Acireale, pro manuscripto, Ottobre 2001

Carissimi parrocchiani,

      dopo la pausa estiva riprendiamo, con rinnovato vigore ed entusiasmo, le attività per il nuovo anno pastorale 2001-2002.
      In sintonia con quanto il Santo Padre Giovanni Paolo II ci ha scritto nella Lettera Apostolica "Novo Millennio Ineunte" e con il Progetto Pastorale Diocesano anche noi vogliamo "prendere il largo" (Lc 5) nell'immenso mare dell'Amore di Dio.
      In questo anno pastorale vogliamo insistere sulla PREGHIERA, convinti che una comunità che prega "non sciupa il tempo" ma lo impiega nel migliore dei modi per discernere il progetto di Dio ed essere nella storia "una presenza per servire". Un autore contemporaneo in un libro su "Il cammino della preghiera" scrive: " … Noi crediamo che la preghiera non è tutto, ma che tutto deve cominciare dalla preghiera … noi crediamo che chi impara a pregare, impara a vivere". Una sorta di vortice, fondato sull'attivismo, tenta, giorno dopo giorno, di fare delle nostre comunità ecclesiali delle aziende erogatrici di servizi, preoccupate di tenere alta la propria produttività, impegnate in un "fare per fare" talvolta esagerato. Anche noi, come Marta del Vangelo, "ci preoccupiamo di troppe cose" dimenticando talvolta "ciò che è davvero necessario" (cfr. Lc 10,38-42). Puntare sulla preghiera la propria azione pastorale non vuole essere un evadere dalle situazioni quotidiane, tutt'altro! Vuole essere una azione contempl-attiva , una azione che parte dalla preghiera, quale luogo di discernimento e che torna alla preghiera, quale luogo di verifica. E' significativo, a tal proposito, quello che scriveva il compianto Vescovo Mons. Tonino Bello: "La contemplazione non è stasi, ma estasi (exstatis), cioè movimento, esodo, sequela. La sequela di Cristo che significa camminare nella luce del Signore e nell'ascolto della sua Parola, con tutte le implicanze difficili del martirio. Ecco il discorso sulla mitezza, sulla non violenza attiva, sulla partenza dagli ultimi, sul perdono come disarmo unilaterale …" ( da: Le mie notti insonni).
La preghiera, infatti:
1. è un rapporto interpersonale con Dio: un rapporto "io-tu";
2. è comunicazione affettuosa con Dio, operata dallo Spirito e sorretta da lui;
3. è esperienza di amore;
4. è far calare la potenza di Dio nelle nostre viltà e debolezze;
5. è ascolto della Sua Parola per tradurla nella vita.
Convinti, allora, della necessità della preghiera vogliamo valorizzare i nostri tempi di preghiera comunitari e personali, rendendoli autenticamente "forti" momenti dello Spirito.

1. LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA DOMENICALE

        Nella costituzione Lumen Gentium del Concilio Vaticano II leggiamo, al n° 11, che l'Eucarestia "è fonte e apice di tutta la vita cristiana". Più volte, nello scorso anno abbiamo insistito sul valore della celebrazione eucaristica nel giorno del Signore quale espressione autentica della vita della comunità. Tale insistenza, lungi dall'apparire sterile parrocchialismo, ha come giustificata pretesa quella di far percepire l'importanza della celebrazione nella e con la propria comunità di appartenenza per sperimentare la propria dimensione ecclesiale. Sappiamo bene che, la presenza nel nostro territorio di ben sette Chiese aperte al culto, non favorisce molto questa dimensione comunitaria ma ciò non ci impedisce di insistere sul valore che la Messa domenicale ha nella "casa" della comunità parrocchiale.
      "L'Eucarestia domenicale, raccogliendo settimanalmente i cristiani come famiglia di Dio intorno alla mensa della Parola e del Pane di vita, è anche l'antitodo più naturale alla dispersione. Essa è il luogo privilegiato dove la comunione è costantemente annunciata e coltivata" (NMI, 36).
       L'Eucarestia domenicale partecipata, vissuta e celebrata, come momento forte della comunità, è la forma più elevata di preghiera che la comunità cristiana eleva al Padre, nel Figlio per la potenza dello Spirito. L'Eucarestia deve, inoltre restituirci alla quotidianità aperti all'accoglienza, all'attenzione, alla condivisione - quale testimonianza di carità sarebbe proprio nella domenica, invitare a pranzo un fratello senza casa e senza pane!
Una domenica senza Eucarestia è come un giorno senza sole, manca il calore necessario che infonde forza ed energia!

