Da "Europa Insieme" - Istituto S. Cuore - Trento

Biografia di Teresa Verzeri (1801-18S2)

1801 Teresa nasce a Bergamo dal nobile Antonio Verzeri e dalla contessa Elena Pedrocca Grumelli. Nella più tenera età impara dalla mamma, donna eminentemente cristiana, a conoscere e ad amare Dio ardentemente, ed è particolarmente attratta dall'umanità di Gesù.
1817 Entra nel monastero di Santa Grata, in Bergamo, ma ne esce poco dopo perché le Leggi Giuseppine vietano l'ingresso in convento a chi ha meno di 24 anni.
Nella ricerca 'di piacere a Dio e di fare solamente il Suo volere", per tre volte entra e esce dal Monastero Benedettino di S. Grata in Bergamo.
1831 U8 febbraio esce definitivamente dal Monastero e sorretta dall'appoggio spirituale di Mons. Giuseppe Benaglio del Collegio Apostolico di Bergamo, con altre quattro compagne inizia, in Città Ata (BG) la nuova fondazione che si chiamerà Congregazione delle "Figlie del Sacro Cuore di Gesù".
1833 Ha inizio l'espansione, prima in terra bergamasca e nella vicina Diocesi di Brescia, poi a Lugano, nel Tirolo, nel Ducato di Parma e Piacenza Q negli Stati Pontifici. Nell'attività apostolica Teresa e le 5UQ compagne, sull’esempio di Gesù che fece del bene a tutti, si dedicano ad una varietà di opere: educazione delle giovani di media ed infima classe, convitti delle orfane, ragazze abbandonate, scuole esterne "civili", dottrina cristiana, ricreazioni festive, assistenza agli infermi.
1836 Muore il Direttore Spirituale mons. Benaglio. Teresa resta sola a dirigere il nuovo Istituto. Negli anni che seguono, Teresa Verzeri e la sua opera sono sottoposte a speciali prove.
1841 Chiude la casa di Città Alta (BG) e si trasferisce con la comunità a Brescia, nel convento di Sant'Afra.
Il 14 maggio la Sacra Congregazione approva l'Istituto e ne loda le Costituzioni.
1845 Viene pubblicato il "Libro dei Doveri" (3 volumi), mentre Teresa prosegue nella fondazione di comunità in altre località italiane.
1847 A Roma vengono approvate definitivamente le Costituzioni.
1852 A 51 anni Teresa muore a Brescia, il 3 marzo, dove è vescovo il fratello, Girolamo Verzeri, lasciando all'Istituto e alla Chiesa un patrimonio spirituale che si fonda sulla spiritualità del Cuore di Gesù, "per cui la ripetizione or pronunciata or udita del loro nome, abbia essa pure ad esser ricordo ed eccitamento continuo alla Imitazione di quel Sacratissimo Cuore, tutto carità di Dio e del prossimo".
1865 Ha inizio il processo per la sua Beatificazione: Sarà proclamata Beata il 27 ottobre 1946 da Pio XII
2001 Teresa  verrà proclamata Santa (10-06-2001).
Attraverso la Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore Teresa Verzeri è presente oggi, come segno del Cuore misericordioso di Gesù, oltre che in Italia, in Brasile, Argentina, Repubblica Centrafricana, India, Bolivia ed Albania.
Elena Ianes

I PRINCIPI DEL MESSAGGIO DI TERESA

Di seguito vi proponiamo dieci principi fondamentali del pensiero e dell'insegnamento di Teresa: ad una breve introduzione seguono alcuni passi significativi tratti dagli scritti della beata.

1. FEDE
Attraverso la fede possiamo conoscere Dio. F nella fede che possiamo trovare le risposte ai quesiti che ci affliggono. La fede conforta nei momenti di difficoltà. "Se vedete tutto il mondo in scompiglio, non vi adirate, né vi mettete in cruccio per riordinare il disordinato, levate gli occhi in alto, mirate le cose superiormente, cercando colui che veglia sopra di tutto e provvede con sapienza infinita"

2. SPERANZA
Le nostre speranze non verranno mai deluse se confidiamo in Dio. Nei momenti di sconforto non dobbiamo perdere le speranze perché è proprio allora che Dio è più vicino a noi. "Siete voi deboli’ Appunto per questo confidate in chi è forte. Siete instabili? Confidate in chi è immutabile. Siete nelle tenebre? Confidate in chi è luce vera che illumina tutto il mondo. Siete imperfette? Confidate in chi è perfetto e fedele. Siete peccatrici? Confidate in chi è venuto per i peccatori."

3. AMORE PER DIO
L’amore verso Dio si manifesta attraverso le opere. É nelle piccole cose di ogni giorno che si vive l'amore per Dio. L'amore per Dio cresce attraverso la ricerca di Lui. "qualunque sia il cammino con cui l'amore vi conduce esso sarà sempre in voi operoso chiederà sempre da voi laboriosità. Si cerchi la persona più laboriosa più concludente e nel suo dovere più perfetta. quella sarà la più avanzati nell'amore di Dio.

4. ABBANDONO ALLA VOLONTA’ DI DIO
Seguire la volontà di Dio non deve essere vissuto come un'imposizione, perché essa mira alla realizzazione della nostra felicita. Decidere di abbandonarsi alla volontà di Dio e una scelta d'amore . .. anche voi sarete figlie del suo cuore se perfettamente e con pienezza d'amore cercherete in ogni cosa e farete sempre la volontà di Dio, che desidero sia delizia, consolazione e gloria per ciascuna e per tutte."

