TERESA VERZERI MODELLO PER LA CHIESA UNIVERSALE

La Beata Teresa Eustochio Verzieri, fondatrice della Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore, sarà proclamata santa il 10 giugno prossimo, festa della SS. Trinità. A oltre cinquant'anni dalla beatificazione, la fondatrice delle Suore del Sacro Cuore, viene proposta come modello alla chiesa universale. Teresa Verzieri è una figura di primo piano dell'Ottocento bergamasco e bresciano. Alcuni studiosi la ritengono la più grande mistici italiana di quel secolo.
Nasce a Bergamo il 34 luglio 1801, in una famiglia aristocratica. Fin dalla fanciullezza, Teresa rivela un carattere forte, doti da leader e religiosità profonda. A 16 anni entra nel monastero benedettino di Santa Grata, ma è costretta a uscire, non avendo ancora l'età prescritta dalle leggi governative. Nel 1821, torna in monastero. Lo lascia due anni più tardi perché monsignor Giuseppe Benaglio, una delle figure più prestigiose del clero bergamasco, le chiede un aiuto nella scuola per ragazze povere da lui aperta in Città Alta. Monsignor Benaglio aveva infatti iniziato a raccogliere un gruppo di giovani consacrate alla spiritualità del Sacro Cuore. Il progetto è una sintesi tra contemplazione e impegno nel mondo con l’alfabetizzazione delle ragazze povere, uno dei bisogni più avvertiti in quel tempo.
La comunità ha però vita breve. Teresa Verzeri torna in monastero per lasciarlo definitivamente nel 1831, quando, ispirata da monsignor Giuseppe Benaglio, inizia il cammino delle Figlie del Sacro Cuore, un cammino che si rivela seminato da gioie e difficoltà. Gli inizi dell'istituto coincidono con l'episcopato del vescovo Carlo Gritti Morlacchi (1831-'52), niente affatto favorevole a nuove fondazioni. Il Vescovo dice alla Verzeri di "non esservi bisogno di nuovi ordini religiosi, dato che la Diocesi ne era già sufficientemente provvista". Da qui l'inizio di un lungo periodo di freddezza verso l'istituto, anche dopo le approvazioni pontificia e governativa e il suo sviluppo fuori diocesi. Teresa Verzeri accetta ubbidiente le disposizioni del Vescovo:
"Conobbi che il Signore non ci voleva a Bergamo e mi rassegnai alle disposizioni divine che sono sempre amabili".
Costretta a trasferire la casa madre a Brescia, Teresa Verzeri continua da sola la sua opera. All'attività intensa unisce la riflessione lucida e materna per esortare le figlie a vivere e testimoniare "il carattere di Gesù Cristo" e orientarle ad attuare una pedagogia attenta a ogni persona, con uno stile che trova il suo compendio nella dolcezza: "Amate sinceramente l'anima delle vostre giovani come l'ama Dio stesso e nulla dovete omettere o tralasciare di quanto giova a procurar loro salute. Siate benigne e soavi e con la pazienza e la dolcezza otterrete molto più che con la severità e il terrore"; "Esigete e perdonate, perdonate ed esigete"; "Adattatevi alla tempra, all'indole, alle inclinazioni e alle circostanze di ognuna; studiatene le propensioni per formarvene fondato giudizio"; "Persuadete le vostre giovani che nulla v'è di peggio che "egoismo"; "Dalle vostre giovani non pretendete troppo né vogliate frutti immaturi. Chi vuole tutto e subito non ottiene mai nulla"; "Dio, il suo volere, la sua gloria devono essere l'anima e il motore del vostro sacrificio a pro dei prossimi".
Parallelamente, Teresa Verzeri compie ripetuti viaggi a Roma, per illustrare le Costituzioni della Congregazione, che sono approvate da papa Gregorio XVI nel 1847. Da quel momento nascono altre fondazioni, difese a spada tratta dalla fondatrice dopo la minaccia di soppressione da parte delle autorità governative, poiché ritenute di affiliazione gesuitica. Nel 1850, l'istituto viene introdotto a Roma. Nell'ottobre dello stesso anno, Teresa ha la gioia di assistere alla consacrazione episcopale del fratello Girolamo, nominato vescovo di Brescia. Dopo una vita tanto combattiva, Teresa Verzeri si spegne il 3 marzo 1852. Due anni dopo, con la nomina del nuovo vescovo Pierluigi Speranza, la casa madre delle Figlie del Sacro Cuore torna a Bergamo.
La congregazione continua oggi la sua opera fra antiche e nuove povertà nei solchi tracciati dalla fondatrice. Attualmente, è presente anche in America Latina (Brasile, Bolivia, Argentina), nel continente africano (Camerun e Centrafrica), in India (Stato del Kerala) e, dal 1997, in Albania. Teresa Verzieri viene beatificata il 27 ottobre 1946 da papa Pio XII. La spinta decisiva alla canonizzazione è venuta dalla guarigione "scientificamente inspiegabile" di una religiosa brasiliana della Congregazione, suor Lidia Tennes. Gravemente ammalata a una gamba, guarì dopo una novena di preghiere alla fondatrice. Dopo l'ultima ricognizione avvenuta lo scorso gennaio, alla presenza di monsignor Antonio Pesenti, cancelliere della Curia vescovile, i resti dì Teresa Verzeri sono conservati in una preziosa urna nella chiesa annessa alla casa dell'istituto in via Ghirardelli.
Alla luce del proprio carisma specifico, le Congregazioni religiose nate nella nostra diocesi nel corso dell'Ottocento (Orsoline di Gandino, Orsoline di Somasca, Figlie del Sacro Cuore, Sacra Famiglia, Poverelle, Sacramentine, Adoratrici) hanno dispiegato la loro opera a favore dei bisogni emergenti (istruzione, educazione, formazione professionale, attenzione alle povertà). Come è ormai storicamente assodato, le nuove fondazioni non solo hanno garantito la presenza del cattolicesimo negli strati popolari nel corso del XIX sec., ma hanno contribuito significativamente al miglioramento della società, come attivi fattori di promozione umana delle masse popolari. Inoltre, hanno favorito il dialogo e la collaborazione con gli avversari della Chiesa, in un'epoca di scontro esasperato. Le nuove fondazioni hanno anche consentito alla donna, da un lato, di entrare come protagonista in attività sociali fino ad allora precluse al sesso femminile e, dall'altro, hanno permesso alle donne consacrate, non più obbligate soltanto alla clausura per dedicarsi al Signore, di inserirsi pienamente nella vita parrocchiale e sociale.
Da "Testimoni" di Carmelo Epis