di esperimenti e di nuovi ordinamenti.
Fra le conseguenze più impegnative di questa scelta, lo statuto sottolinea l'esigenza di una continua formazione personale, di una partecipazione attiva alla missione della Chiesa e di una coerente testimonianza di vita.
Le caratteristiche principali dell'Associazione, presenti nel suo statuto e confermate negli anni successivi, possono essere brevemente descritte dai punti seguenti:
L'AC si è strutturata in modo da rendere flessibile la sua finalità; quindi sono presenti associazioni a livello parrocchiale, diocesano e nazionale, con coordinamento regionale, a fianco dei relativi ministri o organismi della Chiesa (parroco, vescovo, conferenza episcopale nazionale e regionale).
I soci, con la loro adesione, assumono gli impegni previsti dallo statuto, sostengono l'Associazione anche economicamente versando la quota d'iscrizione, accettano di condividerne la gestione.
Le diverse responsabilità sono attivate con metodo democratico rappresentativo, curando la pari possibilità di partecipazione di uomini e donne, giovani e adulti, e con particolare attenzione alla comunione con i ministri o organismi della Chiesa a cui si offre la collaborazione.
Esistono quindi consigli parrocchiali di AC, il consiglio diocesano, il consiglio nazionale e la delegazione regionale. Tutti questi organismi, coordinati da una presidenza eletta internamente, si riuniscono periodicamente (circa mensilmente) e decidono sulle linee che guidano localmente l'Associazione, accogliendo le indicazioni e i piani pastorali della parrocchia, della diocesi o degli organismi della Chiesa a cui fanno riferimento.
Alle riunioni dei consigli sono sempre invitati gli assistenti ecclesiastici (parroco o sacerdote da lui incaricato per l'associazione parrocchiale; assistente diocesano nominato dal vescovo, coadiuvato da un eventuale collegio assistenti per l'associazione diocesana; vescovo assistente per l'associazione nazionale), la presenza dei quali è necessaria per rendere effettive le possibilità di collaborazione con la gerarchia e per sostenere e incoraggiare la responsabilità dei laici.
Territorio | AC presente con: | a fianco di: | organismo elettivo | assistente ecclesiastico |
---|---|---|---|---|
parrocchia | associazione parrocchiale | parroco | consiglio parrocchiale | parroco o suo incaricato |
diocesi | associazione diocesana | vescovo | consiglio diocesano | sacerdote nominato dal vescovo |
regione | coordinamento regionale | conferenza episcopale regionale | delegazione regionale | sacerdote nominato dalla conferenza episcopale regionale |
nazione | associazione nazionale | conferenza episcopale nazionale | consiglio nazionale | vescovo assistente nominato dal Papa |
La struttura associativa, formata dai responsabili ai vari livelli, cura gli itinerari formativi dei soci, affidando responsabilità educative. Per tenere conto delle diverse esigenze delle persone, in base all'età e alle situazioni di vita, la proposta educativa è differenziata, e per questo nelle associazioni si formano settori (adulti e giovani), omogenei per fascia di età, ed esiste una particolare attenzione ai bambini (ACR: Azione Cattolica dei Ragazzi). Sono presenti inoltre movimenti, impegnati in particolari ambienti:
Comune a tutti i settori, ACR e movimenti è la scelta del gruppo come luogo della formazione, pensata sempre come conseguenza di una esperienza di vita cristiana e di comunione.
Ogni gruppo, a seconda della fascia di età, ha a disposizione un progetto formativo e proposte annuali, secondo sussidi realizzati a livello nazionale e integrati a livello diocesano, che fanno riferimento alla corrispondente proposta catechistica della CEI.
Le proposte per le diverse età sono strettamente legate e nel consiglio parrocchiale di AC tutti i settori, insieme con l'assistente, mettono a punto i programmi di ciascun gruppo e verificano gli itinerari percorsi.
I gruppi, seguiti dal loro animatore, si riuniscono periodicamente (indicativamente, una volta ogni una o due settimane). Anche gli animatori (o educatori per l'ACR) formano un loro gruppo che offre un itinerario di formazione orientato al servizio comune.
Nella parrocchia: le associazioni parrocchiali collaborano con il parroco soprattutto per la formazione dei laici della parrocchia. Quando, fra le altre proposte, la parrocchia accetta anche lo strumento di AC, nascono in modo coordinato gruppi per le varie fasce di età, i cui itinerari mediano le esigenze specifiche della parrocchia con le proposte della Chiesa locale e universale. L'AC offre sussidi per facilitare questo compito e per dare una formazione comune nelle diverse parrocchie. I gruppi di AC sono aperti a tutti gli interessati.
Caratteristica della formazione perseguita dai gruppi di AC è la seria ricerca di completezza: catechesi, liturgia, spiritualità e carità.
Agli altri livelli: in diocesi, in regione e a livello nazionale, i responsabili eletti lavorano seguendo i relativi progetti offerti dalla Chiesa e si impegnano a servire e coordinare il lavoro di tutta l'Associazione elaborando sussidi, proponendo occasioni di incontro, riflessione e preghiera.
Sul territorio: i gruppi di AC cercano di essere attenti alla vita del territorio e ai problemi delle persone che vi abitano. Si impegnano in un lavoro apostolico, progettando occasioni di dialogo con tutti.
Sono inseriti nella società civile e politica e partecipano attivamente alla sua vita.
Negli ambienti: l'AC cerca specifiche occasioni di presenza nella scuola, nell'università e nel mondo del lavoro, interessandosi alle persone in momenti importanti della loro vita, e cercando di testimoniare che nessun luogo è estraneo alla proposta del Vangelo.