5. AMORE PER IL PROSSIMO
È aiutando il prossimo che dimostriamo l'amore per Dio. Amare il prossimo e rendersi strumento dì bene nelle mani del Signore. L'amore per il prossimo si deve manifestare non solo nelle opere, ma anche nel pensiero e nelle parole.
"Fate del bene a tutti. Ognuno ha diritto di ricevere bene da voi: e non pretendete riconoscenza e ringraziamenti. Fate del bene a tutti più segretamente che potete, e ne avrete doppio frutto.

6. POVERTA’
Bisogna saper riconoscere il giusto valore delle cose per evitare di sprecarle o di abusarne. Tutto ciò che e superfluo ci distrae e ci allontana da Dio. "La santa povertà libera da tante cure penose, da tanti pensieri che annoiano, da tante sollecitudini che perturbano e inquietano. Quindi apporta allegrezza tale allegrezza che, non trovando ostacoli di terra, d'amor proprio, di sensualità, penetra fin nell’intimo dell'anima.

7. UMILTA’
Non ci si deve vantare delle proprie doti perché esse sono doni del Signore. Chi e umile riconosce la grandezza di Dio e sotto questa luce non rischia di attribuirsi meriti eccessivi.
"Chiudete possibilmente l'occhio sul difetto altrui e fissate/o sulle sue virtù. Chi e veramente umile trova in tutti qualcosa da ammirare e da imitare; e quel male che non può solo vedere, lo sa compatire senza meravigliarsene, trovando sé stessa capace di un male maggiore."

8. SEMPLICITA’
Si deve sempre essere se stessi e mantenersi coerenti con i propri principi in qualunque situazione ci si trovi. Per essere semplici bisogna essere chiari e diretti, affinché emerga ciò che e veramente importante. "Desidero, e lo sa Dio quanto, che il nostro procedere sia in tutto e per tutto soave, tanto da poter insinuarsi nei cuori, rapirli e portarli a Dio. Dilettissime: camminate sulle orme di Gesù e fate come egli faceva, cosi non inciamperete sui vostri passi."

9. PRUDENZA
Prudenza significa riflettere sempre con attenzione su quanto si sta per fare e, una volta presa una decisione, portarla avanti con coraggio, confidando nell'aiuto di Dio. In particolar modo nel giudicare il prossimo non bisogna mai essere affrettati, ciò spetta solo al Signore. 'La prudenza vi renda avvedute, caute ed illuminate assai. Non siate come la spugna che ricevendo qualunque acqua, indifferentemente di tutte si inzuppa."

10. GRATITUDINE
Dobbiamo sempre essere riconoscenti a Dio per i doni che Egli ci fa e per l'amore che ci dimostra anche quando ci allontaniamo da Lui. La gratitudine non si dimostra solo attraverso le parole, ma soprattutto attraverso le nostre azioni. "Vorrei che nessuna di voi fosse di quelle anime fredde che non si scaldano a riconoscenza per i benefici che ricevono e nemmeno vorrei foste tra quelle scortesissime che non sanno riconoscere i favori e sentono troppo gravoso un gesto di gratitudine."
Gioia Mepace, Patrizia Perli, Oriana Regazzoli cl  Pedagogico

INTERVISTA 

1-Perché Teresa Verzeri viene Canonizzata?
Perché è stato riconosciuto dalla Chiesa come intervento miracoloso la guarigione di una suora del Brasile, Suor Lidia Ternes (morta nel 1993); le si doveva amputare una gamba, ma improvvisamente ed inspiegabilmente un giorno si alzò dal letto e camminò completamente guarita.
La canonizzazione di una figura eminente avviene, di regola, dopo che la Chiesa le ha riconosciuto meriti straordinari: ciò è accaduto anche per Teresa. Per mediazione della Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore, si è chiesto alla chiesa di valorizzare ciò che Teresa ha fatto di straordinario per gli altri e di convalidare come miracolo l'intervento operato dalla Fondatrice. È dunque per l'ultimo miracolo, la guarigione istantanea di suor Lidia (ottenuta mediante la preghiera a Teresa), che la Fondatrice approda alle rive della canonizzazione.
2. Quale è lo schema che viene seguito per la canonizzazione di una figura straordinaria?
Prima di approdare al decreto di canonizzazione firmato dal Papa, si verificano una serie di adempimenti:
- la Consulta Medica giudica la guarigione istantanea come fatto inspiegabile naturalmente;
- il Congresso dei Teologi riconosce la straordinarietà dell'evento e ne approva gli aspetti teologici;
- la riunione plenaria dei Cardinali e dei Vescovi in Vaticano esamina il fatto prodigioso e lo dichiara "miracolo",
- il Papa firma il decreto di canonizzazione.
Queste operazioni si svolgono in tempi tecnici che possono aggirarsi attorno ad uno/due anni.
3. Cosa può dire la canonizzazione di Teresa all'uomo del nuovo millennio?
Il riconoscimento della santità è sempre un incitamento ad imitare queste figure:
'Se è riuscita Teresa, perché non io?".
È una sollecitazione a porsi questa domanda. Riconoscere la santità di Teresa nel terzo millennio suggerisce un'altra riflessione: Teresa era anche un'educatrice, quindi se la chiesa canonizza oggi una figura come Teresa è perché sottolinea l'importanza del ruolo, l'impegno di educare, oggi.
In una società pluralista e complessa come la nostra, il compito di un'educatrice è quello di aiutare i giovani a riorganizzare i valori, a ricercare il senso dell'esistenza e del quotidiano smarrimento.
4. Cosa può significare per la Congregazione delle Figlie del Sacro
Cuore la canonizzazione della loro fondatrice?
La Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore è di fronte ad un evento desiderato da tempo, da tutte le suore. Questo momento sollecita l'istituto a tornare alle radici per scoprire la santità di Teresa che ha dato origine ad un istituto che dura da 170 anni; il che significa che l’elemento che l’ha sostenuto e nutrito, in questi anni, è sicuramente da ricondurre alla spiritualità di Teresa.
È un evento che l’Istituto vorrà festeggiare con tutte le realtà apostoliche, nazionali e missionarie. Tutte le Figlie del Sacro Cuore lo sentono come un evento di grazia che viene a toccare la loro esistenza e che incoraggia la loro speranza.
5. Quale riflesso verrà dalla canonizzazione di Teresa sulle opere dell'Istituto Sacro Cuore di Trento?
Sicuramente la comunità religiosa di Trento, come le altre comunità, vuole vivere questo evento come occasione di rinnovamento spirituale, per far trasparire, nell'ampia attività apostolica, il cuore di Teresa e cioè il suo profondo amore per l'uomo e per Dio.
Vorremmo, come comunità in festa e spiritualmente toccata dalla gioia di questo grande avvicinamento, coinvolgere i nostri giovani, le famiglie, gli amici, le persone a noi vicine, ma anche le parrocchie per celebrare insieme una festa così grande e significativa per tutta la chiesa. La celebrazione della canonizzazione avverrà il 10 giugno 2001. Qualunque sarà la data, l'Istituto Sacro Cuore intende sottolineare pubblicamente l'evento con uno spettacolo al Centro Santa Chiara, una conferenza pubblica sulla pedagogia di Teresa e il grande pellegrinaggio a Roma di tutti gli istituti delle Figlie del Sacro cuore per il giorno della festa della canonizzazione.
Sara Meffei V pedagogico

