DI LEI HANNO DETTO

Pio IX
Oh, la cara maDre Verzeri! Io mi sentivo sollevare e confortare in modo straordinario nello spirito angustiato, quando la ricevevo in udienza ed anche solo al vederla di passaggio per le vie di Roma.
(confidenza del Santo Padre a mons. Arcangeli, primo biografo della Santa)

Pio XI
Fu chiaroveggente tanto da conoscere da lungi le necessità dei tempi nuovi e quali atteggiamenti ai giorni suoi e di poi avrebbe dovuto assumere la santificazione cristiana, per corrispondere ai bisogni della società. Fu così che Teresa consacrò l'intelligenza splendida, che Dio le aveva donato, all'educazione della gioventù, e impiegò tutti i tesori dell'anima sua nell'istituzione di un organismo vivo ed operoso che assumesse e perpetuasse l'apostolato della educazione cristiana.
(Discorso in occasione della lettura del decreto dell’eroicità delle virtù di Teresa Verzeri, 2 aprile 1922)

Pio XII
Quando Teresa Verzeri passò dal soggiorno raccolto e contemplativo di Santa Grata all'alveare ronzante e fremente del Cromo, la parola che sgorgò dal suo cuore fu: "Andiamo!" È la parola che Gesù pronunciò passando dal Cenacolo all'orto e al Calvario.
Anch'ella va alla missione che il Padre le ha dato.
(Nella Beatificazione di Teresa Verzeri, avvenuta il 27 ottobre 1946)

Giovanni XXIII

La virtù robusta della Beata Teresa Verzeri è quella che conviene al mio temperamento ed alle circostanze del servizio che sostengo per la Santa Sede, di cui amo velare le difficoltà, ma non posso negarle. Oh! la Santa mi aiuti e mi protegga come io la invoco.
(Lett. Alla seup. Generale M.A. Maccari, 3 febbraio 1947, dove il card. Roncalli era Nunzio Apostolico)

Letterati, pedagogisti, teologi

Silvio Pellico
Scrittore e poeta, patriota e cristiano, che subì lunghi anni di carcere per l’azione culturale svolta a favore dell’indipendenza e libertà politica del Lombardo-Veneto. Contemporaneo della Verzeri, ne lesse il libro "dei Doveri delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù e della Spirito della loro religiosa istituzione" e così si esprime:
Pochi sono i libri di perfezione cristiana che con egual piacere io abbia letto. Benché tale opera sia volta ad un istituto religioso, i precetti dell'amore divino vi sono esposti con tanta armonia di vera sapienza e di semplicità, che giovano ad ognuno. Piacemi che vi regni non solo spirito di fede, ma quello spirito di fede più inclinato a speranza che a terrore, quello spirito di soavità e d'amore, che tanto anima alla virtù, e che fu prediletto da alcuni grandi maestri, come S. Francesco di Sales. Insomma i "Doveri delle Figlie del S. Cuore" mi sembrano lettura da raccomandare assai, assai.

Battista Pasinetti
Leggendo i sette volumi dell'Epistolario si può cogliere il sorgere, lo svilupparsi e l'approfondirsi della pedagogia verzeriana.
Vi si possono agevolmente delineare un fine e un contenuto dell'educazione rigorosamente fondati e dedotti; un metodo aderente alla psicologia concreta dell'educando con corollan sull'educazione familiare e sulla rieducazione delle giovani traviate. A proposito di queste, Teresa Verzeri ha lasciato pagine talmente stupende e ricche di caratterizzazioni tipologiche e di suggerimenti metodologici che nel leggerle si ha quasi l'impressione di scorrere un trattato scritto ai nostri giorni.

Carlo Boccazzi
La nostra fragilità chiede spesso soltanto questo al dolore: che cessi! La Beata, che maturò la vita di spirito nella diuturna sofferenza, non chiede che il dolore abbia un limite, ma che abbia un senso: non che giunga ad una fine, ma che contenga uno scopo, non che cessi, ma che frutti.
Nella sua vita, particolarmente feconda di attività esteriore, traluce sempre uno sguardo interno di contemplazione e di scambio continuo e sperimentato con Dio anche in mezzo alle circostanze esterne più straordinarie ed in mezzo a grandi tribolazioni interne e a penose aridità. Cosicché mi sembra che proprio in questo sguardo interno di contemplazione e di profonda unione con Dio si trovi in definitiva il dinamismo segreto che in lei spiega poi tutto il resto.

