Altilia, la scoperta delle grotte eremitiche

Il fortuito ritrovamento di due grotte eremitiche, risalenti al XV secolo, assume grande importanza dal punto di vista storico e artistico.
Le due grotte, in passato luoghi di penitenza e di preghiera dei Minimi, essendo stato questo comune sede di un Ordine di Terziari Francescani, potrebbero costituire un'importante traccia del passaggio di San Francesco di Paola da Altilia.
Le cavità, che distano solo pochi metri l’una dall’altra, si trovano alle spalle dell’ex Chiesa di S, Maria delle Grazie (nota come ex Convento ed oggi Centro polifunzionale), e immediatamente a valle della sede municipale. Il ritrovamento, del tutto casuale, si deve a due operai che, intenti a tagliare l’erba nel terreno retrostante il Comune, terreno perlopiù scosceso, hanno scorto la prima grotta, che sorge più in alto rispetto alla seconda. L’attenzione dei due operai, in realtà, è stata catturata non tanto dalla grotta in se stessa, del tutto inaccessibile perché quasi completamente ostruita dal materiale di risulta, quanto dall’immagine di San Francesco di Paola impressa sulla parete sinistra della piccola volta apparsa ai loro occhi. Pochi metri più in basso è stata ritrovata la seconda grotta, anch’essa quasi interamente chiusa, che, a differenza della prima, non ha rivelato, a prima vista, alcuna opera d’arte. Il ritrovamento ha consentito di portare alla luce una serie di affreschi, tutti rinvenuti in una sola cavità, alcuni dei quali ben conservati, come l’immagine di San Francesco di Paola e quella della Vergine col Bambino, altri corrosi dal tempo come l’icona di Cristo e quella di San Sebastiano, patrono di Altilia. In particolare, queste ultime due immagini costituiscono parte integrante di un unico grande affresco del quale non sono ben visibili, e quindi riconoscibili, le altre figure che lo compongono. In seguito al rinvenimento delle due grotte, il sindaco Pietro Miceli, con una richiesta scritta, ha invitato il Comando nucleo per la tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri di Cosenza, e il dottor Belcastro della Soprintendenza ai Beni culturali di Cosenza, ad effettuare un sopralluogo «intendendo proteggere e custodire adeguatamente il sito». Il sopralluogo è stato eseguito in tempi brevi. Occorre, ora avviare un lavoro di scavo delle due grotte, all’interno delle quali potrebbero celarsi ben altre opere di altrettanto valore storico, artistico e religioso. «Per fare ciò – ha dichiarato Miceli - è necessario un progetto, quindi una serie di lavori da eseguire con personale esperto». Per dare corso a questa prima fase – ha spiegato il sindaco - «sono necessari i dovuti permessi e, stante l’interesse di tutti, un congruo finanziamento». L’entità del ritrovamento è tale da meritare un approfondimento della storia della religiosità, dei culti e delle tradizioni del paese, e dell’eventuale passaggio dell’Eremita paolano da Altilia. «È fondamentale – ha affermato il primo cittadino - riprendere e valorizzare il patrimonio storico e artistico di Altilia con un’azione di recupero che permetta agli altiliesi di conoscere se stessi e le cause più lontane, creando in ciascuno di noi una coscienza ambientale, che sia di stimolo per iniziative individuali e comunitarie per la tutela dell’ambiente e del patrimonio storico, artistico ed archeologico. La valorizzazione – ha sottolineato Miceli - permetterà di contribuire alla crescita del potenziale attrattivo e del flusso del turismo culturale. Certamente, un particolare interesse sarà riservato al coinvolgimento delle nuove generazioni attraverso un’azione coordinata di studio, di ricerca, di formazione e promozione». Il 2007 ricorrerà il quinto centenario della morte di San Francesco di Paola (1416 – 1507). In vista di questa importante ricorrenza, ormai imminente «sarebbe auspicabile – ha suggerito infine il sindaco - che Altilia venisse inserita negli itinerari dei pellegrinaggi francescani».
Antonietta Malito
Da La voce del Savuto