2. L' ADORAZIONE EUCARISTICA
        "E' vivamente raccomandata la devozione sia privata che pubblica verso la santissima Eucarestia, anche fuori della Messa, secondo le norme stabilite dalla legittima autorità … La pietà che spinge i fedeli a prostrarsi in adorazione dinanzi alla santa Eucarestia, li attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo Corpo" ( Il culto eucaristico, 88).
     Occorre sostare in preghiera dinanzi a Gesù Eucarestia, portando "le gioie e le speranze, le tristezze e le angoscie" personali e comunitarie e lasciandosi illuminare da Lui sorgente di vita, l'unico che può dare senso alla nostra esistenza. Nella nostra Comunità abbiamo già fatto, durante il periodo quaresimale quotidiana esperienza dell'adorazione Eucaristica, quest'anno vogliamo intensificarla proponendola:
- ogni 1° Giovedi del mese dalle 10.00 alle 11.00 e dalle 19.00 alle 20.00 (legale 20 -21), pregando particolarmente per le Vocazioni sacerdotali e religiose;
- ogni settimana nel giorno di Giovedi dalle 19.00 alle 20.00 (legale 20 - 21);
- nel periodo quaresimale tutti i giorni dalle 10.00 alle 11.00.

3. LA LITURGIA DELLE ORE

       "Il canto di lode, che risuona eternamente nelle sedi celesti, e che Gesù Cristo Sommo Sacerdote introdusse in questa terra di esilio, la Chiesa lo ha conservato con costanza e fedeltà nel corso di tanti secoli e lo ha arricchito di una mirabile varietà di forme …L 'intera vita dei fedeli, attraverso le singole ore del giorno e della notte, è quasi una <<liturgia>>, mediante la quale essi si dedicano in servizio di amore a Dio e agli uomini, aderendo all'azione di Cristo che, con la sua dimora tra noi e l'offerta di se stesso , ha santificato la vita di tutti gli uomini. Questa sublime verità del tutto inerente alla vita cristiana, la Liturgia delle ore la esprime con evidenza e conferma in maniera efficace" (Paolo VI, costituzione apostolica Laudis Canticum).
      La Liturgia delle Ore, in quanto preghiera "ufficiale" della Chiesa ha come scopo primario la santificazione del tempo e può diventare nella nostra vita cristiana una consuetudine attesa ed una sosta serenante ed illuminante.
Nella nostra Comunità pregheremo con la Liturgia delle Ore:
- tutti i Giovedi al termine della adorazione eucaristica;
- nel periodo quaresimale tutte le sere alle 20,30.

4. I PII ESERCIZI

4.1. IL ROSARIO
       "Preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell'incarnazione redentrice, il rosario è, dunque, preghiera di orientamento nettamente cristologico. Infatti, il suo elemento caratteristico - la ripetizione litanica del<<Rallegrati, Maria>> - diviene anch'esso lode incessante a Cristo … Vogliamo raccomandare vivamente la recita del rosario …" (Paolo VI, Marialis cultus).
    Il Rosario è preghiera a Maria e preghiera con Maria. Attraverso lo scorrere, tra le dita, della corona noi riviviamo i misteri fondamentali della salvezza, dall'annunciazione alla gloria, e chiediamo, per intercessione della Madre, "di essere liberati dai mali presenti e di godere, un giorno, la gloria eterna".
       Nella nostra comunità la recita quotidiana del rosario, alle ore 9.00 e alle 18.00 (legale 19.00) è momento fondamentale di preghiera; vorrei insistere perché questo momento divenga sempre più un momento di ascolto e meditazione insieme con Colei che "tutte le generazioni chiamano Beata" e che è per noi modello da imitare. Vorrei insistere anche sulla recita del rosario in famiglia e nei quartieri, dove potrebbero crearsi autentici "cenacoli" di preghiera.
4.2. LA PREGHIERA DELL'ANGELUS DOMINI
      "La nostra parola sull'Angelus Domini vuole essere una semplice, ma viva esortazione a mantenere consueta la recita, dove e quando sia possibile … La struttura semplice, il carattere biblico, l'origine storica, che la collega all'invocazione dell'incolumità nella pace, il ritmo quasi liturgico, che santifica momenti diversi della giornata, l'apertura verso il mistero pasquale, per cui mentre commemoriamo l'incarnazione del Figlio di Dio, chiediamo di essere condotti <<per la sua passione e la sua croce alla gloria della risurrezione>>, fanno si che essa, a distanza di secoli, conservi inalterato il suo valore e intatta la sua freschezza"
(Paolo VI, Marialis cultus, 41).
La recita tre volte al giorno (mattino, mezzogiorno e sera), ovunque ci troviamo, di questa preghiera semplice e profonda, mentre ci invita a "fissare lo sguardo sul mistero dell'incarnazione" (IM,1), ci permette - nella brevità - di santificare il tempo. La nostra comunità dedicata a Maria SS.ma Annunziata dovrebbe, in special modo, farsi promotrice di questa preghiera mariana.