Teresa, un modello?
Due risposte a due domande
.
Può Teresa essere modello per i giovani del nostro tempo?
I suoi 200 anni di vita (nasce nel 1801) la collocano lontana nel tempo e perciò distante dalla sensibilità, gusti e comportamenti dei giovani; ma l'essere giovane di ogni tempo poggia sul vigore, lo slancio vitale e il dinamismo che sono comuni a tutti i giovani. Ad essi appartengono: la capacità di sognare, i progetti di vita proiettati nel tempo; la disponibilità naturale di guardare agli altri con attenzione spontanea e generosità; la determinazione a uscire dagli schemi; il desiderio infinito di amore, elementi che sono il DNA del giovane universale.
In che senso Teresa è un modello?
Cominciamo dal considerare la sua radicalità. Tenace e volitiva, Teresa non conosce le mezze misure, né i facili compromessi: quello che decide, lo porta a compimento, andando fino in fondo con coraggio, costi quel che costi.
Ciò è vero, quando lascia il benessere e gli agi della sua casa, la sicurezza della sua famiglia di origini nobili per rispondere al suo ideale di vita, anzi, al progetto di Dio.
Segue Cristo per rendersi disponi bile ai fratelli; ama radicalmente Cristo per diventare capace dì amare gli altri. È radicale quando, dopo ripetuti tentativi di pensare la sua vita di "monaca" esce dal Convento delle Benedettine, in Bergamo Alta, per dare vita all'opera delle Figlie del S. Cuore, affrontando lo scherno e l'ironia dei suoi coetanei, ci scrivono di lei sui muri della città "Teresa la pazza". E, forse, un po' matta lo era come tutti i giovani anticonformisti e non omologati di ogni epoca. E comunque una ragazza capace di andare controcorrente, pur di essere fedele a se stessa e suo ideale. Quanti giovani sono o vorrebbero essere come lei!
Dietro la luce misteriosa che gli viene dall'alto, Teresa si spoglia delle ricchezze che gli vengono dalla famiglia e dal casato, e si mette sulle orme Cristo.
'Và, vendi quello che hai e dallo ai poveri. Poi vieni e seguimi": (Lc.I8,22) questo è l'invito che Gesù rivolge a lei, come al giovane ricco del Vangelo.
E Teresa progetta la sua vita con le risorse generose della sua età: fonda con altre amiche scuole, sedi di accoglienza e di aiuto per giovani abbienti e bambine povere; affronta situazioni difficili con il cuore talvolta tormentato dal dubbio ma con incrollabile determinazione. L'ideale che è sempre davanti, Teresa lo raggiunge con la povertà di mezzi e di risorse, ma con la ricchezza del cuore semplice e fiducioso nella Provvidenza accompagnata dalla consapevolezza che Dio ha bisogno degli uomini per raggiungere altri uomini.
E per questo che sorretta dal coraggioso ideale di non progettare una famiglia propria, Teresa dà vita, nella Chiesa, a una famiglia più vasta, la Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore, aperta e accogliente nei confronti delle persone da amare, alle quali riserva il servizio della propria femminilità, con segni concreti di una presenza attenta ai bisogni e il dono di una maternità senza riserve, perché scaldata dall'amore che le viene dal cuore di Cristo.
Per Teresa seguire Cristo ha significato diventare "suora", cioè sorella di tanti compagni di strada, di tanti giovani ai quali ha rivolto il suo ministero educativo, tradotto in azione e in pensiero: l'azione della sua opera educativa promozionale della persona e il pensiero, condensato in una vasta documentazione pedagogica. Se il modello Teresa può apparire lontano dai gusti e atteggiamenti dei giovani del nostro tempo, spesso segnati dall'esteriorità e dalla superficialità dei comportamenti, in realtà, Teresa è un faro luminoso per i giovani, cui va riconosciuto il forte bisogno di autenticità di valori e la capacità di volare alto, non appena nel cuore albergano le condizioni spirituali e umane necessarie.
Gli adulti che amano i giovani e ne conoscono le grandi risorse, sanno bene che a questi giovani d'oggi, purtroppo, senza padri" e spesso senza l'esperienza di avere dei fratelli, è necessario e vitale farsi vicini con un senso nuovo di "fraternità" e di ascolto.
L'autorevolezza del fratello maggiore nella veste dell'educatore, del docente, ha bisogno di associarsi a un forte rapporto relazionale, efficace e costante, in grado di colmare il vuoto che integri la dinamica positiva tra pari e il piacere della reciprocità.
Teresa Verzeri, in questo scenario di umana comprensione dei giovani e delle loro esigenze, certamente è un modello scomodo, ma vivo e dinamico, capace di stimolare in chi è più pensoso, la riflessione sull'esistenziale interrogativo, caro a S. Agostino! "Si iste et isti, cur non ego?"
Ebbene, se Teresa è una persona umanamente e spiritualmente realizzata, per li più santa, perché ha riempito di verità, di libertà, di opere buone e di amore la sua esistenza, perché non è possibile a tanti altri ? Un giovane, guardando Teresa, non può non essere attratto dal fascio di una "vita riuscita". Questo era obiettivo pedagogico di Teresa, questo quanto sognano e desiderano tanti adulti che amano i giovani.
Suor Eugenia Liberatore