Divo Barsotti
La Beata Teresa Eustochio Verzeri forse è con Rosmini, il più grande dottore di spiritualità che abbia avuto l'Italia nel secolo XIX. Nessun maestro di spiritualità, soprattutto nessun mistico forse ebbe l'Italia, nel secolo passato, più grande della nostra Beata.
Dalle lettere scritte ai confessori si rivela al mondo la sua anima.
Dio ha preso possesso di quest'anima in un modo arido, oscuro, così da consumarla, bruciarla in una purificazione estrema.
L'anima ha una conoscenza oscura di Dio. È una conoscenza talmente segreta e negativa, che ella può anche dubitare di credere, può "sentirsi" priva di fede.
L'esperienza religiosa dell'uomo moderno è l'esperienza della morte, del silenzio di Dio. L'esperienza di questo silenzio e di questa morte ha una sua grande testimonianza nelle pagine dell'Epistolario della B.Verzeri.

I suoi biografi

Giacinto Arcangeli
Vita della serva di Dio Teresa Verzseri nob. Verzeri, Brescia, 1881
Le misere fanciulle, per le quali fondò l'istituto e vi aprì ricoveri, e che essa chiamò Figlie della Provvidenza, le raccoglieva in numero superiore ai mezzi di mantenerle, riponendo ogni sua fiducia nella Provvidenza.
Teresa pativa di non poter far sue e ricoverare nell'istituto tutte le meschine che vedeva ed incontrava per via nei suoi viaggi, e di ritorno ne conduceva sempre qualcuna con sé. Una volta non poté impedirsi di togliere subito dal pericolo una fanciulla, che sulla via tra Bergamo e Darfo vide accompagnarsi ad una comitiva di saltimbanchi, e la condusse a Darfo con una allegrezza di madre che avesse ritrovata la figlia smarrita.

Alfonso De S. Cruz
A guerrilheira de Deus (La guerriera di Dio), ed. Paul., Porto Alegre, 1953)
Ci sono dei santi che nascono con il sorriso sulle labbra, che vivono come circonfusi una primavera perenne, e che muoiono pregustando le delizie del cielo.
Ma ci sono anche santi, che vivono con cuore sempre sul piede di guerra, e che lottano fino a cadere sul campo di battaglia. Teresa Verzeri visse combattendo e morì combattendo... fu la guerrigliera di Dio!

Dino T. Donadoni
(La guerriera velata, ed. Borla, Torino, 1964)
La figura interiore della Fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù non sembra corrispondere alla sua iconografia ufficiale un volto dolce e quieto, lo sguardo teso in eteree lontananze, la mano sul petto a comprimere ardori chiusi.
È un'immagine decisamente troppo dolce. Se fosse possibile trasformare in tanti fotogrammi le tremilaseicentoundici pagine dei sette volumi delle sue lettere, ne ricaveremmo un cortometraggio rivelatore: vedremmo allora una Santa che viene a noi da scabri orizzonti di deserto, sorridente sempre, ma armata. Armata di una virtù soda, tutta nervi.
Una guerriera velata.

Dino T. Donadoni
Si fa presto a dire amore, ed. Città Nova, Roma, 1981
Accettando il Discorso della montagna, non si obbedisce a una serie di precetti. Si imita Qualcuno. È Gesù il primo uomo delle beatitudini: Figli, attraverso l'amore condiviso e sofferto, ci insegna la felicità che, da adesso, proietta nell'aldilà " Di essi è il Regno". Certo, fino all'ultimo respiro si conosceranno titubanze e mancamenti, indocilità e ripugnanze, ma Dio è fedele alla sua parola e conduce dove si vuole andare, e anche dove si ha paura di andare. La vita di Teresa Verzeri ne è una prova concreta, a volte tremenda, sorretta unicamente dalla fede nell'amore che apre alla gioia anche nella desolazione interiore.

Annalisa Manara
Per grazia di donna, Verona 1987
Teresa non esita di ricorrere alla penna in qualsiasi occasione e dedica le sue conoscenze perfino alla stesura di brevi commedie. Sa che, per amor di Dio, non si va solo a mendicar pane o a ripulire ferite, gesti che pur compie quotidianamente, ma si cerca anche di ricreare gli spiriti. E per questo, si dedica alle "commediole", come chiama...
La Farnese è un lavoro teatrale, godibilissimo dalla prima parola all'ultima di movimenta cinque atti.
La caratteristica della commedia risiede nella indovinata congiunzione tra divertimento didascalia e rivela la capacità di trasporre il pensiero nell'azione, tramite l'uso di strumenti propri del genere: personaggi della commedia dell’arte, alternanza tra il comico e il problematico, con infiltrazione di maschere dal dichiarato ruolo di far sorridere l'innocenza...