4.3. LA VIA CRUCIS
     Nel periodo quaresimale è lodevole la pia pratica della Via Crucis. Attraverso l'itinerario delle "stazioni" il fedele partecipa e si unisce spiritualmente alla Passione redentrice di Cristo, percorre insieme con Lui la via faticosa del Calvario e apprende il cammino di discepolato segnato dalla croce di Cristo.
Invito tutti a far tesoro di questa forma di preghiera semplice e profonda che permette di unire le nostre sofferenze a quelle di Cristo e di "completare nella nostra carne quello che manca alla passione di Cristo" (Col 1,24).

5. LA PREGHIERA IN FAMIGLIA
      "L'ondata di secolarismo che ha attraversato la vita delle nostre comunità negli ultimi decenni, con le drammatiche conseguenze - a tutti note - per ciò che attiene l'esperienza di fede e la testimonianza dei valori ad essa legati, ha determinato una crisi profonda e generalizzata anche della famiglia e quindi della preghiera familiare, come espressione ed elemento di comunione e sorgente indispensabile per la missione che essa è chiamata a svolgere nella Chiesa e nella società" (Mons. L. Brandolini, presentazione a La famiglia in preghiera, sussidio della CEI, pag 7).
      La famiglia è stata giustamente definita "una piccola Chiesa domestica", "una comunità di salvati che salva continuamente". Essa è il luogo dell'autentica promozione umana. Per cui tra i doveri fondamentali della famiglia cristiana c'è quello di essere scuola e palestra di preghiera.
      Vorrei suggerire alcune piccole forme di preghiera da tenere quotidianamente nella vita familiare:
- un breve momento di preghiera all'inizio della giornata per affidare al Signore le nostre attività quotidiane e le persone con cui entreremo in relazione. A queste ultime la preghiera deve insegnarci ad essere attenti, disponibili, solidali.
- la preghiera prima dei pasti per ringraziare "la divina provvidenza" di quanto ci offre;
- la preghiera serale per ringraziare il Signore di tutti i benefici ricevuti durante la giornata.
      "Tutti i membri della famiglia devono educarsi alla preghiera frequente e corretta, imparando a farla scaturire dalle occasioni della vita, con la naturalezza di chi sa che ogni evento di essa si svolge di fronte a Dio" (CEI, op.cit, pag.16).

CONCLUSIONI
       Sorelle e Fratelli carissimi, vorrei esortarvi a far tesoro di quanto sopra espresso perché la nostra Comunità possa essere realmente una "casa di preghiera".
       Vorrei che ognuno facesse sue le parole pronunziate dal nostro Vescovo nel corso dell'omelia per l'ordinazione di un diacono permanente: "… la tua giornata sia arricchita dallo spirito di orazione al Signore e dalla liturgia delle ore a favore della Chiesa del mondo intero. Ogni tua giornata si concluda con il Magnificat per il bene che il Signore ti concederà di fare nella Chiesa e nella società".
        La Vergine Santissima, Vergine in ascolto, modello di preghiera e testimone di amore interceda per noi e ci ottenga "quello che la preghiera non osa sperare".
          Con affetto


Acireale, 4 Ottobre 2001
2° anniversario della mia nomina a Parroco

 
 
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