CHI È TERESA VERZERI?

Verzeri, fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore, nasce a Bergamo nel 1801 e muore nel 1852. Storicamente collocata nell'Ottocento, è una donna contemporanea per l'attualità del suo messaggio e lo spessore del personaggio che il tempo non ha sbiadito. E giunta fino a noi, come un personaggio chiave per comprendere come azione e contemplazione possono essere intrecciate, in una Sintesi di armoniosa vitalità.
Il fascino delle sue doti naturali, della sua intelligenza e della straordinaria passione per Dio fanno breccia anche sulla sensibilità e la coscienza di altre giovani, a lei contemporanee, con le quali dà nel 1831, ad un’amorosa opera educativa di rilevante valore sociale e civile: si rivolge alle ragazze e giovani del suo tempo, bisognose di cure materiali e spirituali; sono per lo più orfane, bambine operaie, ma anche giovani abbienti di "civil condizione".
A tutte riserva attenzione affettuosa e cure sul piano educativo con l'avvio di ricoveri, scuole, convitti, oratori domenicali e festivi. E tutto questo grazie al sostegno di risorse finanziarie della sua famiglia, delle sue compagnie di viaggio, generalmente facoltose, ma soprattutto della carità dei buoni e della provvidenza come, ad esempio, la signora Teresa Gentilini Sartori, grande benefattrice dell'Istituto a Trento.
A 30 anni dà inizio alla prima cellula dell'Istituto, a Città Alta, in Bergamo, da dove prende il via la storia delle Suore Figlie del Sacro Cuore e la loro vita apostolica, realizzando in 20 anni un’attività straordinaria, tanto più sorprendente se si considera la sua profonda spiritualità e la predilezione che riserva alla preghiera. Fonda 15 case: a Bergamo, Brescia, Breno, Darfo; Sant'Angelo Lodigiano, Piacenza, Trento, Riva, Recanati, Roma: Alla sua morte le sue suore sono circa 200.
Organizza i fondamenti teologici, spirituali e canonici delizi Congregazione. Segue personalmente l'avvio delle opere con viaggi faticosi, dalla Lombardia alle Marche, al Lazio con incontri con autorità civili ed ecclesiastiche. Mantiene un prezioso filo diretto attraverso numerose lettere, raccolte in 7 volumi, rivolte ai destinatari più vari: sorelle, superiore, autorità, madri di famiglia, vescovi e, nei primi tempi, con il suo direttore spirituale, che è il confondatore dell'Istituto, Giuseppe Benaglio, che muore solo dopo cinque anni dell'avvio dell’Istituto. Il bene delle anime è all'origine della sua iniziativa per l'uomo: non la spingono generiche motivazioni sociali; in anticipo sui tempi è il motto: " I care", il "mi sta a cuore", che motiva Teresa a promuovere la persona, perché sia messa in grado di esprimere in pienezza le proprie e potenzialità, "realizzando il bene e fuggendo il male". Ma oggetto delle sue cure particolari è la formazione della donna, potenzialmente in grado di fondare una famiglia, perciò responsabile di una serena e sana conduzione familiare con riflessi positivi sulla società. il cuore del messaggio educativo di Teresa è la visione cristiana della vita, in grado di dare un senso alla realtà e agli accadimenti personali, sociali, storici. Dio è la ragione delle cose, la ragione della nostra speranza: un Dio buono, che si prende cura delle sue creature, benché provate dalla sofferenza. Quella di Teresa è la pedagogia dell'amore, o per meglio dire, la passione della carità che parte da Dio, avvolge le sue creature e ritorna a Dio; è gesto di tenerezza che Dio stesso compie attraverso l'azione educativa delle sorelle che Teresa voleva "infiammate d'amore di Dio".
Nell'amore a Dio e ai poveri il segreto della santità.
La santità di Teresa è la scelta evangelica di fondo comune a chi vuole mettersi sui sentieri di una chiamata speciale. "Va, vendi ciò che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi", continua a ripetere Cristo a quanti si incamminano sulle strade della ricerca del proprio ideale di vita. A chi gli chiede dove abita, Gesù risponde: 'Vieni e vedrai". Seguire e voler vedere il Signore sono i presupposti dell’incontro della santità. Teresa lascia la sua casa agiata, la sua vita di nobile borghese per dedicarsi ai poveri, in un atteggiamento di radicale rinuncia ai beni terreni e di totale abbandono in Dio; "vende", si spoglia dei stipi agi e va ad abitare nella "casa del Signore", che trasforma in luoghi della Provvidenza, organizzati per accogliere e formare i giovani, costruendo intorno a loro un clima di attenzione e di cura.
L'Istituto, che ha vissuto la storia di 180 anni, coglie con stupore e con gioia nella canonizzazione
della sua fondatrice un segno della Provvidenza e un motivo per fare festa, perché la nostra opera missionaria, che trova nei mandato di Teresa Verzeri la sua ragion d'essere, riceve un suggello di convalida. Ella è la luce sopra il monte a cui guardare per cogliere la segreta capacità di leggere li realtà con le categorie del Vangelo.
La canonizzazione è una circostanza giubilare per chiedere a Dio di continuare a donare alle suore del Sacro Cuore spiritualità profonda, intelligenza flessibile a cuore aperto per proseguire nell'opera di evangelizzazione e promozione umana, in ogni contesto culturale, economico e sociale, sia del nostro paese che in terra di missione. È festa in famiglia, è una festa di famiglia, festa della Chiesa e di quanti, attraverso l'essere e l'agire delle Figlie del Sacro Cuore, hanno scoperto e sperimentato l’amore di Dio personale e tenerissimo per loro. La speranza e la gioia nascono da questa certezza.
Suor Eugenia Libratore
delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù

TERESA VERZERI
EDUCARE, UNO STILE DI VITA

Se la vita di ogni uomo non è mai imitazione di un copione programmato, la vita di Teresa Verzeri lo è ancora meno, se consideriamo che la sua storia è l'elaborazione e l'esecuzione di iniziative e progetti vari, che si impongono, si allargano e si arricchiscono progressivamente per necessità interiori ad esteriori, spirituali e umane.
Vista dall'esterno non è una vita eccezionale, anche se molto ricca e accidentata. Tuttavia, guardata dal punto di vista interiore, "la sua vita è fra le più straordinarie che conosca la storia della santità" (O. Barsotti).
Teresa Verzeri, donna di grande talento e di profonda spiritualità, realizza la sua vita in mezzo secolo (1801-1852).
Ella esprime con intensità di toni due aspetti essenziali della "donna,, e specifici della femminilità:
LA DIMENSIONE DI "MADRE E MAESTRA
La dimensione di "madre", non intesa fisicamente ma spiritualmente, matura nelle pieghe segrete della sua giovinezza e della sua esperienza interiore.
Un itinerario mistico il suo, che riflette una grandezza spirituale un po' chiusa, un po' solitaria, ma non insensibile alle comunicazioni e allo scambio, segnato da un'ascesi rigorosa, che non assottiglia però in lei la carica umana, il suo amore disinteressato per gli altri. La sua è una maternità che non genera vita fisica, ma crea vita per quello che fa, per come lo fa, per il motivo per cui lo fa.
Teresa Verzeri è una madre che sente forte il bisogno di Dio, un bisogno quasi fisico che le fa dire, tuttavia, con struggente sapienza mistica: "Dio è altro da tutto, nessuna parola lo definisce". E una spiritualità non disincarnata che porta i segni di un'esperienza di Dio molto vera e dinamica: "il mio esteriore è sempre uguale ed allegro, ma all'interno ho una guerra continua".
Teresa Verzeri è madre perché sente in maniera urgente il problema degli altri non come oggetto di umanitarismo e di solidarietà occasionale, ma come itinerario a Dio. lì suo amore non è neppure un volontariato dettato dall'emergenza o come risposta alla sua sensibilità: è una vocazione e un impegno duraturo. Per questo il suo essere madre si fa educativo e pedagogico e si traduce nelle diverse situazioni di bisogno come auctoritas, cioè come capacità di far guadagnare all'altro qualche valore o categoria in più, a seconda delle situazioni e bisogni, e in questo senso è anche maestra.
Possiamo dire che questa duplice valenza non è un'attitudine naturale, è frutto di una maturazione progressiva della sua indole e del suo carattere forte, soprattutto nasce da una grande capacità di ascolto delle situazioni umane e della storia di ogni persona.
E questa attitudine a "5entire" gli altri rende i suoi atteggiamenti non sporadici nè isolati: sono uno "stile di vita", un modo di essere, interiormente motivato e costante, aperto alla realtà di ogni persona e all'imprevedibilità degli eventi che le riguardano. Da questa fedeltà all'uomo scaturiscono la sua unione con Dio, causa e strumento del suo impegno di responsabilità nei confronti degli altri, e il suo compito educativo-pastorale.
Ella guarda alla vita non come un bene da consumare, ma come chi ha un compito da svolgere: a 30 anni, dopo dolorosa ricerca, matura il progetto di dare vita alla Congregazione delle Figlie del 5. Cuore di Gesù, perché - in modo specifico -si occupi della formazione e dell'educazione della gioventù.
Dalle numerose testimonianze biografiche e autobiografiche emerge che ella vive questo compito con uno stile e un metodo caratterizzati dalla tensione a promuovere la massima espansione umana e religiosa, individuale e sociale della persona, attenta soprattutto al progetto di Dio sulla sua vita.
Il suo metodo-messaggio educativo si concretizza nel cosiddetto "metodo preventivo", in cui prevenire è criterio privilegiato nella formazione integrale di tutta la persona. 
Metodo che chiama in causa un insieme di risorse, di strategie e di attenzioni che danno vita a quel sistema educativo globale, in cui l'educazione non è frutto di educatori solitari, ma il risultato di un ambiente educativo comunitario animato 'dallo spirito di "carità e libertà"; intorno al soggetto da educare la comunità che interagisce cresce essa pure e così sostiene la crescita della persona nelle varie fasi di sviluppo e di maturazione.
Ne deriva che il soggetto a educare e l'educatore sono così strettamente correlati che dalla qualità delle relazioni, dall'incidenza delle mediazioni dipenderà "la qualità" del soggetto educato.
