Quindicinale Reg. Trib. Cosenza Reg. 581 del 04-0596 - Dir. Rer.. Sac Vercillo
Franco Fot. in proprio - Red. e Amm. in Altilia-Maione  - Pubbl.  inf.70%
I
nternet: www.parrocchie.it/altilia/assunta
E-Mail: fraver@tiscalinet.it - fraverci@libero.it

  ANNO  N. 6 =  1-15  Marzo 2002 

FRATELLI,

"Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza"
(Salmo 22).
In questo tempo di preparazione alla Santa Pasqua dobbiamo tenere presente questa parola di Dio. Il cammino quaresimale potrà essere un cammino difficile a causa dei vari ostacoli che possiamo incontrare. Non scoraggiamoci e non lasciamoci farci deviare da altre vie apparentemente facili da percorrere. Gesù ci ha mostrato la via da seguire: "Io sono la via la verità e la vita".
Accostiamoci a Gesù unico nostro Maestro che ci può indicare il sentiero che ci porta verso la Salvezza.
d. Franco


Io sono la porta – Io sono la via

Io sono la porta - dice il Signore - non aver paura di avvicinarti. Dietro questa porta si vive una storia di amicizia, di pace e di giustizia Ciò che intendi e un cuore che pulsa allo stesso ritmo del truo.
Io sono la porta - dice il Signore - non aver paura di aprirla. Essa ti lascia intravedere un immenso cantiere, tutto un avvenire da costruire!
Sei chiamato anche tu a rimboccarti le maniche e a portare delle pietre di vita, d'amore e di speranza.
Io sono la porta - dice il Signore - non aver paura di oltrepassarla. Essa permetterà alla tua fragilità umana di incrociare il mio sguardo.
Ti farà scoprire un Dio a portata di uomo.
Un modo di comprendere questa parola di Gesù consiste proprio nel rifiutarsi di irrigidire il simbolismo della strada. Se Gesù designa se stesso come la via, questo vuol dire che gli accessi, i paraggi devono essere liberi. Si tratta di una strada difficile, rocciosa, ma aperta a tutti, in ogni momento, ad un'unica condizione: quella di aderire allo spirito delle Beatitudini "Chi ha visto me ha visto il Padre", dice Gesù. Ma oggi noi non possiamo vedere Gesù che sotto le sembianze dei fratelli. E chi oserebbe rivendicare l'esclusiva di un tale sguardo sugli altri?


Apri e leggi

Qualcuno ci crede sul serio. Si fa così: si apre la Bibbia a caso e, a caso, si legge il primo passo che capita sotto gli occhi. Attraverso la luce ditale "comunicazione" Dio darebbe una risposta alle domande interiori che affliggono il lettore, facendo conoscere il messaggio più appropriato per le sue necessità spirituali o per risolvere determinati problemi esistenziali.
Non c'è da scherzare: abbiamo esempi famosi. Un certo Antonio, di agiata famiglia, apre per caso il Vangelo e si imbatte nella frase: "Va; vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi . E fulminato da quella rivelazione che crede rivolta a se stesso, cambia vita, si rivolge a Dio e diventa... Sant'Antonio abate, il fondatore del monachesimo.
Un altro giovane irrequieto, Agostino di Ippona, un giorno sente una voce sconosciuta che lo invita a prendere il libro e a leggere. All'inizio non capisce, poi, anche in lui avviene una illuminazione che così racconta nelle sue celebri Confessioni: ..... afferrai il libro sacro, lo aprii e lessi in silenzio il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri (Rm 13,13-14). Non volli leggere oltre, nò mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono" (VIII, 12,29). Da quel momento cambia vita: diventerà una delle stelle più luminose nel firmamento della chiesa.
La lista si allunga con un altro celebre esempio: quello di Francesco d'Assisi. Un giorno egli confida al suo amico Bernardo da Quintavalle il desiderio di lasciare i propri beni per vivere una esistenza povera. Ma si tratta proprio della volontà di Dio? I due decidono di chiedere una risposta al Signore: per tre volte aprono a caso il vangelo e ogni volta i loro occhi cadono su uno dei versetti nei quali Gesù invita i suoi discepoli a "lasciare tutto" per seguirlo. Farà esattamente così.
Anche la giovane Teresa di Lisieux trovò quelle risposte che cercava da a tempo grazie a questa pratica. Ce lo racconta lei stessa. Desiderava vivere nella Chiesa i carismi più importanti, le vocazioni più belle e nobili. Ma come fare?
Non era che una piccola suora carmelitana in un piccolo conventi di provincia. La risposta la trovò aprendo il Nuovo Testamento e imbattendosi nei capitoli 12-13 A della prima lettera ai Corinzi dove San Paolo scrive che, pur essendoci nella Chiesa diversi carismi e funzioni, tutte importanti, c'è una via superiore a tutte: quella della carità. Teresa trasalisce; ha trovato il suo posto nella Chiesa: "Allora con somma gioia ed estasi dell'animo gridai: o Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione è l'amore. Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore!" (Autobiografia).
Che dire di questa singolare pratica? Gli esempi sopra riportati indicano che, nonostante l'apparente stravaganza, essa fa parte della tradizione spirituale. Tuttavia aprire a caso la Bibbia per volervi trovare, a tutti i costi e in ogni momento, quelle risposte che desideriamo avere, rischia di trasformarsi in un esercizio più o meno magico: una specie di lotteria o di gioco del lotto. C'è inoltre il pericolo di sostituire la nostra volontà e libertà di cristiani con una lettura fondamentalista che si avvicina alla predestinazione: tutto il mio avvenire è già scritto, tutte le mie azioni sono programmate.
In altri casi potremmo incontrare messaggi quanto meno imbarazzanti, come certe massime sapienziali, che è necessario saper saggiamente collocare nel loro esatto contesto: "Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche... Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli... Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità" (Q 2,24; 3,19).
E che dire di certe frasi crude e crudeli, espressione di un contesto socio-culturale del passato? Ecco una delle tante leggi che ritroviamo nel codice del Levitico:
"Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all'altro" (Lv 24,19-20).
Per consolarci potremmo decidere di passare al Nuovo Testamento, ma anche qui le letture "a caso" possono riservare amare sorprese "Beati quelli che ora hanno fame (Lc 6,21).
"Se uno vuoi essere il primo sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti..." (Mc 9.35). "Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te (Mt 6,29). Si tratta di alcuni precetti-comandi di Gesù rivolti a coloro che intendono seguirlo: saremmo disposti a mettere realmente in pratica questi "messaggi" trovati a caso?
Dunque prudenza e buon senso: non trasformiamo la pagina biblica in un cartellone da tombola. Lasciamo fare queste cose ai... santi e noi accontentiamoci di chiedere a Dio, come ci dice la stessa Bibbia, il dono di vivere la sua legge, fonte di vita: "O Signore, indicami la via dei tuoi decreti e la seguirò sino alla fine. Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge e la custodisca con tutto il cuore. Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi, perché in esso è la mia gioia. Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti e non verso la sete del guadagno. Disto gli i miei occhi dalle cose vane, fammi vivere sulla tua via" (SaI 119,33-38).
Da "Don Orione" A. Belano

