D. VINCENZO PUGLISI (1615-1627)

Nato in Alcamo nel 1580, fu eletto parroco dal vescovo La Cava,
nel 1615, anno di fondazione della parrocchia.
Fu alunno del poeta ed erudito alcamese Sebastiano Bagolino.
Morì il 3 febbraio 1627, a 47 anni, dopo 11 anni e 2 mesi di parrocato, e fu sepolto nella stessa parrocchia.

 

 

S.T.D. SEBASTIANO LA ROCCA (1627-1637)

Nato in Alcamo nel 1586, fu eletto parroco senza bolle nel 1627.
Prese possesso nell'agosto dello stesso anno, per atto del not. Giacomo
Adragna di Alcamo.
Fu discepolo dell'erudito alcamese Sebastiano Bagolino.
Compose varie poesie: un suo piccolo volume manoscritto si conserva nella Biblioteca Comunale di Palermo.
Morì il 22 aprile 1637, a 51 anni, dopo 9 anni e 8 mesi di parrocato.

 

 

S.T.D. VINCENZO CAMMARATA (1637-1645)

Nato in Alcamo da "Mastro Natali et Riccha" nel 1596, appartenne all'Ordine dei Domenicani. Lasciato l'Ordine, fu nominato parroco senza bolle nel 1637.
Morì il 28 ottobre 1645, a 49 anni, dopo 8 anni di parrocato.
Fu sepolto nella chiesa madre dinanzi alla cappella del SS. Rosario.

 

 

S.T.D. DIEGO CASSIA Y PLENA (1639-1668)

Nato in Alcamo nel 1592, il 15 aprile 1628 fu eletto parroco della parrocchia della SS. Trinità. Venendo questa soppressa, dal 1639
governò la parrocchia dei SS. Paolo e Bartolomeo insieme con il parroco Cammarata.. Alla morte di costui, nel 1645, governò da solo la stessa parrocchia senza bolle.
Morì il 29 gennaio 1668, a 76 anni, dopo 39 anni e 9 mesi di parrocato. Fu sepolto nella chiesa parrocchiale di S. Paolo.

 

 

S.T.D. VINCENZO ARTALE (1668-1669)

Nacque in Alcamo nel 1623. Presentato dall'arciprete e protonotaro apostolico D. Lorenzo Lazio per atto del not. Giuseppe Lombardo il 25 marzo 1668, fu eletto parroco il 18 maggio successivo. Il 30 luglio 1669, mentre si recava in compagnia di D. Antonino Lo Jacono nella chiesa di S. Francesco di Paola per sua consueta devozione, gli sparò tale Vito Vaiasuso. Morì il 6 agosto successivo a 46 anni. Da un anno e due mesi era parroco, da cinque mesi vicario foraneo, da un mese commissario del S. Ufficio. Era anche cappellano delle regie galere di Sicilia e cappellano dei monasteri.
Fu sepolto nella chiesa madre nella sepoltura degli eredi della famiglia Abate, dinanzi all'altare di S. Anna.

 

 

U.I.D. LORENZO LA ROCCA (1670-1694)

Nato in Alcamo nel 1622 da Santo e Caterina. Fu eletto parroco
con bolle apostoliche date in Roma il 13 agosto 1668 ed esecutoriate a Palermo l'8 ottobre successivo, ma ottenne di prendere possesso nel gennaio 1670 per atto in not. Giuseppe Lombardo.
Il La Rocca nel 1689 fece demolire l'antica chiesa e, previo notevoli contribuzioni di fedeli, affidò ai capimastri fratelli trapanesi Giovanni, Francesco e Cristoforo Fica la costruzione della nuova chiesa, che benedisse il 7 aprile 1691. Morì il 23 maggio del 1704 a 59 annidi età e 9 anni di parrocato.

 

 

S.T.D. STEFANO LA ROCCA (1704-1708)

Fu eletto parroco con bolle date in Mazara il 13 dicembre 1704, per nomina fatta dall'arciprete D. Stefano Fraccia della Favarotta e stipulata agli atti del Not. Filippo Leonti di Palermo il 13 luglio dello stesso anno. Preso possesso il 15 dicemhre 1704, abbellì la chiesa
parrocchiale con stucchi di Vincenzo Messina e Antonino Vultaggto e affreschi che Attonino Grano terminò nel 1711, essendo parroco il successore D. Marco Caruso. D. Stefano La Rocca infatti nel 1708, eletto arciprete, arricchì la chiesa madre di stucchi e marmi pregevoli, e degli affreschi di Guglielmo Borremans. Morì a 62 anni di età, dopo 3 anni e 10 mesi di parrocato, 27 anni di arcipretura, il 13 luglio 1735, in Palermo, dove fu sepolto nel convento dei cappuccini.

 

 

S.T.D. MARCO CARUSO (1709-1750)

Nacque in Alcamo il 14 febbraio 1673 da Giuseppe e Margherita Cantavcspri. Fu eletto parroco con bolle date in Roma il 16 aprile 1709 in virtù di nomina fatta dall'arciprete dr. D. Stefano La Rocca e stipulata con atto in not. Michele Terruso in Alcamo il 5 ottobre 1708. Prese possesso il 2 giugno 1709 per atto nello stesso notaio. Con gli onori sostenne molte avversità: nelle "Memorie" del sac. Stefano Monteleone si legge che "la notte del 14 novembre 1733, nella parrocchia dei SS. Paolo e Bartolomeo ignoti malviventi, scassato il Tabernacolo dell'Altare Maggiore e buttate in un fazzoletto di seta le ostie che vi si trovavano in 2 pissidi, rubarono queste e la bussola del deposito sacramentale".
Il furto sacrilego si credette commesso per fare "scorno" al parroco; il quale, "chiamato a Palermo dalle autorità superiori, coi cappellani e con un nipote per molto tempo vennero rinchiusi nelle carceri del S. Uffizio". Il benedettino D. Salvatore De Blasi dice che al Caruso "per avere una volta ardentemente zelato gli fu tagliata la faccia da un cavaliere alcamese: il quale poi, conoscendo il suo errore, divenne uno dei più stretti amici di lui e si convertì a Dio". 
Dottore in sacra teologia, aveva esercitato in gioventù l'arte medica in cui si era laureato a Catania. Dal vescovo Castelli fu eletto vicario generale della diocesi di Mazara durante il tempo del suo esilio. Fu anche esaminatore sinodale, predicatore quaresimale.
Morì il 22 settembre 1750, a circa 77 anni e fu inumato nella sepoltura, fatta nel 1734 sotto la cupola della parrocchia. Elogi funebri pronunziarono per lui il domenicano p. Bonaiuto e il vescovo di Mazara, Bartolomeo Castelli. Il De Blasi riporta l'iscrizione latina, esistente sotto il ritratto del Caruso, oggi scomparso.