Il metodo preventivo di Teresa Verzeri punta sulla formazione della persona, per metterla in grado di gestire in autonomia se stessa e di assumersi le proprie responsabilità. E una strategia che vuole evitare il più possibile i "rattoppi" di natura psicologica, sociale, morale, sia gli interventi repressivi e coercitivi, sia il permissivismo facile e l'astensione da ogni tipo di azione.
È un metodo che non parcellizza l'uomo, perché considera ugualmente importanti tutti gli aspetti formativi della crescita della persona:
- l'educazione dei sentimenti (la strutturazione affettivo-psicologica della personalità).
- l'educazione della volontà e del senso morale (l'educazione ai valori) "Sia vostra mira di educarle alla virtù"; "Persuadete le giovani che nulla vi è di peggio che l'egoismo".
- l'educazione sociale (l'interazione con gli altri).
- l'educazione del senso religioso e spirituale (il senso della trascendenza).
Aspetti importanti che si saldano l'uno all'altro, senza che nessun zona sia lasciata scoperta, e senza cedere alla facile esaltazione del mito razionalistico del "buon selvaggio", per cui la natura buona dell'ultimo cresce spontanea e non dev'essere condizionata. Ma l'aspetto moderno della su proposta educativa è l'accentuazione sulla figura dell'educatore: "Prima di essere maestro degli altri, l'educatore è un attento educatore di se stesso" (Progetto Educativo dell'istituto). 
Passano in seconda linea le teorie puerocentriche ampiamente diffuse in tanti anni di cultura pedagogica. Teorie importanti, certo, cui va il merito di avere suscitato una doverosa e amorosa attenzione al soggetto educando, ai suoi diritti di persona ("maxima reverentia puero debetur" diceva Quintiliano). E Dio sa quanto la società debba ancora ricuperare in sensibilità e in rispetto questo terreno, perché vengano allontanate sempre più le violenze morali e fisiche su bambini, ragazzi, giovani e quelle più sottili e letali delle speculazioni economiche: droga, sesso, prostituzione, pornografia...
Questa specificità del metodo della Verzeri è spostata sulla figura dell'adulto educatore (insegnante, genitore, operatore educativo), perché educare congiuntamente ad una sicura professionalità, è uno stile di vita, capace di veicolare, attraverso l'esperienza dei valori vissuti, l'accettabilità della proposta, la persuasione e il consenso: perché l'educazione si gioca soprattutto sul piano della testimonianza e delle corrette mediazioni.
Uno STILE come presenza e testimonianza:
Quando raccomandi ad altrui, fallo tu pure con impegno" (1835).
"Precedete le giovani in ogni virtù con l'esempio, memori che più si edifica facendo e operando che predicando senza operare" (Libro dei Doveri).
Una presenza discreta, senza pesantezze e senza prediche..., con attenzione alle persone e una grande capacità di amore e di ascolto, "adattatevi alla tempra di ciascuna...".
L'educazione, insomma, è un compito difficile e soprattutto richiede che l'educatore abbia trovato il baricentro di se stesso, l'equilibrio complessivo della sua personalità a livello psicologico, umano e spirituale; che sia un adulto cresciuto, capace di dare vita e di far crescere.
Il rischio oggi semmai è quello di non educare; al più si segnala ai ragazzi da educare ciò che è bene e ciò che è male, più difficilmente si addestra al bene, perché questo il compito è stato pericolosamente sottratto, in qualche modo, alle stesse agenzie educative per eccellenza, la famiglia, la scuola, che per ragioni molteplici hanno perso questa specifica funzione. Può apparire paradossale: in questo nostro tempo, abbiamo teorizzato, costruito teorie perso gli educatori.
L'uomo non si educa con il computer, egli ha bisogno del cuore intelligente di coloro che gli stanno vicino, ha bisogno di testimonianza.
Teresa Verzeri ha riproposto sostanzialmente queste due esigenze: che la presenza dell'educatore sia educativa e che educare è uno stile di vita, perché in educazione, allora come oggi, non sono i gesti isolati, a intermittenza che creano convinzioni profonde e modificano atteggiamenti, ma è lo stile dell'educatore che persuade ed attrae, è la verità della sua vita che educa.
Eugenia Liberatore

ASPETTI SALIENTI E SIGNIFICATIVI DELLA SPIRITUALITÀ DI TERESA VERZERI
FONDATRICE DELLA CONGREGAZIONE 
DELLE FIGLIE DEL
SACRO CUORE DI GESU'