CONSIGLIO PARROCCHIALE:
Presidente parrocchiale:
Luciano Nencini
Responsabile settore adulti
Lara Caposciutti
Responsabile settore giovani
Valeria Nencini
Ricordando....
Suor
Maria Claudia
Mi hanno chiesto: “Perché scrivo di Sr. Maria Claudia?”.Scrivo perché per vivere abbiamo bisogno di guardare in avanti, e soprattutto,verso coloro che hanno avuto il coraggio di guardare in alto. Scrivo per i nostri figli, perché sappiano che vicino a loro è vissuta una testimone di Cristo. Scrivo per chi verrà, perché sappiano che qualcuno ha scommesso tutta la sua vita sul Vangelo provocandoci, come ci ricorda S. Agostino: “Se questo e quello, perché io no?”
Ho conosciuto Claudia
durante il mio primo campo scuola a.c.r. a Montelungo; io facevo la 1° media e
lei la 2°. Ricordo le lettere che ci scrivevamo da adolescenti, i campi
animatori, i campi-scuola Giovani ad Anciolina, quelli sulle Dolomiti, e
crescendo nell’età è cresciuta anche una profonda amicizia.
Cosa dire di Claudia?
Provo a scrivere qualcosa, sicura di non riuscire ad esprimere ciò che ho visto
in lei. Grazie a Dio troviamo spesso tanti santi, persone semplici che spendono
la loro vita come un dono di Dio e ai fratelli, ma per Claudia c’è da dire molto
di più. Claudia, oltre ad avere tanta umanità, viveva quotidianamente
straordinaria virtù cristiana. Diceva S. Paolo: “Chi ama è paziente, benigno,
non è insidioso, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca
il suo interesse, non tiene conto del male ricevuto…”. Vorrei ricordare un fatto
molto semplice, ma che esprime il suo modo di vivere
questa virtù cristiana.
Una domenica pomeriggio ci recammo
insieme alla sede
A.C. per pulire una stanza usata come
ripostiglio, la famosa Stanza 5. Dalle tre del pomeriggio fino alle nove di sera
ripulimmo
da cartacce, rimesso al posto libri e quadri, riempiendoci di polvere. Dopo 15
giorni ci comunicarono
che dovevamo lasciare
quella stanza perché la Curia ne aveva bisogno per suoi usi. Rivedendo Claudia,
chiaramente, le raccontai la storia urlando e infuriando sul mondo intero
(reazione normale, ci avevamo faticato così tanto!); ma Claudia no, molto
semplicemente sospirò e poi rise, senza alcun commento, nonostante i miei
incitamenti.
Sì, anche la sua parola
era saggiamente pesata come diceva il Vangelo: “Sì, sì, no, no”. Questo però non
era una fede goffa o bigotta, tutt’altro! Sapeva ben vedere e giudicare le cose,
cosa andava o non andava nella Chiesa e nel mondo. Il suo giudizio non era
sterile o distruttivo, ma serio e
propositivo.
Una delle ultime volte che vidi Claudia le feci presente di alcune situazioni difficili e lei mi rispose: “Cresceremo, cresceremo…”, con quella serenità di chi è consapevole che Dio da’ a tutti la possibilità di camminare e di crescere. Claudia amava molto stare con la gente, amava il dialogo, l’ascolto ma non l’ho mai sentita perdersi in pettegolezzi.
Noi tutti abbiamo in mente il ricordo del suo viso sereno e sorridente, anche se la sua vita non è stata facile; ha avuto gli stessi problemi che incontrano tutti i giovani. In quanto amiche condividevamo le gioie, le conquiste e le proprie difficoltà. Qualche volta l’ho vista piangere come tutti, ed è in questi momenti che tirava fuori qualcosa di straordinario che mi ha sempre sbalordita. Il suo soffrire non era mai per sé ma per gli altri, per le persone che il Signore le metteva accanto nel cammino della vita.
A questo proposito vorrei
raccontare un fatto. La sera in cui parlò ai suoi genitori della decisione
di entrare in convento, arrivò la telefonata di una persona che stava male e i
suoi genitori risposero che in quel momento non potevano aiutarla. Normale! Mi
immagino l’emozione, i sentimenti in una famiglia quando un figlio parla di una
così profonda scelta di vita. Lei invece rimase scandalizzata dal fatto che i
suoi genitori le dessero la precedenza rispetto a chi stava male. Non sarebbe
stato il momento in cui beh… il mondo può attendere!! No, lei veniva dopo e non
era mancanza di rispetto verso i suoi, ma lei era così, prima di tutto gli
altri!
Mi sconvolgeva come viveva con radicalità questa sua scelta
di vita, anche nei momenti più difficili, nei momenti in cui sarebbe stato
logico pensare solo per sé. Forse è per questo che noi abbiamo un ricordo di lei
sempre sereno, perché chi ama così non può che essere felice.
Quando seppi che Claudia se ne stava andando ho detto: “Signore, se dalla terra ci togli questa persona, cosa ci rimane?”. Più tardi ho detto: “Signore, ti sei colto il fiore più bello!”.
Ora dico: “Grazie Signore di
questo meraviglioso dono”.
(Rita Colcelli)
«Cos'è per me l'ac?
è semplicemente colei che mi ha insegnato ad amare la Vita e la Chiesa, è la mia
compagna fedele che mi aiuta a vivere pienamente il mio essere cristiana.»