Le otto sfide del Papa

  1. La difesa della sacralità della vita umana in tutte le situazioni, specialmente di fronte alle manipolazioni genetiche;
  2. la promozione della famiglia, cellula fondamentale della società;
  3. l'eliminazione della povertà, grazie a sforzi dispiegati in favore dello sviluppo, della riduzione del debito e dell'apertura del commercio internazionale;
  4. il rispetto dei diritti dell'uomo in ogni circostanza, con speciale attenzione per le categorie delle persone più vulnerabili: bambini, donne e rifugiati;
  5. il disarmo, la riduzione della vendita di armi ai paesi poveri e il consolidamento della pace dopo la fine dei conflitti;
  6. la lotta contro le grandi malattie e l'accesso dei più poveri alle cure e alle medicine di base;
  7. la salvaguardia dell'ambiente e la prevenzione delle catastrofi naturali;
  8. l'applicazione rigorosa del diritto e delle convenzioni internazionali.

Certo, si potrebbero aggiungere tante altre esigenze. Ma se già queste priorità fossero al centro delle preoccupazioni dei responsabili politici, se gli uomini di buona volontà le traducessero nei loro impegni quotidiani, se gli uomini di religione le includessero nel loro insegnamento, il mondo sarebbe radicalmente diverso.
Giovanni Paolo II


Cresima, un dono di Dio
da desiderare e da attendere

La preparazione alla Cresima è il cammino di una più profonda interiorizzazione delle fede cristiana, per accogliere con maggior consapevolezza il dono dello Spirito e per fare con più decisione la scelta di rendere testimonianza a Gesù con la vita e la parola.
Questo cammino deve essere accompagnato dalla preghiera e da una crescita nel desiderio e nell’attesa del momento, in cui sarà ricevuto il dono dello Spirito santo.
Tutte cose facili a dire, molto difficili da realizzare, sia per i catechisti che per i ragazzi, eppure con la grazia del Signore, possibili.
La Cresima è un sacramento, un’azione misteriosa fatta di gesti e parole, attraverso i quali lo Spirito Santo vi renderà più conformi a Gesù, vi unirà più profondamente alla sua Chiesa, e vi abiliterà ad essere testimoni coraggiosi e credibili del vangelo.
Il Vescovo ponendovi la mano sul capo e tracciando con il Crisma un segno di croce sulla vostra fronte, vi dirà: "Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono". La Cresima è un dono immenso di Dio. Solo la fede ci fa comprendere il suo valore. I grandi doni, però, vanno desiderati, attesi e invocati con la preghiera.
Non è possibile prepararsi a ricevere un dono di Dio senza desiderarlo e attenderlo.
Perché la Cresima non sia una cerimonia tutta esteriore e una festa mondana, terminate le quali tutto è finito, perché la Cresima sia un forte impegno per rendere testimonianza a Gesù è necessario prepararsi a questo grande dono.
Nelle nostre comunità parrocchiali stiamo svolgendo gli incontri di preparazione a questo sacramento.
Da una ricerca sugli archivi parrocchiali ci siamo resi conto che tanti giovani e adulti non hanno ricevuto questo sacramento e allora?
Lanciamo una proposta: A voi giovani e adulti che, per vari motivi, non avete ancora ricevuto questo sacramento proponiamo di incontrarci per poter fare insieme un cammino di preparazione per poter ricevere il sacramento della Cresima.