La personalità di Teresa Verzeri, nata a Bergamo il 31/07/1801, spentasi a Brescia il 3/03/1852, si colloca sull'orizzonte della spiritualità religiosa dell'Ottocento italiano come una figura di spicco per la singolare ricchezza di doti umane, per la profondità della dottrina teologico - biblica documentata dagli scritti e per una particolare esperienza ascetica e mistica, attestata dalla dovizia di testimonianze del suo itinerario di incontro con Dio.
Teresa Verzeri, appartenente ad un contesto aristocratico, culturalmente qualificato, animato però da una salda visione di fede, che divenne in lei sostanza di vita, si rivelò appassionatamente protesa fin dalla fanciullezza alla ricerca dell'Assoluto.
Di indole generosa, di temperamento forte, fornita di sensibilità acuta ma sempre dominata da un'intelligenza perspicace e penetrante, capace di passare al vaglio di un sicuro discernimento eventi, fenomeni e vicende del mondo interiore psicologico etico e sociale, Teresa Verzeri visse una profonda esperienza di Dio, che si configurò come illuminazione strutturale dell'essere realizzando l'istanza di pervenire alla Verità come radice e autenticazione della vita e dei suoi dinamismi, aperta alla trascendenza.
Teresa Verzeri, che manifestò ancora nella adolescenza la capacità di intuire che l'adesione totale a Dio e la risposta al suo amore la vincolava ad una scelta di vita coraggiosa e radicale, approdò a sedici anni nel monastero benedettino di Santa Grata in Bergamo.
L'assiduo, vigile, incessante processo di penetrazione del mistero dell'amore di Dio, frutto della gratuità della grazia e di una costante disponibilità a lasciarsi guidare e possedere da Dio, consentì a Teresa Verzeri di superare le frontiere della realtà sensibile e di affacciarsi sulle sponde di una Luce che folgora, compenetra e avvolge lo spirito e diventa sorgente di divine operazioni.
E le operazioni divine ... se hanno con sé il dolce e il delizioso della fragranza divina, divino altresì il sodo e il forte del puro amore ... perché sono fiori sbocciati
all 'ombra della croce e frutta maturate tra il tuono, i lampi e le tempeste. (Doveri –vol. 2 pag.186)
Nell'ottica del richiamo alle teofanie bibliche, Teresa Verzeri sperimentò infatti ben presto quel travaglio interiore che la condusse ad una particolare unione con Dio, attraverso la sofferenza di un patire, che, come fiamma incandescente che non si consuma ma purifica, la spogliò di sé, rendendola dimora dilatata dall'amore, ripiena di unzione divina, aperta al soffio dello Spirito.
Illuminata e guidata dallo Spirito, facendosi interprete della volontà di Dio di cui era innamorata, uscita dal monastero benedettino, Teresa Verzeri 1' 8/02/1831 diede vita in Bergamo ad una Associazione di donne, che infiamma/e di amore di Dio, li/il/e fra loro con i vincoli di religiosa famiglia, formate e disposte con le virtù dello sia/o religioso, attendessero alla propria santificazione, ma si consacrassero insieme alle opere di carità verso il prossimo. (Costituzioni di fondazione).
Teresa Verzeri accese così nella Chiesa il carisma della congregazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, finalizzato a promuovere e a diffondere il culto del cuore adorabile di Gesù Cristo, che dell'amore infinito del Padre è simbolo, immagine, testimonianza.
L'elemento costitutivo del carisma si fonda sulla disponibilità a vivere la consacrazione religiosa nel dinamismo della comunione con Dio e con il prossimo, attingendo alle inesauribili ricchezze del Cuore di Cristo.
Teresa Verzeri ebbe infatti a dichiarare alle Figlie: Gesù Cristo a voi e al vostro istituto ha fatto il prezioso dono del suo Cuore, perché non da altri che da Lui apprendiate la santità, poiché della santità è la sorgente inesausta. (Doveri - vol. 30 -pag. 484).
E il dono dello spirito riceve luce e pienezza nella fedeltà creativa ad un impegno che pone la Figlia del Sacro Cuore di Gesù in una relazione profonda con il Verbo incarnato, di cui mira a continuare l'opera salvifica.
Da Lui dovete attingere le virtù proprie del vostro stato, lo spirito della vostra vocazione, il principio da cui dovete essere animate, i mezzi che vi devono condurre, il fine che vi deve sostenere e a cui dovete incessantemente mirare.
Dovete imparare da Lui la mitezza e 1 'umiltà: dovete ardere della sua carità medesima. (Doveri – vol. 20 - pag. 311)
E in un altro testo Teresa Verzeri tracciò alle Figlie l'itinerario della perfezione proposta dal Vangelo: dovete sentire in voi una forte e soave necessità di unirvi per amore all 'amore, per venire dall'amore viv41cate, consumate, trasformate. (Doveri -vol. 2-pag. 310).
Teresa Verzeri era infatti convinta che Figlie del Sacro Cuore vale Figlie dell'amore, e dall'amore ogni bene derivando, ogni bene trabocca nelle Figlie per giusta eredità. 
(Doveri – vol 2 -pag. 314).

E nella misura in cui la fedeltà perseverante e generosa alle istanze della consacrazione religiosa caratterizza il vissuto quotidiano della Figlia del Sacro Cuore di Gesù a livello personale e comunitario, interiore e operativo - apostolico, i rapporti fraterni verso il prossimo, convalidati dal sigillo della "esimia carità", diventano fondamento di vita e trasparenza di Dio.
Le indicazioni di Teresa Verzeri sul valore della carità verso gli altri si illuminano così di alto valore teologico: "Le Figlie del Sacro Cuore, come quelle che attingono la loro carità alla sorgente stessa dell'amore cioè dal Cuore di Gesù Cristo devono ardere verso i loro prossimi della carità medesima del quel Cuore divino. Carità purissima che non ha vista se non alla gloria di Dio e al bene delle anime; carità universale che non eccettua persona, ma tutti abbraccia; carità generosa che non si perde per patimento, non si sgomenta per contraddizione... ma anzi nel patimento e nell'opposizione cresce in vigore e vince con il pazientare". (Doveri - voi. 2 -pag. 58).
Il traguardo di vivere per Dio, nella costante ricerca di tributargli onore e gloria, in conformità al Figlio che a gloria del Padre e per la redenzione dell'umanità si immolò sulla croce, comporta - secondo il pensiero di Teresa Verzeri proposto alle religiose - costante esercizio di virtù umane e teologali, preghiera unitiva e contemplativa, uniformità alla volontà del Padre, spogliamento di sè, accettazione della sofferenza e dei sacrifici in un cammino di purificazione che conduce al monte della beatitudini.
L'incontro con Dio diventa così storia, aurora di una vita nuova che lascia trasparire la luce della presenza dell'Assoluto, unica sorgente di ogni nostra felicità.
Teresa Verzeri lasciò in eredità alle figlie l'inestimabile documento di spiritualità costituito dal "libro dei Doveri delle F.S.C.G.", articolato in tre volumi ed un amplissimo espitolario. La validità del contenuto degli scritti della Fondatrice consegue ancora notevoli consensi e riconoscimenti.
Teresa Verzeri, che fu benevolmente accolta da papa Gregorio XVI nel 1841, ottenne nel1847 il Decreto di definitiva approvazione delle Costituzioni dell'istituto dal pontefice Beato Pio IX che la conobbe personalmente e le manifestò stima e apprezzamento.
Teresa Verzeri venne beatificata il 27 ottobre 1946 dal pontefice Pio XII.
La Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù si diffuse dapprima in Italia. Attualmente estende la sua opera apostolica anche in alcuni territori dell'America Latina, dell'India e dell'Africa. Una comunità religiosa e presente pure in Albania.
La Congregazione rivolse al tempo della fondatrice particolare impegno alla educazione e formazione della gioventù, ma alla luce del Carisma si è rilevata costantemente disponibile ad intraprendere opere di missionarietà in relazione alle esigenze della Chiesa e ai segni dei tempi.
Sr. Clara Zanusso

UNA SANTA PER L'ITALIA
UNA SANTA PER IL MONDO

Era scritto in un giornale: Il 10 giugno sarà Santa Teresa Verzeri.
Teresa Verzeri era Santa quando morì: il 3 marzo 1852. Cento cinquanta anni fa, dopo non ha aggiunto nulla: e allora? Tutto questo tempo? Hanno esaminato le sue virtù e tutto il processo del miracolo e, ora Dio ce la propone come modello. Questo è il tempo stabilito da Dio.
Una donna che ha cercato di conoscere e di fare la volontà di Dio, tanto da scrivere alle sue Religiose: "La volontà di Dio sia in tutto il vostro primo amore".
Attuare , fare la volontà di Dio. Sempre, non è facile. Vivere di fede può costare sangue. La Vergine Maria ne è un esempio: dire "SI" a Dio le ha rivoluzionato la vita; ci abbiamo mai pensato?
Teresa Verzeri, credendo e soffrendo, è andata avanti per proteggere e compiere l'opera che Dio voleva da lei.
Teresa ha amato tanto e ha sofferto tanto. Dino T. Donadoni intitolò un libro dove scrive la vita e le opere di Teresa Verzeri così: "Si fa presto a dire amore". Si, si fa presto a dirlo, ma a viverlo è un'altra cosa e forse, non ci pensiamo. AMARE significa volere il bene di chi amiamo e questo, tante volte vuol dire soffrire noi per far contenti, per far star bene gli altri, per fare il bene del prossimo.
Quante donne, per amore soffrono e sopportano.
Preghiamo la Santa che ci aiuti a farlo sempre; a non deludere Dio.
Amiamo Dio che ci ama.

Suor E.Galuppo

Nel Cuore di Gesù Cristo, incontriamo tutti e tutto…….

Teresa Verzeri Fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù.

Chi è Santa Teresa Verzeri?

Teresa Verzeri è una donna coraggiosa, forte e decisa. Nel suo cammino di fede aprì il suo cuore all'amore del Padre e alla fedeltà alla divina volontà.
Innamorata di Gesù Cristo e del Suo progetto di Vita. Sensibile alla sofferenza ed alla povertà, assieme ad alcune giovani diede inizio alla Congregazione delle Figlie del S. Cuore di Gesù.

Sua missione:

Accogliere ed educare bambini e giovani ai valori cristiani, alleviare la sofferenza delle famiglie, degli anziani e degli ammalati.
Missionaria fondò vari centri di missione.
Le contraddizioni e le difficoltà erano motivo per crescere nella fede, maturare la confidenza e ricercare lo spirito delle sue opzioni.
Seppe coniugare una profonda spiritualità con una attività intensa che abbraccia le persone più bisognose.
Assume e testimonia con radicalità l'Amore misericordioso del Cuore di Cristo.

 Cos'è la vocazione?

 E' una chiamata di Dio che si manifesta attraverso le persone, le necessità, i fatti, le ispirazioni, la preghiera, ecc.
Essere chiamati esige una risposta concreta, libera e consapevole della persona.
E' sempre Dio che prende l'iniziativa: Egli chiama per nome, conferisce una missione e manda.
Vocazione è sentire la presenza di Dio in noi per continuare e testimoniare la missione di Gesù.
E' un cammino per incontrare la nostra felicità, realizzando il piano di Dio.

 Dove si trovano le Figlie del Sacro Cuore di Gesù?

 Compromesse con la continuità della missione iniziata da Teresa Verzeri le Figlie del S. Cuore di Gesù sono presenti in otto paesi: Italia, Albania, Repubblica Centro Africana, Camerum, Argentina, Brasile, Bolivia, India.

 GIOVANI, desiderate essere Figlie del S. Cuore di Gesù? Cercateci!